Sono etero, ma da quando ero un adolescente avevo sempre fantasticato di prendere un bel cazzo in bocca, di fare un pompino, ero curioso circa il sapore della cappella, della sborra. Non mi attiravano maschi palestrati o bellocci, ma il mio pensiero era rivolto a maschi maturi, non belli, pelosi, panciuti, unica qualità che mi eccita è che devono essere porci, decisi e molto pervertiti.
Dopo anni in cui non avevo mai osato fare avances sessuali ad un altro uomo, un giorno, per scherzo, pubblicai un annuncio su un sito di incontri e, nella categoria “uomo cerca uomo”, feci la mia richiesta titolandola: “Faccio pompini con ingoio”.
Mi arrivarono decine di richieste di informazioni da parte di uomini interessati, ma una mi colpì assai più delle altre. Era la risposta di un uomo di 48 anni, che si definì con barba, capelli cortissimi, moro ma soprattutto, dotato di un cazzo da vero toro. Capii immediatamente di avere a che fare con un gran porco, un assatanato di bocche calde, senza distinzioni – a suo dire - se fossero femminili o maschili, purché lo facessero sborrare senza disgusto o indecisioni dell’ultimo momento, insomma era alla ricerca di una bocca golosa e decisa.
Abitiamo in città diverse, per cui all’inizio, lavorando ambedue, non potemmo incontrarci subito, ma di comune accordo, cominciammo a socializzare un pochino. Lui mi disse di essere assai eccitato dal mio annuncio e, dopo che gli dissi di non volere rapporti anali ma solo orali, disse che desiderava che gli facessi una pompa con ingoio e così cominciò ad inviarmi foto e video del suo attrezzo che era meraviglioso, ogni giorno mi scriveva che il suo desiderio era di venirmi in bocca, di farsi fare una pompa da me.
Dalle foto e dai video che mi manda tuttora ogni giorno, potei capire che era un maschione virile, con le parti intime depilate, cazzo completamente scappellato, coglioni grandi e gonfi e con la cappella, wow, una cappella incredibilmente eccitante, scura, grossa, dura, lucida, dai contorni definiti a classica testa di fungo. Inoltre mi diceva cose sconce, volgari e, se da un lato questo mi infastidiva portandomi a non voler quasi rispondergli più, dall’altro lato mi eccitava tantissimo, mi faceva perdere la testa, mi faceva sentire sporco, depravato, maiale per cui gli davo sempre più corda, se non mi scriveva lui, provvedevo a farlo io, lo stuzzicavo mettendolo al corrente di non vedere l’ora di sparargli un gran pompino con ingoio.
Al pensiero di ciucciare quel grosso cazzo venivo colto da una specie di disgusto, ma era proprio questa sensazione ad eccitarmi sempre di più, inspiegabilmente il disgusto, il ribrezzo per l’atto ripugnante (ciucciare il cazzo non è mai facile per un maschio etero…) che mi accingevo a fare, aumentavano la mia voglia di farlo, ne divenni sempre più ossessionato, ci pensavo in continuazione.
Finalmente arrivò il giorno del fatidico primo incontro. Ci mettemmo d’accordo ed io ero emozionatissimo oltre che eccitato in maniera incredibile, Durante il percorso che mi distanziava da lui, mi rendevo conto che ero cascato tra le grinfie di un vero porco che, col suo cazzone gigante, mi avrebbe massacrato di sborra e molte volte fui tentato di svoltare e non andare all’appuntamento, ma ero troppo eccitato, mi sentivo elettrico e “vivo” al pensiero di quello che mi accingevo a fare. E fu proprio mentre pensavo a tutto ciò, che grazie alla posizione che mi aveva inviato su whatsapp, arrivai al capannone industriale situato fuori mano, molto isolato, dove dovevo finalmente fargli il (primo) pompino.
