Oggi siamo in gita in campagna, in mountain bike, la nostra comune passione. In bicicletta andiamo forte, ogni tanto anche qualche gara. Ci siamo stancati non poco ma la secrezione di endorfine derivante dall'attività fisica piacevole ci da quel senso di benessere psico-fisico che tutti i ciclisti conoscono. Ci accoglie un bel praticello tra il granoturco ormai alto più di tre metri. La giornata settembrina rende più intenso il profumo della campagna, una gioia per i sensi sovreccitati. Scendiamo di sella e ci sdraiamo nell'erba, uno accanto all'altro. Un attimo di paura quando l'insensibilità totale coglie i miei genitali, sensazione ben conosciuta da molti ciclisti per la compressione continua dei nervi della zona perineale per ore sulla sella. Faccio notare ai miei amici che se mi tocco l'uccello mi pare di toccare quello di un altro perchè la sensibilità della mano non è alterata mentre ai genitali mi pare di aver subito un'anestesia. Ed a questo punto le risate e le battutacce si sprecano. Ed è così che mi ritrovo due mani non mie intente a palparmi uccello e palle nell'intento di accelerare il ritorno della sensibilità.
Colgo negli occhi di Tiziana un lampo di maliziosità che non avevo mai notato, un diavoletto la sta possedendo alla grande. Chissà cosa le frulla per la testa. Comunque sia i miei genitali riacquistano la solita sensibilità (e che sensibilità) in poco più di un minuto ed i miei amici ritraggono le loro mani. Il breve tempo è comunque sufficiente affinchè io possa percepire appieno il piacere della manina di Tiziana. Pensieri strani cominciano a correre anche nella mia testa. Non avevo mai pensato a lei come ad una donna che potesse darmi piacere ma ora, in pochi secondi, tutto cambia e mi appare la splendida figa che è sempre stata.
Il momento è magico e felici come non mai cominciamo a fare discorsi piccanti. Sono vagamente eccitato ed osservo la mia amica. Capisco che anche lei prova quella sensazione frizzante. Giancarlo non si è accorto di nulla, per lui il mondo non è cambiato, è ancora quello che è stato per quarant'anni, fino a qualche minuto fa.
Tiziana si fa languida languida e, distesi nell'erba ci cinge le spalle e ci attira a sè, come ha fatto tante volte. Né io né lei osiamo andare oltre ma la voglia è tanta. Una vaga sensazione di incesto ci pervade. Siamo sul punto di non ritorno, se facciamo ancora un passo nulla sarà più come prima. Ed è questo che rende tutto così eccitante.
Si sa che i ciclisti sono poco vestiti: un calzoncino aderentissimo e una maglietta come una seconda pelle, senza nulla sotto. Uno accanto all'altra, distesi sull'erba, i nostri corpi si toccano, i capezzoli di Tiziana si ergono prepotenti e sembrano voler bucare la maglietta, il mio uccello comincia a puntare sotto il calzoncino e le mie cosce forti e muscolose mostrano tutta la loro potenza. Mi giro sul fianco, verso la mia amica e decido di passare il guado, da ora non si torna più indietro. Le appoggio il pube sulla coscia. Il contatto caldo e duro le strappa un mugolio a fatica represso, chiude gli occhi, socchiude la bocca e la punta della sua magnifica lingua compare tra le labbra. Le sue braccia si stringono ancor più attorno alle nostre spalle, ci attira a sé ed il suo seno morbido entra in contatto intimo con il mio costato. Ora anche Giancarlo comincia ad accorgersi di ciò che succede. Non ci ragiona su più di tanto perchè lui, a differenza di me, ha sempre sognato di scoparsi Tiziana, ma non aveva mai osato. Ora il suo sogno si sta avverando e non riesce a credere al colpo di fortuna. Tiziana la butta sul sentimentale e sussurra: "Vi voglio un sacco di bene...". È il segnale del "via libera". La mia mano si infila sotto la maglietta e raggiunge la tetta sinistra, Giancarlo fa lo stesso con la destra e ne esce una strizzata coi fiocchi. La nostra amica si inarca tutta e si contorce oscenamente. Ormai non ha più ritegno. Io vivo in un momento quasi irreale. Quella persona, fino a pochi minuti fa, per me non aveva sesso e adesso mi sta facendo uscire di testa per il piacere. Le nostre mani lavorano alacremente e in un attimo Tiziana è spogliata, nuda come mamma la fece, poi tocca a noi. Distesi nell'erba ci esploriamo, il calore e la morbidezza della nostra pelle non dà più sensazioni materne o protettive. Quelle curve burrose non sono più il rifugio confortevole dei momenti difficili. Tutto