E’ a casa tutta sola e non si è ancora alzata dal letto, suo marito è via per lavoro e a lei si prospettano delle giornate monotone e incredibilmente noiose, si è alzata solo per andare in bagno, poi si è rituffata nel letto, ma continuando a toccarsi qua e là, si è resa conto che si sta eccitando e la cosa non le dispiace, poi girandosi tra le lenzuola, le è caduto lo sguardo su quelle catene attaccate saldamente ai quattro angoli del letto, sono sempre lì pronte per i loro giochi erotici, a questo punto le è venuta una gran voglia di giocare un po' con quegli attrezzi che di solito usano lei e suo marito per la pratica del bondage e il tutto viene solitamente condito con una buona dose di masochismo da parte di lei.
Tanto per iniziare ha indossato ben tre collant, uno sopra l’altro, di quelli elastici a compressione forte da 140 denari, sono collant che stringono molto, quelli che normalmente si usano per prevenire il gonfiore delle gambe e delle vene, ma non prima di essersi infilata nella vagina quel piccolo pene di metallo, non è molto grande, infatti ha un diametro di soli 12 millimetri, per cui con un piccolo sforzo, riesce a spingerselo dentro anche se lei ha sempre la vagina chiusa a chiave da quel meccanismo di castità che suo marito le applica 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno per impedirle di introdursi o di farsi introdurre nella vagina qualsiasi oggetto che sia più grande del suo dito mignolo, infatti questo pene d’acciaio è abbastanza piccolo da poter penetrare nella sua vagina anche da chiusa e lei può tenerselo dentro a tempo indeterminato, infatti è predisposto per essere fissato con delle catenelle tra le gambe e intorno alla vita, che poi lei ha bloccato con un lucchetto, così non potrà mai spingerlo fuori.
Si è messa in bocca il bavaglio, quello con la pallina rossa con i buchi, che le riempie quasi tutta la bocca, ma che la lascia respirare senza difficoltà, infine se l’è stretto per bene dietro alla nuca e lo ha bloccato con il solito lucchetto, dopodiché si è soffermata per un po' ad accarezzare le sue gambe, perché così lisce e sode non se le era mai sentite, mentre ammira i suoi piedini tutti ben stretti dentro quei collant elastici, non riesce neppure a muoverne le dita, ma tutto questo le piace.
Poi lei ha iniziato ad incatenarsi a quel letto usando quelle robuste catene e grossi lucchetti, ha incominciato dalle caviglie fissandole agli angoli del letto, poi intorno alla vita e se l’è attaccata ai lati del letto, infine s’è incatenata il polso sinistro all’angolo superiore e per ultimo, ma con un bel po' di fatica è riuscita ad agganciare e a sentire lo scatto di chiusura anche dell’ultimo lucchetto che le incatena il polso all’angolo destro, oramai è tutta incatenata e sa benissimo che non c’è più nulla da fare, non potrà più liberarsi da quelle spesse catene per nessun motivo e nessuno potrà correre in suo aiuto fino alla fine, tenta comunque di muoversi e dimenarsi, perché le piace sentirsi trattenuta, ma le sue braccia e le sue gambe sono tese e non può quasi muoverle, non è nuda perché indossa le mutande, il suo immancabile body modellante e tutti quei collant fortemente contenitivi, ma che ben presto, col passare delle ore, sa bene che diventeranno per lei anche punitivi.
Dopo qualche ora, inizieranno a farle male le dita dei piedi per la forte pressione di tutte quelle calze, ma lei non può liberarsi dei collant, perché ha i polsi incatenati alla spalliera superiore di quel robusto letto in ferro battuto e le caviglie alla spalliera inferiore, è costretta a rimanere lì immobile, con le braccia e le gambe tese e completamente spalancate.
Non può neanche urlare per chiedere aiuto perché è imbavagliata e non può fare nulla tranne che aspettare, lei ha predisposto un timer attaccato alla lampada sopra al letto che le lascerà cadere le chiavi per potersi liberare da quelle catene, ..ma questo accadrà solo tra sette ore e sempre che quelle chiavi non facciano i capricci andando a cadere troppo lontane dalla sua mano per poterle raggiungere, in quel caso lei non potrà più liberarsi e dovrà aspettare il ritorno di suo marito dal viaggio di lavoro.
