Ovunque lo sguardo si posi, si apre uno spettacolo senza precedenti: infinite distese di campi fioriti, che si estendono come un tappeto multicolore, lasciano senza fiato. Questa sinfonia vivida di colori e profumi rapisce i sensi, trasportandoti in un mondo incantato. È come se Van Gogh, con le sue abili mani, avesse dipinto la scena, creando un'opera d'arte vivente.


I campi si perdono all'orizzonte, creando un panorama mozzafiato. Le maestose piante di lavanda, con i loro fiori violacei, si ergono come soldati in formazione, emanando un profumo intenso e seducente. In mezzo a loro, le rose si aprono al sole con grazia, esibendo la loro bellezza senza pari. E non possiamo dimenticare i ranuncoli, con i loro petali soffici e colori vivaci, che sembrano sorridere al mondo intero.


Mentre cammini attraverso questo mare di fiori, un profumo irresistibile ti avvolge. Le erbe aromatiche, come timo e rosmarino, si rivelano con la loro fragranza intensa, invitandoti a toccarle e respirarle. È un'esperienza sensoriale completa, in cui i colori e i profumi si intrecciano in una danza perfetta.


Ma non sono solo i fiori a rendere magica questa valle. I canti degli uccelli riempiono l'aria, creando una sinfonia celestiale. Trilli melodici si fondono con il frinire delle cicale, formando una ninnananna che ti culla dolcemente nel sonno. È come se la natura stessa cantasse per te, accompagnandoti nel tuo viaggio attraverso questa terra incantata.


Solo quando sei completamente avvolto dalla bellezza di questo luogo senza tempo, scopri che ti trovi nella Provenza. Questa terra benedetta, celebre per la sua affascinante bellezza, ha ispirato artisti e poeti per secoli. Qui, tra i campi fioriti che si estendono all'infinito, puoi respirare l'essenza stessa della regione provenzale. È un luogo in cui l'anima trova pace e ispirazione, dove la natura rivela il suo lato più affascinante e incantevole.


Una figura delicata e solitaria si muove con grazia lungo le strette stradine che si intrecciano tra i campi fioriti. Una giovane ragazza, dai lineamenti freschi e radiosi, indossa un lungo abito bianco estivo, che fluttua leggermente intorno a lei. Il suo passo leggero sembra quasi sospeso, come se danzasse tra i fiori. Sulla testa, tiene saldo un cappello di paglia candido, con lunghe tese che ondeggiano al vento, creando un'ombra lieve sul suo volto luminoso. I suoi capelli neri come l'ebano svolazzano selvaggiamente, catturando i raggi del sole e trasmettendo una sensazione di libertà e spensieratezza.


La ragazza cammina con passo rapido, guidata dall'istinto, fino a raggiungere l'ombra protettiva di una delle maestose querce che vegliano su quella meravigliosa valle. 


Sotto il riparo delle fronde imponenti, ella si concede un momento di intimità e libertà. Con gesti delicati, si sveste, lasciando che l'aria accarezzi dolcemente la sua pelle, mentre la sua figura si accoccola ai piedi dell'albero. 


I suoi abiti si depositano delicatamente sul terreno, mentre rimane solo con le mutandine, in totale armonia con la natura circostante. Le fragranze dei fiori, delicate e avvolgenti, danzano nell'aria e la cullano, come un abbraccio profumato. In quell'istante, la ragazza si abbandona alla sensazione di serenità e quiete che solo quel luogo magico può offrire.


La giovane ragazza, appena diciottenne, si avvolge nella quiete di quel luogo incantato. Il suo fisico è snello e asciutto, riflettendo un’innata grazia naturale. La sua pelle, poco abbronzata, mostra una freschezza delicata, protetta dalla luce solare che filtra attraverso le fronde dell'albero. I seni acerbi sono accarezzati dal leggero soffio del vento estivo che ne fa inturgidire i capezzoli, mentre ella si abbandona alla dolcezza dell'ombra.


Il suo viso, un sole radioso, irradia gioia e serenità. Le labbra, dalla forma dolce e invitante, sono come petali di rosa inebrianti. Gli occhi scuri, intensi e profondi, raccontano storie senza bisogno di parole, riflettendo il mondo che li circonda.


I suoi lunghi capelli corvini, una cascata di seta nera, si riversano in una sinfonia di morbide ciocche, adornando l'erba che li circonda. Sono un velo oscuro che sfiora la pelle, creando una connessione intima con la natura stessa.


