Eccoci qua per raccontare un’altra esperienza sublime.
Roma, primavera 2006, una sera, tornando a casa in metro, ero sola, mentre me ne stavo per cavoli miei, immersa tra mille pensieri, vengo importunata da un tipo piuttosto squallido, lo respingo faticosamente, ma tanto basta per spostarmi e cambiare posto, lui però mi segue, e di tutto ciò, se ne accorse un bel ragazzone, alto due metri, di colore, che parlava poco l’italiano, ma si faceva capire abbastanza, respinse energicamente il tizio, il quale, capendo che la situazione poteva finire male, scese alla prima fermata utile, dileguandosi furtivamente.
Ero spaventatissima, ma il ragazzo, mi tranquillizzò, e lo ringraziai per essere intervenuto. Cominciammo a parlare e a conoscerci. Si chiamava Adam, 25 anni, franco-nigeriano, che si trovava a Roma per un periodo di vacanze, a casa della sorella maggiore, sposata con un ingegnere italiano, che abitava poco distante da casa mia, e così scendiamo, ovviamente, alla stessa fermata, e lui gentilmente mi accompagna fin sotto casa. Anche se avevo trovato un po' di compagnia, quella sera non ero dell’umore giusto, non avevo grilli per la testa.
Prima di salutarci, mi chiese se potevamo rivederci, anche solo per un caffè o una semplice passeggiata in centro, lui sarebbe rimasto a Roma, ancora per un paio di settimane.
Fui onesta con lui, dissi che non volevo dargli facili speranze, ma che ci avrei pensato su, e magari lo avrei richiamato, facendomi così dare il suo numero. La cosa sembrava finita lì. Lui andò via, forse pensando che non lo avrei più chiamato, ma il fatto era che, probabilmente, lui non aveva capito che ero una travestita.
Quella sera, avevo solo voglia di tornare a casa a riposare, e in quell’occasione, pur avendo apprezzato Adam, sia per il gesto di avermi difesa e la gentilezza poi, non era ancora entrato nella mia testa, almeno in senso sessuale.
Dopo un paio di giorni, cominciai a pensare ad Adam, e soprattutto al fatto che forse, vista la sua gentilezza, avrei dovuto concedergli almeno un pomeriggio di compagnia, e in fondo, anche io ne avevo bisogno.
Era un sabato mattina, si prospettava una bella giornata di sole, classica primaverile, non calda, ma gradevole. Chiamai Adam, per invitarlo a vederci nel pomeriggio. Lui, mi rispose con tanta gioia e felicità, e non se lo fece ripetere due volte, accettò incondizionatamente. Però prima, dovevo chiarire delle cose con lui, e così, anche se eravamo al telefono, cercai in tutti i modi, di fargli capire che non ero, una ragazza come pensava lui, anche se all’epoca, per fisicità, sembravo davvero una ragazza. Lui all’inizio, mi sembrava titubante, e che avendo capito tutto, pensai che mi avrebbe rifiutata, invece, mi fece capire che a lui non importava molto della mia sessualità, ma era interessato alla mia persona, e mi fece davvero tanto piacere. Ci demmo appuntamento sotto casa mia, e avevo molta voglia di stupirlo, in tutto, a cominciare dall’abbigliamento. Indossai, una camicetta bianca, gonna nera con spacco posteriore lunga fino al ginocchio, autoreggenti nere a rete e sandali con tacchi a spillo. Ovviamente truccata e smalto rosso su mani e piedi. Ero davvero un figone.
Adam, quando mi vide, rimane stupito, e mi fece i complimenti, e devo dire anche lui, ben vestito e un gran bel figo. Così iniziamo a fare un po' di giri in centro, tra, Via del Corso, Trinità dei Monti, Fontana di Trevi, ecc. ecc., per poi fermarci ad un bar a prendere qualcosa, lui prese una limonata, io un bel gelato a cioccolato e nocciola con panna sopra. Adam, cominciava ad entrarmi nella testa, anche sessualmente, e glielo feci capire, quando gustando il gelato, non potevo fare a meno di attirare la sua attenzione, leccandolo come se fosse un bel cazzo. Lui nel vedermelo fare, se la rideva sotto i baffi, e gli scappa di dirmi, che dovevo essere brava a fare certe cose, ma subito dopo, pensando che aveva fatto una gaffe e che mi sarei incazzata, mi chiese scusa. Mi comportai da stronza, prima feci finta di essermi incazzata, poi gli dissi che accettavo le scuse, e poi, se voleva provare, io ero liberissima. Pensava che lo stessi prendendo per il culo.
