Il sesso a tre era un nostro chiodo fisso, fin dai tempi del fidanzamento; continuavamo a parlarne, soprattutto durante i nostri rapporti. Ma era sempre mancata la molla che ci facesse passare dal dire al fare. Dopo qualche anno di matrimonio comunque soddisfacente, la molla si presentò nella forma del nuovo datore di lavoro della mia bellissima moglie italo indiana, un uomo che la copriva di complimenti e non le risparmiava battute, sguardi e frecciatine in ufficio. Fu così che, usando qualche scusa banale, lo invitammo da noi una sera per un aperitivo e per farci conoscere meglio: nelle nostre menti però il disegno della serata era già pronto, ed era quello di cui parlavamo da ormai tanto, troppo tempo. Credo che anche lui immaginasse come sarebbe potuta finire quella serata, ma per togliergli ogni dubbio al suo arrivo gli dissi di mettersi comodo e che si sarebbe fermato almeno un paio d'ore, strizzandogli l'occhio. Seduti al tavolo in sala chiesi se in ufficio era una brava impiegata e nel frattempo stimolai Elena a fargli vedere che era anche una brava moglie, baciandola e palpeggiandola davanti ai suoi occhi stupiti, per misurarne la reazione e il suo desiderio nei confronti della mia donna. E così dopo aver riportato il vassoio in cucina, Elena tornò in sala non col vestito di prima, ma con una sottoveste trasparente che lasciava intravedere tutte le sue curve: bastarono due sguardi e qualche sorrisino per mettere nella testa di tutti e tre lo stesso desiderio.L'imbarazzo di quegli istanti fu interrotto da me quando dissi ad Elena che quella sera si sarebbe divertita... Il nostro bacio passionale che seguì, servì per rompere gli indugi e per passare dalla parole ai fatti. Daniele era rimasto seduto a guardarci, ma le nostre intenzioni erano ormai smascherate: il mio desiderio di condividere la moglie, la voglia di Elena di essere presa da un altro uomo insieme a me, e la fortuna di un single ormai cinquantenne non molto aitante pronto a scoparsi la sua impiegata di circa quindici anni più giovane totalmente consenziente.
A quel punto dissi ad Elena di mettersi a quattro zampe sul pavimento come una cagnolina e di raggiungere in quel modo la camera da letto, gattonando lungo tutto il corridoio e di aspettarci sul letto completamente nuda. Questa fase mi eccitò tantissimo perchè lei obbedì alla lettera: poteva benissimo alzarsi in piedi uscita dalla sala, ma noi la spiammo dallo stipite della porta e lei arrivò davvero fino al letto gattonando al suolo come le avevo detto. Era davvero presissima. Anche io e Daniele eravamo eccitatissimi: mollammo i pantaloni sul divano e andammo di là solo con la camicia, come due amici che andavano a un appuntamento con una puttana. Entrai in camera per primo e restando in piedi davanti al letto avvicinai la testa di Elena al mio cazzo, entrando dolcemente nella sua bocca. Furono minuti meravigliosi: finalmente davanti a un altro uomo Elena mi spompinava in maniera splendida, senza sosta. La sua lingua non dava tregua alla cappella del mio cazzo. Quasi non furono necessarie le mani per scatenarmi un orgasmo memorabile: il mio desiderio era quello di farla ingoiare davanti a lui, ma lei socchiuse le labbra nel momento cruciale.Il risultato fu comunque eccezionale, visto che la sborra le restò fra i denti e fu bellissimo vedergliela colare dalla bocca fin sulle lenzuola del letto. In quel preciso istante Daniele se ne uscì con un "Dai puttana!" che tolse ogni tabù fra noi tre.Io la baciai sulla fronte e le dissi:"Stasera sei la mia troia amore. Ora vado in cucina a bere dell'acqua, ma tu comincia pure a lavorare col suo uccello". In realtà non avevo sete, volevo solo uscire dalla stanza per poi tornare e vederli già insieme, come un cornuto.