Un contadino, con il suo cappello di paglia calato sugli occhi e le mani sporche di terra, si ferma un attimo nel suo lavoro, catturato dall'inaspettata scena che si dipana poco distante. Il suo sguardo, come quello di un appassionato spettatore di un'opera d'arte, si posa su quel quadro vivente degno di John William Waterhouse, in cui ogni dettaglio sembra intriso di poesia e mistero.


Lì, davanti a lui, si manifesta un istante di bellezza che lo trasporta lontano dalle fatiche quotidiane dei campi. Il contadino è rapito dalla giovane ragazza, le cui grazie delicate e vulnerabili si svelano senza riserve. Un sorriso sincero e raggiante si disegna sul suo volto segnato dalla fatica, mentre contempla l'armonia di quel momento effimero.


Il contadino, come un gatto che ha avvistato un topolino, o meglio una topolina, abbandona il suo campo e si avvicina furtivamente alla giovane ragazza, ora dolcemente addormentata. Ogni passo che compie verso di lei fa accelerare il suo cuore, come se una melodia selvaggia risuonasse nel petto.


Man mano che si avvicina, i suoi sensi si affinano, cogliendo ogni dettaglio della giovane e delicata figura che giace tranquilla. I lineamenti del suo volto, le sue labbra rosa dalla forma dolce e il leggero movimento del suo seno mentre respira lo avvolgono come un incantesimo, risvegliando in lui istinti primordiali e impetuosi.


Giungendo praticamente di fronte a lei, il contadino si abbandona in ginocchio come in adorazione di quel corpo. Le sue ginocchia si posano con riverenza sul suolo, mentre i suoi occhi affamati di bellezza e desiderio scrutano la figura che giace immobile.


Il contadino si lascia trasportare dalla bellezza vulnerabile che si svela davanti a lui. Il suo sguardo, affascinato e magnetizzato, si posa su ogni dettaglio di quel corpo, dalle curve sinuose alla pelle candida e invitante. È come se un'energia primordiale si risvegliasse in lui, scuotendo la sua anima e facendo emergere impulsi antichi e selvaggi.


In ginocchio, nel fervore silenzioso di quell'istante, il contadino si perde nel richiamo dell'attrazione carnale. Le sue emozioni si intrecciano con l'ammirazione, creando un connubio potente che lo spinge a desiderare l’unione dei loro corpi.


Il contadino, con un misto di timidezza e ardore, si avvicina al vestito che giace accanto alla ragazza. Con delicatezza, solleva il tessuto e lo avvicina al suo volto, come se volesse respirarne l'essenza e lasciare che quella fragranza lo pervada completamente.


Le sue mani, ancora sporche di terra dall'arduo lavoro nei campi, si adagiano su quell’abito dalla bianchezza immacolata, macchiandolo definitivamente.


Mentre tiene tra le mani il simbolo della femminilità e della giovinezza della ragazza, il contadino si lascia trasportare da una profonda connessione emotiva. L'abito diventa un ponte tra due mondi distanti nella cui silenziosità e nell'intimità di quell'attimo, il contadino si lascia pervadere dalla bianchezza dell'abito, dalle sue storie sussurrate e dalle promesse di un amore ancora insondato. 


Un rumore improvviso interrompe quel momento magico, facendo sobbalzare il contadino dalla sua reverie. Un brivido di colpa lo attraversa mentre si rende conto di ciò che ha fatto. Con il cuore che batte veloce, si avvia in fretta verso il suo campo.


Giunto nel suo campo, il contadino cerca un nascondiglio per l'abito, come se volesse cancellare ogni traccia del suo crimine. Trova una grossa pietra e con una furtiva occhiata intorno, la posiziona sopra l'abito, nascondendolo alla vista del mondo.


Un senso di colpa si insinua nel suo cuore, pesante come la pietra che nasconde la prova del suo atto. Si volta a guardare la giovane addormentata sotto l'albero, e nel suo sguardo si legge una mescolanza di rimorso e desiderio. Sente il peso dell'inganno sulle sue spalle e il desiderio di tornare indietro nel tempo e ripristinare l'innocenza che ha rubato.


Ma è troppo tardi, e la giovane dorme serena, ignara di ciò che è accaduto. Il contadino, tormentato dalla sua coscienza, si allontana pur rimanendo in zona.


