I racconti di Beatrice dovevano finire con questo capitolo, ma la conclusione non mi piaceva, così ne scriverò altri due per avere un epilogo migliore.


Non sapendo cosa fare alle tre di un fresco pomeriggio di fine settembre, decisi d’andare a vedere com’era il sexy shop di Carla e Romolo, la coppia con la quale avevo passato una settimana di fuoco giusto un mese prima.
Anche se ero vestita in modo forse un po’ troppo audace, ma del resto le mie gonne raramente arrivano a coprire le ginocchia, presi il loro biglietto da visita ed impostai il tragitto sul navigatore, avendo poco conoscenza di quella parte della città.
Passai il tempo del viaggio a pensare a quale giocattolino avrei potuto comprare, anche perché c’era una mia collega che da tempo m’aveva mandato chiari segnali della sua disponibilità, ed aspettavo solo il fine settimana per poterla invitare magari a cena, per poi continuare la nostra conoscenza a casa mia.
Trovare “L’angolo di Cleopatra” fu abbastanza semplice, meno un parcheggio che non fosse troppo selvaggio, ma dopo diversi giri intorno all’isolato, se ne liberò uno proprio davanti al negozio.
Entrando riconobbi subito Romolo, che però stava mettendo a posto uno scaffale e non mi vide, mentre non fu così per un bel ragazzo e un uomo di almeno cinquant’anni, che mi spogliarono con lo sguardo. Io feci finta di non badare a loro, ma quando il proprietario si girò e non mi disse nulla, compresi che era meglio uscire di lì e alla svelta, perché l’atmosfera era fin troppo elettrizzante. Nonostante ciò continuai a fare finta d’esser sola e mi diressi verso la vetrina dei dildi, dove ne presi un paio in mano quasi volessi soppesarne la qualità, con quello strano terzetto che mi girava sempre intorno, se pur ad almeno un paio di metri di distanza.
Andando contro ogni forma di buonsenso presi in mano un bel fallo realistico in lattice, e quasi simulai una masturbazione sotto gli sguardi sempre più eccitati dei tre uomini, che lentamente s’avvicinavano sempre di più a me, come a volermi impedire ogni via di fuga. Il più divertito era certamente Romolo che ben mi conosceva, ma che forse non sapeva sino a che punto mi sarei spinta nel suo negozio.
Cogliendo tutti di sorpresa mi girai verso il più giovane dei tre, e dopo avergli messo le mani intorno alla faccia, lo baciai ritrovandomi subito la sua lingua in bocca, ma soprattutto le mani sul sedere. 
“Sapevo che eri una gran troia, e mi spiace che non ci sia il pienone altrimenti ti farei fare una bella doccia di sborra.” mi disse Romolo dopo avermi preso per i capelli per farmi girare la testa e potermi anche lui baciare “Valerio va a chiudere la porta che adesso Beatrice ci farà godere con questa sua bella boccuccia che sembra fatta apposta per far pompini. Oh dimenticavo, Gianni lei è Beatrice una che quando lo prende nel culo urla che è un piacere.”
Non appena tornò Valerio, Romolo mi scoprì il seno su cui si buttarono gli altri due neanche non avessero mai visto due tette, per poi alzarmi il vestito e mettermi le mani nel tanga.
Mi ritrovai in un vortice dove quei tre uomini mi baciavano in bocca o sul collo, mentre mi palpavano il seno o le chiappe, e tutto ciò fece uscir fuori i miei peggiori istinti esibizionistici.
“Nessuno di voi vuole sentire se ho la fica già bagnata ?” dissi con un tono a dir poco provocatorio “O magari tira fuori il cazzo così ci posso giocare un po’ e farmi vedere quanto ce l’ha grosso ?”
Valerio nonostante fosse il meno giovane, fu il più veloce a calarsi i pantaloni, così gli diedi un lungo bacio sulla bocca prima d’abbassarmi per leccargli la nerchia, che seppur ancora mezza floscia era già di una dimensione perlomeno decente. Dopo di lui fu il turno del bastone di Gianni, che già era più duro ma soprattutto più grande, ed infine quello di Romolo che già conoscevo.
Mi fu subito chiaro che avrei dovuto soddisfare tutti e tre quegli uomini, e che non avevo tutto il tempo del mondo, quindi presi a segare quelli che non avevo in bocca, finendo col fare quasi la trottola fra loro tre.
Romolo fu il primo a spingermi realmente la nerchia in bocca, anche se credo che gli altri due non aspettassero altro per imitarlo, col risultato che poco dopo si formò una piccola pozza di saliva davanti a me.
“Alzati in piedi altrimenti ci divertiamo poco.” mi disse Gianni sollevandomi il sedere “E poi è giusto che anche tu inizi a godere.”
