Ancora con gli occhi del sonno afferrai il cellulare. Nella mia mente solo una domanda “che cazzo di ora è???” mi ero svegliata per un continuo di messaggi ripetuti che mi avevano fatto squillare il cellulare incessantemente per un tempo indefinito abbastanza lungo da avermi destata dal sonno. Allungai la mano ed afferrai il telefono, era tutto buio, erano le due e mezza di notte. Ecco che mi appaiono non una ma ben due chat piene di messaggi, mia sorella e Dani.
Apro prima la chat di Dani, ero troppo curiosa. Mi aveva mandato foto in cui si era immortalata in tutte le pose possibili e con vari outfit. No, ok, non fatevi strane idee, erano foto vestita, si ok una o due no, ma per lo più erano foto di vestiti per una festa. Ma la bomba arrivò mentre scorrevo le immagini, “devo scegliere un vestito e la festa è a Napoli. Sempre se la coinquilina della mia cara sorella non si opponga ad ospitarmi per tre giorni” in quell’istante ero non felice, di più. Passai da un brusco e difficile risveglio ad essere euforica ed eccitata. Dani: “ehi ti ho svegliata?” non le risposi dicendole di si, le chiesi solo quando e dove doveva andare e perché io mi sarei dovuta rifiutare, ed ecco un’altra bomba -perché mia sorella ha una cerimonia qui e quindi non sarà a Napoli, ma ho insistito e visto che tu sei tanto una brava ragazza i miei hanno chiesto a Gia di chiederti se potevi badare a me. ti va di badare a me?- decisi di essere stronza : -ci penso-.
Dani: -si ma mentre ci pensi non masturbarti troppo depravata che non sei altro- le risposi -dipende se ubbidirai da brava ai miei ordini- mi inviò delle emoticon di risate e poi -no che non ti ubbidirò perché abuseresti di me-.
E poi mi diede la buona notte e staccò il telefono. Ma dico, come mi puoi lasciare con una notizia del genere e scappare!!!! Restai a fissare le spunte, ma proprio non le arrivavano i messaggi, mi dissi, “ed ora chi riprende sonno!”.
Mi alzai ed andai in cucina. La casa era vuota, Gia era andata dal tipo, ormai la vedevo sempre di meno. Portai distrattamente il cell con me, aprii il frigo per prendere dell’acqua, lo feci non per sete, ma per trovare un modo di calmarmi.
Appoggiata al piano della cucina mi ricordai dei messaggi di mia sorella che non avevo ancora aperto, con il bicchiere ancora in mano presi il cell.
Silvì – ehi noi siano tornati, vuoi venire a dormire da noi? -
Rimasi ferma con il cell in mano, quasi impietrita a pensare, se l’avessi letto prima sarei corsa. Cavolo se ci sarei andata di corsa. Ultimo accesso ore 12:40. Cavolo staranno dormendo. Mi sentii quasi in colpa per essermi addormentata.
Mi affacciai dalla finestra, l’aria era finalmente più fresca, menomale che avevo spento le luci perché ero solo in slip ed una sottile canotta. Certo che io a dare spettacolo ci sono portata di natura. Quell’aria fresca mi diede una scarica, direi che mi diede una scossa tale da svegliarmi definitivamente. Cavolo non mi interessa io ci vado! Ho le chiavi e male che va dormo sul divano tanto sono solo loro in casa. La decisione appena presa fu definitiva e correndo, come per non darmi il tempo di riflettere per non cambiare idea mi infilai una gonna al volo ed una felpa. Misi le scarpette da ginnastica senza neanche i calzini, afferrai le chiavi di casa ed il cell e scesi di corsa. Chi mi avesse visto camminare di corsa, con la mini di jeans, una felpa troppo grande con in mano un cell e delle chiavi chissà cosa avrebbe mai potuto pensare a quell’ora della notte. Salii le scale veloce e arrivai alla porta con il fiatone, no, non era per via dei gradini, era proprio la tensione che mi faceva battere il cuore a mille. Strano, quando ero entrata non avevo proprio preso in considerazione di prendere l’ascensore. Mi diressi alle scale senza pensarci e salii i gradini due alla volta.
