Ciao, sono Chiara, ho 24 anni e sono libera. Libera di essere ciò che voglio, di amare come voglio e di godere come voglio. Certo questo fa paura perché mi volete forte determinata e romantica. Perché per voi una donna che scrive che si eccita quando il suo uomo la usa va bene, ma quando sentite che una donna si eccita quando gode ad essere sottomessa, usata e perché no anche disprezzata vi fa paura. Eppure eccomi qui a spogliare Chiara per voi, a farvi entrare nel mio mondo, quel mondo intimo dove lui mi sbatte con la testa nel muro solo per scoparmi la bocca senza alcun ritegno, dove sono un buco, un oggetto e per questo io godo e sono felice.
Questa è una storia di fantasia scritta per una fan, si perché le donne hanno fantasie erotiche. Avrei chiuso la storia con il capitolo 2, ma una lettrice mi ha chiesto di scrivere un altro capitolo solo per lei. Se non vi piace schippate, ma questa è liberta di godere come si vuole.
Xxxxxx spero ti piaccia e spero che come mi hai scritto dedicherai un giorno a godere.
La mattina dopo fu dura alzarmi, avevo le gambe distrutte, ma ero felice. Mi ero alzata alla solita ora cosi da essere utile per la colazione, ma con mi enorme immensa sorpresa Daniele non c’era. Pensai ovviamente di chiamarlo, ma non lo feci per evitare di disturbarlo ed è intile dire che come sempre mi preparai nel caso lui fosse tornato. Levai di mezzo il mio letto e sistemai e pulii casa, preparai anche il pranzo nel caso fosse tornato, ma lo attesi fino alle tre, ma non tornò. Ero preoccupata ed agitata, mi domandavo cosa avessi fatto di male e cosa stesse facendo per levarsi dalla mente quello che aveva fatto con me. Si perché forse quelle parole, che sicuramente per pietà, aveva detto lo avevano turbato. Poverino, immagino come si senta male e solo per colpa mia.
Tornò alle dieci la sera, gli feci trovare la tavola ancora pronta, lo attesi tutto il giorno davanti la finestra. Quando lo vidi arrivare con la macchina ero felice e mi fiondai davanti la porta. Quando entrò non resistetti e scoppiai a piangere. Piangevo quasi disperata. Lui poverino non capiva e io, stupida come sono, ci misi un paio di minuti prima di essere in grado di parlare. Mi passò vicino ed andò in cucina, vide la cena e si sedette. Mi chiese cosa avessi preparato ed io ancora asciugandomi le lacrime gli servii la cena. Ovvio che gli preparai ciò che più gli piaceva, nella speranza di aiutarlo a sopportarmi. Mi ci volle molto prima di raccogliere le forze per dirgli che avevo provato a chiamarlo per sapere se voleva mangiare. Daniele mi disse che aveva il telefono scarico e che potevo metterglielo a caricare, cosa che feci subito scavando nelle tasche del giubbino in mezzo a pacchetto di sigarette accendino gomme e fazzoletti arrotolati. Lo trovai strano perché non fuma e non stava male. Dopo aver messo sotto carica il suo cellulare tornai in cucina e gli chiesi com’era andata la giornata. Mi disse che era uscito un una ragazza, mi disse anche chi, una mia ex collega di università, molto bella devo dire, ma con una reputazione molto discutibile. Gli dissi con gli occhi bassi che speravo che si fosse divertito, credetemi, non gli chiesi questa cosa per chiedergli se avesse o meno fatto sesso, lo dissi rassegnata, ridimensionata, perché a voi lo confesso, mi ero illusa di essere minimamente considerata, non come sua ragazza, ovvio, ma almeno come divertimento per qualche tempo. Daniele scoppiò a ridere con ancora l’ultimo boccone in bocca, “si,si, certo che mi sono divertito, la tua amica ci sa fare. Tranquilla ti ho portato un regalo per ricordo”.
Ero imbarazzata, lo avevo quasi costretto a dirmi le sue cose, avrei voluto scusarmi, ma le lacrime rigavano il mio volto e non volevo rattristarlo. Lui si alzò e mi disse vado sul divano poi vieni. Pulii tutto e corsi da lui. Mi misi quasi in automatico davanti a lui dritta come un perfetto soldatino. Si accorse di me, ma continuò a guardare la televisione per qualche minuto, poi arrivò la pubblicità e mi ordinò di spogliarmi. Non voltò neanche il viso, mi disse solo “spogliati”. Inutile dire che non persi un secondo a levare il vestito di maglia e le scarpe restando nuda come mi aveva ordinato. Si girò e mi disse “tutto” stupida che non sono altro, levai anche perizoma e reggiseno che avevo sperato lui guardasse perché li avevo comprati solo per lui. Ero nuda, dritta come un soldatino con i piedi uniti e le braccia stese sui fianchi e no, non era una posa che lui mi aveva mai chiesto di assumere, era nel mio animo essere così.