Così mentre succhiavo la mazza di Romolo, lui e Valerio cominciarono a toccarmi sia fra le gambe, che sulle chiappe, finendo ben presto coll’infilarmi delle dita dentro le mie due porte del piacere.
Quando mi girai per poter fare il servizio a Valerio, Romolo mi sodomizzò usando tre dita con una certa brutalità, facendomi uscire un piccolo gemito di dolore.
“Tranquilla questo è solo l’antipasto.” mi disse il proprietario del negozio “Dopo ti daremo la tua razione giornaliera di cazzo, e non dire che non sei venuta qui solo per vedere com’è un sexy shop.”
“Ma tu questa come la conosci ?” gli chiese Gianni con una certa curiosità.
“Quest’estate eravamo in un villaggio con Carla, e questa troia s’è presentata con un plug nel culo sperando che fossi solo per farsi scopare, il che è tutto dire. Per una settimana con mia moglie le ho rotto il culo a più non posso, ma Beatrice è una che più ne ha più ne vuole avere, insomma il cazzo non le basta mai.”
Anche se mi dispiaceva che Romolo raccontasse a quelli che per me erano due perfetti sconosciuti, la nostra avventura estiva, mi rendevo anche conto che ero stata io a mettermi in quella situazione per il solo piacere d’eccitare tre uomini. Provavo anche un più che sottile piacere nel sentirmi umiliata da tutti quegli insulti, con troia e puttana che la facevano da padrone, come se il l’essere trattata quasi come una bambola gonfiabile non fosse già abbastanza.
Valerio era certamente quello che mi trattava peggio, infatti ogni volta che mi ritrovavo il suo bastone in bocca, lui mi metteva le mani fra i capelli per poter dettare il ritmo, che teneva sempre molto alto, per poi fermarsi quando capiva che stava per venire, e cedere il posto al più giovane del terzetto.
Gianni era invece il più silenzioso, ma anche quello con la nerchia più grossa, che mi costringeva a leccargli i testicoli prima di mettermela fra le labbra, rimanendo poi quasi immobile per tutto il tempo durante il quale mi dedicavo a lui.
Romolo infine era una vera e propria macchina d’insulti, ma anche di palpate fin troppo vigorose sulle tette e sulle chiappe, che ogni tanto mi chiudeva il naso con due dita per farmi sbavare quando gli stavo succhiando la mazza.
Alla fine mi ritrovai in ginocchio con tutti e tre che mi schizzavano più che altro in faccia i loro orgasmi, con Gianni che quasi mi coprì metà del viso col suo seme tanto fu abbondante.
“Brava la mia troietta.” mi disse Romolo prendendo un lungo fallo ricurvo da una vetrina e una boccettina d’olio profumato “Ora vai di là e dopo esserti pulita la faccia, c’aspetti con questo dentro ben piantato nel culo, così quando veniamo io e Gianni sei già bella pronta per farti sfondare.”
Anche se venivo trattata peggio di una puttana, ero eccitata non solo perché sino a quel momento non avevo avuto nessun orgasmo, ma anche dall’idea di farmi scopare da quei due uomini così ben dotati.
Così ripresi la mia borsetta, il fallo e l’olio e me ne andai sculettando nel retrobottega, dove c’era un grosso divano in stile moderno che occupava quasi mezza stanza. Una volta seduta per pulirmi usai delle salviettine umidificate che trovai su un tavolino, poi unsi fin troppo abbondantemente il fallo per infilarmelo nel retto e rimanere in attesa di Romolo e Gianni.
Non riuscii però a tenere la mano ferma, e lentamente iniziai a far scorrere anche se di poco il fallo nello sfintere, facendomi salire ancor di più l’eccitazione che già era ai massimi livelli, e quando comparvero sulla porta i due uomini fu quasi una liberazione.
“Vedi amico mio il bello delle troie è che fanno tutto quello che gli dici, basta promettergli che poi te le scopi e le fai godere.” disse Romolo a Gianni sedendosi al mio fianco e prendendo in mano il fallo.
“Hai ragione e del resto una che viene conciata così in un sexy shop lo fa solo per prendere del gran cazzo.” gli rispose l’altro sbottonandosi i pantaloni per rimettermi il suo bel bastone in bocca.
Con Romolo che mi sodomizzava con quello strano fallo ricurvo, e Gianni che di fatto mi stava scopando in bocca, finii col bagnarmi in men che non si dica, col risultato di prendere un’altra massiccia dose d’insulti dai due.
“Mettiti a pecora così ci possiamo divertire tutte e due a sfondarti il culo.” mi disse il padrone del negozio sfilandomi il fallo dal retto che passò al suo abituale cliente.
Non appena mi misi carponi Gianni quasi mi violentò il posteriore con quel bizzarro oggetto ricurvo, ma non ebbi la forza di protestare anche perché mi ritrovai subito la bocca riempita dalla mazza di Romolo.