Timidamente, con le mani sudaticce e un po' tremanti, verso le 22, lo chiamai dicendogli che ero arrivato e dopo poco mi aprì ed entrai. Ci squadrammo ambedue, lui era alto, di corporatura massiccia, un po' di pancetta, barba nera e capelli rasati. Aveva alcuni tatuaggi sulle braccia. Lui mi guardò e disse che avevo una bella bocca carnosa. Wow…. Mi fece eccitare ancora di più fino al punto che non vedevo l’ora di lavorarmelo di bocca, sapeva farci il porco, indubbiamente.
Ci accomodammo in una stanzetta adiacente dove c’era un divano sul quale ci sedemmo uno affianco all’altro a parlare.
Cominciò a dirmi che aveva sognato tanto il nostro incontro e che era molto eccitato, mentre io ero ancora un po' timido e non sapevo cosa dire o fare. Poi improvvisamente, avendo voglia di fare un pompino, fui proprio io a rompere il ghiaccio, appoggiando una mano sulla sua patta e cominciando ad accarezzargli volgarmente il cazzo e avvertendo un rigonfiamento bello tosto. Vedendo che lui mi guardava in faccia, abbassai lo sguardo sulla mia mano sulla sua patta.
“Spogliati, completamente nudo” – mi disse – ed io ubbidii rimanendo nudo. “Adesso spoglia me” – aggiunse – ed io ubbidii anche questa volta. Ora eravamo ambedue nudi, lui si alzò in piedi e cominciò a segarsi il grosso cazzo momentaneamente moscio. Guardavo come in estasi quella cappella che, nonostante non fosse ancora dura, era veramente enorme e che entrava ed usciva dal suo prepuzio, mordicchiandomi il labbro inferiore.
“Inginocchiati davanti a me” – mi ordinò con voce profonda e preso un cuscino dal divano, lo adagiò per terra per agevolarmi a stare inginocchiato. Ubbidii e mi ritrovai, nudo, col viso a pochi centimetri dalla sua cappella. Mi appoggiò una mano sotto al mento e cominciò a scoparmi delicatamente la bocca. Lo sentivo scappellarsi contro le mie gote quando entrava e, mugolando di piacere, presi l’iniziativa e cominciai a leccargli i coglioni. Li lappavo con piacere, me li portavo in bocca e li ciucciavo, leccavo i testicoli partendo dal basso. Poi passai all’asta, mentre lui lo scappellava, cominciai a leccare tutto il cazzo, avvertendo l’odore di uccello che mi eccitò tantissimo; cominciò a stantuffarlo nella mia bocca, lo scappellava ficcandomelo in bocca, faceva in modo che mi lambisse prima il lato sinistro e poi quello destro della bocca; inutile aggiungere che desideravo mangiarmi quella grossa cappella viola, volgare, turgida, eccitante all’inverosimile.
Notai che scappellava tantissimo e così dedicai la mia lingua alla parte estesa tra cappella e cazzo, girandoci con la lingua attorno per tutta la sua circonferenza, ciucciandola avidamente. Lo guardavo in faccia mentre mi lavoravo di lingua quel cappellone gigante. Lui godeva tantissimo e mi reggeva la testa all'altezza della nuca.
Poi il porco cominciò a spingermelo in gola con sempre maggiore forza in un soffocone incredibile. Quando il suo grande cazzo mi riempiva la gola, mi bloccava per alcuni secondi con la mano dietro la nuca mentre io, colto dalla immancabile nausea e sintomi di vomito, facevo una fatica enorme per respirare, un paio di volte riuscii a far uscire la lingua da sotto muovendola e facendo godere ancora di più il maschio. Sbattevo le mani sulle sue cosce per farmi liberare dalla sua morsa, mentre rigagnoli di bava mi uscivano dalla bocca, scendendo sulla sua asta fino ai coglioni per poi cadere in terra dove si formò ben presto una chiazza nauseabonda.