Ero immobile davanti alla porta, ero con le chiavi in mano, ed ero li con d’avanti tre alternative e tutte e tre mi sembravano folli. Bussare con il campanello, aprire la porta ed entrare o andare via e far finta di nulla.
Lo so, avevo fatto tutto di corsa proprio per evitare di riflettere, e cavolo appena mi fermai ecco i mille dubbi, dopo tutto sto casino andare via anche no!!! Quindi entro, ma come?? Se busso potrei svegliarli e farli spaventare. Dico, nel cuore della notte una che bussa alla porta oltre a svegliare loro sveglia mezzo condominio. Entrare con le chiavi??? E se sono svegli e pensano che io sia un ladro? Dai come reagireste se sentiste la porta aprirsi a casa vostra e siete tutti li?? Quindi, andare via no, ma le due alternative avevano dei contro. Ohi, non pensate che io sia stata lì chissà quanto, avrò fato tutto questo ragionamento in un paio di secondi massimo. Comunque ecco che respiro forte ed inserisco le chiavi, tutte le mandate, classico di mia sorella. Entro e la casa è tutta buia. Cavolo dormivano. Mi sentivo una ladra e in quel momento ebbi anche paura. Mi diressi verso la loro stanza. Fortuna che almeno le finestre erano aperte cosi la luce di fuori mi aiutava a non inciampare rovinosamente. Mi affacciai alla porta della loro stanza, dormivano al centro del letto. Coperti a malapena dal lenzuolo con Silvì che abbracciava Matteo. La poca luce non mi aiutava bene a capire, ma la schiena ed il sedere nudo di mia sorella mi fece capire che dovevano essere nudi entrambe. Erano stupendi e in quel momento non desideravo altro che stendermi vicino a loro e stringermi a loro. Non so come spiegarvelo, non era attrazione sessuale, era desidero, anzi per meglio dire bisogno di stringermi a loro. Cavolo, in quel momento capii che mi ero innamorata…..
Entrai nella stanza e non ci pensai due volte, questa volta non correndo, ma lentamente perché nessun ripensamento sarebbe mai e poi mai entrato nella mia testa, iniziai a sfilarmi di dosso la felpa, la gonna e le scarpe, adagiando tutto molto lentamente e silenziosamente sul pavimento. Mi avvicinai al letto e spostai quel poco che serviva il lenzuolo e mi distesi alla destra di Matteo.
Copiai la posa di Silvì, poggiai anche io la testa sulla spalla di Matteo e lo abbracciai poggiando la mano sul suo addome. Ero felice ero dove mi sarei dovuta sempre trovare. Matteo sentendo una presenza si destò e spostò la testa per allontanarsi quel poco da permettergli di mettere a fuoco il mio viso, appena lo fece mi sorrise e come fosse la cosa più naturale, mi diede un bacio a stampo sulle labbra. Fu un bacio dolce, di chi trova la persona che ama al proprio fianco. Questo movimento svegliò anche Silvì, “ehi sei venuta?” lo disse sotto voce come a non voler disturbare, le risosi anche io sottovoce con un si, ma il mio era un si felice, era un si a 32 denti. E mentre lo pronunciavo mi avvicinai per baciarla. Con Silvì non fu solo un bacio a stampo, appena le nostre labbra si sfiorarono mi venne naturale schiuderle ed appena lo feci arrivò la sua lingua in cerca della mia. No, non fu un bacio lungo o porno, fu comunque un bacio dolce e delicato.
