L’amica di Patù


Presi ad uscire con un amico, insieme facevamo il giro con la sua macchina sportiva con targa tedesca, arrivavamo sino a leuca con il classico giro sulla passeggiata.


Essendo dei bei ragazzi le ragazze e non solo si giravano a guardarci, sul lungomare beccammo due signorine niente male, ovviamente le invitammo a fare un giro seguendo la litoranea, accettarono e le facemmo un po’ spaventare con la guida veloce.


Ci fermammo a Tricase Porto per prendere un gelato al bar e continuavo a guardare quella che sembrava la più giovane, non era proprio niente male, Giovanna il suo nome, mentre mi parlava di se continuavo a guardarle le tette, era più forte di me.


Se ne accorse e portando le braccia in petto le nascose dicendo


Giovanna - “Smettila”


Mi scusai e tornammo a parlare, ma ormai il tarlo era presente e rosicchiava la mente, quella sera non combinammo niente ma lasciandole vicino alla loro macchina fissai un appuntamento per la sera successiva, sarei passato vicino casa a Patù.


La sera successiva all’orario prestabilito passai più volte dal luogo dell’incontro, niente, non si vedeva, dopo circa un’ora ero in procinto di andare via, quando la vidi sbucare da dietro una siepe, aprì la portiera e si infilò al volo dentro l’auto.


Giovanna - “Devi scusarmi ma il mio fratellino non mi mollava, ho dovuto giocare con lui a nascondino per potermi nascondere”, inaspettatamente si avvicinò e mi dette un bacio sulla guancia.


Si ricompose e si sedette composta sul sedile, mentre eravamo in viaggio verso Leuca disse


Giovanna - “Senti, io non so come sei abituato tu, o meglio lo so benissimo, ma sappi che io non mi sono mai tolta i pantaloni e non ho intenzione di togliermeli con te”


Antonio - “non c’è problema, riusciremo comunque a divertirci”,


Giovanna guardandomi rispose “Seeeeeeee”.


Giunti a Leuca proseguii sulla litoranea, avevo adocchiato un posticino niente male, mi diressi al promontorio e parcheggiai.


Giovanna - “Perché ti sei fermato? che intenzioni hai?”


Nella mia spontaneità risposi “Ho intenzione di baciarti”


Giovanna - “E perché dovremmo farlo”


Misi in atto tutte le tecniche acquisite e anche per quella occasione avevo la risposta pronta e dissi “per il semplice fatto che devi sapere che in un rapporto di coppia non è tanto il sesso che è importante, quanto la chimica.


Giovanna – “In che senso”


Le spiegai che tra due persone se ci deve essere qualcosa, quella cosa prevalentemente accade se chimicamente le due persone avviene la reazione chimica, Odori, sapori e calore suscitano nell’altro l’interesse, se questo interesse non c’è e meglio che ognuno vada per la sua strada.


Sembrava stregata, era rimasta ad ascoltare senza proferire parola, concludendo le dissi “ora se ti va ti avvicini e ti lasci baciare, altrimenti ti riaccompagno a casa e amici come prima”


Senza fiatare si sporse e avvicinò le sue labbra alle mie, la avvicinai a me e incominciai a baciarla, la sentivo intimorita, la sua lingua cercava la mia, si lasciava accarezzare i capelli, ma quando cercavo di toccare i suoi seni si irrigidiva.


La situazione mi eccitava, ma, allo stesso tempo quella ragazza mi faceva tenerezza, poi scattò in me la parte animale, quando sembrava volesse capitolare, si ritraeva.


Trascorsi circa 30 minuti, la guardai e con sempre quella faccia da Cazzo che mi ritrovo le dissi “non so tu come stai messa? ma a me cominciano a farmi male le palle” mi guardò attonita e mi disse “ed io cosa posso farci?” guardandola le dissi “Ma tu non sei mai stata con un ragazzo?” “Si, ma non ci ho mai fatto sesso”


Antonio  – “non hai mai visto un cazzo?”


Giovanna – “Si”


Antonio  – “E quindi come ti sei regolata?”


Giovanna – “In che senso?”


Antonio – “Semplice lo hai lasciato duro?” Giovanna arrossì baciandomi, slacciai i pantaloni, presi la sua mano e le feci sentire il mio cazzo duro, le indicai di prenderlo e lasciai a lei l’iniziativa.


Comincia a strusciare la mano sul cazzo, lo circonda con le dita tirandolo su e giù delicatamente, con il pollice accarezza il prepuzio raccogliendo una gocciolina e strofina con il pollice tutta la cappella, scende accarezzando tutto il cazzo dalla parte posteriore sino alle palle, torna su con le dita e ricomincia a segarmi.


