Il giorno seguente al rapporto incestuoso con mia madre ed i suoi due amanti, non riuscii a combinare nulla avendo la testa in mille posti tranne che sul lavoro. A metà pomeriggio decisi di chiamarla anche se non avevo ben chiaro cosa chiederle, ma fu lei a venirmi incontro dicendomi che sarebbe passata da me subito dopo aver cenato.
Così appena tornata a casa, dopo quella che chiamavo la doccia d’ordinanza, ed aver mangiato del sushi preso per strada, l’aspettai con una certa ansia, sino a quando non suonò il campanello alle otto e mezza in punto.
“Bea credo che tu voglia delle spiegazioni, se non altro per capire certe cose.” mi disse dopo essersi seduta davanti a me sul divano.
“In effetti è tutto il giorno che non riesco a pensare ad altro che a ieri sera.” le risposi mettendomi comoda.
“Tuo padre Pietro è stato sì un bravo marito, ma non certo un grande amante, però è anche stato il primo uomo della mia vita e credevo che fossero tutti così, insomma non avevo un termine di paragone anche se fare sesso con lui non m’appagava in alcun modo. Un giorno a forza di sentir parlare di Rocco Siffredi ho visto un suo film, ed è inutile dire che ne sono rimasta sconvolta, non tanto per lui, ma per tutti gli altri attori che ce l’avevano bello grosso e duravano un’eternità. Tutto ciò accadde in quel periodo in cui facevo fisioterapia dopo aver preso quella brutta storta alla caviglia, ma avevo quasi paura ad andare con un altro temendo che fosse come Pietro.
Un giorno però proprio il fisioterapista iniziò a flirtare con me, in principio era più uno scambio di battute, ma poi divenne sempre più esplicito sino a quando non mi baciò con un trasporto che tuo padre non aveva mai avuto. Con lui ebbi il mio primo vero orgasmo, e credimi a quarant’anni è qualcosa che ti sconvolge sul serio, ma anche dopo quel rapporto avevo ancora troppi dubbi e paure. Così un giorno mi comprai uno di quei completini che fanno uscire fuori di testa gli uomini, e lo misi prima d’andare a letto, ma purtroppo tuo padre s’eccitò tanto che durò ancora meno del solito, e dopo il primo orgasmo farglielo tornare duro fu un’impresa non da poco, ma poi non ripagata una vera bella scopata.
Col tempo iniziai a tradirlo sempre più spesso arrivando anche a frequentare club di scambisti quando lui era fuori per lavoro, sino a quando non mi resi conto che era inutile andare avanti e gli chiesi il divorzio, dicendogli che avevo un altro e che non l’amavo più.”
“Però non siete rimasti in brutti rapporti.” dissi sapendo come si erano lasciati.
“È vero ma solo perché lui ha apprezzato la mia falsa onestà, non credo che avrebbe reagito nello stesso modo se avesse saputo quanto era davvero cornuto. E tu invece come va dopo aver rotto con quello stronzo che ti portavi dietro.”
Se c’è qualcosa che ho sempre apprezzato in mia madre, è che non ha mai usato giri di parole per descrivere i miei ex ragazzi, che quando non gli piacevano erano semplicemente degli ‘stronzi’ da lasciare al più presto.
Gli raccontai qualche storia evitando quelle dove non ero sola con un ragazzo, anche se dopo la nostra piccola orgia, quell’ultimo pudore era a dir poco ridicolo.
“Quindi adesso lavoro e poi lavoro, però se esce qualcosa di piacevole non mi tiro certo indietro.” conclusi con un bel sospiro di sollievo.
“Piacevole come ieri sera ?” mi chiese con uno strano sorriso.
“Sì, e del resto sarebbe inutile negarlo.” le risposi pensando che per lei quella parentesi si fosse chiusa.
Mi ritrovai invece mia madre che cercò di baciarmi, avendo subito un gesto come di stizza, evitando così il contatto, ma lei invece di tirarsi indietro ci provò di nuovo, e questa volta non mi mossi ritrovandomi così le sue labbra contro le mie.
Nonostante provassi un certo piacere nel farmi baciare con così tanta passione da mia madre, ebbi un attimo ripensamento e m’alzai quasi volessi andare via, ma lei mi spinse contro il muro per riprendersi le mie labbra, e a quel punto alzai bandiera bianca e pensai solo a godere.
