La telefonata di Carla fu tutto tranne che inaspettata, anche se non m’aspettavo quei toni così furiosi, e secondo me del tutto fuori luogo, se non altro perché con Romolo non formava una coppia molto tradizionale.
“Certo che sei proprio una puttana !” mi disse non appena risposi “Che ti volevi scopare mio marito lo sapevano anche le pietre, ma metterti a fare la troia in negozio è troppo !”
“Se è per quello Romolo non aspettava altro che vedermi per mettermelo dentro.” le risposi non senza ironia “E poi non è colpa mia se c’era anche un bel ragazzo, perché come dice la pubblicità due è meglio di uno.”
“Ridi sto cazzo troia ! Anzi a esser sincera non capisco perché non lo fai di mestiere visto che non sai stare con le gambe chiuse ! Se fossi una vera donna mi diresti dove abiti così te la darei io una bella lezione, e credimi so come trattare le troiette del tuo calibro.”
“Carla tu hai tutto tranne che il cazzo !” le risposi ridacchiando.
“Dammi il tuo indirizzo e poi vediamo e stai tranquilla che vengo da sola.”
Compresi che Carla non stava scherzando, ma allo stesso tempo non riuscivo ad immaginare cosa mai potesse avere in testa per ‘darmi una lezione’, e non sapendo resistere alla curiosità le diedi il mio indirizzo solo dopo che mi ebbe giurato che non avrebbe mai usato fruste o cose del genere.
“Stai tranquilla, quella roba la vendo e basta, anche se a volte se presi al di fuori del loro contesto possono essere usati per dei bei preliminari.”
“Per esempio ?”
“Prendi un frustino, se lo usi molto piano su una fica non fai alcun male, ma chi lo riceve si eccita a dismisura.”
“Secondo me hai anche ragione, però magari un’altra volta.”
Carla mi disse che sarebbe passata da me il giorno seguente per poi chiudere la telefonata, e lasciarmi con tutta la curiosità di questo mondo su cosa avrebbe fatto per vendicarsi.


Per potermi dedicare tutto il pomeriggio a Carla, presi un giorno libero dal lavoro inventando una scusa quasi pietosa, per ritornare a casa per pranzo.
Come spesso succede a molti, subito dopo aver mangiato iniziai a ricevere una telefonata dopo l’altra, col risultato che arrivarono le tre e quindi Carla che ero ancora vestita come la mattina, senza nulla di particolarmente sensuale come intimo.
Lei si presentò con un look total black con giacca e pantaloni in pelle da vera dark lady molto sexy, con una borsa tanto grande da sembrare quasi una di quelle che si portano in palestra.
“Ti sei portata dietro mezzo negozio ?” le domandai non appena entrò in casa mia.
“No anche perché non mi serve, piuttosto dov’è il letto perché non ho tempo da perdere.” mi rispose facendo capire che quel giorno sarebbe stata lei a condurre ogni gioco.
La condussi nella mia camera sentendomi come il condannato a morte che va al patibolo, e non appena varcata la soglia della mia stanza preferita, Carla iniziò a comandarmi a bacchetta.
“Sali sul letto e mettiti a pecora, che poi è l’unica posizione in cui può stare una troia del tuo calibro.” mi disse con un tono a dir poco autoritario.
Così cercando di non scoprire troppo il sedere per colpa di una mini davvero corta, mi sistemai carponi sul fondo del letto in attesa di una nuova disposizione.
“C’è da dire che hai un bel culo.” mi disse alzandomi la gonna per poi palparmi con energia una chiappa “Così com’è vero che ti piace usarlo, ma questo già lo sapevo da quando ci siamo viste la prima volta.”
“Scommetto che non vedi di farmi il culo, magari con qualche strano giochino che ti sei portata dal negozio, non è vero ?” le chiesi con una vocina che era malizia allo stato puro.
“Hai ragione in parte, perché se è vero che mi prenderò il tuo culo, non sarà con qualche giochino, ma con questo.” mi rispose aprendosi i pantaloni e facendo uscire così uno strap-on di dimensioni davvero notevoli.
Rimasi stupita nel vedere quel pezzo di gomma nera legato alla sua vita, ma Carla non mi diede tempo di riprendermi che me lo mise quasi in bocca dopo essersi tolta la giacca per essere più comoda.