“Invece di quel cazzo finto usa il tuo così vediamo quanto gode la troia.” disse Romolo al ragazzo “Però inizia a scoparle fa fica, per il culo c’è sempre tempo.”
Il ragazzo fu ben felice di ubbidire a quell’ordine, e in men che non si dica mi tolse il fallo dal retto per ritrovarmi la passera piena della sua mazza.
“Mio Dio ma questa ha un lago ! Non sento quasi nulla tanto è bagnata !” esclamò Gianni quasi deluso dall’avermelo messo dentro.
“E tu piantaglielo nel culo, ma mi raccomando fallo per bene, quindi metti dentro prima la cappella, poi afferrarla per bene e quindi spingiglielo dentro con tutta la tua forza. Perché a questa troia o glielo sfondi così, o non sente nulla tanto è sfondata, e stai tranquillo che col mio cazzo in bocca non le uscirà neanche un gemito.”
Al solo sentire quelle parole ben più d’un brivido mi scese lungo la schiena, perché sapevo che non solo Gianni avrebbe seguito fin troppo scrupolosamente le indicazioni di Romolo, ma che così facendo m’avrebbe fatto un gran male.
Così cercai di rilassarmi il più possibile mentre sentivo la cappella del ragazzo entrami nel retto, quindi tirai fuori tutta l’aria che avevo nei polmoni ed aspettai con rassegnazione che lui mi sodomizzasse.
Gianni fu talmente brutale che quasi svenni per il dolore, anche perché riuscì a far entrare quasi tutta la sua mazza dentro al primo tentativo, riuscendoci poi completamente al secondo.
Ma proprio nel momento in cui mi sentii lo sfintere del tutto pieno, un lieve calore  iniziò ad avvolgermi, partendo proprio da dove era partita quella penetrazione così animalesca, per arrivare dritta al cervello. Non dissi nulla anche perché non sapevo cosa dire, perché da un lato mi sentivo a dir poco violentata, dall’altro anche se per motivi che non riuscivo a comprendere, stavo iniziando a godere.
“Cazzo Romolo avevi ragione !” esclamò Gianni togliendomi dai miei pensieri “Questa è davvero una troia coi fiocchi ! Non ho mai inculato una donna così e questa non ha detto una parola, anzi mi sa che le è pure piaciuto.”
“Che t’avevo detto ! Beatrice è una puttana come poche altre, il bello è che a lei il cazzo piace e non importa come glielo dai, basta che te la sbatti.”
I due continuarono ad insultarmi mentre uno mi sodomizzava con tutta la forza che aveva in corpo, e l’altro mi teneva chiusa la bocca con la sua nerchia, sino a quando non decisero di darsi il cambio, battendosi il cinque come gli sportivi.
Romolo riuscì per quanto fosse possibile ad essere ancora più brutale del suo giovane amico, perché dopo avermi infilato la sua mazza dentro come aveva fatto poco prima Gianni, c’aggiunse anche il pollice per aumentare il dolore che provavo. Vidi che nei loro occhi più che piacere per la scopata, c’era quella rabbia che quasi li costringeva ad essere due animali invece che due amanti. Il gioco di scambiarsi l’orifizio dove infilare il pene durò ben poco perché nessuno di loro voleva accontentarsi della mia bocca, così Romolo si sdraiò per farmi salire su di lui e potermi scopare insieme a Gianni.
“Tanto non sarà la prima e neanche l’ultima volta che prendi due cazzi insieme,” mi disse con disprezzo “Anzi dovresti ringraziarci che non te lo mettiamo tutti e due nel culo ,anche se sono sicuro che ti piacerebbe.”
“Stai zitto e scopatemi.” gli risposi offrendomi a Gianni “Basta che non mi sborrate dentro perché mi fa schifo.”
I due mi presero sulla parola, e dopo avermi sbattuto come meglio credevano, ma sempre facendolo insieme e facendo sì che avessi un paio d’orgasmi, mi fecero inginocchiare per venirmi in faccia quale ultimo gesto di disprezzo nei miei confronti.
Mi rivestii in silenzio, ma prima che potessi andare via Romolo mi fece piegare contro il divano e mi spostò il perizoma scoprendomi così il buchetto.
“Questo te lo regalo.” mi disse infilandomi nel retto un plug di metallo “Sempre che aperta come sei non lo perdi per strada.” concluse ridendo.
Uscii dal suo negozio sotto lo sguardo divertito di Valerio, per riprendere la macchina e quasi fuggire verso casa, giurando a me stessa che non sarei mai più entrata in quel negozio, non sapendo che avrei infranto quella promessa neanche troppo tardi.


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(quelli volgari saranno subito cestinati)


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