Infatti tornai dopo un paio di minuti e vidi mia moglie già in ginocchio sul pavimento tutta intenta a succhiargli il cazzo. Non avevano perso tempo: lui continuava ad incitarla con parole belle e cattive al punto giusto, lei anche dopo il mio ritorno, continuava invece a succhiargli il cazzo, ma anche a baciargli le palle e a far correre la lingua lungo tutto il suo uccello, un uccello visibilmente più lungo del mio di almeno 3-4 cm, cosa che probabilmente le faceva avere ancora più foga e voglia di essere scopata. Non mi sarei mai stancato di vederla così, ma preso da un desiderio sempre crescente dissi a Daniele: "Dai, vai sul letto e fottila". Lui le fece una carezza sulla fronte, uscì dalla sua bocca e lei si alzò andando verso il letto, stendendosi sul lato dove dormiva abitualmente.Aprì le gambe per farci ammirare la sua figa già umida e completamente depilata mentre io restai ai piedi del letto al suo fianco limitandomi a palpeggiarle i capezzoli durissimi dall'eccitazione e guardandola mentre Daniele la faceva sospirare e gemere sempre più profondamente con la testa fra le cosce.
Il desiderio era alle stelle, io e lei ci guardavamo intensamente, non riuscivo e non volevo allontanarmi dalla sue pupille. Avevo gli occhi sbarrati dentro ai suoi e così mi resi perfettamente conto del momento esatto in cui fu penetrata, dell'attimo in cui dentro la sua figa arrivò un altro cazzo. I suoi occhi erano pieni di godimento, di piacere, di stupore, occhi che lentamente mi abbandonarono e che si concentrarono su di lui, il suo nuovo amante che se la stava conquistando a colpi di minchia. Elena era sempre più sua, completamente sua ormai.
Io mi alzai e cominciai a passeggiare per la camera, osservando ogni loro movimento: mi piaceva guardare la loro scopata, cercare i particolari da ogni angolazione. Il cazzo di lui che affondava dentro senza sosta, il culo di lei che si muoveva a ritmo, e poi le loro mani, le loro voci, i sospiri, le loro lingue che si cercavano avidamente sul collo, sulle labbra, ovunque potevano. Avrei dovuto impazzire di gelosia, invece avevo solo voglia di segarmi: c'era un uomo a cazzo nudo che si stava scopando mia moglie sul nostro letto matrimoniale e lei non faceva altro che godere e gridare: che troia! Quel cazzo così lungo le piaceva, quella situazione la stimolava e così si godeva ogni istante. Dopo un pò io andai sul letto e la affiancai facendomi stringere la mano. Lei non mi guardò nemmeno tanto era infoiata con lui; eravamo praticamente mano nella mano e io capivo dalla forza con cui le sue dita stringevano le mie quando sentiva i colpi del cazzo nella figa. La cosa mi eccitò ancora di più e mi misi anch'io ad incitare lui:"Dai Daniele, fattela, dai sborrale dentro". Lei rincarò:"Non ti fermare, non ti fermare, vienimi nella figa!" Naturalmente finì proprio così: non fosse per la pillola me l'avrebbe anche ingravidata mi sa. E' rimasto dentro di lei fino all'ultimo colpo ed è uscito solo dopo, completamente esausto, mentre lei ha gridato di continuo finchè il suo culo si è fermato e la sua mano nella mia è rimasta senza forze. Dopo qualche istante se ne è andata in bagno senza degnarmi di uno sguardo, ma trovando il tempo di stampare ancora la sua lingua nella bocca di Daniele. Rimasti soli, io e lui decidemmo di lasciar passare una mezzoretta e poi di ricominciare, chiavandola insieme stavolta. Ci sarebbe stato da convincere lei, ma davanti a una puttana del genere la cosa sembrava facile.
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