Le sue mani corsero per tutto il mio corpo, scoprendomi il seno che divenne il centro dei suoi baci, ma soprattutto sotto la cintura dove fecero sentire il loro tocco magico sulle natiche e ancor più in mezzo alle gambe. Quando poi s’abbassò per abbassarmi le mutandine e leccare ogni goccia di piacere che m’usciva dalla passera. Le schiacciai la testa contro di me quasi avessi paura che smettesse.
Non riuscivo a pensare che quella donna inginocchiata davanti a me fosse mia madre, ma la vedevo solo come una splendida amante che mi faceva godere, e non aspettavo altro che ricambiare quel piacere sentendola gemere sotto di me.
“Ti voglio.” le dissi facendola alzare per poterla baciare con tutta la passione che avevo in corpo.
“Anch’io.” mi rispose quasi strappandomi la maglietta.
Avvinghiate come l’edera ci spostammo sino alla mia camera, dove finimmo di spogliarci a vicenda, per ritrovarci sul letto inginocchiate una davanti all’altra, ancora intente a baciarci come le più tenere delle amanti.
Alla fine la spinsi sul letto per poterla salire sopra scendendo con la bocca sul suo bel seno, mentre la mano si faceva largo fra le sue gambe. Nei miei desideri c’era quello di massaggiarle le grandi labbra con le dita prima di farle finire dentro la sua passera, ma questa era così bagnata che ce ne finirono ben tre senza che facessi alcuno sforzo per farle entrare.
Compresi che mia madre era molto vicina all’orgasmo, così m’accucciai fra le sue gambe ed iniziai a leccare ogni anfratto del suo sesso, passando dall’inizio dello spacco al clitoride che stimolavo anche con due dita.
Lei venne con un lungo gemito, stringendo le cosce tanto che ebbi qualche problema a respirare, ma che mi fece sentire appagata dal fatto d’averla fatta godere così tanto, forse anche più di come era successo la sera precedente con Greg e Moa.
“Ora tocca a te, dai mettiti a pecora che voglio vederti impazzire.” mi disse con uno sguardo che non le avevo mai visto, tanto era carico di lussuria.
“Eccoti accontentata.” le risposi girandomi.
Mia madre mi aprì le chiappe ed iniziò a leccarmi intorno al buchetto facendo cerchi sempre più piccoli, sino quasi ad infilarmi la lingua dentro il retto, ma quando provai ad allungare una mano sulla mia passera lei me la fece ritirare dandole un piccolo schiaffo.
“Non ci provare neanche ! Voglio essere solo io a farti godere.” mi disse facendomi rimettere con le mani davanti alla testa.
Lei riprese quel delicato lavoro di lingua, al quale ben presto affiancò quello di due dita che faceva scorrere ai bordi del mio sesso, facendomi quasi un massaggio che mi mandò ben presto fuori di testa.
Quando le due dita m’entrarono dentro inarcai tanto la schiena che mi feci quasi male da sola, ma allo stesso tempo provavo un piacere così intenso da non farmi capire più nulla.
Presi a dire frasi senza senso, che lei ovviamente non considerò in alcun modo, sino a quando ebbi un orgasmo di tale violenza, che finii sdraiata sul letto senza fiato e forze, come mai mi era accaduto con una donna.
Mia madre però non aveva nessuna intenzione di darmi un minimo di tregua, così si sdraiò al mio fianco per passarmi una mano fra le chiappe, mentre mi dava dei piccoli baci sul collo e sulle spalle.
“Se vuoi che faccia qualcosa mettiti sopra perché non ho proprio la forza di muovermi più di così.” le dissi dopo essermi girata in modo di trovarmi pancia all’aria.
“Come vuoi tu però mi sembri quasi una vecchia.” mi rispose ridendo mettendosi sopra di me.
Non so perché, ma il ritrovarmi la passera di mia madre davanti alla faccia, mi fece ritrovare nuove energie, così mentre lei cominciava a baciarmi la mia, io allargai le grandi labbra della sua per metterci la lingua dentro, e gustarne un’altra volta il dolce sapore.
Dopo quel primo impetuoso rapporto, nessuna delle due aveva la minima intenzione di replicare in quel modo, così iniziammo un lungo sessantanove dove era forse più importante dare piacere che riceverlo, ma senza mai avere fretta di far venire l’altra. Ogni tanto una delle due si fermava come se volesse godere ancor di più della lingua dell’altra, o forse solo per riprendere fiato, col risultato che fu come annullare il tempo avendo così un picco del piacere forse non intenso come il primo ma non per questo poco appagante.
