Io e Francesca (nome di fantasia), non ci vedevamo da tempo, ma ci eravamo sempre tenuti in contatto ed essendo io appena tornato a vivere in Romagna da poco, decidemmo di vederci per la domenica a pranzo. L'appuntamento era fissato per le 11 di mattina in un barettino per fare un aperitivo e decidere dove andare a mangiare, era piena primavera, al sole un gran caldo e all'ombra e di sera faceva freschino. Io ero vestito come sempre, pantaloni corti con le tasche e una canotta, lei si presentò con un vestitino a fiori che le arrivava appena sopra il ginocchio, mentre sopra il suo seno prosperoso tentava di uscire all'aperto in ogni modo. Come quasi sempre non indossava il reggiseno e già da quando ci saluttamo con i soliti bacini sulle guance mi venne subito un certo pruritino...
Ci facemmo uno spritz campari ed optammo per una sagra di qualche verdura in un borghetto in collina, arrivati a destinazione ci piazzammo in un tendone stile festa dell'unità, ordinammo e pranzando accompagnati da due belle bottiglie di vino, da buoni amici parlammo del più e del meno, della vita e delle nostre avventure...
Dopo pranzo ci fermammo nell'unico bar del paesino per farci due caffè e due grappini, poi già un po' alticci iniziammo a vagare per la sagra, d'un tratto notammo che in questo piccolo borgo vi è un museo, incuriositi entrammo e la tipa all'ingresso ci disse che la domenica la visita era gratuita, così decidemmo di dare un'occhiata.
Visitammo qualche stanza, poi io colpito dall'enorme silenzio che c'era attorno le dissi: "Fra, sembra proprio che ci siamo solo noi", mentre dicevo questo lei si chinò per guardare meglio una teca ed alzando con le mani il vestitino sul culetto mi disse: "Sembra proprio così".
Senza neanche pensarci mi inginocchiai dietro di lei ed iniziai a leccarla da sopra le mutandine, lei si appoggiò completamente alla teca, io gliele sfilai ed infilandomele in tasca continuai il mio lavoro. "Vieni, è ora di continuare la visita", giungemmo in un'altra stanza, ora fu lei ad inginocchiarsi, mi calò pantaloni e mutande e me lo prese dolcemente in bocca. Prima lo fece sparire nella sua bocca, poi iniziò a leccarlo abilità e poi rimase lì con la bocca spalancata ed io iniziai a scoparla in bocca tenendo la sua testa fra le mie mani.
Dopo un po' la presi per le mani, la tirai su, limonammo duro e le dissi: "Vediamo cosa propone la prossima sala!". Giunti alla stanza succesiva lei si stese su una teca sollevando completamente il vestitino, a quella vista mi fiondai verso di lei e dopo averlo strusciato un po' sulle sue labbra glielo infilai dentro tutto di un colpo. Poi tenendo le sue enormi tette fra le mani iniziai a sbatterla con tutta la forza che avevo.
Lei mugolava di piacere: "Sì sì sbattimi, di più!", stavamo godendo come non mai: "Sì adesso ti sfondo!". Eravamo persi nell'eccitazione del momento e del luogo, stavamo godendo entrambi, quando all'improvviso da lontano sentimmo due voci che urlavano la stessa cosa: "Mamma, mamma!!!"
Ci ricomponemmo e con calma arrivammo all'uscita del museo con addosso una voglia che non sto neanche a spiegarvi...