“mettiti avanti stupida che così non ti vedo” feci pochi passi di lato e mi trovai al lato della tv così da non frappormi al suo programma. “vedo che la palestra ti fa proprio bene. Girati” mi voltai e ammetto contrassi i glutei per dargli uno spettacolo migliore. “da domani farai più esercizi, sei messa bene, ma puoi fare di più”. Mi voltai e lo ringraziai. “Hai un culo fantastico, è la parte che preferisco di te. Quel piercing sul capezzolo ti fa ancora più zoccola. Riuscirò a levarti quell’aspetto da brava ragazza che hai”. Mi venne spontaneo sorridere, perché ero felice che avesse apprezzato il mio corpo.
“che aspetti sbottonami il pantalone” mi inginocchiai davanti a lui, lo feci quasi rannicchiandomi per non disturbarlo, sapevo quanto ci tenesse a guardare la sua trasmissione di sport e non volevo mettermi tra lui e lo schermo. Mi scontrai con la cintura, ma lui capendo la mia incapacità la sciolse permettendomi di liberarlo dal pantalone e dai boxer. Era strano come nonostante non fosse la prima volata mi ritrovassi con il suo cazzo davanti mi sentivo emozionata ed incredula davanti quel fantastico membro ben dritto e duro. Lo accolsi in mano “leccalo per bene”. Sorreggendo quel palo rigido di carne in mano iniziai a leccarlo dalla base fino alla cappella, lo feci varie volte passando la lingua su ogni centimetro che dio gli aveva donato. “riconosci il sapore? Ti piace? Ora sai che sapore ha la figa della tua amica”. Per un secondo staccai la lingua dal suo cazzo, ma subito ripresi a leccarlo. Lui rideva mentre io continuavo a succhiare la sua cappella sperando di donargli piacere. No, non mi dava fastidio che mi avesse fatto prendere in bocca il suo cazzo sporco della figa di un’altra donna, ero triste che lui non stesse godendo. Si perché nonostante mi sforzassi lui era impassibile.
Credo che si indispettì della mia mancata risposta. “Girati e mettiti a 4 zampe” lo feci, lo feci sperando che volesse scoparmi, sarebbe stata la cosa più insperata ed immeritata che avrei potuto desiderare ed ottenere. Lui invece prese un cuscino e lo poggiò per terra e ci si sedette sopra per poi afferrare i miei piedi e portarli al suo cazzo “abbassa la schiena” poi ridendo aggiunse “cosi posso godermi il tuo culo e la tua figa, guardare la tv e farmi fare una sega con i tuoi piedini”.
Strinsi i piedi il più che potevo ed iniziai a fare su e giù. Sentivo il suo cazzo non ben saldo tra i miei piedi e credetemi avevo le ginocchia che mi facevano malissimo dopo pochissimi minuti, inoltre i gomiti mi cedettero dopo poco costringendomi ad appoggiare la faccia sul pavimento. Ero disposta a sentir male per tutto il tempo pur di farlo godere. Ruscii a continuare in quella posizione per un intero spezzone di programma. Poi credo che arrivata la pubblicità Daniele si fosse stufato del mio ennesimo goffo tentativo di potergli donare del piacere così afferrò i miei piedi ed iniziò a masturbandosi con loro. Piangevo mentre lo faceva e non per il dolore, ma perché non ero riuscita a farlo godere. Cosi venne mentre io piangevo silenziosamente. Quando finì di sborrare sulle piante dei miei piedi mi diede una spinta facendomi cadere di lato. Mi girai verso di lui strisciando il mio corpo su pavimento, e quasi tirandomi ed aggrappandomi alle sue cosce, per il dolore che avevo alle ginocchia e ai gomiti, gli ripulii il cazzo dai residui di sperma. Mentre ero ancora sdraiata per terra Daniele si alzò, “ti prendo il regalo” lo vidi andare al suo giubbotto e prendere un fazzoletto di quelli usati che avevo visto prima, poi avvicinandosi ne estrasse un preservativo usato “mi hai detto che ami il mio sperma, cosi ho deciso di portarti il regalo direttamente dalla figa della tua amica” e cosi me lo diede in mano, lo presi e gli chiesi cosa voleva che facessi “credevo ti piacesse berlo, che aspetti fallo” cercai in vano di aprire il nodo, ma non riuscendo decisi di bucarlo “fallo con i denti tanto il sapore di figa non è nuovo stasera”. Bucai il preservativo e feci uscire il suo contenuto nella mia bocca. Nonostante fosse freddo e non versato per me era il regalo più bello che mi aveva mai fatto.
Inutilmente Chiara 3
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Aggiunto: 12 mesi fa
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«Eccitante racconto»