Tratto da:
Ciondolo d'oro: storie di un rent boy | qualunque cosa per il tuo piacere
di Bacchio Pilone
urly.it/3tk5t
Terminata la scuola media con un bel voto mia madre mi regalò una vacanza al mare, in un appartamento preso in affitto in un residence. Il luogo era davvero carino, con le scale esterne che conducevano agli appartamenti e una piscina immersa nel verde. L’appartamento era arredato semplicemente, con uno stretto corridoio che conduceva alle stanze, due camere, un bagno e un salotto con angolo di cottura.
Alla vacanza si aggregò anche mia cugina, ormai maggiorenne e dunque preposta al mio controllo. Ero abituato sin da piccolo alla sua presenza e quindi ero felice che fosse lì con me. La spiaggia era poco lontana e passavamo il nostro tempo tra un tuffo in acqua e un risposino sull’asciugamano steso sopra alla sabbia. Mia cugina era una gran gnocca, con un costumino minimal che lasciava intravedere tutto, tra la felicità dei bagnanti lì intorno. Io, con il mio pacco in bella evidenza cercavo di stare disteso a pancia sotto, facendo un buco nella sabbia con la mano in corrispondenza del pisello, così da fare in modo che non i facesse male schiacciandolo con il peso.
Un pomeriggio mi addormentai a pancia in su e, con mio enorme imbarazzo, mi risvegliai con il mio pisellone talmente turgido che mi era uscito fuori dal costume, provocando l’ilarità e la meraviglia dei vicini di ombrellone. Anche mia cugina rideva e io le chiesi perché non mi avesse coperto con qualcosa e lei mi rispose che era un peccato nasconderlo, visto che era così bello da vedere. La guardai e lei mi strizzò l’occhio.
La sera stessa fatta la doccia, ci stavamo preparando per uscire a mangiare una pizza. Mi stavo passando il gel sui capelli, nell’unico specchio posto lungo il corridoio, quando sento mia cugina che, passando, mi prende in mano il pacco dicendomi “pisellone”, mettendosi a ridere. Anch’io la presi a ridere, avevo confidenza con lei, anche se non fino a quel punto. Tornammo verso mezzanotte, dopo aver passato una bella serata in giro per il lungomare. Lei aveva bevuto un po' troppo e cominciò a spogliarsi in salotto, togliendosi minigonna e camicetta, rimanendo in topless, visto che non aveva il reggiseno. Io feci finta di niente e mi diressi in camera mia: “Non mi vuoi guardare pisellone?” - mi disse - “hai paura di eccitarti come oggi in spiaggia? guarda che ne ho visti altri di cazzi, magari non come il tuo ma li ho visti.”
Io le risposi imbarazzato, evidenziandole che fosse mia cugina e lei di rimando “lo so, ma siamo comunque un uomo e una donna, basta non dirlo a nessuno…” e mi strizzò ancora l’occhietto. “O forse non ti piaccio, eppure mi sembra di essere una bella fica, che ne pensi?” “Sì sei molto bella ma sono un po' in imbarazzo con te, non ti avevo mai vista dal lato sessuale” - ribattei io. “Senti, la maggiorenne qui sono io e decido io, va bene cuginetto pisellone?” e si butto nel mio letto facendomi il solletico nella pancia.
Poi si sdraiò vicino a me e comincio a passare le dita su tutto il mio corpo, evitando accuratamente di toccare l’uccello. Ad un certo punto posò l’intera mano sopra al pacco che, nel frattempo, si era gonfiato per bene. “Facciamo l’amore - disse.” Non ebbi la forza di rifiutare anche perché era davvero bella e sensuale. Per prima cosa si tolse le mutandine e poi proseguì spogliando del tutto me, che ancora avevo i pantaloni e la camicia. Iniziò a palparmi il pisello da sopra le mutande mentre mi sorrideva nella penombra della stanza, poi cominciò a baciarlo tirando fuori solo la cappella, come in spiaggia. “Avrei voluto prendertelo in bocca oggi pomeriggio, se non ci fosse stata altra gente l’avrei fatto” e così dicendo prese in bocca la cappella pulsante mentre con le mani piano piano mi toglieva del tutto gli slip. Vedevo il cazzo pulsare a ritmo delle sue pompate e dopo non molto tempo non potei trattenermi dal venirle in bocca. Lei tranquilla continuò a succhiare fin quando il membro si rilassò mentre lei, dopo aver ingoiato lo sperma, lo trattenne ancora un poco in bocca dandomi un piacere immenso.