Solo quando mi staccai da lei mi venne in mente che nonostante tutto quello che avevamo fatto io mi ero sdraiata mezza nuda affianco al ragazzo di mia sorella e gli avevo dato un bacio. Si ok vi starete dicendo che dopo tutto quello che abbiamo combinato non è nulla un bacio ed essermi sdraiata tra le braccia di Matteo, ma le altre volte ero stata invitata, anzi per meglio dire accompagnata nella loro intimità ora invece ero entrata da sola.
Eravamo sdraiati sul loro lettone, mi sentivo felice, calma e serena. Il pensiero di prima era nato e morto in una frazione di secondo.
Eravamo Matteo al centro con me e Silvì appoggiate sulle sue spalle poggiate entrambe su un fianco. Prendemmo sonno poco dopo e la mattina dopo mi svegliai trovandomi con la mia mano appoggiata sul ventre di Matteo e con la mano di mia sorella sulla mia.
Matteo era sveglio quando aprii gli occhi, fu bellissimo svegliarmi mano nella mano di mia sorella  ed incrociare gli occhi di Matteo appena aperti gli occhi.
Ci sorridemmo, senza imbarazzo, senza paura o timori. Fu lui a sporgersi quel poco per darmi un bacio. Fu un bacio vero, non a sfiorarci le labbra come la sera prima, fu un bacio vero, passionale, ma non esagerato, mentre mi baciava sentii il suo braccio stringermi di più a sé.
Silvì: “ogni volta che mi sveglio trovo voi che vi baciate”, lo disse con la voce di chi è sveglia, ma non del tutto.
Interruppi il bacio, ecco quella paura che non avevo provato mi cadde tutto addosso in un millesimo di secondo. Mi voltai di scatto verso di lei, in quella frazione di secondo
Matteo: “ehi ben svegliata”
Silvì gli diede un bacio sussurrando un “buongiorno” e mentre allungava il collo per incontrare le labbra di Matteo sentii la sua mano poggiarsi sulla mia guancia. Neanche finito il bacio con Matteo mi sentii tirare e ricevetti anche io quel “buongiorno” assonnato ed un bacio.
Silvì: “ma che ore sono?”
Mi girai e trovai il cell poggiato vicino al cuscino sono le otto. Vidi mia sorella scattare giù dal letto urlando un “cazoooo è tardi” e tutta nuda correre verso la porta. Io e matteo rimanemmo nell’esatta posizione. No, io non avrei mai e poi mai lasciato la mia posizione se non forzata. Rimanemmo cosi per tutto il tempo, con Silvì che urlava dal bagno i programmi della giornata a me e Matteo. Ci furono poi un paio di minuti di silenzio in cui ammetto di essermi chiesta cosa stesse combinando ed alzando le testa per guardare attraverso le porte aperte della stanza e del bagno ed il corridoio, vedendo mia sorella intenta a truccarsi davanti lo specchio integralmente nuda. Solo in quell’occasione feci caso che Matteo era nudo e che la mia mano poggiata sul ventre era a pochi centimetri dal suo pene in semi erezione.
Mia sorella entrò in camera come una furia cercando cosa indossare per correre via. La vidi raccogliere cose a caso e appena fu pronta si girò verso di noi. È assurdo come Silvì riesca ad indossare cose prese apparentemente a caso, stropicciate e sembrare un outfit studiato fin nel più piccolo particolare. Si girò verso di noi e
Silvì: “ci vediamo per cena?”
Matteo disse di si, io ero titubante non perché non volessi, ma perché sapevo che Giammarco o Daniela mi avrebbero recriminata. Silvì colse la mia indecisione e disse, “tu devi esserci perché cosi noi tre parliamo” poi si avvicinò e mi diede un bacio “sono felice” me lo disse subito dopo il bacio. Non aspettò una mia risposta, diede un bacio veloce a Matteo e mentre stava per uscire di casa disse urlando “non esagerate” e boi sentimmo la porta sbattere.