La ragazzina si sveglia pigramente stiracchiandosi, senza avere la minima idea di quanto abbia dormito. Ma a lei non importa. Con un sorriso addormentato sulle labbra, mormora dolcemente:


- Bonjour, monde magnifique. - (Buongiorno, mondo meraviglioso).


Continua a osservare i vivaci colori dei campi che la circondano, godendosi la tranquillità del momento. Inala profondamente gli aromi che l'aria trasporta, lasciando che si mescolino dolcemente dentro di lei. Mentre le cicale riempiono l'intero spazio con il loro frinire costante, la ragazzina si sente avvolta da una sinfonia naturale, una melodia che sembra far parte integrante di quel meraviglioso paesaggio.


Con un gesto lento e sensuale, la ragazzina si accarezza il corpo, assaporando il piacere del calore avvolgente della giornata. Le sue dita si muovono con grazia lungo la pelle, tracciando linee sottili di dolce tenerezza.


Il sole filtrato dai rami accarezza la sua pelle, regalando una sensazione di calma e piacere. Ogni carezza diventa un'ode alla sensualità, un momento di intima connessione con il suo corpo e con l'energia vitale che la circonda.


Nel dolce languore della giornata, la ragazzina si abbandona a sé stessa, godendo della sensazione di libertà e della gioia di essere viva. Mentre le sue mani sempre più s’insinuano tra le sue gambe o a massaggiarsi i seni, inesorabilmente inizia a gemere.


Le dita scostano abilmente il bordo delle mutandine e con rapidi gesti sfiorano il bordo del suo sesso, accarezzandone le labbra e massaggiandone il clitoride che ormai sono già abbondantemente lubrificati dai suoi umori.


Il suo cuore nel frattempo inizia a battere più velocemente, mentre con una raffinata smorfia sulle sue labbra si morsica il labbro inferiore, come se volesse impedire che i suoi ansimi si diffondessero troppo lontano attraverso il vento.


Ora i movimenti sono molto più veloci, forse meno sensuali, ma senz’altro più animaleschi. La ragazza s’inarca sulla schiena, mentre i primi spasmi di piacere la percorrono tutta quanta. Allarga le gambe più che può per permettere alle sue dita d’insinuarsi nel suo posto più intimo per regalarne il tanto agognato piacere.


I suoi gemiti, finalmente, riescono a liberarsi, mentre ondate di desiderio iniziano a scatenarsi dal suo sesso fino a tutto il corpo. Non si trattiene più e neppure il suo corpo che inizia a muoversi quasi da solo tramite spasmi incontrollati.


In un attimo, lei viene, mentre un copioso fiotto le fuoriesce dalla figa seguito da altri meno potenti. La ragazza finalmente si lascia cadere sull’erba soffice mentre continua a titillarsi il sesso seppur con meno foga.


- C'est le paradis ! - Esclama esausta, mentre respira a pieni polmoni sul terreno.


Il contadino ha osservato incantato l'intera scena da una certa distanza, lasciandosi trasportare dall'emozione. Una scintilla di eccitazione risveglia in lui una vitalità che credeva perduta da tempo, riportandolo agli ardenti giorni della sua giovinezza. Tra le gambe si sente un bastone che non potrebbe venire tagliato da alcun chè e si strugge dal rimpianto di non essere stato più vicino.


Nel frattempo, la ragazza si guarda attorno in preoccupazione, muovendosi frettolosamente in ogni direzione, scrutando il terreno e l'ambiente circostante con occhi spaventati. I suoi passi veloci risuonano nell'aria mentre cerca freneticamente, e il suono della sua voce si leva in un grido ansioso che si ripete più volte:


- Où est ma robe ?! - (Dov'è il mio vestito?!)


Le sue parole cariche di disperazione si perdono nel vento, ma il loro significato risuona nitido. La ragazza si sente smarrita senza il suo abito, un oggetto che rappresenta per lei molto più di un semplice indumento. 


Continua a scandagliare il terreno con sguardo affannato, sperando di trovare tracce del suo abito amato. Ogni attimo che passa alimenta la sua angoscia, mentre il panico si insinua sempre più profondamente nel suo cuore. 


Il contadino, sentendo le grida disperate della ragazza, si volta brevemente verso di lei, ma poi riprende con calma il suo lavoro di estirpare le erbacce tra i campi. Un sospiro lieve gli sfiora le labbra mentre la sua mente si riempie di pensieri e riflessioni.


