(continua da "La svolta")

Nei mesi successivi avviammo la filiale italiana, facendola crescere velocemente fino ad avere un team di 10 persone a tempo pieno. Io svolgevo praticamente le funzioni di direttore generale visto che Patricia, il CEO ufficiale, in ufficio si vedeva raramente. Lavoravamo ancora molto insieme, ma spesso in teleconferenza visto che lei abitava a Londra ed io viaggiavo molto tra Milano, Bologna e Roma, raggiungendola in Inghilterra di tanto in tanto per sbrigare insieme alcuni affari.  Uno di questi viaggi fu a marzo, in occasione del suo compleanno. Aveva organizzato una festa, del tipo che già sapete che non mi piceva, dove decine di persone in tiro erano interessate più a sapere che lavoro fai piuttosto che chi sei. Però non potevo mancare al compleanno di Patricia. Si teneva in una villa di campagna di proprietà di suo padre, a nord di Londra, dove lei era solita passare parte dell’estate quando era piccola. Me ne aveva parlato, ma non immaginavo di trovarmi di fronte ad una tenuta di quel tipo, con una specie di castello nel centro di un parco. Una cosa da film, tipo piccolo lord.
Quando arrivai lei mi venne incontro sorridendo come sempre e mi gettò le braccia al collo chiamandomi tesoro e salutandomi in inglese nonostante parlasse benissimo l’Italiano. Poi mi baciò sulla bocca. Le piaceva creare scompiglio tra gli invitati che si chiedevano chi fossi. La loro curiosità venne soddisfatta prestissimo perchè iniziò a presentarmi tanta gente, introducendomi loro come il nuovo amministratore delegato della filiale italiana. Seppi così della mia promozione.