“Cos’aspetti a farmi un bel pompino, o quelli li riservi solo per mio marito e i suoi amici.” mi disse mettendomi una mano fra i capelli.
A quel punto non mi rimase che aprire le labbra e ritrovarmi il fallo quasi sino in gola, con lei che me lo spingeva dentro come avrebbe fatto un uomo senza scrupoli.
“Sai Romolo mi ha raccontato tutto, di come sei entrata vestita come una troia nel negozio, e come sempre come una troia ti sei messa a far pompini a lui e due sconosciuti passati lì per caso, e anche di come lui e un altro t’abbaino fatto il culo nel retrobottega, ma soprattutto di come tu hai goduto di tutto ciò.” mi disse mentre continuava ad usare la mia bocca a suo piacimento “Quindi mia cara Beatrice oggi io farò un po’ come loro, anche perché ti confesso che mi fai un gran sesso sin dal primo momento che t’ho vista, e che non vedevo l’ora di scoparti senza avere fra i piedi mio marito.”
“Allora cos’aspetti a farlo.” le risposi sfidandola fin troppo apertamente.
“Spogliati e mettiti sul letto così vediamo quanto resisti.” mi rispose fissandomi negli occhi.
Feci quasi volare via il poco che avevo indosso, per poi sdraiarmi al centro del letto aspettando che lei mi venisse sopra. Invece Carla si sdraiò al mio fianco per chiudermi la bocca con la sua, ma soprattutto per infilarmi tre dita dentro la passera che iniziò a muovere come una forsennata.
Non si trattava infatti di qualcosa di simile alla masturbazione, ma quasi di un tentativo per quanto velleitario, di aprirmi in due la fica, con quelle dita che non solo entrava ed uscivano senza sosta, ma che roteavano o s’aprivano a secondo della sua volontà, e quando divennero quattro mi sembrò quasi d’impazzire.
“Non volevi scoparmi ?” le chiesi sperando che la finisse con quel supplizio.
“Ancora no, voglio prima vedere quanto resisti prima di supplicarmi di sbatterti davanti e dietro.”
“Se vuoi lo faccio anche adesso Carla scopami e fammi tua.” le dissi cedendo su tutti i fronti.
“Bene vieni qui a prenderti la tua dose di cazzo anche se finto.” mi rispose mettendosi pancia all’aria col fallo che svettava fin troppo invitante.
Mi misi a cavalcioni sopra di lei per impalarmi su quel simulacro ancora ricoperto in parte dalla mia saliva, per poi sentire le sue mani sbattermi sulle chiappe, come se volesse incitarmi a cavalcarla con tutte le mie forze.
“Allora dimmi t’è piaciuto farti scopare da mio marito e uno che passava lì per caso non è vero ?” mi disse continuando a schiaffeggiarmi le natiche “E scommetto che adesso vorresti qualcuno che ti riempisse il culo di cazzo, perché a una come te la minchia non basta mai.”
“Sì e lo sai meglio di me.” le risposi dicendo in fondo quello che era il segreto di Pulcinella “Come so che tu non sei diversa da me, anche se fai tanto la signora poi vendi cazzi finti e bambole gonfiabili.”
Carla inferocita per le mie parole, m’infilò di rabbia un dito nel buchetto, per poi cercare di piegarlo neanche fosse un uncino, costringendomi così a muovermi molto più velocemente per non sentirmi rompere dentro.
“Tu dovresti esser usata proprio come un bambola, tanto pensi solo a prender cazzi.”
Lei continuò ad insultarmi, ma soprattutto a sbattermi in qualunque posizione mi trovassi, dando il meglio di sé quando mi metteva carponi. Quando poi decise di cambiare porta del piacere, lo fece anche peggio di suo marito che pure non era certamente uno che usava i guanti di velluto, e nonostante il suo strap-on non fosse di dimensioni mostruose, mi sentii quasi lacerare l’ano tanto fu violenta la penetrazione.
“Ah così me lo rompi brutta bastarda !” urlai per il gran dolore.
Carla però non solo non s’intenerì in alcun modo, ma mi mise una mano fra i capelli in modo che non potessi sfuggirle in alcun modo, per potermi sodomizzare con ancora più forza e violenza.