- Peccato… - Pensa tra sé e sé. 


- … lo spettacolo è finito. -


Un senso di malinconia lo avvolge, consapevole che quell'attimo di bellezza e incanto è ormai svanito.


Mentre il contadino si concentra sul suo laborioso lavoro, una voce dolce e sensuale lo richiama, interrompendo la sua attenzione. 


- Excusez-moi, monsieur le fermier. - 


Il contadino alza il suo volto dal terreno, sorpreso dall'inaspettata interruzione.


Il suo sguardo si posa sulla giovane ragazza, avvolta soltanto dalle mutandine, che con una mano si copre delicatamente il seno e con l'altra tiene saldamente il cappello, cercando di attirare la sua attenzione. Una miscela di sorpresa e imbarazzo si dipinge sul volto del contadino mentre si confronta con questa visione inaspettata.


Il tempo sembra rallentare e il contadino si sente attratto dalla sensualità e dalla bellezza della ragazza. La sua voce suona come una melodia, provocante e seducente, mentre le sue mani adornate di terra e sudore bramano la morbidezza e la dolcezza che la ragazza incarna.


Tuttavia, la consapevolezza della sua posizione e delle convenzioni sociali lo riportano alla realtà. Il contadino si sforza di riprendere la compostezza e risponde con voce leggermente tremante: 


- Oui, mademoiselle, di cosa posso esservi d'aiuto? -


La ragazza, visibilmente imbarazzata, si avvicina al contadino e con voce timida gli chiede se per cortesia può avere dei vestiti. Le sue guance si tingono di rossore e il suo sguardo evita quello del contadino, mentre si sente vulnerabile e desiderosa di coprirsi.


Il contadino vorrebbe profittarsi della ragazza, ma non sa come, decide infine di offrirle il suo aiuto, anche se rimane incerto sulla sua risposta.


- Mi scusi… - Dice il contadino con voce calma.


 - … se hai bisogno di qualcosa, la mia casa è qui vicino. Sarò lieto di accompagnarti e offrirti ciò di cui hai bisogno.-


La ragazza, con un'espressione di gratitudine, risponde prontamente: 


- Oui, grazie mille. -


Il contadino, ancora incredulo che la ragazza abbia accettato il suo invito, la scorta attraverso i campi verso la sua umile dimora. Non può fare a meno di lasciare vagare lo sguardo su di lei, lanciando brevi occhiate furtive che cercano di cogliere ulteriori dettagli di quel corpo così affascinante.


La giovane, tuttavia, procede a passo deciso, dimostrando una certa sicurezza nonostante la presenza dello sconosciuto. Il suo sguardo è fisso davanti a sé, concentrato sul cammino, come se non fosse disturbata dalla curiosità del contadino. La sua determinazione nel raggiungere la meta è evidente, e il contadino non può fare a meno di ammirare la sua determinazione.


Arrivati alla modesta casetta del vecchio, quest'ultimo fa accomodare la ragazza direttamente in cucina. 


- Io mi chiamo Jan… - Si presenta l'agricoltore con cortesia, 


- …ma temo di non aver ancora avuto il piacere di sapere il suo nome. -


La ragazza, imbarazzata dallo sguardo insistente del contadino che sembra soffermarsi sempre più sul suo seno anziché sul suo volto, risponde timidamente: 


- Mi chiamo Fleur. -


- Beh, vado a vedere di sopra se ho qualcosa di decente per te… - Dice il contadino con premura, cercando di distogliere lo sguardo. 


- …nel frattempo, serviti pure. - Con un gesto cortese, pone sulla tavola di fronte alla ragazza una bottiglia di vino rosso già aperta, accompagnata da un paio di bicchieri. 


- È roba buona del posto - Commenta, facendo riferimento alla bottiglia, mentre si dirige verso il piano superiore della casa.


Fleur si sente un po' imbarazzata dalla situazione e cerca di nascondere la sua leggera inquietudine dietro un sorriso gentile. Guarda il bicchiere di vino davanti a sé, prendendolo con delicatezza tra le mani. L'odore avvolgente del vino si diffonde nell'aria, aggiungendo un'atmosfera di calore e intimità alla cucina rustica.