cambia e diviene un piacere animalesco, primitivo. È voglia di possesso dei maschi nei confronti della femmina. Da bravi amici, Giancarlo ed io, ci spartiamo Tiziana equamente, c'è posto per tutti e d'altra parte lei ci vuole insieme. Si gira sul fianco e spalanca le gambe offrendosi completamente in tutti i suoi buchi del piacere. A me tocca la figa e le tette, il culo favoloso è di Giancarlo assieme ai lunghi capelli e la nuca (importante la nuca per il piacere della donna). I nostri cazzi più che rispettabili puntano verso il loro rispettivo obiettivo, saettando come spade si incontrano ai margini del campo di battaglia triangolare di Tiziana. Le due cappelle turgide si toccano per un contatto sfuggente ma caldo e viscido e anche questo da il senso del piacere proibito. Poi la mia trova la sua strada e scompare dentro alla pancia della donna. Dopo un attimo Giancarlo mi raggiunge passando dal culo e ci ritroviamo dentro la nostra amica, separati soltanto dal leggero velo di carne che "unisce" il retto alla vagina. La coscienza di scopare la mia "quasi sorellina" ingigantisce il mio piacere. La sensazione del gioco proibito, dell'incesto, ci fa impazzire di piacere. Sento una mano del mio amico contro il mio petto nudo, non è lí per me ma per palpeggiare il seno di lei mentre la incula selvaggiamente e la tira per i capelli costringendola ad offrirmi il collo e la gola. La scopo in figa e le faccio un bel bagnetto di saliva sul collo per poi risalire con la lingua al lobo dell'orecchio. Questo la fa impazzire e comincia ad agitare furiosa il bacino per sentirsi ancora più piena di cazzo. Col suo Monte di Venere si strofina violentemente sul mio pelo pubico. Evidentemente il suo clitoride sta richiedendole sensazioni forti. Si bagna oscenamente e il cick ciack del va e vieni mi delizia le orecchie. Dentro a Tiziana le nostre cappelle furiose si sentono come vicine di casa separate da un muro troppo sottile. Percepisco il piacere del mio amico e vi contribuisco. È un'altra esperienza nuova. La mia bissessualità neppure troppo latente esce allo scoperto. Mi piace il contatto, anche se indiretto, col cazzo duro, è una sorta di duello a chi impala di più la femmina. Non è escluso che non cercherò in futuro un rapporto gay con Giancarlo. Mi immagino il suo bel bastone nel mio culo che mi riempie come adesso noi stiamo riempiendo Tiziana. La fantasia corre e cerco di mettermi nei panni di lei che ci prende, cerco di immaginare quel che prova... Trascinato dalla passione passo le braccia intorno ai miei due compagni di sesso e li tiro a me con forza. Tiziana sta in mezzo al panino, tra le nostre pelli non passa neppure più un filo d'erba, tette schiacciate sul mio petto, pancia contro pancia, bocca con bocca, e dietro la stessa cosa con Giancarlo. Preso dall'eccitazione comincio a carezzare la schiena muscolosa del mio amico e lui pare apprezzare. Siamo una cosa sola, come in tutti questi anni, ma ora anche fisicamente, eroticamente. La sensazione dell'incesto, anche omosessuale, cresce dentro di me e si sa, il proibito è più eccitante. Per una frazione di secondo mi chiedo che sarà dopo. Il concetto di amicizia ritorna alla mia coscienza, ma solo per ricordarmi che sto infrangendo un tabù, e questo mi fa godere ancora di più. Chissà che pensieri passano per la testa dei miei amici? Intanto viviamo questo momento di piacere estremo. Tutto merito di questa porca di Tiziana. Il culmine arriva in fretta, le vette del godimento sono raggiunte e come un fulmine che scocca così arriva l'orgasmo, contemporaneamente, per tutti tre. Tiziana viene allagata da un mare di sperma che le cola dal culo e dalla figa, giù giù per le cosce e il pancino, sparso dalle sue contrazioni e dagli spasmi dei nostri cazzi. Lei urla come una pazza, si lascia andare cosciente che siamo soli in mezzo alla campagna (e se anche qualche voyeur ci guarda e si masturba, chi se ne frega). Le nostre erezioni sono ormai agonizzanti e la tenerezza riprende il sopravvento. Le nostre mani e le nostre labbra ritornano delicate, l'amicizia riemerge dal mare del sesso ma si tratta di un'amicizia nuova, molto più profonda. Ci trastulliamo ancora un po' nudi sotto il sole, poi ci rivestiamo e inforchiamo le biciclette felici come mai prima.
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Aggiunto: 5 anni fa
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