Veronica quel pomeriggio si sentiva donna e puttana, molto più puttana del solito. Senza un motivo, solo il ghiribizzo della giornata.Allora prese un perizoma, lo indossò al contrario, il davanti dietro, e lo tirò molto su, in modo che la fettuccia ruvida andasse a penetrare in mezzo alle labbra della fica, per finire direttamente contro il clitoride. E aveva scelto il perizoma con la fettuccia di pizzo più larga e ruvida tra quelli che aveva.Aveva un clitoride che amava le maniere forti, le palpate decise, anche le strizzate un po’ cattive. Così come i capezzoli d’altronde Veronica era una donna che a letto godeva ad essere presa con brutalità e molto vigore, quasi torturata dalle mani forti di un uomo deciso.Così quel pomeriggio  si volle regalare un po’ di avventura, una stimolazione perenne e forte, che l’avrebbe mandata fuori di testa mentre passeggiava senza meta .Ma non contenta, scelse anche una gonna e un giacchino con una larga scollatura che mostrava direttamente la  maglietta senza il reggiseno . Troia si sentiva quel pomeriggio e troia voleva apparire . Tra la finezza delle calze autoreggenti scelte e il bordo inferiore della gonna, rimanevano scoperti alcuni cm di pelle nuda, un vero spettacolo capace di far risvegliare anche gli ormoni di un moribondo. Lei con quel fisico ancora morbido  e statuario alla sua età.Per “riscaldarsi” scelse di scendere a piedi le scale e lì già si rese conto di aver forse esagerato. La fettuccia del perizoma la mandava su di giri  strusciava con forza nelle sue parti più sensibili e ad ogni passo passava come carta vetrata sul clitoride.Arrivata su strada era già fradicia. E poi praticamente stava con la fica di fuori, visto che davanti non aveva alcuna stoffa a proteggerla e quella poca era ben infilata in profondità.Questa sensazione fisica di nudità, insieme all’eccitazione della stimolazione, la portarono a fare strani pensieri.“E se un uomo se ne accorgesse e mi violentasse?” Si sentiva nuda e vulnerabile, con la gonna  che poteva da un momento all’altro rivelare come era combinata tra le gambe,la vidi e... mi attirava lo sguardo voglioso e la vedo e  scoprono il suo segreto, la circondo, la portano in un vicolo appartato, le dico che è una troia ad andare in giro combinata in quel modo,mi  sta facendo eccitare più di quanto potesse immaginare non per la stimolazione fisica, ma per il pensiero perverso che mi  era venuto in mente,E se fosse successo? E se le avrei infilato le mani tra le gambe e avessi cominciato a tirare e muovere quel cordoncino che le torturava il clitoride? Avrebbe saputo resistere? Sarebbe riuscita a non mostrare la sua eccitazione con gemiti e mugolii? E il cedere non l’avrebbe fatta sentire ancora più troia? Schiava delle sue elucubrazioni perverse?Mio Dio, cosa le stava succedendo? Camminava ed era eccitatissima, come raramente in vita sua. Si sentiva la fica in fiamme come se la stessero continuamente masturbando con vigore, in più la sua testa vagava libera verso fantasie torbide e proibite, mai prima così eccessive.Era arrivata al massimo della sopportazione, non ce la faceva più, doveva dare sfogo a quella sua immensa eccitazioneio mi accostai  a lei  e l'accompagnavo al suo fianco  Entrammo  nel primo bar che trovammo , chiese del bagno e di corsa ci infilammo dentro dentro per dargli  piacere con le mie mani. Volevo masturbarla  e godere, praticamente non pensava ad altro che a raggiungere un orgasmo e placare i bollenti spiriti.Venne in pochi attimi, con il  mio dito che premeva forte sul clitoride da sopra la fettuccia, quindi facendo sentire ancor di più la sua ruvidità e le sue sensazioni violente. A farla godere era la  mia mano da  lei tenuta ferma , con una mano che da dietro esplorava la sua fica, senza neanche guardarmi . Rimase a  godere grazie alla mia  mano violenta, che alla fine era anche penetrata all’improvviso con 3 dita dentro. Immaginò la sua vergogna nel non riuscire a nascondere l’orgasmo , per come l’avrei giudicata.E l’orgasmo lo raggiunse... squassante, fortissimo, da farle piegare le gambe. La tirai su le misi la lingua in bocca e la chiavai vigorosamente . Ci mise un po’ a riprendersi e, tornata la lucidità, penso che per la camminata di ritorno fino a casa le mutandine le avrebbe tolte. Altrimenti, avremmo  trovato un altro bar a disposizione per le sue voglie perverse di giornata, che non si sarebbero certo placate nel tragitto fino a casa?

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Categorie: Confessioni Etero
Tag: amatoriali