Mentre attende che Jan ritorni con dei vestiti adatti, Fleur si lascia rapire dai profumi della cucina, dagli utensili appesi alle pareti e dalla semplice bellezza di quel luogo. La luce del tramonto filtra attraverso le finestre, creando una luce dorata che avvolge tutto l'ambiente. Si sente quasi come se fosse entrata in un'altra dimensione, lontana dalle preoccupazioni e dai pensieri che l'hanno accompagnata fino a quel momento.


Con curiosità e piacere, Fleur solleva il bicchiere di vino verso la luce, ammirando la sfumatura rubino del liquido. Affascinata, porta il bicchiere alle labbra e ne beve un sorso generoso. Il vino avvolge la sua bocca con il suo gusto ricco e intenso, lasciando una traccia di frutta matura e una leggera nota speziata. È un momento di puro godimento, un'occasione per lasciarsi andare e apprezzare pienamente la bellezza del vino e del momento presente.


Con piacere, Fleur continua a sorseggiare il vino, sentendo come il calore si diffonda dentro di lei. Un sorso segue l'altro, mentre il bicchiere si svuota gradualmente. Ogni nuovo sorso le rivela nuovi strati di sapore e complessità, invitandola a esplorare le sfumature del vino e ad immergersi nell'ebbrezza che esso le regala. La sensazione vellutata del vino le accarezza il palato e il suo corpo si rilassa sempre di più, lasciando che il vino la avvolga in una sensazione di calore e di piacevole abbandono.


Nella quiete della cucina, Fleur si lascia cullare dal suono dei suoi pensieri e dall'ebbrezza del vino. Con ogni sorso, il bicchiere si riempie di nuovo e la tentazione di continuare a gustare quel nettare prezioso diventa irresistibile. Senza esitazione, Fleur versa ancora del vino nel suo bicchiere e lo solleva verso la luce, osservando la danza delle sfumature rosse. Continua a bere, concedendosi il piacere di assaporare ogni goccia e di immergersi ancora di più nella magia del momento.


Con ogni sorso, il vino le regala una sensazione di pienezza e leggerezza, dissipando le preoccupazioni e permettendole di vivere appieno quella serata speciale. Fleur si lascia trasportare dal gusto avvolgente del vino, sorseggiando ancora e ancora, senza fretta né remore. Il bicchiere diventa una fonte di piacere e di connessione con sé stessa e con l'esperienza che sta vivendo in quel luogo incantevole.


Nella calda atmosfera della cucina, Fleur si abbandona all'estasi del vino, assaporando ogni sorso con gratitudine e piacere. Sente il suo corpo rilassarsi e la mente lasciarsi andare, immergendosi in un'esperienza sensoriale che la avvolge completamente. Ogni bicchiere vuoto è un invito a riempirlo di nuovo, a prolungare quella sensazione di benessere e di gioia che solo il vino può regalarle.


La serata si sviluppa lentamente, con Fleur che continua a bere, lasciandosi trasportare dalle emozioni che il vino le suscita.


Quando il contadino torna al piano di sotto con una camicetta in mano, nota con sorpresa la ragazza seduta scomposta sulla sedia, il viso leggermente arrossato e uno sguardo un po' annebbiato. I capelli, precedentemente pettinati con cura, sono ora leggermente spettinati e ribelli, come se avessero ceduto alla vivacità della serata. La ragazza tiene ancora saldamente tra le mani il bicchiere di vino.


Il suo sorriso, una volta timido e riservato, è ora sciolto e giocoso. I suoi occhi, solitamente pacati e riflessivi, brillano di una luce più vivace, rivelando una leggera spensieratezza. Le sue guance sono leggermente rosee, donandole un'aria incantevole e un po' sognante. Nonostante la sua postura scomposta, il suo portamento conserva una grazia naturale, come se il vino le avesse conferito una sorta di leggerezza e di libertà.


Il contadino, osservando la scena, si trova sorpreso ma affascinato da questa nuova versione di Fleur. La sua vulnerabilità e la sua gioia contagiosa creano un'atmosfera magnetica e avvolgente. In quel momento, egli capisce che la serata prenderà la piega che si stava immaginando.


- Ti ho portato una camicia - Sbotta il contadino, già innamorato di questa nuova versione di Fleur. La ragazza salta subito in piedi e, appoggiando il bicchiere sul tavolo, prende volentieri la camicia che Jan le porge e la indossa subito. Dopo qualche movimento per vedere se la camicia le calza bene, Fleur inizia a mostrare segni evidenti di ubriachezza.