Ero sola nel letto con Matteo, il quale era nudo e mia sorella ci aveva appena dato il permesso di scopare. No per meglio dire non ci aveva dato il permesso, lo aveva dato come una cosa acquisita e del tutto normale. Restammo abbracciati per pochi minuti, poi mi sentii stringere, mi voltai ed incominciammo a baciarci. Ci baciammo a lungo e durante questo bacio girandosi mi ritrovai con il cazzo di Matteo poggiato sulla coscia. Era duro ed eccitato e fu naturale afferrarlo, mentre le mani di Matteo stringevano il mio sedere. Ero partita, ma appena alzai il busto per levare la canotta,
Matteo: “aspetta. Aspettiamo stasera così faremo l’amore tutti insieme”
Mi spiazzò, anche perché quando parto poi fermarmi è un casino. Ma mi colpì che mi disse “faremo l’amore” non sesso o scopare, disse proprio “faremo l’amore”.
Gli dissi solo ok. Mentre mi alzavo mi sentii quasi in colpa, ma a giudicare dall’erezione di Matteo dev’essere stato un sacrificio enorme anche per lui. Mi rivestii con i vestiti della sera prima, cavolo la felpa a 30 gradi era un inferno.
Lo raggiunsi in cucina dove nudo stava facendo il caffè. Mi appoggiai alla porta e lo guardai, un dio greco che nudo mi stava preparando la colazione. Quando mise la macchinetta del caffè sul fuoco si girò e mi vide,
Matteo: “non hai caldo?”
Io: “si ma la canotta è troppo poco per scendere e ieri sono venuta cosi”
Mi avvicinai e lui mi abbraccio forte, appena allentò la presa salii sulle punte dei piedi e gli diedi un bacio. All’inizio fu un piccolo bacio a stampo, poi visto che lui mi sorreggeva ci scambiammo un bacio più lungo. Scesi dalle punte dei piedi e poggiai la guancia sul suo petto, mi sentivo piccola piccola tra le sue braccia che mi circondavano integralmente. Sentii tirarmi nuovamente e quando alzai la testa lo trovai con il viso proteso in attesa di un bacio. Mi sollevò quasi di peso verso di lui, io con le mani coperte dalla felpa avevo solo le dita che uscivano dalle maniche e con quelle mi ressi al suo petto. Ci baciammo mentre lui continuava a stringermi forte. Sentivo le sue braccia che mi sollevavano da sotto le ascelle e stringermi forte e sentivo anche il suo cazzo duro schiacciato sulla mia gamba.
Mi staccai da lui
Io: “se continui cosi poi non ci fermiamo”
Matteo: “vero”
Ci staccammo e si vide che entrambe avremmo continuato.
Matteo: “caffè?”
Io: “no grazie, non voglio perdere il sapore che ho”
Matteo: “ma dopo ti bacio di nuovo”
Io: “ma se poi mi baci ancora richiamo che non la smettiamo”
Lo dissi mentre recuperavo le chiavi, lui era nudo con il sedere poggiato al piano cottura che prendeva il caffè.
In quella posizione si vedevano gli addominali scolpiti. Cavolo, colpo di grazia, se non fossi uscita in un nano secondo gli sarei saltata addosso. Ma ecco che mentre vado via una cosa la dovevo fare. Mi giro e vado da lui, “posso rinfrescarmi il sapore?” lo dico a meno di un metro da lui. Lui fa per darmi un bacio, “no, il sapore della tua bocca è fresco” cosi dicendo mi piego tenendo le gambe dritte e con le mani lungo il corpo con in mano chiavi e cellulare e piegandomi incontrai il suo cazzo che in tutto questo tempo non ha mai perso durezza e aprendo la bocca facendo schioccare la lingua lo misi in bocca. Nessun pompino, lo misi in bocca e lo leccai senza neanche afferrarlo con le mani. Giusto un paio di secondi e nulla di più.  Finito mi alzai, mi pulii la bocca con la manica della felpa guardandolo dritto negli occhi e lo salutai. Prima di uscire dalla porta della cucina mi girai solo per dirgli “ottimo sapore, a stasera”.


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