“Mammaaaa,  sono a casa!”  - “Sì, Alex, eccomi, sono in cucina, va’ subito a lavarti che la cena è quasi pronta… tanto non dobbiamo aspettare il cornuto perché rientra tardi… non perdere tempo che poi – gli faccio l’occhiolino – abbiamo tanto bel da fare”. E così ci si siede a tavola, si parla del più e del meno, di come è andata la giornata, Alex mi racconta che ha visto una sua collega molto sexy, con un paio di leggings da paura che – dice – “ero quasi tentato di correre al bagno a farmi una sega…poi però mi sono trattenuto”, “e hai fatto bene – gli dico – tesoro della mamma” e gli allungo una carezzina sulla guancia ”e poi ti ho promesso che avrei indossato anche io un paio di leggins che esaltassero il mio culetto e soprattutto il mio pacco farfallare! …d’altronde stasera è il turno della fica…” – “Oh sì, mamma… non vedo l’ora anche stasera di metterti a pecora e montarti, poi stendermi sopra di te per scaricarti dentro tutto il mio amore” e lo vedo che già scalpita sotto il tavolo… - “olalà, il mio monello che fa tanto felice la mammina, altro che quello stronzone di tuo padre, che tornato dal lavoro manco mi degna di uno sguardo, contento di avere portato l’ennesimo tappo per la sua collezione”… - “ahaha che coglione… e tu, mamma cosa hai fatto oggi? – “sono stata dall’estetista a depilarmi la fragolina, perché so che a te piace sempre depilata con la strisciolina verticale di peli sul pube, così che possa meglio risaltare con il leggins bianco” – “Oh, sì, pensi sempre a tutto…” e aggiungo: “poi ho anche una sorpresina che non ti dispiacerà, una cosa che ti farà piacere…  ma adesso finisci la bistecca ai ferri che dà tanta energia…”


Finito che avemmo di cenare (erano ancora le 21.00, per cui non temevamo che Goffredo rientrasse, in ogni modo lo avremmo sentito entrare con l’auto nel garage di sotto), dissi ad Alex di prendersi una mezz’oretta di pausa… intanto che preparassi la lavastoviglie … “piuttosto,  non pensare a me, riposati, distraiti un po’ con la play”.


Fatto tutto, andai al bagno a prepararmi. Mi truccai pesantemente come la peggiore delle puttane di strada perché a mio figlio piaccio tanto così… …sistemai il coso dopo averlo ben lubrificato con l’aloe, bello fresco… indossai il perizoma del quale invero si vedeva il triangolino davanti, mentre di dietro solo parte del filo di sopra essendo il resto scomparso tra le chiappe, indossai i leggings e mi stupii guardando allo specchio quel culo da padreterno che ne venne fuori …nuda la parte di sopra….calzai i tacchi 15 allaccio alla caviglia con plateau neri e mi recai da lui, fiera e per nulla imbarazzata della sorpresa che di lì a poco gli avrei mostrato…


Quando entrai nella sua cameretta e Alex mi vide…trasecolò…non riusciva nemmeno a deglutire…non disse nemmeno una parola per quanto tra i due ormai ci fosse un’intesa perfetta da tempo… ma mai come adesso sembrava così meravigliosamente a disagio. Troneggiando sui tacchi, mi avvicinavo a lui sculettando nei miei leggings bianchi… la fica bene in vista. Lui era seduto sul divano - “oh, mam-ma… sei me-ra-vi” ma non ebbe il tempo di ultimare la frase che gli adagiai sulle labbra il mio indice a zittirlo “Sciiii, zitto e godi, tesoruccio della mamma”. Non feci in tempo a finire che da seduto, con un trasporto impetuoso, mio figlio mi avvinghia e sprofonda il viso nello spacco vaginale, bene in risalto sotto il leggings, e mi palpa le chiappe strettissime, quando…  – “oh cristo! vòltati troia, ma è…” – “Sì, Alex” – “ma è un…?!” - “Sì, un plug anale – gli risposi – mi piace sentirmi dilatata dietro, ricordandoti la promessa che ti ho fatto… intanto potrai solo guardarlo e non permetterti di levarmelo da dentro per tutta la scopata”, lui visibilmente eccitato – “ok ok… vedrai se non studierò analisi comparata, mattina e sera!”. Intanto mi ha già sfilato i leggings ed io gli slip. Mi appare puntuale la visione del suo membro animalesco, bello ricco di vene azzurrognole che scorrono sotto un glande grosso, violaceo e pulsante… Non perde tempo e messami a pecora dopo essersi insalivato il pene, mi penetra la ‘spacca’ come un diavolo inferocito… entra esce, entra esce, si ferma quel tanto per farmi delirare e supplicare, poi torna ad inforcare stupendamente. Intanto che mi penetra a pecorina, la visione del mio popò con il plug incastonato nel buco del culo devo averlo proprio incendiato, perché mi dice tutte le sozzerie che non avrei mai immaginato e che non ho mai ricevuto da quel coglione apprensivo di Goffredo che al massimo si lasciava andare ad “amore mio”, “posso cara?”, “ti sto facendo male?”, “se vuoi mi fermo”, cose da levarti la poesia della monta! Alex, invece, tutta sua madre in fatto di perversioni nel riempirmi di improperi: “vacca! troiona da stalla, puttana da strada, cessa, svuotascroto, sborrofila, rottainfica”... quando a un certo punto di questi improperi, lancio una serie di orgasmi e di schizzi di succhi vaginali… poi tutta bagnata dei miei umori Alex mi rivolta sul divano…impugna di nuovo lo scettro e mi inforca stendendosi addosso…e ci mette poco per  svuotarmi nella fica tutto il suo universo di nettare pallare… prima però di farlo, mi si ferma dentro per una ventina di secondi, al punto che sento il pulsare del suo grosso glande…e guardandomi fissa negli occhi, mi dice le parole più belle che una mamma potesse sentirsi dire da un figlio…”ti amo…sei tutta la mia vita, mamma” – poi lentissimamente riprende a penetrarmi… “oh tesoro di mamma! Che parole dolcissime, è bellissimo quello che hai detto, ma ora via i sentimentalismi, svuotiti tutto, scaricami dentro tutto il tuo sborro caldo denso colloso…”… e così mi si lascia andare tutto, fino all’ultima gocciolina. Di lì a poco, mi sborrò dentro di nuovo; le prime due seguirono a breve distanza, la terza dopo una pausa di mezz’ora…e come fu per mio figlio liberatoria la terza, come fu liberatoria! mi sborrava dentro e… piangeva, piangeva e sborrava…


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