"Signora Banghi ha sentito la notizia ?"
Mi stavo chiedendo se fosse più stupida la domanda, o la vecchia stronza che me l'aveva fatta, interrompendo la magia della sauna, quando mi resi conto che la vecchia in questione era la contessa Amanda De Avero, in altre parole la donna più pettegola della città.
"No contessa mi dica, sono tutta orecchi." le risposi sfoderando un diplomatico sorriso.
"Stamattina Arianna Famigi ha cacciato di casa il marito, sa l'avvocato Mondetti, dopo averlo scoperto con un’altra donna." mi disse come se fosse qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.
"Si vede che quell'uomo voleva andare con una donna che almeno avesse le fattezze femminili." le risposi con ironia.
"Ma cosa dice la signora Famigi non è affatto brutta, e poi è una gran dama !"
"Sarà anche una gran dama, ma è bella quanto io sono vergine, però la ringrazio della notizia, se non altro perché lui è anche il mio avvocato, e non credo possa rimanere a lungo nello studio della moglie."
"Su questo ha ragione lei, comunque lui è un porco, andare dietro a un’altra quando si ha un simile fiore in casa !"
Lasciai la contessa a ripetere il pettegolezzo con le altre donne che stavano entrando, per ripensare a quell'uomo che mi ero scopata qualche mese prima, e che forse ero stata il primo corno messo alla moglie.
Il tempo d'uscire dalla doccia e la notizia era già a livello provinciale, per non dire regionale, ma del resto si sa che i tradimenti altrui sono il miglior carburante nelle discussioni femminili, dove l'importante è non pensare mai a quelli che si subiscono.
Passai il resto del pomeriggio a cercare un paio di sandali che non trovai, col risultato di tornare a casa stanca e di pessimo umore, anche se il pensiero del divorzio di Arianna mi faceva sorridere, visto l'odio profondo che avevo per quella donna, tanto brutta quanto arrogante ed invidiosa.
Dopo cena mi misi davanti alla televisione per vedere il finale di una serie, che come al solito gli americani avevano massacrato senza dargli un senso logico, ma del resto ero quasi abituata a ultime puntate che lasciavano l'amaro in bocca.
Misi quindi una camicetta da notte molto leggera vista la primavera inoltrata, ma non feci in tempo a toccare il letto che suonò il video-citofono.
Più per abitudine che altro mi coprii con una vestaglia per andare a vedere chi fosse a quell'ora così tarda, per scoprire che si trattava proprio del marito cacciato di casa quello stesso giorno.
"Sali coglione, ultimo piano." gli dissi senza neppure fargli aprire bocca.
Mi sistemai un po' per non dare l'impressione della zitella che va a letto con le galline, per poi aprirgli la porta e farlo entrare. Quello davanti a me non era più l'uomo sicuro di sé che avevo sedotto nel suo ufficio, ma uno con le borse sotto gli occhi, che chiaramente non sapeva dove andare.
"Scusa se ti disturbo, ma sei la mia ultima speranza." mi disse chiudendo la porta dietro di sé.
"Fammi indovinare, quella stronza della tua quasi ex moglie ti ha tagliato tutti i ponti, e ora sei solo, credo con pochi soldi, e senza un tetto dove dormire almeno stanotte."
"Hai fatto centro, ma del resto non era difficile da indovinare."
"Certo che sei un coglione, scoparti una mentre lei è al piano di sopra !"
"Non ci crederai ma è stata una trappola, quella m'è saltata addosso e un attimo dopo è entrata Arianna che scattava foto col cellulare, dicendomi di tutto e di più. Va anche detto che dopo di te qualche scappatella me la sono anche concessa, ma non quella di stamattina anche perché io quella ragazza non l'avevo mai vista."
Il suo racconto era credibile, e non ci voleva un genio a pensare che la gran dama dopo aver scoperto d'esser anche una gran cornuta, gli avesse preparato una trappola per avere un divorzio facile facile, e del resto era una legale anche lei.
"Senti se vuoi dormire qui non c'è problema." gli dissi dopo averlo sentito sfogare per tutti gli anni passati con quella strega "La camera degli ospiti è pronta all'uso e se vuoi farti una doccia, gli asciugamani sono nel mobile lungo. Per il resto buona notte perché sono stanca e voglio solo dormire."
"Valeria sei un tesoro, non so davvero come ringraziarti." mi disse commosso.
"Lo farai domani o dopo, adesso voglio solo spegnere il cervello sino a domattina."


