(vedi prima parte racconto Hedonism)...
La mattina seguente mi svegliai tardissimo, di buon umore e piena di energie. Luca invece si era svegliato prima, mi aveva lasciato un bigliettino sul comodino col quale mi comunicava che mi aspettava in spiaggia, che mi amava e che era l'uomo più fortunato al mondo. Mi strappò un sorriso, feci una doccia veloce e lo raggiunsi in spiaggia, al solito posto. 
Stava abbronzandosi, nudo, steso di spalle e quando arrivai dopo essermi spogliata, salii sulla sua schiena e lo baciai sul collo. Lo sfregamento dei miei capezzoli sulla sua schiena gli fece percorrere un brivido "ecco, ora ce l'ho duro e devo rimanere girato per 10 minuti..." disse ridendo.
"Ciao amore" proseguì, "intanto che dormivi, io ho già programmato la serata. E' passato Joel che mi ha detto che ci vorrebbe ospiti da lui, ci cucina aragoste fresche e io devo solo portare il vino... e te... Le ho detto che vuoi la rivincita, è scoppiato a ridere dicendo che un giamaicano non rinuncia mai alle sfide".
"Bene, stasera lo straccio... Quindi oggi giornata relax, massima raccolta di energie e poi stasera vedrai Italia batte Giamaica 3-0".
Passammo davvero una bellissima giornata di mare, affittammo un pedalò e immergersi al largo di quel mare turchese, circondati da pesci colorati, fu un'esperienza paradisiaca.
Quando tornammo in hotel, doccia lunghissima, manicure e pedicure accuratissime (non potrei mai fare sesso senza avere mani e piedi in perfetto ordine) e scelta dell'abbigliamento. Stavolta il perizoma me lo misi, avevo voglia di farmelo togliere con forza dal mio amante, un abitino floreale molto corto e morbido, sandalino blu ovviamente con tacco 12 obbligatorio, due gocce di profumo e un filo di trucco ed ero pronta. Luca commentò solo con un “wow” sgranando gli occhi. 
Alle 21:30 ci presentammo a casa del nostro amico che abitava a poche centinaia di metri dal resort, con un paio di bottiglie di champagne che avevamo acquistato in hotel. Joel ci aprì con un sorriso radioso, in maglietta bianca e jeans. Avevo già la patata in subbuglio e se non fosse che avevo anche fame, avrei potuto saltargli addosso e scoparlo lì, sull’uscio. 
Fu un perfetto padrone di casa, ci cucinò delle aragoste con una salsina locale deliziosa e il la prima bottiglia di Moet terminò in pochissimi minuti. Poi ci disse, “vi ho preparato una sorpresa, un dolcetto tipico della Giamaica che spero vi possa piacere”. Ci portò una crostata, a base di cocco e spezie che ci disse chiamarsi Gizzada. Squisita. 
Finita anche la seconda bottiglia di champagne, cominciai a sentire caldo e il “richiamo della foresta”. Avevo voglia e lo feci capire strusciandomi su Joel mentre stava preparando dei rum per chiudere la cena. Ci accomodammo su un grande divano di bambù all’esterno dell’abitazione e sorseggiato il rum vidi Joel avvicinarsi e senza dire nulla baciarmi spudoratamente, infilandomi la lingua ovunque davanti a Luca. Ero già un lago, complice alcool e voglia di del suo cazzo nero.
Stavolta presi io l’iniziativa e sfilatogli velocemente i jeans e i boxer, gli feci un pompino degno di una pornodiva. Lo sentivo fremere, ogni tanto provava a fermarmi ma volevo la mia rivincita e continuai fino a che raggiunse il punto di non ritorno e sentii un bel fiotto di liquidi caldo in fondo alla gola. Luca intanto era già nudo, seduto di fianco con il cazzo in mano che si godeva la scena. Stavolta non lo volevo escludere e lo baciai intensamente condividendo parte dello sperma del mio amante che avevo ancora sulla lingua. “Ti piace vedere tua moglie così troia eh?”. Era eccitatissimo e riuscì a dire solo poche parole “fantastica, sei fantastica. Stasera Joel mi ha promesso che ti distrugge e che dovrò portarti in hotel in braccio”.
Il ragazzo giamaicano si assentò per qualche minuto e tornò coi capelli bagnati e pulito dopo una doccia mentre io e Luca stavamo continuando a baciarci e lui stava lavorando con le dita procurandomi un senso di benessere. 
