Tratto da:
Ciondolo d'oro: storie di un rent boy | qualunque cosa per il tuo piacere
di Bacchio Pilone
urly.it/3tk5t
Terminato il servizio militare mi dedicai a lavoretti saltuari, compresi cameriere in un pub e commesso in un negozio di giocattoli.
Proprio quest’ultimo impiego fu l’occasione della svolta della mia attività lavorativa. Un imprenditore era venuto ad acquistare un giocattolo per il figlio, proprio nel negozio in cui ero commesso. Notò il mio atteggiamento amichevole ed aperto nei confronti degli acquirenti e mi lasciò un biglietto da visita dicendomi di chiamarlo.
L’indomani presi il telefono e composi il numero. Ci vedemmo per un caffè e mi propose di divenire suo socio per l’imminente apertura di un sexy shop nell’immediata periferia della città. Accettai subito e, nel giro di un mesetto, mi ritrovai a vendere un altro tipo di giocattoli, oggetti e prodotti per persone goderecce. La prima cliente fu una signora sui sessant’anni, vedova, che cercava un vibratore doppio, vagina e ano. Poi vari personaggi in cerca di oggetti per soddisfare mogli e amanti, gay e lesbiche. Insomma conobbi una varia umanità bisognosa di godere e far godere i vari partners. Un giorno si presentò un’infermiera del vicino ospedale, cercando un dildo da usare con la sua amica, anche lei infermiera. “Sai, lei è lesbica e non le piace essere penetrata, mentre io sono bisessuale e adoro sia la fica che il cazzo. Quindi, mentre ci facciamo, lei mi infila i vibratori nella fica e nel culo e io la lecco dappertutto” - mi disse candidamente.
Mi resi conto di essere diventato anche un confessore, poiché mi piaceva ascoltare racconti e impressioni inerenti a quel mondo e a quel modo di pensare. Entravo perfettamente in contatto mentale con i clienti, cosa che faceva piacere sia a me che a loro. L’infermiera bisessuale tornò un’altra volta, per acquistare un tubetto di gel per massaggi e fu allora che mi chiese se conoscessi un uomo in grado di farla godere. Senza pensarci due volte le dissi che io ero disponibile, se le piacevo, a darle una bella ripassata. Al suo simpatico assenso, ci mettemmo d’accordo per vederci nel suo appartamento.
La sera, verso le ventuno, suonai il campanello e venne ad aprirmi Ilaria in tanga e magliettina bianca corta. Mi fece entrare e mi offrì un gin tonic, tanto per scaldare l’atmosfera. Ci sedemmo sul divano e, mentre mi apprestavo a bere, lei cominciò a palparmi il pacco. Io mi rilassai sul divano e lei mi spogliò con maestria, calandomi i pantaloni e le mutande fino alle ginocchia. “Che bell’arnese che hai Bacchio” e lo prese in bocca subito senza toccarlo con le mani. Pompava molto bene e, mentre mi leccava le palle con la sua linguina muscolosa, prese a farsi un ditalino. Poi ci spogliammo del tutto e mi disse che avrei potuto tranquillamente venirle dentro, visto che prendeva la pillola. Si mise a pecora sul divano e io le infilai il cazzo dentro, mentre lei si toccava le tette e le cosce. Dopo un po' prese il gel da sopra il mobiletto, lo stappò, ne mise qualche goccia sulle dita e si spalmò per bene l’ano, in modo da farmi entrare più agevolmente. La inculai a dovere, entrando e uscendo a piacimento da quel buchetto davvero invitante. Il pompino finale fu lento, con il cazzo che si contraeva ad ogni affondo di Ilaria, fin quando non sborrai dentro alla sua boccuccia morbida. Lei ingoiò tutto ripulendo a dovere la cappella sbaciucchiandola tre o quattro volte con baci sonori.
Decidemmo di rivederci due giorni dopo. Questa volta, ad aprirmi, fu la sua amica lesbica, Jasmine, una cubana dalla pelle scura e liscia. Era pronta per uscire, ed era vestita con minigonna e camicetta. “Piacere Bacchio, ti lascio il campo libero con Ilaria visto che io sono di troppo.” Capii che avevano discusso e mi avvicinai ad Ilaria che baciai profondamente. “Avevo proposto a Jasmine di fare una cosa a tre, ma non mi sembra ancora pronta. Riproverò.”
