Stanotte non si scopa.


La nonna di Lucia è salita dal paese per passare i giorni di ferragosto con tutta la famiglia. E visto che la nonna non contempla che le sue nipoti dormano con i loro fidanzati prima del matrimonio, per i prossimi tre giorni dormirò nella casa di zio Luigi, uno dei sette fratelli di suo padre.


Per fortuna la casa è a circa cento metri dalle altre due, all'interno della stessa proprietà, e quindi a parte la notte per il resto possiamo stare sempre insieme. Come le altre anche questa è ancora in costruzione, ma al piano terra è già stata sistemata alla perfezione. Due camere, un gigantesco salone e una cucina arredata in stile country che mal si concilia con l'area geografica in cui si trova.  


Fa molto caldo e non riesco a dormire.
Ma fuori c'è un rivolo di vento e quindi mi godo il panorama della campagna al chiaro di luna, fumando in mutande sulla panchina subito fuori dalla mia stanza.


All'improvviso, dall'angolo alla destra sbuca zio Luigi. Quasi mi prende un colpo.Fuma anche lui, accarezzandosi la pancia prominente. 


Indossa solo gli slip bianchi che rilucono illuminati dalla luna. Rigonfi. Enormemente rigonfi.


Mi saluta. Mi chiede come sto e come mi trovo


Bene, grazie. E' molto bello qui.


E via dicendo.


Sarà il fatto che lui è in piedi. O che la luce della luna illumina la gigantesca protuberanza bianca sotto la pancia. Ma proprio non riesco a staccare gli occhi da lì. Spero non se ne sia accorto. Deve avere proprio un gran cazzone.


Da quanto tempo?


Afferro al volo le ultime parole. Credo mi abbia chiesto se sono mai stato in Germania, dove lui vive da parecchi anni da quel che ho capito.No.Beh, se vuoi venire posso ospitarti.
Si massaggia il cazzo Il mio grazie arriva con un po' di ritardo.


Spengo la sigaretta. Silenzio. Non so cosa dire.


Cerco di guardare dritto davanti a me. Appena finisce mi alzo e vado dentro che forse è meglio.


Lui mi passa davanti sciabattando e si siede sulla panchina alla mia sinistra. Sta ancora fumando. Il braccio destro si allunga dietro la mia schiena.
Di là dormono tutti dice lanciando la sigaretta verso la casa buia dove Lucia dorme con la famiglia e la nonna.


Lo vedo con la coda dell'occhio. Abbassarsi gli slip sotto le palle e tirare fuori l'uccello.
La mano mi accarezza la testa. 



Questione di attimi. E poi mi piego sul fianco tra le sue cosce.


La bocca si apre sulla cappella. Il sapore del cazzo. Salato. Ittico. Potente.


L'odore muschiato del pacco nelle narici.


Non l'avevo più fatto da quanto mi sono messo con Lucia. E mi è mancato.



Mi lascio dominare gusto e olfatto mentre salgo e scendo lungo quell'enorme salsiccia che diventa sempre più dura. Mai provato uno così grosso e lungo. Spingo in discesa e tiro in salita.


Mugola. Gli piace.


Le mani sulla testa premono verso il basso. Anch'io lo voglio tutto. Mi inginocchio sulla panca tenendo la cappella tra le labbra. Mi piego in modo tale che possa scorrere meglio.
Concentrati Max. Respira col naso e rilassa la golaCosì.


Ecco.Così. Tutto in gola.


Cazzo come è grosso...


Le sue mani si appoggiano sulla testa. Guida lui. Sì. Scopamela zio. Scopamela!


Conati. La gola si ribella. Io no. Voglio resistere finché non gode.



La sborrata arriva all'improvviso. Mi ritraggo istintivamente mentre il cazzo mi pulsa tra le labbra. La cappella erutta sperma caldo come una fontana. MI arriva ovunque. Bevo. Tossisco. Sputo.
Finalmente mi lascia respirare. Ho il naso che mi cola e ansimo per lo sforzo.


Sei bravo.


Grazie.


Mi viene spontaneo. Succhiarglielo e leccarglielo ancora.


La cappella. L'asta nodosa. Le palle. Raccolgo la sborra densa con la lingua e la inghiotto. Un sapore dolciastro e piccante si impadronisce dei miei sensi.


Un mugolo mi esce dalla bocca che è riempita dall'uccello sborrato.Lo zio mi ha appena infilato un dito nel culo. Lo muove e lo affonda facendomi venire voglia di pomparlo di nuovo. Anche perché il suo cazzo non ne vuol sapere di mettersi a riposo.


Entriamo. Più che una proposta sembrava un'ordine.


Ordine che eseguo senza farmelo ripetere, facendo cadere le mutande appena entrato dalla porta finestra.
Mi accuccio a quattro zampe sul fondo del letto. Non lo succhiavo da almeno nove mesi. Ma è da quasi due anni che non lo prendo nel culo.



