Quando tornai a casa da Monica, ebbi una visione che mi spezzò il cuore: lei con lo smartphone in mano, che fissava lo schermo e piangeva a dirotto.
"Sei un bastardo", mi disse, "un vero bastardo. E pensare che per te ho lasciato il mio fidanzato.
Per poco non mi tirò lo smartphone contro.
"Guarda qui, bastardo, pezzo di merda!"
E mi mostrò una foto che ritraeva me e Roberta insieme.
Era stata Melissa. Ne ero sicuro. Chissà dove si era nascosta.
"Aspetta, che ti prende? Dovevamo parlare di una cosa seria".
"Ah sì, una cosa seria? Sei un maledetto bugiardo"
E mi mostrò altre foto, in cui io e Roberta ci baciavamo e facevamo sesso. Ma come diavolo aveva fatto Melissa a fotografare tutto?
In quel frangente, mi arrivò proprio un suo messaggio: "ti scopi le mie amiche senza il mio permesso, schiavo? E questa è la punizione".
Anziché arrabbiarmi con Melissa, mi accorsi che il cazzo mi si era subito di nuovo indurito. Monica per me, in quel momento, non contava più niente.
Monica era arrabbiata e ferita, e non potevo biasimarla. "Mi dispiace", dissi, ma le mie parole sembravano vuote. Monica raccolse le sue cose e se ne andò, lasciandomi solo con i miei rimorsi e con il cazzo duro: ero davvero lo schiavetto di Melissa.
Il giorno dopo, mi arrivò il video sullo smartphone, di Roberta che chiavava con Vito. Era strano, ma sembrava le piacesse. Racconterò ciò che accadde, in base al video e in base a ciò che mi avrebbe in seguito raccontato Roberta.
Roberta si presentò sotto al palazzo indossando dei pantaloni bianchi aderenti e una maglietta rosa a mezze maniche, scollata e corta, che lasciava intravedere il seno e l'ombelico. Da dietro i pantaloni usciva un po' di perizoma nero, scarpe aperte che mostravano i suoi bellissimi piedi. Suonò al citofono e rispose Vito. "Sono Roberta" disse.
Vito non disse nulla, aprì soltanto il portone premendo il tasto del citofono. Roberta salì al terzo piano, trovando la porta aperta. Entrò. Trovò Vito in mutande.
"Melissa non c'è" disse Vito e chiuse la porta.
"Lo so" rispose Roberta "sono qui per te".
Vito la afferrò e spinse contro una parete della casa, la baciò in bocca con la lingua e le toccò la fica e il culo, lei gli prese il cazzo in mano masturbandolo e lui le succhiò le tette. Vito si abbassò leccandole la fica e assaporando la sua dolcezza. La fece girare, le baciò il culo e le infilò la lingua nell'ano. Si alzò con un cazzo duro e lo infilò lentamente in culo a Roberta, che gemeva per il dolore.
"Che c'è, ti fai male, puttana?"
"Sì".
"Vuoi dire che una puttana come te non lo ha mai preso in culo?" e con quelle parole fece entrare tutto il cazzo nel culo di Roberta, che urlò dal dolore "aaaahhh".
Vito sudava per lo sforzo, perché aveva comunque una certa età ed era obeso. Era già strano che gli si rizzasse il cazzo, senza nemmeno utilizzare il viagra.
"Che c'è, ti ho sfondato il culo, puttana?"
"Sì" disse Roberta con le lacrime agli occhi.
"Eri vergine in culo, puttana?"
"No" rispose Roberta.
"Figuriamoci, una puttana come te. Lo sanno tutti che fai la zoccola da quando eri una . Fai bene, per questo mi piaci".
Vito continuava a incularla, finché non sborrò. Il cazzo si ammosciò e gocciolava, mentre la sborra colava nel culo di Roberta.
Vito le pulì il culo leccandoglielo. Poi si inginocchiò a baciarle i piedi e disse "pisciami in bocca". Roberta lo guardò stranita e poi, come se anche lei godesse nell'umiliare quel maniaco, allargò le cosce e urinò dritto in faccia e nella bocca di Vito.
Vito si alzò e leccò la fica di Roberta, fino a farla venire.
Era strano: quel video non poteva aiutarci di certo. Roberta sembrava consenziente.
Quando ci rivedemmo, di sera, sotto casa mia, le domandai perché me lo avesse inviato.
Mi sorrise e disse "per farti fare una bella sega, così quando chiaviamo la prossima volta pensi a quanto sono puttana!"
In effetti, la sega me l'ero fatta e avevo anche goduto molto. Tuttavia, ero arrabbiato.
"Ma che dici? Ma lo sai che quella pazza di Melissa ha mandato a Monica foto e vide di me e te che lo facevamo? Monica mi ha lasciato!"
"Allora adesso ci vengo io a casa tua".
"Voi eravate complici!" compresi tutto.
"Melissa non è vittima di abusi", disse Roberta sorridendo con malizia"Ha una relazione con Vito."
Mi sentii come se il mondo si fosse capovolto. Tutto quello per cui avevamo lottato, tutto il dolore e la sofferenza, era stato per niente. Melissa non era la vittima che pensavo fosse. Era stata lei a ingannarmi, insieme a Roberta. E adesso non c'era nemmeno più Monica accanto a me.
Mi sentii tradito e ferito. Ma sapevo che dovevo andare avanti. Dovevo trovare un modo per affrontare la verità e per riparare i danni che erano stati fatti. E sapevo che, nonostante tutto, dovevo continuare a lottare per ciò che era giusto.
"Sei una stronza, Roberta. Sei più pazza di mia cugina".
E le voltai le spalle, tornando a casa mia.