L’occasione capitò la settimana dopo, quando Ilaria e Jasmine entrarono in negozio con la scusa di acquistare qualcosa. La cubana era davvero notevole, con belle cosce lunghe e sode, una vitina stretta e due piccole ma dure tette che premevano la sottile camicetta. Ilaria mi disse come Jasmine si fosse convinta a provare il tris. Jasmine confermò, dicendo che le sembravo un dolce e bravo ragazzo e che con me avrebbe provato volentieri. “Soprattutto per far contenta Ilaria” – puntualizzò.
La sera stessa suonai il campanello con un po' di titubanza, non sapendo cosa aspettarmi. Mi aprì Ilaria, come sempre mini mutandine e magliettina sexy. Musica in sottofondo e tartine sul tavolo. Champagne e tre calici. “Una bella festa” – esclamai.
Avevo appena messo la lingua in bocca ad Ilaria che Jasmine uscì dalla camera da letto, con indosso un vestitino di viscosa che lasciava trasparire il bel culo sodo e i capezzoli turgidi. La bocca carnosa era evidenziata da un rossetto rosso fuoco e la capigliatura vistosa faceva risplendere gli occhi scuri. “Jasmine, non saluti Bacchio? - disse Ilaria “lo so che non ti piace baciare gli uomini ma lui è nostro ospite, dobbiamo trattarlo bene, sorrise.” Mi avvicinai alla bella cubana e le detti un bacio sulla guancia morbida. Lei ricambiò e le poggiai la mano sulla sottile vita, cercando la sua bocca. Lei, dapprima titubante, si lasciò baciare lievemente le labbra. Poi provai ad infilarle un pezzettino di lingua in bocca e lei mi lasciò fare. “Solo per Ilaria, ricordatelo.”
Mangiammo qualcosa e bevemmo due calici a testa di quello squisito Mumm. Andai in bagno a pisciare e, quando ritornai in salotto, trovai le due femmine che si stavano baciando sul divano, Ilaria con ancora le mutandine e Jasmine completamente nuda. Toccai le cosce di entrambe e nessuna delle due si ritrasse, anzi, si voltarono verso di me e mi baciarono insieme sulla bocca, dapprima leccandosi tra di loro e poi facendo partecipare anche me alla slinguata vischiosa. Anche Ilaria si tolse le mutandine mentre io baciavo profondamente Jasmine, toccandole tutto il corpo e i fantastici glutei gommosi e lisci. Ilaria prese in bocca l’uccello pulsante mentre Jasmine mi accarezzava e mi baciava il volto, le spalle e il petto. “Prova…Jas” disse Ilaria. Un po' titubante la bella cubana toccò il pisello con le dita della mano sinistra e si avvicinò con la bocca. Ilaria glielo avvicinò alle labbra e lei le dischiuse e finalmente se lo ficcò in bocca, leccando e ciucciando la cappella che sembrava stesse scoppiando. “Brava tesoro” riprese Ilaria “non può non piacerti questo dildo di carne e muscolo.” Jasmin le dette una leggera pacca sul dorso della mano e continuò a pompare gemendo per il piacere. Io ero come in catalessi, con gli occhi semichiusi. Poi sentì il cazzo che si ficcava nella morbida carne umida di una delle due fanciulle e mi ripresi, notando che Ilaria era seduta su di me e si dimenava lentamente mentre Jas le aveva posizionato la fica sulle labbra, che lei leccava avidamente. Ilaria si alzò e si mise a gambe larghe sul divano, invitando me e Jasmine a leccarle la fica e l’ano, cosa che facemmo volentieri, incontrandosi spesso con le nostre lingue. Poi fu la volta di Jasmine che si posizionò a pecorina sul divano. Insieme ad Ilaria la leccammo fino a farla gemere di piacere, passando dalla fica all’ano e ficcandole le dita nei due orifizi allargati dall’eccitazione. Ilaria si avvicinò all’orecchio di Jasmine, la quale annuì. Poco dopo il mio cazzo affondava dentro alla vagina di Jas, che urlava di piacere mentre Ilaria la pomiciava con frenesia. Poi le riempii anche lo stretto buco del culo in cui sborrai copiosamente. Mentre io giacevo sfinito sul divano loro continuarono a leccarsi, con Ilaria che inghiottì tutta la sborra che fuoriusciva dall’ano di Jasmine. Brindammo ancora e, piano piano, il mio grosso arnese riprese vita. Allora le due ragazze presero a leccarlo di nuovo e di nuovo venni mentre avevo infilato le due dita medie nei loro culetti aperti. Avevo appena fatto un’altra opera di bene.
«Bravo! Trama stuzzicante e scritto bene. Questo racconto merita, almeno, un secondo capitolo.»
«Fantastico racconto»