Tratto da:
Ciondolo d'oro: storie di un rent boy | qualunque cosa per il tuo piacere
di Bacchio Pilone
urly.it/3tk5t
Le giornate d’estate scorrevano lente, tra il caldo appiccicoso e le notti insonni. La sera uscivamo a prendere un po' di fresco nella piazza principale della città, un gelato o una granita e poi a casa per la notte bollente. Il sabato e la domenica organizzavamo una giornata in piscina o al fresco, nella montagna vicina. Insomma tutto scorreva normale e quasi immobile sia per me che per i miei amici. Una sera di queste mia madre mi comunica che, per una settimana, verrà a farci visita una sua cara amica che non vede da dieci anni e che è sua intenzione farla dormire in camera mia, mentre io mi sarei trasferito in una stanzetta al piano terra, praticamente il sotto scala della palazzina in cui abitavamo. Io acconsentii, forse avrei dormito meglio. Arriva Simona, una signora molto magra e con alcuni tatuaggi sparsi per il corpo. “Ciao Bacchio, tua madre mi ha detto che mi avresti accompagnata in camera, così sistemo le mia quattro cose che ho in valigia e mi faccio una doccia che fa un caldo che si muore.” Le presi la valigia e l’accompagnai su per le scale fino alla camera. “Ecco Simona, se hai bisogno di qualcosa fammi un fischio.”
Me ne andai in cortile, visto che non potevo stare in camera mia per quella settimana. Dopo mezz’ora mi sento chiamare da Simona che mi chiede se avessi voglia di accompagnarla in centro poiché voleva acquistare qualcosa. L’accompagnai volentieri e, lungo la strada, prendiamo un po' di confidenza. “Sai che io e tua madre siamo più che sorelle, siamo cresciute insieme fin da appena nate. Quando nascesti fui la prima a vederti e mi stupii del tuo grosso pisellino. Ancora qualche volta lo racconto ai miei amici. Mai visto un neonato con un grillo tanto grosso.” E fece una risata.
Simona acquistò un vestitino a fiori colorati e qualcosa da mangiare ed io l’aiutai a portare la spesa a casa. Quando arrivammo mi ringraziò e mi dette un bacino sulla guancia, dicendomi che ero stato molto carino ad accompagnarla. La sera cenammo nel terrazzo e poi io uscii con i miei amici per il solito giretto della piazza eccetera. Tornai verso mezzanotte, le luci erano spente e pensai che mia madre e Simona fossero già a letto. Mi recai nel mio sottoscala e, con grande sorpresa, trovai Simona sdraiata sulla mia brandina, in mutande e reggiseno. “Tua madre mi ha detto che ti eri spostato qui per far posto a me nella tua camera. Se vuoi resto io qui e tu vai di sopra.” “No io dormo volentieri qui, c’è anche più fresco” - ribattei. “Come sei carino e dolce Bacchio, mi sento un po' in colpa con te.” Io intanto mi ero tolto le scarpe e stavo per spogliarmi, ma tentennai visto che c’era lei nella stanza. “Spogliati pure non ti preoccupare, vedo uomini nudi tutti i giorni, faccio l’infermiera! E poi ricordati che sono stata la prima a vederti tutto nudo…sorrise. Ti è cresciuto quel grosso pisellino che avevi?” disse all’improvviso. Intanto mi ero tolto pantaloni e maglietta e il mio ciondolo si vedeva bene anche in penombra. “Vieni qui” - mi disse – “fammi vedere, devo pur ripagarti per lasciarmi dormire in camera tua.” Mi avvicinai e lei mi abbassò le mutande, constatando che il pisello era cresciuta da quando l’aveva visto lei. Cominciò a baciarlo, dalle palle fino alla cappella. Baci delicati e numerosi che mi fecero eccitare a dismisura. Poi mi fece voltare, mi allargò le natiche e mi leggo con avidità il buco del culo, mentre con la mano continuava a massaggiare il cazzo. Mi sedetti sul letto e lei, dopo essersi tolta gli indumenti intimi, mi salì sopra infilandosi l’uccello dentro alla fica eccitata. Si muoveva talmente bene che stavo per venire, ma riuscii a trattenermi. Venne e dopo aver goduto si calmò, riprese il cazzo con le dita e se lo infilò su per il culo, gemendo e masturbandosi. Venne ancora, sudata fradicia. Poi si tolse il pisello dall’ano e si mise a ciucciarlo voracemente, prendendolo tutto in bocca fino alle palle. Venni copiosamente e lei deglutì tutto con soddisfazione.
Poi mi guardò e sorrise “Mi marito mi chiamava gola profonda, amava farsi fare i pompini, ma poi mi ha lasciato lo stesso, quello stronzo. Diceva che ero troppo troia e pensava che gli mettessi le corna…in effetti aveva ragione, l’ho cornificato per bene.” Rise. La mattina seguente sentii mia madre che usciva per andare al lavoro, salutando Simona dopo aver fatto colazione insieme. Qualche minuto dopo sentii bussare alla porta. Era Simona che mi aveva portato un caffè e un cornetto alla crema. La ringraziai e lei, per tutta risposta, mi ficcò la lingua in bocca, sapeva di caffè. Poi, senza dire niente, mi abbassò le mutande e scappellò il glande. Prese la brioche, l’aprì e, con il dito, mise la crema sopra alla cappella pulsante, leccando il tutto con ingordigia. Poi mi disse di fare colazione. Mi alzai seduto sul letto mentre lei mi porgeva caffè e cornetto si mise con la testa fra le mie gambe e prese in bocca il cazzo ancora un po' sporco di crema. Per me fu un modo di fare colazione che non avevo mai provato. Ciucciò a lungo il pisello, ma non riuscivo a venire poiché non avevo ancora pisciato. Quando le dissi che dovevo andare in bagno, altrimenti non avrei mai sborrato, si offrì di accompagnarmi. “Ti va di pisciarmi addosso?” mi chiese all’improvviso. Io accettai e lei piegò la testa all’indietro dentro alla doccia, in silenzio e in religiosa attesa. Dopo qualche minuto il pisello si rilassò e venne fuori un fiotto di pipì che colpi Simona dentro alle narici e nella bocca aperta. Lei ingoiò e io continuai a pisciarle copiosamente addosso, inzuppandole i capelli e facendole bere una buona quantità di urina. Rimanemmo dentro alla doccia. La scopai e la inculai potentemente fino a che terminammo la scopata con un bel pompino.
Facemmo la doccia lavandoci a vicenda. Di tanto in tanto mi baciava e mi accarezzava dicendomi, “il mio piccolo grande Bacchio.”