- Jan, ti sembra che questa camicia mi possa coprire il culo? - Protesta la ragazza, dando una sonora pacca sul sedere. Il contadino sorride divertito e un po' imbarazzato, cercando di nascondere il suo imbarazzo di fronte alla spensieratezza di Fleur. Mentre lei si lascia andare a risate fragorose, Jan cerca di trovare le parole giuste per rispondere.


- Beh, Fleur, diciamo che la camicia ti sta benissimo e che hai un modo molto particolare di apprezzarne il fit - Risponde il contadino con un tono scherzoso, mentre si perde a osservarle il fondo schiena.


- Tutto da rifare - Dice Fleur mentre si toglie la camicia senza mostrare alcun pudore di fronte a Jan e gliela restituisce. Poi, con nonchalance, si butta sulla sedia, tornando ad afferrare il bicchiere di vino e tracannandolo fino all'ultima goccia. 


Jan, per nulla indispettito dal procedere degli eventi, finge uno sbuffo e si dirige al piano di sopra alla ricerca di qualcos'altro. Nel frattempo, Fleur si riempie un altro bicchiere.


Fleur si lascia trasportare dalle sensazioni che il vino le regala, lasciando che il calore e l'ebbrezza le scorra nelle vene. Ogni sorso sembra accentuare il suo stato di allegria, e la sua risata riempie l'aria.


Jan torna di sotto per la seconda volta, tenendo in mano una sorpresa. È qualcosa che, se piace a Fleur, farà centro.


- Fleur, prova questo - Dice Jan, porgendo a Fleur l'oggetto misterioso.


La ragazza si alza dalla sedia, ma questa volta le sue gambe tradiscono la sua precedente sicurezza e determinazione. Ora Fleur barcolla chiaramente.


- Vediamo cos'è - Risponde, curiosa.


Il volto di Fleur, già arrossato dal vino, si illumina ancor di più per la sorpresa.


- Un grembiule! -  Esclama, con un tono di sorpresa. Jan non è sicuro se lei stia apprezzando o meno la sorpresa.


- L'adoro! - Esclama Fleur entusiasta, stringendo il grembiule al petto. 


- È meraviglioso! - Continua, tutta eccitata, mentre lo indossa di fronte a uno sbalordito Jan, che non può fare altro che ammirarla. 


- Ti sta davvero molto bene - Aggiunge, con un sorriso compiaciuto.


Mentre Fleur si diletta con il suo nuovo grembiule, un'idea le sfiora la mente. 


- Però manca un ultimo dettaglio - Mormora tra sé, mentre riflette su come rendere il suo look ancora più completo. Poi, improvvisamente, un lampo d’ispirazione la colpisce, illuminando il suo viso con un sorriso birichino.


Senza esitazione, Fleur si toglie le mutandine con un gesto audace e le posa con sicurezza sul tavolo di fronte a Jan. 


- Ecco, così è perfetto, vero? - Dichiara con un tono inebetito dal vino.


- Sei veramente tanta roba, Fleur - Commenta basito Jan, ammirando la sua audacia e naturalezza. La sua mente è ormai in preda a un mix di emozioni, tra l'incredulità per la facilità con cui il suo piano ha funzionato e la curiosità di scoprire cosa Fleur riserverà come prossima sorpresa. 


La sua voce trasuda una miscela di fascinazione e desiderio quando aggiunge: 


- Mi fai vedere qualcos'altro? -


Fleur esplode con un ghigno di gusto, cogliendo le intenzioni di Jan. Con un'agile piroetta su se stessa, mostra ogni dettaglio del suo costume all'agricoltore, rendendo evidente la sua volontà di mettersi in mostra sia davanti dove tiene il grembiule e dietro dove non c’è nulla. Ogni movimento, ogni gesto è studiato per incantare e sedurre.


Tuttavia, l'improvviso slancio di Fleur le fa perdere l’equilibrio; ma per fortuna riesce a chinarsi sul tavolo prima che Jan intervenga per afferrala al volo. In quel breve momento di scompiglio la ragazza ne profitta per scolarsi un ultimo sorso di vino dalla bottiglia.


- Mio!-  Esclama Fleur con un pizzico di sfida, mentre prende la bottiglia di vino tra le mani. Poi, notando la situazione imbarazzante in cui si trova, mentre mostra le pudenda a jan si mette a ridere.