Ha delle mani stupende, le unghia curate, cerco di infilare la mano tra le sue cosce ma lei stringe e mi impedisce di toccarle la figa anche da sopra i pantaloni, opto per il suo culetto, indossa un paio di pantaloni di fustagno che lasciano poco emergere le sue forme o il tipo di mutandine che indossa.


Niente, risalgo con lamano sul suo bacino arrampicandomi con la mano le accarezzo la schiena, salgo sulla nuca cercando di spingerla a prendermi in bocca il cazzo, niente, non molla non cede.


Rassegnato e ormai eccitato le chiedo di non fermarsi e vengo nella sua mano posta a ricevere il mio piacere, prende dei fazzolettini, si pulisce mentre io mi ricompongo e torniamo a baciarci.


Poi si accorge che si è fatto tardi e la riaccompagno. Nei giorni successivi con la scusa di impegni di lavoro mi defilo, mi aveva fatto sì una sega con i fiocchi, ma una sega rimane sempre una sega, lascia il tempo che trova.


Fisso un appuntamento nel pomeriggio di venerdì in modo da avere più tempo e vedere come la storia si evolve.


Il venerdì successivo arrivo all’appuntamento e lei è già lì che aspetta, (va bene, almeno non mi fa fare la ragnatela come l’altra volta), noto che indossa sempre un paio di pantaloni ma questa volta erano di un tessuto più leggero.


Entrando in macchina si spiaccica un bacio sulla bocca e si ricompone, mentre parliamo delle solite cazzate, di cosa hai fatto di cosa non hai fatto, mi dirigo verso la litoranea, passo dal posticino dove ci eravamo fermati l’altra volta ma tiro dritto, lei mi guarda e dice “Perché non ti sei fermato?” con noncuranza le rispondo “pensavo non volessi”, girando la testa verso il finestrino bisbiglia “Che stronzo” e ride.


Faccio inversione con la macchina e raggiungo il posticino isolato, quando fermo la macchina lei ha ancora la faccia imbronciata e guarda fuori, la prendo per un braccio e la tiro a me, lei si volta e mi bacia, poi mi guarda e mi dice “i pantaloni non li tolgo comunque” guardandola le rispondo “Che stronza” e ci mettiamo a ridere insieme.


Cominciamo a baciarci con passione e riesco ad infilarle una mano sotto il maglioncino, lei mi morde la lingua ma io continuo a giocare con il gancio del suo reggiseno, quando riesco a sganciarlo le tiro su il maglione lasciando scoperto il seno, bello, una seconda, svetta verso l’alto, i suoi capezzoli turgidi, mi abbasso e prendo un capezzolo in bocca, lo succhio avidamente mentre con la mano le passo le mani sui glutei, lei porta la sua mano sulla mia gamba, e accarezzandomi sale sino a toccarmi l’uccello che da sotto la stoffa dei pantaloni lei sente duro.


“Ma stai sempre così?” “Vicino a te si”, mi sbottona i pantaloni lasciando uscire il mio cazzo, lo prende in mano e comincia a segarmelo maestosamente, stessa procedura dell’altra volta, ormai sono rassegnato, anche questa sera sega ed invece con mia grande sorpresa si china con la testa, apre la bocca e con la lingua fa dei cerchietti sulla cappella mentre con la mano continua la sega.


Questa variante proprio non l’aspettavo, le appoggio la mano sulla testa e cerco di spingerla in modo che prenda in bocca un po’ di più del mio cazzo, lei si tira su e dice “Non venirmi in bocca però”, si toglie il maglione si sfila completamente il reggiseno e si mette nuovamente il cazzo in bocca continuando a segarmelo.


In questa posizione e con una mano libera l’unica opzione era accarezzarle il culo, quindi mentre lei continuava a giocare con il mio cazzo le passo la mano sulle chiappe, questa volta cazzo se si sente la forma del culo e le mutandine, seguo con le dita l’elastico e scendo tra le sue cosce, sfioro la sua figa e lei reagisce facendomi sentire i denti sul glande, continuo a strofinarle le dita sulla figa e attraverso i pantaloni sento il calore, allarga le gambe per favorire il mio passaggio e le dico “fammi sentire il tuo sapore” “Questa sera no” ormai sono su di giri continuo a strofinarle le dita sulla figa, i suoi pantaloni mi impediscono di penetrare dentro ma sento che è bagnata.


Ad un certo punto la avviso che sto per venire, lei si toglie il cazzo dalla bocca ma continua a segarlo puntandolo sul suo seno, quando sborro le vengo sulle tette, lei continua dolcemente a segarlo strofinando la cappella sui suoi capezzoli sporcandosi tutta.