Joel aveva ancora l’uccello mezzo duro, davvero un bell’esemplare di cazzo e quando feci per riavventarmi con la bocca su di lui, fece una mossa e disse “e no, ora tocca a me ricambiare”. Mi tolse il perizoma inzuppato, portandoselo al naso e annusando i miei umori, poi iniziò un gioco di lingua meraviglioso. Intanto io stringevo la mano di Luca e ogni tanto lo guardavo dicendogli quanto era bravo a leccare Joel.
Raggiunsi un orgasmo elettrizzante e mentre venivo strinsi la mano di Luca quasi a fargli male.
“Scopami, ora, ti prego” implorai Joel. Non se lo fece dire due volte. Indossato un profilattico, mi allargò le gambe e me lo infilò in un colpo. Fu una sensazione paradisiaca, animalesca. Prese a sbattermi con la foga che conoscevo, ma stavolta ebbi la forza e la lucidità di aprire gli occhi e coinvolgere Luca segandolo e dicendogli ansimante che il cazzo di Joel era enorme, che mi stava riempendo tutta e che il suo era troppo piccolo per farmi godere. “Dopo questa vacanza dovrai farmi scopare da cazzi così, non mi accontento più del tuo cazzetto”. Sapevo, pur nella poca lucidità dovuta a quanto mi faceva davvero godere Joel, che Luca impazziva a sentirsi un po’ umiliato e ne ebbe la riprova immediatamente. “Che troia che sei, vengooo”. Mi bagnò la mano con un getto impressionante di sperma. Intanto Joel, senza tanta dolcezza, mi aveva appena girato e mi stava montando a 90 gradi affondando ogni colpo facendomi vibrare. Nel frattempo Luca si avvicinò e prese a lavorarmi il buchetto del culo con un dito prima, due poi. Era troppo e venni come una fontana urlando le peggior cose. Joel imperterrito continuava a montarmi, mentre Luca si avvicinò al mio orecchio sussurrando “ho voglia di vedere come ti incula, ti prego, fatti inculare”.
Al solo pensiero venni ancora una volta, poi dissi a Luca “prepara il mio buchetto per bene, che mi faccio inculare da Joel, dai che così ti faccio le corna anche con il culo”.
L’avessi mai detto… intanto ce l’aveva ancora durissimo il mio maritino, poi cominciò a lavorare di saliva e allargò lentamente il mio buchetto. Poi senza fronzoli si rivolse al cubano e disse ecco “incula questa troia, che non vede l’ora”. Joel non se lo fece ripetere, sfilò il suo cazzone dalla fighetta e puntò il mio culo. Fece lentamente, fu attento e intelligente nell’usare modi gentili e lenti. Ma quando il suo bel cazzone nero si fece strada e arrivò in fondo, prese a stantuffarmi come un animale e io ricominciai a non capire più nulla. Stavo godendo come mai nella vita e ancora una volta persi ogni contatto con mio marito. 
Venni un numero spropositato di volte, spruzzando a destra e sinistra, urlando di tutto e incitando il ragazzo a sfondarmi il culo. Dopo un tempo lunghissimo sentii Joel che stava arrivando, ritrovai un briciolo di lucidità, mi voltai e gli tolsi il profilattico. Lo segai forte, leccandogli le palle.
Chiamai Luca e lo volli accanto a me mentre Joel urlando mi riempì faccia e bocca di sperma caldo e buono. “Baciami subito Luca” e il cornuto eseguì pulendomi la faccia. Secondo me avrebbe pulito anche il cazzone di Joel ma temeva che il ragazzo lo respingesse e quindi si limitò a baciare me giocando con le nostre lingue e la sborra del mio amante. Che goduria.
Quando ci alzammo dal divano l’unico ancora eccitato era il mio maritino, ma io ero distrutta e gli concessi solo di segarsi e venire sulle mie tette. Cosa che fece in un lampo di secondo, sospirando quanto mi amasse e quanto gli piacesse essere cornuto. 
Poi ci lavammo e tornammo verso il resort, io con le gambe tremolanti, Luca con un sorriso a 32 denti e Joel nudo con il suo cazzone penzolante che mi baciò per salutarmi sussurrandomi “sei stata grande, oggi Italia Giamaica è finita in pareggio”. 

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