Jan non ne può più, fin da quando l’ha vista masturbarsi nel campo lui ha perso la testa per quella ragazza. E’ tutto il pomeriggio che lotta contro l’impulso di saltarle addosso e adesso che lei è sottomessa davanti a lui si sente infiammare tutto quanto. La visione di quel culo sodo, così disponibile, invoglierebbe persino un Santo.


Per prima cosa si slaccia i pantaloni prima che il suo cazzo li sfondi. L’animale trattenuto contro la sua volontà nelle mutande, s’inturgidisce quasi all’istante duro come un pezzo di marmo bollente.


Fleur sta ancora giochicchiando con il collo della bottiglia; quando alle sue e spalle si avvicina Jan che scostandole le gambe con un colpo preciso dei piedi, l’afferra salda per i fianchi e la penetra di pura forza bruta senza tante cerimonie.


Un attimo prima il suo uccello svettava nell’aria calda della cucina, nell’istante successivo era già sparito dentro il corpo della ragazza.


La ragazza quasi sputa il vino che ha appena sorseggiato su tutto il tavolo, non aspettandosi quell’assalto inatteso; ma non può far altro che tenersi stretta a quel mobile visto che Jan inizia a sfondarla con tutto l’ardore possibile.


La figa della ragazza è stretta, calda e già ben lubrificata. Jan sorride malizioso mentre inizia a lavorarsi quel bocconcino. Fleur dal canto suo non si ribella, rimane docile tra le sue mani lasciandosi scopare, mentre inizia ad ansimare.


Jan s’impegna sempre di più, come se fosse l’ultima scopata della sua vita, trattiene Fleur per i fianchi al punto tale che le sue dita sporche lasciano il segno sul suo corpo giovane, mentre la sbatte con furia sempre più crescente.


I due si lasciano andare, iniziando una gara a chi ansima più forte, mentre Fleur non riesce a credere di star godendo così tanto grazie all’irruenza del vecchio che la sta trattando quasi come fosse solo un oggetto di desiderio sessuale più che una persona vera e propria.


I minuti passano e, mentre per Jan ogni istante è un’estasi senza fine, per Fleur sembra un dolce supplizio. Non ha potuto vedere l’arnese del vecchio; ma dev’essere grosso, non come quello del suo ragazzo, e sente che possa sfondarla o romperla da un momento all’altro.


La prima a cedere e Fleur che si sente venire copiosamente mentre il vecchio la fotte senza riposo. Improvvisamente le gambe perdono la loro forza e lei si abbandona sul tavolo, esausta, mentre l’ondata di un poderoso orgasmo la pervade tutta quanta.


Il vecchio invece, non sembra cedere di un millimetro, salvo qualche ansimo più forte di tanto in tanto che fa pensare che ormai sia al limite; ma non è così. Non adesso per lo meno.


Il lavoro nei campi l’ha temprato bene e continua a scoparsi la giovane come se nulla fosse. Forse alla fine di tutto quanto potrebbe cadere svenuto per terra ma chi se ne frega. 


Questa è la scopata della vita, il vecchio lo sa. Tiene per i fianchi una figa da paura che si vuole godere fino all’ultima stilla di sudore e lo farà!


Fleur non riesce a credere all’intesta con cui il contadino si sta accoppiando con lei. Lei è già sfinita, ma lui continua a pomparla senza tregua da ormai un sacco di tempo e questo la sta facendo letteralmente sbavare di desiderio.


Alla fine Fleur si sente venire un’ultima volta, già sente i segni premonitori del nuovo orgasmo, quando avverte qualcosa di diverso anche in Jan, i suoi movimenti sono diventati ancor più furiosi facendo spostare anche il tavolo a causa della sua irruenza.


Neanche si fossero sincronizzati i due vengono all’unisono. Ma mentre fluer si lascia andare nuovamente sul tavolo Jan schizza il suo seme caldo nella figa della ragazza più e più volte assicurandosi che non una goccia sia sprecata. In campagna non si butta via mai nulla.


Alla fine anche l’agricoltore cede alla stanchezza e si accascia sul corpo di Fleur. Sono entrambi accaldati e sudati come mai. L’estate in fondo è al suo apice e quella cucina è diventata un piccolo forno.