“Ce l’hai un cazzo finto ?” mi domandò con la stessa naturalezza con quale si chiede il sale a tavola.
“Sì certo, ho anche uno strap-on se t’interessa il genere.” le risposi sperando che volesse usare proprio quello.
“Certo che sì ! Dai prendilo e indossalo subito, ho proprio voglia di vedere come mi fotte mia figlia.”
L’idea di scopare mia madre m’eccitò a tal punto che quasi m’incastrai con le cinghiette dello strap-on, ma una volta che finii d’indossarlo le fui subito sopra iniziando a baciarla con nuova passione.
Lentamente scesi prima sul seno, poi sull’ombelico che riempii di baci, per finire in mezzo alle sue gambe, trovando la passera che era un vero e proprio lago di dolcissimi umori. Mi fermai così tanto a lungo a leccare tutto ciò che fuoriusciva dal suo sesso, che quasi dimenticai d’avere quella protesi legata ai fianchi, ma quando fui sazia della sua eccitazione, m’alzai per puntarle dritta la punta del fallo verso la fica.
Anche se avevo usato ben poche volte lo strap-on, riuscii a prendere subito un buon ritmo, ma quello che più mi dava piacere era il veder godere mia madre sotto di me, sapendo che ero proprio io a farla gemere in quel modo.
“Sì continua così sei meglio di tanti uomini.” mi disse fra un bacio e l’altro.
“Sei tu che non hai rivali.” le risposi cercando di spingere con un po’ più di forza, ma con scarsi risultati.
“Adesso mettimelo nel culo, voglio essere tutta tua.” mi chiese sorprendendomi non poco, ma del resto c’era ben poco di normale in quello che stavamo facendo.
Mi sistemai meglio in ginocchio e le misi un cuscino sotto le chiappe, in modo d’avere il suo buchetto più o meno all’altezza del fallo, che era tanto ricoperto dal suo piacere da essere fin troppo lucido.
Quasi con timore cominciai a sodomizzarla, avendo fin troppa paura di farle del male, mentre lei voleva solo godere con tutta sé stessa.
“E’ così che gli uomini te lo mettono nel culo !” mi disse rimproverandomi per la mia eccesiva delicatezza “Perché a me piace sentire il cazzo che mi sfonda quindi cambia registro e fammi godere.”
A quel punto non mi rimase che afferrarla saldamente per i fianchi ed iniziare a spingere con tutta la forza che avevo, ben sapendo che non avrei più potuto tornare indietro.
“Va bene così mammina ?” le domandai con non poca ironia “Scommetto che papà non t’hai inculato in questo modo, ma del resto l’hai detto tu che a letto era un disastro, mentre a te piace il cazzo e che sia grosso e possibilmente nero.”
“Sì hai ragione sono una porca che ama il cazzo, quindi scopami a fammi godere.” mi rispose quasi stizzita.
“Certo che ti scopo, voglio proprio vedere quanto sei sfondata e se mai dirai basta.”
Non so per quanto tempo andò avanti quell’osceno balletto, con lei che gemeva per il piacere, ed io che la insultavo mentre mi comportavo come un vero stallone, se pur con tutti i limiti del caso.
Alla fine lei venne senza alcun preavviso, accasciandosi sul letto priva di forze, ma appagata come credo ben poche altre volte, con un sorriso perverso che era tutto un programma.
“Cazzo mi hai distrutta.” furono le prime parole che riuscì a dire “Quindi se vuoi godere devi fare da sola perché io sono fuori gioco.”
“Non importa tanto ho goduto con te.” le risposi togliendomi lo strap-on “E sinceramente sono un po’ a pezzi anch’io.”
Rimanemmo a parlare a lungo, soprattutto della mia scarsa vita sentimentale sino a quando non decise di rivestirsi e tornare a casa sua.
Da quella sera non abbiamo più fatto sesso insieme, ma quella rimane una delle esperienze più sconvolgenti della mia vita, ancor più grande dell’averla vista con due ragazzi, se non altro perché ero stata solo io a farla godere.



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Categorie: Incesti Lesbo
Tag: Genovesi