A quasi 50 anni di età è ormai per me consuetudine svegliarmi con il gingillo del piacere in erezione. Ma l’erezione che mi sono trovato fra le gambe questa mattina, appena ho aperto gli occhi, aveva qualcosa di particolare: era il frutto di un brevissimo, ma per me particolarmente eccitante, sogno che aveva appena animato il mio sonno ristoratore.
Appena leggerete quanto sto per raccontarvi penserete che non sia niente di eccezionale, ed avete sicuramente ragione. Ma per me lo è perché vedeva realizzarsi uno dei tanti, piccoli, desideri lussuriosi della mia ormai monotona vita coniugale.
Si, coniugale! La protagonista del sogno è la mia mogliettina, cinquantenne anche lei, che realizzava, forse inconsciamente, uno dei miei tanti chiodi fissi: l’esibizionismo.
Ma andiamo con ordine e sarò breve poiché, come detto prima, il sogno è durato pochissimo, ma il tempo necessario a farmi indurire bene il cazzo e regalarmi una giornata con qualcosa di fisso a cui pensare continuamente.
Il sogno si svolgeva così: dopo una intensa giornata lavorativa facevo rientro a casa. Aperta la porta d’ingresso, che dà sul soggiorno, la scena che mi ritrovavo davanti era la seguente. Mia moglie seduta sul divano e mio padre, che normalmente abita al piano superiore dell’edificio, si trovava nella stessa stanza ed in piedi di fronte a lei. Li vedo entrambi preoccupati e quindi chiedo cosa sia successo. Risponde lei, spiegandomi che la caldaia non funzionava, non erogava acqua calda, e quindi non avevano potuto far la doccia.
Durante la spiegazione mio padre si allontana ed i miei occhi si soffermano su mia moglie. Indossava solo un accappatoio bianco. E, fin qui, nulla di strano. Ma sul davanti si era allargato un po’. Un bel po’.
Infatti la mammella destra era interamente scoperta, mostrata ai quattro venti, ben visibilissima ai miei occhi e dunque anche a quelli di mio padre che si era appena allontanato rientrando al piano superiore.
Era impossibile che lui non l’avesse notata, pensai subito. Soprattutto perché ile sue tettone sono graziosamente formose, con la classica forma di melanzana, come disse una volta un mio caro amico, ed incentrate da un’areola sufficientemente larga e scura e da un capezzolone particolarmente turgido e grosso.
Anche la sua posizione era favorevole a mostrare lo splendido seno. Con la schiena appoggiata sullo schienale del divano, con le braccia lungo i fianchi, quasi a protendere il busto. E, gesticolando appena, vedevo la zinnona sobbalzare quanto bastava per alimentare ulteriormente la mia già marcata eccitazione sessuale.
Fu proprio in quel momento che mi svegliai, ponendo fine ad un sogno, così fortemente intenso, al quale non riesco a non pensare ormai da stamattina.
«Insipido.»