Andammo avanti così per qualche minuto, io mi sentivo esausto con la mandibola e la mascella indolenzite, in ginocchio mi stavo beccando quell’enorme cazzo tutto in bocca, fino in gola con la cappella che vagava violenta nella mia bocca, turgida e durissima. Poi gli dissi di voler prendere io l’iniziativa, gli chiesi di sedersi sul divano ed io mi inginocchiai tra le sue cosce. Mentre lui teneva dritto il cazzo ormai durissimo, ripresi a giocherellare con i coglioni duri, mordicchiandoli, lappandoli con la lingua e risucchiandoli in bocca fino ad arrivare all’altezza del buco del culo. Avevo perso completamente la testa e mentre lui mi reggeva il mento con una mano mentre con l’altra reggeva il cazzo, con i piedi sollevati sulle punte per offrirmi al massimo il suo culo da leccare, roteavo la lingua sulla rosellina tentando di penetrarla con la punta della lingua, aiutandomi con un dito in un bel massaggio prostatico sapendo che così facendo lui godeva da matti e di conseguenza mi avrebbe riversato ben presto in bocca una bella e abbondante sborrata, la mia passione, lo sperma in bocca di cui amo il sapore.
Cominciai a lucidare la cappella, con slinguazzate intense la circondavo interamente e la leccavo, poi presi a ciucciarla con non poche difficoltà viste le dimensioni. Leccavo e ciucciavo la cappella con ingordigia, me la ficcavo in bocca che si deformava, poi presi ad andare su e giù nel classico pompino. Mugolavamo all’unisono ad ogni affondo in cui cercavo di inglobare l’intero cazzo in bocca arrivando ad ingoiarlo tutto fino al punto che il naso lambiva il suo addome. Nel frattempo gli accarezzavo delicatamente i coglioni e, guardandolo di tanto in tanto in faccia, notai che se la stava godendo alla grande. Infatti cominciai a sentire la cappella che vibrava nella mia bocca, e continuavo ad andare su e giù sul suo cazzo a ritmo regolare, sputandoci sopra lo riprendevo in bocca e quando risalivo, succhiavo in modo che la cappella uscisse dalla bocca con una specie di schiocco.
Lo stavo facendo impazzire letteralmente di piacere, mentre gli sparavo quell’indecoroso pompino. Mi chiedeva di non fermarmi ed io continuavo a pompargli il cazzo come se volessi mangiarmelo, con la lingua impazzita a giocherellare sulla sua cappella ormai dura come marmo, lucida, turgida, eccitantissima a vederla e succhiarla. Ovviamente ero consapevole che non avrebbe resistito a lungo, che gli stavo sparando una pompa magistrale, perfetta, da far resuscitare un morto. Ed infatti, con un urlo selvatico, prolungato venne: mi schizzò direttamente in bocca con forza e veemenza una bella dose abbondante di sborra calda, densa, appiccicosa. Mugolando di piacere intenso e laido, ingoiavo a mano a mano che mi schizzava in bocca, lui strillava di piacere mentre mandavo giù la sua sborra, sembrava non volesse finire più di eiaculare. Inutile dire che quando il cazzo uscì dalla mia vorace bocca, neanche una stilla di sperma era rimasta a sporcarlo; avevo ingoiato praticamente tutto, e quanto mi era piaciuto.
Di tanto in tanto ci incontriamo e lo rifacciamo, o nel capannone o nella sua auto, siamo diventati amanti segreti e godiamo da matti ambedue…
«Una pagina.... beh è la descrizione di un pompino con ingoio fatto ad un porco.... non lo prende nel culo, che problema c'è?»
«Hai scritto una pagina, ma in sostanza hai fatto solo un pompino, io con quel cazzo che descrivi avrei voluto molto di più, la prossima volta fatti rompere anche il culo..»
«Ciao Giovanna, sono fiero di questo fatto! Ti ringrazio! Mi sono registrato su Erotika....»
«Ciao, abbiamo trovato il tuo racconto scritto bene e molto eccitante, lo riproporremo su erotika.app la nostra nuova biblioteca dedicata esclusivamente ai racconti erotici di qualità. Naturalmente verrà citato il tuo nome e il titolo originale. Ti invito a iscriverti, ti aspettiamo! Giovanna Esse. »