Prende dei fazzolettini e quasi a malincuore si ripulisce. Ci rivestiamo e ci allontaniamo da lì, sulla strada del ritorno ci fermiamo ad un bar a prendere una pezzo di pizza.


Fissato l’appuntamento al lunedì successivo, attendo pochi minuti e la vedo arrivare, la ragazza questa volta indossa una gonna di jeans con sotto delle calze spesse e scarpe da ginnastica, sopra u maglioncino blu con un giubbotto di pelle, entra in macchina sorridendo e mi bacia.


Di filato mi fiondo al nostro posticino e questa volta ribalto il sedile, lei sempre molto attenta mi dice “Non pensare di scopare” “tranquilla, per darti più tranquillità io staro sotto e tu sopra” scavalco la leva delle marce emi posiziono sul suo sedile, la avvicino a me e la bacio, con le mani incomincio ad esplorare il suo corpo, la faccio mettere a cavalcioni su di me ed infilandole le mani sotto la gonna le accarezzo le cosce, lei indossa dei collant che fanno anche da pantalone, quindi l’operazione di complica, salgo con le mani accarezzandole le cosce e spingo il suo bacino contro il mio, struscio il mio cazzo sulla sua figa, ma attraverso due strati di stoffa lei può solo sentire la mia eccitazione mentre io non sento nulla.


Le sollevo completamente la gonna agganciando l’elastico delle calze con le dita, spingo verso il basso in modo da sfilarle, lei solleva il bacino agevolandomi rimanendo con solo le mutandine, classiche mutandine bianche che avvolgono tutto il sedere.


I nostri movimenti ora sono impediti dalle calze, quindi le chiedo di togliere le scarpe in modo da sfilarle, lei acconsente, una volta liberate le gambe lei ha la possibilità di strusciarsi con la figa sul mio cazzo, che però è ancora intrappolato nei pantaloni.


Mi sfilo le scarpe e slaccio i pantaloni, lei mi prende il cazzo in mano e strige forte, talmente forte da farmi male, abbassati i pantaloni tolgo le mutande e la invito a cavalcarmi, lei indossa gelosamente le mutandine ma si appoggia sul mio cazzo. La prendo per i fianchi e la faccio strusciare, senza pantaloni e senza mutande sento il calore e l’umidità della sua figa, le punto la cappella a simulare la penetrazione, (maledette mutande) a questo punto le chiedo sottovoce di farmi sentire il suo sapore, mi guarda e tremante si toglie le mutandine, la sollevo e la faccio girare nella classica posizione 69.


Lei si ritrova con il cazzo direttamente in faccia, io mi ritrovo la sua figa a pochi centimetri della mia bocca, ma prima di sentire il suo sapore voglio sentire la sua pelle, con la bocca le accarezzo l’interno coscia, passo la lingua delicatamente sulla sua pelle, mi avvicino alla sua figa e con la punta della lingua seguo la linea delle sue labbra, è calda profumata, molto bagnata, nel frattempo lei ha preso il mio cazzo in bocca e sta procedendo spedita, sembra un treno in ritardo che vuol recuperare.


Le metto una mano sulla testa e le riduco la velocità, “Se continui così mi fai venire” continuo con il lavoro di lingua sulle sue labbra più intime, lei muove il bacino agevolandomi, quando mi fermo con la lingua lei si posiziona sulla zona del clitoride, mi lavoro meglio il suo clitoride, faccio un paio di giri all’ingresso succhiando le sue labbra e poi affondo con la lingua dentro di lei che strige le gambe, grida che sta per venire, io la trattengo per non farla togliere e mi faccio venire in bocca, ricevo un gola il suo nettare tenendo la lingua sul suo clitoride.


Sto per venire, la avviso, ma questa volta lei non si tira indietro, riceve il mio sperma in bocca e lo ingoia, ha voluto ricambiare allo stesso modo.


Rimaniamo in quella posizione un po’ di tempo senza parlare, poi ci rivestiamo e torniamo al solito bar per la pizza.


So che se avessi continuato a vederla lei mi avrebbe dato la sua verginità, ma sapendo che non c’era seguito ho interrotto quegli incontri, senza nemmeno una spiegazione, ora a distanza di anni ricordo con affetto quella ragazza, delle sue paure, delle sue risate, della sua figa e del suo culetto, se fossi stato veramente un bastardo sarei riuscito ad avere tutto di lei, ma a distanza di anni trovo giusto che quel passo, lo abbia fatto con qualcuno forse migliore di me. 

Visualizzazioni: 2 729 Aggiunto: 1 anno fa Utente:
Tag: Bocchinare