La mattina dopo entrò in camera mia che ero appena sveglio. Ero ancora tutto nudo dalla sera precedente. “Sei sveglio? Io mi sono appena fatta la doccia, tu hai già pisciato?” “No, devo ancora andare in bagno” - risposi leggermente imbarazzato. “Allora vai e non lavarti dopo aver fatto la pipì, perché voglio in bocca il sapore della tua urina, mi eccita. Dobbiamo scopare, ieri sera non l’abbiamo fatto ricordi? Si mise a ridere.” Andai in bagno e, quando tornai in camera, lei si era già spogliata e stava a gambe larghe sul letto con la fica bene aperta. “Leccamela, così mi bagno per bene prima dell’ingresso del tuo pisellone”. Mi misi a leccare come meglio potei e la sentii gemere di piacere, poi le leccai l’ombelico e le tette fino a ficcarle la lingua in bocca, mentre stavo indirizzando il cazzo dentro la fica. “Aspetta a infilarlo, voglio ciucciare il tuo piscio”. Le infilai il cazzo in bocca ancora bagnato di urina e lei se lo batté in bocca fino a succhiare tutto il liquido rimasto. Quando le infilai il cazzo dentro ebbe un sussulto di piacere. Le detti una quindicina di colpi ben assestati fin quando gemette di piacere espulgendo il pisello con le contrazioni della vagina. Poi si mise a cavalcioni sopra di me e si infilò il pisello ancora dentro, in uno smorzacandela frenetico. Venne ancora, mi sputò in bocca e cominciò a succhiarmi il grosso cazzo pulsante fino a farlo venire copiosamente. Mentre finiva di ingoiare il liquido denso, da dietro le aprii le natiche e le infialai il dito medio nell’ano, provocandole un intenso piacere. “Una volta ti darò il culo, ma solo se farai il bravo”, disse ridacchiando e coprendomi di baci la pancia.
La prima settimana trascorse così, tra divertenti escursioni alla spiaggia e sul lungomare e grandi chiavate nel letto di camera mia. Facemmo anche il bagno a mezzanotte e, per la prima volta, scoprii come era bello scopare anche dentro l’acqua.
Una sera, dopo aver bevuto un paio di birre a testa, la mia adorata cuginetta entrò in camera mia tutta vestita, cosa strana visto che entrava sempre nuda. “Se riesci a spogliarmi usando solo la bocca, me lo potrai mettere dove vorrai, mi faccio anche inculare.” Cominciai dai piedi, togliendole le ciabatte che indossava con i denti. Continuai abbassando la lampo del vestitino, da dietro, mentre con le mani la toccavo dappertutto. Poi fu la volta del reggiseno e la cosa risultò più difficile del solito e dunque mi dovetti aiutare con le mani, ma ormai l’eccitazione era tale che lei non mosse obiezione. Infine le mutandine. Gliele sfilai abbassandole prima da un lato e poi dall’altro, fin quando non furono calate del tutto fino ai piedi che lei alzò diligentemente. Il cazzo mi pulsava quasi fino a farmi male e mi tornarono in mente le volte quando la madre di mia cugina si faceva solo inculare, senza darmi la possibilità di fare altro e facendosi riempire l’ano di sperma. Mi eccitai ancora di più. Andai in cucina, aprii il frigo, presi un pezzettino di margarina e le spalmai per bene il buchetto del culo in modo da renderlo più ospitale, la misi a pecorina sull’angolo del letto e la infilzai con una foga tale che lei non poté fare a meno di urlare di dolore, dicendomi che ero un bastardo. Dopo averle trafitto violentemente il culo cominciai a muovermi piano e lei si rilassò, dicendomi di non aver mai provato una supposta così grossa. Le massaggiai il clitoride fino a farla venire. Ora il grosso uccello sguazzava nello sfintere finalmente aperto e rilassato. Quando lo tolsi dal buco, lei si voltò, lo prese in bocca e lo ripulì avidamente, ingoiando sperma e i miei sputi diretti dentro la sua bocca e su tutta la faccia.
«Il verbo "espulgere" non esiste; si dice espellere. Vedi di correggere.»