La sveglia suonò come d'abitudine alle otto, ma quello era un sabato particolare perché partivano i saldi, ed ero d'accordo con un gruppo d'amiche d'andare insieme a svaligiare diversi centri commerciali.
Così dopo essermi lavata, e aver dimenticato d'avere un uomo in casa, mi vestii di tutta fretta scegliendo un classico tailleur con la gonna un po' corta, sotto il quale indossai un completino push-up e tanga per essere più attraente, finendo con calzare le più comode delle mie scarpe visto che c'era da stare in piedi per diverse ore.
Come al solito mi preparai la colazione a base di un dolcetto, una tazza di caffè giamaicano, e la solita manciata di pillole per pressione, colesterolo e via dicendo.
Stavo quasi per uscire, quando spuntò Nicola che quasi non mi fece venire un colpo per lo spavento.
"Sono così brutto quando mi alzo ?" mi chiese divertito
"No, è che mi ero dimenticata della tua esistenza, e poi oggi ci sono i saldi, quindi prendi quello che vuoi ma lascia pulito." gli risposi cercando di mettere tutto il mondo nella borsa.
"E se volessi te ?" mi disse baciandomi sul collo.
All'inizio lo lascia fare perché pensavo a dove potevo aver messo le chiavi della macchina, ma poi il suo bacio divenne una sottile carezza, che lentamente fece crollare le mie buone intenzioni.
"Nicola ti ho detto che devo andare a fare spese." gli ricordai con un tono che non avrebbe convinto nessuno.
"Se vuoi, ti accompagno io, sempre che tu voglia dare scandalo facendoti vedere con me."
"Sai quanto me ne frega di tua moglie, a volte mi chiedo non tanto come hai fatto a sposarla, ma ad andarci a letto la prima volta."
Il mio era un colpo basso, ma lui fece finta di nulla risalendo con la bocca dal collo sino alle mie labbra, che non aspettavano altro che incontrare le sue.
Mentre mi baciava, lui mi aprì la giacca, scoprendomi subito il seno sul quale si avventò come un che vuole esser allattato, e del resto non c'era confronto fra la perfezione del mio, e quello quasi virtuale dell'ex moglie.
Compresi che non sarei più andata per negozi con le mie amiche, se non altro perché avevo forse più voglia di scopare di lui, così feci un passo indietro per togliermi sia la giacca, che la gonna, rimanendo di fatto con le sole mutandine.
"Adesso siediti e guai a te se non mi ubbidisci !" gli dissi quasi ridendo.
"Subito, non vorrei mai che t'incazzassi." mi rispose anche lui col sorriso.
Sorriso che gli tolsi ben presto, dopo essermi accucciata davanti a lui per abbassargli i boxer e prendergli in mano il pene, ancora floscio ma non per questo meno invitante. Iniziai ad avvolgergli la cappella con la lingua, per poi passargliela per tutta la mazza, coprendola con un sottile strato di saliva, che permise poi alle labbra di muoversi più in fretta quando lo strinsero fra di loro. Il mio non fu un pompino nel senso classico del termine, ma più un giocare col suo bastone senza mettermelo mai completamente in bocca, quasi fosse più importante solo la punta e non anche il resto. 
"Se quella stronza avesse mai imparato a fare un pompino del genere non l'avrei mai tradita." mi disse facendomi alzare per togliermi quasi con rabbia le mutandine "Invece a letto era un pezzo di legno che non voleva mai scopare."
"Invece con me la sala giochi è sempre aperta vero ?" gli risposi piegandomi sullo sgabello quel tanto che bastava per permettergli di penetrarmi senza alcun problema.
Lui non disse nulla, ma fece esattamente quello che mi aspettavo, cioè prendersi la mazza in mano ed infilarmela dentro ed iniziare quindi a scoparmi.
Nicola aveva sì un gran cazzo, ma non l'esperienza di uno come Carlos, ma ciò nonostante si dimostrò un buon amante, di quelli che non pensano solo al proprio piacere, ma anche a far godere la propria donna. Il suo ritmo era tutto tranne che costante, alternando spinte lente quasi ritmate, a veri e propri assalti all'arma bianca, ma tutto ciò non portava altro che a farmi godere.
Lo sentivo dire frase sconnesse, ma non gli diedi alcuna importanza, anche se pensai che con la testa scopasse più l'ex moglie di me.
"Stai pensando a lei non è vero ?" gli domandai quasi sgusciando via da lui.
"No! No! è che è tanto che non scopo." mi rispose cercando quasi una giustificazione al suo borbottio senza senso.