Devo ammettere che la festa non era poi così noiosa come mi aspettavo. Incontrai diverse persone interessanti, ne conobbi meglio altre che avevo incontrato nel nostro ufficio locale. Il cibo era decisamente buono, e il vino fantastico. Non sembrava nemmeno di essere in UK se non per la quantità di alcol che scorreva nei bicchieri. Più tardi Patricia mi raggiunse e volle farmi visitare la villa. Salimmo lo scalone che portava ai piani superiori e che era chiuso agli invitati da un cordone rosso. Le stanze erano strabilianti, tutte arredate in stile con mobili d’epoca che, pensai, essere originali. Mi fece vedere la sua camera da letto, al terzo piano. Sembrava quella di una regina. Al secondo mi colpii molto la sala con il camino e il biliardo, dove immaginai dei gentlemen sorseggiare brandy o del whisky torbato mentre fumavano sigari e discutevano di affari. Poi tornammo al pianterreno 
– Vuoi vedere una cosa incredibile?   Mi disse sorridendo e con gli occhi che le brillavano. 
– Certo. Come si può rifiutare un invito così? Mi prese per mano e mi trascinò in un piccolo studio pieno di libri. Armeggiò con la vecchia libreria e... click. Si rivelò una porta nascosta. Accese la luce e comparve una scala a chiocciola, piuttosto stretta e alta. La percorremmo e, allo scatto di un altro meccanismo, ci ritrovammo nuovamente al terzo piano, nella sua camera. Eravamo entrati da dietro al grande specchio che ornava la parete di fianco al letto. 
- Ti piace?
- Non avrei mai immaginato di percorrere un passaggio segreto... sembra di essere in un film
Rise di gusto
- Si! Per una bambina era più come essere in una favola. Ma qui ne devono essere successe di cose... si dice che il passaggio servisse al padrone di casa per raggiungere di nascosto le sue amanti, che ospitava qui.  
Mi guardò con aria maliziosa, e poi mi abbracciò
– Sono contenta che tu sia qui. Sono certa che ti divertirai.  
 – Si, ho già conosciuto della gente simpatica.  
– Hai visto anche Claire? 
 - Claire chi?  Si riferiva alla direttrice di una delle banche a cui ci appoggiavamo.  Io l’avevo incontrata solo 2 o 3 volte per affari ma sapevo che loro si frequentavano anche nel tempo libero. Era una donna davvero bellissima, anche se non proprio il mio tipo. Alta, un fisico perfetto, mora con i capelli lunghi e dritti, sempre vestita elegantissima e con dei tacchi vertiginosi. 
– Si, me la ricordo. Perchè?   
- Vuole scoparti   mi disse con il suo modo di fare spiazzante.  
- Portala qui, usa il passaggio dello studio. Le piacerà. 
Patricia aveva la rara abilità di confondermi e lasciarmi inebetito. Mi prese per mano e mi riportò nello studio. Tornammo tra gli ospiti e lei si mise subito a cercare Claire per poi farci incontrare. Quando la vidi quasi non la riconobbi. Indossava una camicetta molto scollata che lasciava ben vedere un decoltè molto generoso sopra una gonna molto attillata e piuttosto corta ma non cortissima. Ci salutammo e chiacchierammo un po’, poi ci dividemmo. Non mi sembrava così interessata. Pensai ad una delle solite uscite di Patricia. 
Fu lei a riattaccare bottone dopo un po’. Mi chiese dell’Italia, di come stava andando, complimentandosi per il mio nuovo incarico. Finimmo a parlare di vino e io a spiegarle che magnifici tour potrebbe fare tra piemonte, lombardia e veneto. Intanto sorseggiavamo dell’eccellente champagne, che da Patricia non mancava mai. Un DJ comparve all’improvviso, rovinando la nostra conversazione con della musica decisamente troppo alta per i miei gusti. 
– Andiamo in un posto più tranquillo  disse lei. Il portico qui fuori?
- Ok per il posto più tranquillo, le risposi, ma per noi italiani fuori è troppo freddo. Aspettami un attimo.
Andai in cucina, presi una bottiglia di champagne intera e la raggiunsi. Sgattaiolammo nel piccolo studio dove stappai lo champagne per brindare alla pace ritrovata.
 – Mi piace molto questo posto.  Sa di avventura, di mistero... con tutti questi libri, queste vecchie mappe appese ai muri... non trovi?
Sorrise. Un sorriso bellissimo. 
- E tu ti trovi qui, da sola, con un italiano e una bottiglia di champagne.  Potrebbe essere pericoloso.    
- O eccitante.... disse lei con uno sguardo malizioso che mi fece sussultare.  Parlavamo a bassa voce, stando molto vicini. Da come ci stavamo guardando avevo capito che Patricia ci aveva azzeccato. Le passai un braccio intorno alla vita tirandola verso di me
– Ti eccita il mistero?  
- E a chi non piace?  
- Allora questa notte sarà molto eccitante mia cara. Le dissi appoggiando il mio bicchiere e facendole posare il suo. 
– Vieni com me. Indietreggiai molto lentamentefino alla libreria, tenendola stretta. Poi scivolai dietro di lei, appoggiandomi al suo corpo, e passando entrambe le braccia sotto le sue. Mentre lo facevo con i pollici avevo percorso il profilo del suo seno, mentre la sua testa si era chinata all’indietro. Le scappò un gemito.
-Guarda.  Dissi mentre raggiungevo il meccanismo della libreria facendolo scattare e rivelando l’ingresso del passaggio nascosto. Si irrigidì un attimo, poi si voltò a guardarmi con un’espressione stupita. Le sussurrai all’orecchio 
– Te l’avevo detto che stasera sarà molto eccitante. Noi italiani siamo magici. 
Rise sollevando una mano e passandomela tra i capelli. Le baciai il collo 
– e pericolosi, aggiunse. 
-Non sai ancora quanto... 
Si girò rimanendosi appiccicata al mio corpo. La sua mano sinistra mi accarezzò il volto mentre lei si stringeva a me iniziando a leccarmi l’orecchio. Si scostò leggermente per permettere all’altra mano di tastare il rigonfiamento dei miei pantaloni e mi disse
- Allora scopriamolo. Ed entrò nel passaggio. La seguii e ci ritrovammo nella camera da letto.
La spinsi verso il muro ed iniziai a baciarla con passione mentre le infilavo una mano sotto la gonna. Portava delle autoreggenti, quindiarrivai subito alle sue mutandine che erno già umide. Le scostai e iniziai a masturbarla mentre lei cercava di slacciarmi i pantaloni. Ci riuscii e nel calarmeli si mise in ginocchio e me lo prese in bocca. Era meravigliosa mentre me lo succhiava. Lo faceva sparire fino in gola, poi lo leccava guardandomi negli occhi per poi tornare a succhiarmelo. La feci alzare. Non volevo venire subito e se avesse continuato così non avrei resistito a lungo. Ora aveva la gonna completamente alzata, intorno alla vita. Le avevo aperto la camicia e slacciato il reggiseno per raggiungere le sue tette meravigliose che avevo preso in mano. La portai verso il letto e nel percorso lasciai cadere giacca e camicia. La feci piegare in avanti, con le mani sul letto ma ancora in piedi davanti a me, e le spostai il perizzoma penetrandola. Aveva un culo fantastico e non resistetti dallo schiaffeggiarlo. Cambiammo posizione e io finii di spogliarla. Era davvero bellissima, perfetta e incredibilmente eccitata. Mi sdraiai sul letto e lei mi salii immediatamente sopra, guidando con la mano il mio cazzo per riuscire ad impalarvisi, cominciando poi a muoversi lentamente. Aveva gli occhi chiusi mentre gemeva, con la bocca leggermente socchiusa, la schiena inarcata all’indietro e le mani sulle mie cosce che usava per aiutarsi mentre saliva e scendeva sulla mia verga. Io le stringevo il seno pieno e sodo. Lo specchio di fianco al letto mi permetteva di vedere la scena da una angolazione diversa, molto eccitante. Fu a quel punto che mi accorsi che lo specchio era spostato e che qualcosa si muoveva nel buio del passaggio segreto, dove tra l’altro avevamo lasciato la luce accesa presi dalla foga ed ora era spenta. Ed ero certo di aver richiuso la porta. C’era evidentemente qualcuno che ci osservava e che ora si era accorto di essere stato sorpreso. 
Lo specchio si scostò e Patricia entrò lentamente nella stanza.
Io mi bloccai. Claire si fermò solo un attimo, lanciò uno sguardo a Patricia che si stava evidentemente masturbando, si sfilò dal mio uccello che aveva perso vigore e, indietreggiando leggermente, iniziò a succhiarmelo come se nulla fosse successo. Patricia si spogliò completamente e, quasi ipnotizzata, si mise dietro alla sua amica iniziando a toccarle il culo, per poi avvicinarsi di più facendo sparire il suo viso tra le gambe di Claire che iniziò a godere rumorosamente. Mi tornò duro come il marmo. Scostai Claire e cercai di andare di nuovo dietro di lei, dove c’era Patricia. Mentre mi spostavo le due ragazze si misero in ginocchio l’una di fronte all’altra e iniziarono a baciarsi con passione, quasi io non esistessi più. Poi Patricia allungò una mano ed inizò a segarmi. Si chinò su di me e me lo succhiò per qualche secondo, poi si staccò e prese Claire per i capelli tirando la sua faccia verso le sue gambe aperte e la sua figa bagnata. Poi mi guardò con uno sguardo assatanato e mi disse
- Scopatela! Aprile il culo!!   Riempile il culo e falla godere come una troia
Gridava ed ansimava mentre Claire la leccava e la penetrava con tre dita.