Nonostante Jan sia venuto copiosamente sente che la sua erezione non si sta smontando, il suo uccello è ancora dura come il ferro dentro il corpo di fluer. Proprio come ai vecchi tempi pensa divertito tra se, quando c’era ancora de Gaulle.


Fleur invece è al limite; non aveva mai sperimentato un rapporto così intenso e non sapendo cosa dire si limita semplicemente ad ansimare vergognandosi di come si è ridotta e di come si è fatta usare.


Il vecchio a questo punto sentendo la sua erezione ancora al top prende la ragazza, la sposta come se fosse una bambola di pezza e la fa sdraiare sul tavolo, questa volta a pancia in su, in modo da guardarla in faccia. Quella faccia che l’aveva stregato fin dall’inizio.


Finalmente può ammirare da vicino  quel suo corpo sodo e tastarlo come più lo aggrada.


Fleur lo lascia fare, le sue dita forti che si muovono dal bacino in su fino ad incontrare i suoi seni, sono come ferri incandescenti che quasi la feriscono ma che riescono anche ad infiammarla ancora di più.


Jan assaporando il seno di fluer si sente un guizzo tra le gambe, non sa come ma il suo uccello è già pronto per un atro round e riparte a sbattere Fleur. La tregua è finita. L’assalto dell’ariete alla porta della ragazza è ricominciato. C’è ancora del bottino da esigere!


Questa volta i rumori non si sprecano, Fleur, che ormai è sfinita, non riesce a fare altro che ansimare e gemere più forte, quasi le sue corde vocali rischiano di spezzarsi nel tentativo di assecondare la sua indole lussuriosa.


Da parte di Jan, invece, i gridolini di Fleur, non sono altro che un incentivo che cancella la sua stanchezza e che lo motiva ancor di più a scoparsi quel corpo oltre ogni limite.


Infine Fleur si sente venire di nuovo, solo che ormai il gemito del suo potete orgasmo si perde tra gli ansimi del suo corpo ormai esausto che anela ossigeno più che mai, mentre Jan sembra possedere una resistenza fuori dell’incredibile mentre continua a scoparla senza alcun attimo di tregua.


La fine, tuttavia giunge anche per jan, anche lui inizia ad accusare lo sforzo; ma il suo uccello è ancora lì duro come non mai, nonostante i suoi polmoni stiano bruciando. Quando lui viene anche la ragazza lo fa di nuovo insieme a lui, poi rimangono abbracciati distesi sul tavolo esausti.


- Io non avevo mai provato nulla di simile - Ammette Fleur esausta, mentre tenta di spingere via jan che si è accasciato su di lei, che quasi le impedisce di respirare con il suo peso.


Jan, per dare spazio alla ragazza, si rimette faticosamente in piedi.


- Anche io bella. - Lo sguardo di Jan cade sul corpo nudo di Fleur disteso sul divano. In particolare il suo sguardo cade dritto sul suo sesso. Mentre prima quelle labbra sembravano così bianche e ben chiuse tra loro, ora sono tutte arrossate e ben separate, con tanto liquido che le bagna.


Di fronte a quella vista il pene floscio di Jan torna a inturgidirsi. Quest’ultimo sorpreso dalla piacevole novità inizia a valutare le sue condizioni. C’è ancora benzina in questo motore?


Fleur che riesce a vedere adesso per la prima volta il cazzo di quell’agricoltore rimane stupida dalla sua possanza e virilità. Di fronte a lei, da un foltissimo cespuglio di peli neri svetta un bastone scuro, un coso lungo e grosso dalle venature in rilevo che termina con una cappella rosacea estremamente sagomata.


Mentalmente paragona quel cazzo a quello del suo ragazzo; ma non c’è neanche il paragone, sono due categorie differenti, come gli juniores e la serie A. Fleur allunga il braccio in direzione di quell’uccello. Jan notando il gesto, prende una decisione.


Con uno sprint di energia il vecchio prende su di peso la ragazza che è leggerissima e la porta su di corsa per le scale fino alla camera da letto dove la butta sul materasso senza tante cerimonie. Al diavolo se deve finire tutto quanto, sarà col botto!


Il vecchio a denti stretti mormora:


- C’è ancora molto da dare! - E si avventa su Fleur sul letto.


- Nessuno spermatozoo sarà risparmiato! - Aggiunge in tono di sfida. 


L’avventura di tutta una notte inizia solo adesso.


 

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