“E’ da quando ti sei presentata con quel vestito da puttana e il plug nel culo, che non aspetto altro che rompertelo in questo modo.” mi disse dandomi anche due sonori ceffoni sulle chiappe “E non puoi neanche dire che non ti piace perché Romolo m’ha raccontato molto bene quello che ti ha fatto con quel ragazzo, e del resto lo sai meglio di me che sei solo tre buchi da riempire e poco più.”
Anche se sapevo che aveva ragione, cercai di resistere più per orgoglio che altro, ma alla fine tutto il dolore che stavo provando si trasformò inesorabilmente in piacere, e l’unico mio dispiacere non fu tanto che Carla non avesse un vero pene, ma che quello che stava usando non fosse da primato.
Così quando iniziai a mugolare lei aumentò ancor di più il ritmo, ma ancor di più l’intensità e la forza delle manate che mi dava sul sedere, costringendomi quasi a confessare quanto stavo godendo.
“Dillo che ti piace o giuro ti sfondo il culo con tutta la mano sino al gomito.” mi disse con rabbia.
“Sì inculami ancora voglio godere !” le risposi neanche avessi spento del tutto il cervello “Fammi sentire il tuo cazzo finto fino alle orecchie !”
Carla continuò letteralmente a martellarmi il retto forse peggio d’un uomo, ma del resto lei non aveva alcun problema d’arrivare all’orgasmo e quindi doversi fermare. Chi invece crollò fui io, spazzata via da un orgasmo talmente violento che non solo mi lasciò senza forze e fiato, ma che non riuscii neanche ad urlare tanto travolse ogni mio senso.
“Ora che hai avuto la tua dose di cazzo anche se finto leccami fica e culo e fammi godere.” mi disse quasi lanciando via lo strap-on per poi sedersi al centro del letto.
Nonostante fossi sfinita mi sdraiai sulla pancia fra le sue gambe spalancate, ed iniziai a leccarle la passera che aveva un sapore un po’ strano, un misto di pelle sudata e plastica, nato sicuramente dall’aver indossato per tanto tempo lo strap-on.
Mentre cercavo in tutti i modi di farla godere, Carla m’insultava dandomi della puttana disposta a tutto pur d’avere un orgasmo.
“Fossi un uomo ti farei stare in casa con indosso al massimo delle calze, sempre pronta a soddisfare ogni mia voglia o quella di qualche amico che voglia svuotarsi i coglioni nel tuo culo. Perché è chiaro che tu sei proprio puttana dentro, e ti ripeto quasi mi stupisce che non lo fai di mestiere.”
“Sarà perché il cazzo mi piace sceglierlo io ?” le risposi staccando per un attimo la bocca dal suo sesso.
“Sarà però fammi godere che poi parliamo con più calma.”
Continuai a leccare tutto ciò che trovavo davanti alla bocca, e quando si trattò del suo buchetto per non farle scendere l’eccitazione, le infilai due dita nella passera che lei apprezzò fin troppo vistosamente.
Alla fine riuscii a farla venire mentre lei si era di fatto seduta sulla mia faccia, per poi sdraiarsi su un fianco e riprendere il discorso sulla mia presunta fame di sesso.
“Potresti girare un video, sai si guadagna bene e volendo è poco impegnativo, nel senso che è una cosa veloce.” mi disse dopo essersi accesa una sigaretta.
“See così mi vede chissà chi e poi mi chiede di scopare.” le risposi stizzita.
“Quello no perché dopo che ti trucco non ti riconoscerebbe neanche tua madre, e credimi non sto sparando cazzate per fare la grande.”
“E anche se fosse quanto si guadagna ?” le chiesi spinta da ben più che una semplice curiosità.
“Se fai una piccola orgia anche seimila, altrimenti di meno ma secondo me non ne vale la pena.”
Iniziai a vedere quei soldi nella mia mente come se fossero reali, ma non volli dirle subito di sì, così le spiegai che volevo pensarci un po’ e dopo le avrei dato la mia risposta.
“Va bene tanto so già che sarà un sì.” mi disse poco prima di uscire da casa mia “E non accetterai solo per i soldi, ma perché come ti ho già detto dentro sei una gran puttana.”
Rimasi a lungo a pensare cos’avrei potuto fare con quei soldi, anche se l’idea di finire in un video porno non mi piaceva per nulla, sino a quando non fui come svegliata da una telefonata di lavoro e costretta a vestirmi per uscire.



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(quelli volgari saranno subito cestinati)


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Categorie: Lesbo
Tag: Bisex