In quel caso non sarà certo un bello spettacolo per suo marito quando rientrerà a casa, lei ormai sarà sfinita e puzzerà da morire, perché per un po' riuscirà disperatamente a trattenersi, ma poi sarà costretta a farsi la pipì tutta addosso e nel letto e dovrà farsi addosso anche tutto il resto, perché suo marito rimarrà via da casa ancora per due giorni e lei non potrà certo trattenersi per tutto quel tempo, tanto più che lei in previsione di dover rimanere per sette ore incatenata in quel letto, si era bevuta parecchia acqua per non aver sete in seguito e quel pene d’acciaio che lei si fissa tutte le volte dentro alla vagina prima di immobilizzarsi, preme contro la sua vescica aumentandole lo stimolo a fare la pipì.
Ma per il momento lei si gode tutta l’eccitazione che questo gioco le sta procurando!
Intanto le ore passano lente e lei è sempre lì più eccitata che mai! …ogni tanto si agita come per cercare di liberarsi, si contorce inutilmente, quel tanto che basta per rinnovare in lei quella sensazione di impotenza e ricordarle che da quelle catene non avrà mai nessuna possibilità di liberarsi e che dovrà rimanere lì imprigionata per tutto il tempo che aveva stabilito.
Ma ciò che lei non sa, è che nei giorni addietro, l’ente per l’energia elettrica aveva comunicato il distacco per qualche ora dell’erogazione della corrente nel suo quartiere proprio per quel giorno e questo causerà l’arresto del timer che lei ha predisposto all’inizio del gioco per il rilascio delle chiavi e non si riavvierà finché non verrà reimpostato manualmente.
Infatti quando manca meno di un ora alla fine del gioco, all’improvviso vede spegnersi la lampada sul soffitto, lei sul momento rimane sorpresa e non si rende conto, poi gira faticosamente la testa verso destra e vede dalla finestra che fuori è tutto spento, allora capisce che hanno tolto la luce e in un attimo si rende conto che il suo timer non si riavvierà più per cui quelle chiavi non cadranno mai dal lampadario, all’improvviso si sente gelare il sangue nelle vene, le prende il panico, si agita e si contorce tutta, ma tutte quelle catene non le permettono di muoversi neanche un po'.
Allora cerca di calmarsi per poter pensare ad una qualche soluzione, ma ben presto si rende conto che non ha nessuna possibilità di riuscire a liberarsi da sola e che sarà costretta ad attendere il ritorno di suo marito rimanendo completamente immobilizzata, incatenata in quel letto, per di più è già da un po' di tempo che sta provando dei dolori pungenti alle dita dei piedi a causa dei collant che le stringono le punte, ma non può neppure toccarseli per alleviare un po' la pressione sulle dita, cerca di urlare, è disperata e piange, ma sa’ anche che è tutto inutile, quel bavaglio funziona maledettamente bene e comunque nessuno riuscirebbe a sentirla in ogni caso, perché gli appartamenti vicini e su tutto il loro piano non sono abitati.
Non è la prima volta che le succede di incatenarsi da sola e poi qualcosa va storto, per cui si è già ritrovata altre volte tutta immobilizzata da catene, manette e quant’altro ad aspettare per giorni il ritorno di suo marito per poter essere liberata, lei se lo ricorda benissimo, specialmente l’ultima volta che è rimasta tutta legata per quasi tre giorni, ricorda la puzza orribile, tutto quel tempo che non passava mai, ha sofferto la sete e le era fin sembrato di impazzire, poi lui è arrivato e l’ha liberata, ma ha impiegato quasi due giorni a ripulire tutto e a far sparire quella puzza e ha impiegato ancora di più per farsi passare l’irritazione che le era venuta in mezzo alle gambe per essere rimasta immersa nei propri escrementi per oltre due giorni, infatti lui non prende mai impegni lavorativi fuori casa superiori ai due giorni, perché sa bene di questa incontrollabile passione della sua amata mogliettina per il bondage, per le catene e per ogni strumento di contenzione, per cui non vuole correre il rischio di lasciarla imprigionata in quelle condizioni per settimane.