"Nicola con me puoi essere sincero, non c'è nulla di male se hai ancora Arianna in testa, ti chiedo solo di dirmelo."
"Sì hai ragione è che non riesco a togliermela dalla mente, lei e tutte le sue paranoie sul sesso."
Compresi che quell'uomo non aveva bisogno di farsi una sana scopata, per quello sarebbe bastata anche una puttana, ma di fare qualcosa che prima gli era vietato.
Così presi la boccetta dell'olio che si usa per condire l'insalata, e gliene versai un bel po' sulla mazza, per poi ungerla in modo uniforme.
"Adesso mettimelo nel culo come faresti a quella stronza se ce l'avessi davanti." gli dissi mettendomi quasi a pecora sullo sgabello.
"Valeria stai scherzando vero ?"
"No voglio che mi sfondi il culo come non hai mai fatto con quella suora che ti sei sposato, sono stata chiara o vuoi che ti faccia dei disegnini per spiegartelo !"
Colpito nell'orgoglio Nicola divenne una belva, ma del resto era proprio quello che volevo, infilandomi dentro il retto il suo bastone bello unto con tutta la rabbia che aveva in corpo. Nonostante tutto l'olio che avessi usato, quella penetrazione così violenta fu anche abbastanza dolorosa, ma non lo diedi a vedere volendolo far sfogare di tutte le frustrazioni accumulate in anni di matrimonio.
"E' tutto qui quello che sai fare ?" gli dissi con tono di sfida "Cazzo mio nonno lo faceva meglio anche a novant'anni !"
"Stai zitta puttana o ti sfondo il culo come meriti !"
"Come magari se lo sta facendo fare Arianna, magari da due negri visto che è anche razzista, così la sfondano anche meglio."
L'idea di quella donna in mezzo a due mandinghi mi fece quasi ridere, ma non ebbi modo di pensarci troppo perché Nicola mi portò quasi di peso sul divano per continuare a fottermi.
Era arrivato al punto di chiamarmi come lei, ma quel che più importava, mi stava scopando come non aveva mai potuto fare con Arianna, trattandomi come una puttana da pochi soldi con la quale era lecito fare di tutto.
"Ora ti piace prenderlo nel culo, non è vero brutta troia ?" mi urlò contro oramai prossimo all'orgasmo.
"Sì è così bello sentire il tuo gran cazzo dentro il culo. Dai ti prego continua, fammi godere ancora un po' col tuo bel cazzo."
Nicola non resistette ancora molto, e del resto con quel ritmo furibondo sarebbe stato impossibile farlo per chiunque, ma, invece di venirmi dentro volle finire con qualcosa che non aveva mai fatto con la consorte.
"Apri la bocca e bevi la mia sborra." mi disse mettendosi davanti a me.
Mi attaccai come una sanguisuga a quel membro che aveva mille sapori, quello dei miei umori mischiati all'olio d'oliva, insieme a quello della sua pelle e del mio retto. Sentii ogni suo gettito sbattermi contro il palato, mentre lui si afflosciava sempre più, come se non avesse alcuna energia in corpo, e lo lasciai solo quando fui certa che non avesse più sperma da darmi.
Con un po' di stupore lo vidi però triste, e non ci voleva uno psichiatra per capire il perché.
"Sono uno stronzo, ti ho usata solo per fare un dispetto a quella là, mentre tu ti sei dimostrata una vera amica." mi disse con gli occhi lucidi.
"Senti a me scopare piace, e sinceramente se avevi in testa me o quella cretina non me ne frega un cazzo. Quindi vedi di piangerti addosso anche perché adesso devi accompagnarmi a fare spese, e credimi la mia vendetta sarà vederti coi piedi in fiamme." gli dissi finendo con una risata che fu subito contagiosa.
"Va bene però dopo cosa faccio ? Nel senso non ho un lavoro e non posso certo vivere qui da te."
"No però se fai il bravo posso chiamare l'avvocato Pettisi, con lui ho un buon rapporto e soprattutto odia non solo tua moglie ma tutta la sua famiglia, quindi assumerti sarà per lui una dolce vendetta."
Nicola mi abbracciò con tutto il calore del mondo, dandomi non so quanti baci per ringraziarmi di quello che gli avevo appena detto. Quello che non sapeva era che anch'io mi stavo a modo mio vendicando di sua moglie, che consideravo l'incrocio fra una perfetta stronza e una donna di merda.



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(quelli volgari saranno subito cestinati)


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