Lasciammo il bar, pagò lui, ovviamente, e andammo a casa mia. Lì ci sedemmo sul divano, sembravamo esausti, cominciammo a ridere senza volerlo, mi tolsi i sandali e poggiai i miei piedi velati dalle calze, sfregandoli sui pantaloni, chiedendogli di farmi un massaggio, lui senza farselo ripetere cominciò a massaggiarli, ma cominciò a fare di più, se li prese entrambi, portandoseli sulla faccia, me li annusa e poi comincia a leccarmeli, dicendomi che li trovava fantastici, molto femminili, e che nonostante tutto il tempo in giro, avevano ancora un buon odore. Lo lasciai fare volentieri, mentre cominciai a sbottonarmi la camicetta, e poi di seguito tolsi anche il reggiseno. Adam poi, lasciò i piedi e si alzò mettendosi davanti a me, si abbassò i pantaloni e le mutande, mostrandomi un cazzone meraviglioso, non ancora pienamente duro, ma già bello da vedere. Cominciai dapprima a leccarlo, dalla cappella alle palle, slinguazzandolo a dovere, lui apprezzava e nel frattempo si tolse la maglia, rimanendo a torso nudo. Che spettacolo di fisico.
Poi Adam si fece più deciso, mi prese dietro la nuca, e mi fece ingozzare il suo cazzone, entrò di prepotenza nella mia bocca calda e accogliente, non desideravo altro, e cominciai a fargli un mega pompino. Le mie labbra scorrevano forti e lo sentivo ansimare di piacere. Era praticamente lui a scoparmi la bocca, pensai che sarebbe venuto subito. Ma poco dopo mi fece smettere e girare a pecorina, lui cominciò a leccarmi il buchetto del culo, mentre mi strizzava il cazzetto che mi ritrovo. A quel punto, mi spaventai un po', perché pensavo che mi avrebbe fatto sanguinare dal culo e lo fermai un attimo, concedendomi di prendere un preservativo, che io stessa gli misi, con la bocca, presi della crema ammorbidente, per spalmarla intorno al buchetto, per farlo entrare più facilmente. Pensavo sconsolatamente: questo mò me rompe er culo, speriamo che nun me fà corre in ospedale!!!
Senti la sua cappellona appoggiarsi al buco, entrò bruscamente, io diedi un gemito di piacere e dolore allo stesso tempo, si aggrappò ai miei fianchi e cominciò a scassarmi tutta. Beh, dopo alcuni colpi, ormai quasi non sentivo più dolore, ma solo un gran piacere anale, come mai avevo provato. Ad un certo punto, me lo sentivo nello stomaco e pensai che me lo faceva uscire dalla bocca. Non so quanto tempo mi fece godere analmente, ma quando lui fu per venire, usci dal buco, che pulsava e mi bruciava, mi fece girare, si tolse il preservativo, e mi poggiò la cappella al viso, mentre se lo menava, pochi secondi ed esplose il suo carico di sborra su tutta la faccia, nei capelli sul petto, schizzò pure il divano e il muro dietro di me, non avevo mai visto sborrare qualcuno così tanto. Quasi in contemporanea, venni anche io tra le mie mani, che mi leccai avidamente, poi iniziai a sfregarmi il suo cazzo sulla faccia per ripulirmi e poi lo presi ancora in bocca, e con grande sorpresa, ne aveva ancora, mi bloccò la testa e svuotò il resto in gola, e ingoiai tutto senza ritegno.
Che gran scopata quella volta. Adam, lo rividi qualche giorno dopo, prima che ritornasse in Francia, ma il nostro secondo incontro, non fu bello come il primo, gli feci un pompino con ingoio, nell’androne del palazzo, una sera, sul tardi, dopo essere stati a cena.
Adam è stato davvero un ottimo amante, dopo le sue vacanze romane, ci furono le mie in quel di Parigi, un po' di tempo dopo, ma questa è un’altra storia.
Spero sia piaciuta, grazie per averla letta e per eventuali commenti. Bacioni.
«Eccitante , mi auguro per te che sia una storia vera .»