Patricia era ora sdraiata con le gambe completamente aperte. Si toccava il seno con una mano mentre l’altra teneva la testa di Claire, che era in ginocchio davanti a me, contro il suo sesso. Claire si reggeva con la sinistra mentre vedevo la sua mano destra muoversi furiosa sul suo clitoride. Il suo culo perfetto era aperto, davanti a me. Mi sputai su una mano e la passai sulla sua rosetta. Poi iniziai a penetrarla. Il mio cazzo penetrò facilmente e cominciai a pomparla, eccitato dai gemiti delle due donne. Non riesco nemmeno a descrivere l’energia sessuale che c’era quella notte, in quella stanza.  
Ricordo ancora Patricia che quasi piangeva mentre ripeteva “yesss, yesss, yesss”, e ricordo Claire, come godeva e come di tanto in tanto si girava verso di me con uno sguardo quasi supplichevole e mi chiedeva di riempirle il culo,  per poi girarsi a leccare ancora la sua amica. Le venni dentro, urlandole in un italiano che quasi sicuramente non capiva che era una troia. Poi la presi di nuovo per i capelli e la tirai verso di me, baciandola e stringendo le sue tette magnifiche. Patricia aveva aprofittato di un momento in cui io e Claire eravamo presi da noi soli per scendere dal letto. La vidi raccogliere in fretta i suoi vestiti ed uscire nuda dalla camera atraverso la porta principale. Rimasi abbracciato a Claire nel letto pensando a come quelle due si fossero accordate e avessero messo in piedi quella recita perfetta per creare una situazione così eccitante. Mentre le accarezzavo i capelli mi disse
- Avevi ragione. Non immaginavo una serata così... Tu e la tua amica siete dei veri porci. E mi sorrise.

Più tardi tornammo alla festa usando la scala a chiocciola. L’incontro con Patricia fu come sempre surreale. Mi ringraziò del bel regalo di compleanno, come se fosse stata una mia idea, e poi mi confessò di sapere da tempo che Claire era bisex, ma che tra loro non era mai accaduto nulla prima. Poi mi disse anche che Claire era una da una botta e via, che nulla sarebbe mai più successo con lei. Stavolta non ci azzeccò, almeno non del tutto. Poche settimane dopo Claire mi raggiunse in Italia per un lungo fine settimana passato visitando alcuni produttori di vini e facendo l’amore. Fu meraviglioso. Poi sparì. La rividi poche altre volte, per lavoro, nel suo ufficio. In banca aveva quell’aria gelida che all’inizio mi aveva fatto dire che non era il mio tipo. Poi la ritrovai per puro caso una sera in un locale di Londra. Passammo un po’ di tempo insieme e mi chiese, visto che era molto tardi di notte, di accompagnarla alla macchina che teneva nel suo parcheggio privato in ufficio. Me la scopai sul cofano.  Ogni tanto ci penso ancora.

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Categorie: Trio Lesbo Etero