L’amica a Maglie 1 - 2
La volta successiva fu di sabato, passammo a prendere le ragazze ed andammo direttamente alla Baia Verde, il mio amico avanti che guidava con affianco la sua tipa che si era abbracciata a lui e sicuramente le stava menando il cazzo con la mano, io e lei dietro, questa volta la ragazza doveva aver fatto un corso di aggiornamento, perché si era appoggiata sulle mie gambe dando le spalle a loro e continuava a slinguazzarmi a dovere.
Ogni tanto la sua manina passava distrattamente sul mio cazzo, come a constatare la consistenza e l’eccitazione, fu il viaggio più lungo mai visto.
Giunti a casa ognuno si rifugiò nella propria stanza, non ci fu bisogno di preghiere la tipa aveva tutta la voglia di farsi massaggiare la figa. Chiuse la porta dietro di se e si tolse il maglioncino rimanendo con solo il reggiseno, ma siccome aveva freddo decise di mettersi sotto un plaid.
Mi misi sotto il plaid con lei e ci tenemmo abbracciati mentre lei più audace dell’altra volta prese l’iniziativa di mettermi la mano sui pantaloni e strofinarmi il cazzo, la guardai e le dissi “Ti fidi di me?” la sua richiesta fu secca “Non tanto” la guardai imbronciato e risposi a quella provocazione “Rivestiti allora” si mise a ridere, dai che scherzavo, rincuorato e baciandola le sussurrai nell’orecchio di togliersi i pantaloni, “Non hai capito niente, la porta è chiusa e così rimane” “Va benissimo, ma possiamo divertirci ugualmente senza aprire la porta”, mi guardò con espressione incuriosita e poi a malincuore si fece abbassare i pantaloni.
Aveva un paio di mutandine a culotte nere con i bordi di pizzetto, la visione fu devastante, la baciai e le sussurrai all’orecchio “ora voglio baciarti giù”, le sollevai le gambe e grazie a quelle culotte riuscii comunque a raggiungere la sua figa con la lingua, era bagnata, i suoi umori avevano bagnato le mutandine, facevo qualche fatica, il bordo della mutandina si frapponeva tra la mia lingua e la sua figa, sollevai il capo e guardandola negli occhi presi con le mani le mutandine e le tirai giù, sollevai le sue gambe facendo in modo di sfilare completamente le mutandine e lasciandola in quella posizione tornai a lavorarmi la sua figa con la bocca.
Passavo la lingua sulle sue labbra intime, succhiavo il clitoride e davo leggeri colpetti all’ingresso, ogni volta la sentivo tremare, raccoglievo i suoi umori con la lingua e dopo qualche succhiatina al clitoride e qualche colpetto alla figa la sentii venirmi in bocca.
La tenni stretta e la baciai lasciando sulla sua bocca il suo sapore, le presi la mano e la accompagnai sul mio cazzo, si fece intraprendente, incominciò a toccarmi poi in autonomia scese con la testa sul mio ventre.
Abbassò i pantaloni, iniziò a masturbarmi poi appoggiando prima la lingua sulla cappella la avvolse con le sue labbra.
Teneva la bocca ferma e continuava a masturbarmi, le misi la mano sulla nuca e spinsi in basso, guidando il suo movimento, si lasciava guidare, poi quando stavo per venire la volli avvisare, lei non si tirò indietro e accolse la mia sborra nella bocca, quando si rese conto che non ne usciva più, si alzò e corse in bagno a sputare.
Tornado, si accoccolò ancora senza mutande accanto a me e guardandomi si avvicino baciandomi, sentivo il mio sapore nella sua bocca ma avvolsi con la mia lingua la sua restando stretto a lei.
La volta successiva volli insegnarle lo strofinarsi della figa sul cazzo, le sue labbra più intime accoglievano l’asta per lungo, andava su e giù facendomi una sega con la sua patata, il suo clitoride veniva accarezzato da quello strofinio, il mio cazzo esplose sporcandomi la pancia, poi la presi per le natiche e la accompagnai ad appoggiare la sua figa sulla mia bocca, leccandola sino a quando mi venne sulle labbra.
Ci siamo persi di vista, non l’ho mai più rivista