Tratto da:
Ciondolo d'oro: storie di un rent boy | qualunque cosa per il tuo piacere
di Bacchio Pilone
urly.it/3tk5t


La scuola media che frequentavo non era distante dalla mia abitazione e la raggiungevo sempre a piedi, sia da solo che insieme ai miei compagni di classe che incontravo lungo il percorso. Avevo dodici anni e il mio fisico si stava formando armonicamente, più sviluppato dei miei coetanei. Una mattina eravamo tutti seduti ai propri banchi quando giunse la notizia che la professoressa di italiano non si era sentita bene e sarebbe stata sostituita da una supplente. Noi alunni eravamo tutti dispiaciuti di questa cosa, in quanto adoravamo quella brava insegnante. 


Tuttavia a noi maschietti, quando vedemmo la supplente, ci passò subito la tristezza, visto che era una giovane ragazza che si presentò con un vestitino leggero che faceva intravedere un bel sedere e due seni prorompenti. La mia fantasia cominciò a volare su quelle tette e su quelle chiappe così sode e perfette. Spesso, quando c’era lei in classe, avevo sempre un’erezione violenta, tanto che dovevo correre in bagno a farmi una sega. Una volta di queste non feci in tempo ad arrivare in bagno e venni direttamente nelle mutande, macchiandomi i pantaloni di velluto marrone. Per fortuna avevo un maglione abbastanza lungo da coprire il misfatto e così non fui scoperto da nessuno. Tornai a casa con una voglia tremenda di masturbarmi poiché non ero contento della eiaculazione di poche ore prima, non ero appagato. 


Entrai in casa e mi diressi in bagno per terminare il mio momento di piacere. Mia madre rientrava sempre la sera dal lavoro e mia cugina, di cinque anni più grande di me, studiava in una scuola superiore a tempo pieno e quindi pranzava alla mensa scolastica. Mia zia, come al solito, preparava il pranzo per tutti e due e si parlava allegramente di tutti gli argomenti che ci venivano in mente. 


Lei era una donna su quarant’anni ben portati. Un bel fisico da tipica bellezza mediterranea. Capelli corti e scuri, bel seno e bel sedere e due labbra carnose. Era vedova da dieci anni e non aveva un uomo con il quale fare sesso e, proprio per questo, avevo l’impressione che anche lei come me si masturbasse. Cominciai a farci caso e la seguii mentre si recava in bagno dopo aver sbrigato le faccende di casa. Guardai dal buco della serratura e la vidi mentre si spogliava, sfilandosi anche le mutandine. Iniziò a toccarsi quel bel culo, i fianchi, le tette e, infine, diresse la sua attenzione alla sua fica pelosa. Si sedette a gambe larghe sul water massaggiandosi con veemenza il clitoride con la mano destra, mentre con la sinistra si toccava il seno. Io, preso dalla mia solita foga, mi tolsi l’uccello dalle mutande e cominciai a menarmelo, fin quando non persi l’equilibrio e sbattetti la testa nella maniglia della porta, facendo sobbalzare mia zia. Subito corsi in camera mia, mentre lei si rivestì velocemente e uscì dal bagno chiedendomi cosa fosse successo. Io stavo seduto sul letto con le mani fra le gambe, guardandola fissa sull’arco della porta. Le dissi che l’avevo spiata dal buco della serratura e lei, imbarazzata, mi sgridò e mi chiese di non farlo mai più. 


I giorni successivi spiai ancora mia zia, facendomi delle seghe spettacolari pensandola tutta nuda mentre si masturbava. Lei, dal canto suo, non faceva nulla per evitare che io la guardassi. Infatti non metteva niente davanti al buco della serratura, pur sapendo che la stessi guardando. 


Un pomeriggio dopo pranzo mi mise seduto sulle sue ginocchia e mi chiese “Mi stai ancora spiando vero?” Al mio assenso mi disse che anche lei si masturbava e cercava di vedere qualche uomo nudo, era normale. “Vuoi toccarmi le tette?” – mentre disse così si scoprì il seno, mi prese la mano e l’appoggio su quelle mammelle calde e morbide. 


Io rimasi impietrito e il pisello si gonfiò da sotto i pantaloni. “Se vuoi posso aiutarti a godere, ma deve rimanere un segreto per sempre tra di noi.” – disse. Mi dette un bacio sulle labbra e sorrise. Ci alzammo, mi prese per mano e andammo in camera sua. “Ho notato che hai un bel cazzo grosso per la tua età, lo posso vedere?” Mi sbottonò i pantaloni e mi abbassò le mutande prendendo in mano il cazzo che ora era gonfio e pulsava. D’improvviso se lo mise in bocca e cominciò a pompare la turgida cappella. Se lo infilava fin dentro la gola, gemendo e tossendo leggermente. Poi mi fece sdraiare e continuò il fantastico massaggio con labbra e la lingua fino a che non venni copiosamente dentro la sua bocca. Ingoiò tutto lo sperma facendo un rumore gutturale molto sensuale. Poi si alzò e mi disse di ricompormi. 


Quel pomeriggio non riuscivo a pensare ad altro e, la sera, prima di andare a letto mi masturbai ancora, tanto ero eccitato.

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