Lascio che mi sistemi a suo piacimento seguendo le indicazioni secche della voce che ha preso un accento ancora più forte. Apre le gambe. Giù le spalle. Di più.


La cappella umida e morbida si appoggia al mio buchino. Lo zio spinge. Mi rilasso. Spingo anch'io. Il passaggio mi strappa un sottile lamento a labbra strette.


Mentre le mani vigorose mi aprono le chiappe, lentamente il pistone si muove avanti e indietro dilatando le pareti dello sfintere e facendosi largo nella mia pancia. Sento il suo corpo contro il mio e il suo uccello fin sotto lo stomaco. Dev'essere entrato tutto.


Il mio lamento è continuo ma pressoché silenzioso. Lo zio si muove lentamente avanti e indietro, quasi con dolcezza, mentre il bruciore lentamente diminuisce e il mio corpo si abitua alla trivella.


Ti ruppu u culu, buttana


Si...AHH!!!


L'ha tolto e ficcato dentro con un colpo solo. Violento e profondo.


Ahhh!  Ahiia!!


Continua a farlo. Mi sento spaccare ogni volta. Non riesco a stare zitto.


Esce del tutto, lasciandomi una sensazione di fuoco nel culo.


Accittu!


Mi lancia un cuscino sulla faccia e si riposiziona.


Due grossi sputi mi lavano tra le chiappe che vengono divaricate senza tanti complimenti.Affondo la faccia nel cuscino appena in tempo per urlare dentro tutto il dolore della penetrazione brutale che devo incassare.


Che non è nulla rispetto alla violenza con la quale inizia a scoparmi trasformando il mio lamento in un urlo continuo spezzato solo dal ritmo forsennato delle botte con cui mi sta fottendo.
E' una furia e non accenna a fermarsi. Ormai non mi fa più male ma continuo a gemere nel cuscino. Le gocce si sudore mi piovono addosso come un temporale. Le gambe mi cedono e il peso del suo corpo, peloso e massiccio, mi schiacciano.


Non faccio in tempo a lamentarmi perché, come una bambola le braccia possenti mi rivoltano a pancia in su. Mi piega indietro le gambe, infilandolo dentro di nuovo. Questa volta non dico nulla. Perché il suo cazzo è nel posto in cui deve stare.


L'irruenza ci fa scivolare verso la testa del letto. Infila le braccia sotto le mie ginocchia piegandomi in due. Il suo viso è sopra il mio.
Riprende a scoparmi senza sosta, come una martello pneumatico.Bofonchia frasi in dialetto che non capisco. Ma che intuiscono essere insulti sul fatto che sono una troia e varianti sul tema.


Mi piace. Sì. Scopami, animale! Scopami come una cagna!!


Vorrei segarmi il cazzo ma in questa posizione non riesco a toccarmelo. Mi sputa in faccia. Sulla punta del naso.


Avri a bucca ti dissi.


Questo l'ho capito. E ho capito cosa ci vuol fare. Un lungo sputo, mi cola sulla lunga protesa. E' insapore. Gli offro la possibilità di ripetersi.


Poi, di colpo, affonda la faccia nel mio collo mentre ulula soffocato il suo piacere. Lo sento pulsare e vibrare mentre per la seconda volta si svuota i coglioni dentro di me. Lo lascio sfogare mugolando leggermente. Sono sfinito


Le gambe si stanno informicolando quando finalmente esce dal mio culo lasciandomi sdraiare. 


Sollevo la testa leggermente per vederlo in faccia. Sorride soddisfatto cercando di trovare il fiato per dire qualcosa. Mi rilasso soddisfatto e completamente esausto. Lo sperma caldo mi cola tra le chiappe con qualche rumore d'aria. Quando risollevo la testa lo vedo in piedi. Con il lenzuolo bianco si sta pulendo l'uccello. Vedo l'impronta marrone sul telo bianco ma penso che in fondo qui ci abita lui.



Esce dalla porta finestra senza dire una parola. Mi allungo per prendere il lenzuolo e lo uso per pulirmi a mia volta. Adesso il buchino mi brucia da impazzire. Devo assolutamente metterlo in acqua fredda. Lo zio ritorna con una sigaretta accesa.


Non era la prima volta...parla di nuovo in italiano.


No.


Ma solo...


Lucia non lo sa?


Certo che no. Ma io...


Apri le bocca...


Cosa?


Apri.


La cappella è amara. Il sapore del mio culo. La lecco comunque.


Non diremo niente. A nessuno...


Annuisco con gli occhi e con un mugolo sordo. Con la lingua faccio un altro giro intorno alla cappella ormai sempre meno voluminosa. Zio Luigi lo estrae e con la mano mi tira la faccia contro le palle. L'asta del cazzo, sopra l'occhio sinistro, puzza in modo evidente.



Tu resterai qui a dormire finché non ripartirete.


Con le palle sul naso, dopo avergli succhiato l'uccello e essermi fatto scopare come una cagna in calore, non ho molte alternative.


Va bene, zio.

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