Tra me, Alba e Franco iniziò un rapporto a tre. Il gioco lo comandava Alba e in parte Franco. Erano loro che decidevano il mio ruolo; a volte partecipe a volte spettatore segaiolo. Alba aveva preso ad adorare, sia la doppia (cazzo in fica e culo), sia a ricevere sborra di entrambi in culo, ma quando Franco la scopava, lei andava di matto.
“Sì, cazzone, dai, più in fondo! Sì, lì! Oh…come ti sento! Spingilo tutto dentro! Dai…dai, che godo!”
Si trasformava in un fiume in piena, allagava tutto. Franco le succhiava il suo super clitoride come fosse un cazzo e riusciva, in breve tempo, a portarla a ripetuti orgasmi. Non che a me non riuscisse, anzi, ma per lei con lui era diverso. A volte non riusciva a trattenersi e gli schizzava in bocca di continuo. Con Franco avevo instaurato un buon rapporto di complicità. Di lui, ormai, sapevo tutto. Aveva avuto e colte molte avventure, sua moglie sapeva ma lasciava perdere. Aveva una cerchia di tre amici, con i quali organizzava spesso delle orge. Lo stuzzicava l’idea di poter mettere Alba in mezzo a loro, convinto che lei ne avrebbe goduto tantissimo. Era inoltre certo che il punto G di Alba, internamente, fosse profondo. Lo avvertiva quando lo raggiungeva con la cappella, mentre io non l’avevo mai sentito con i miei 17 cm, poi, su una cosa aveva ragione: Alba, tra le mura domestiche, nel pieno della sua verve sessuale, era irresistibile, vogliosa, provocante e fortemente troia! Non gli fu difficile convincere Alba di ciò ed invogliarla ad organizzare. Un sabato, nel primo pomeriggio, Franco arrivo con i suoi tre amici: sembravano una mezza squadra di atletica. Alba, per l’occasione, si era abbigliata come una vera troia da bordello: autoreggenti ed una vestaglia completamente trasparente, che metteva in risalto la sua fica, stavolta completamente rasata. Franco presentò i suoi amici: Marco, Aldo, Fulvio e, senza perder tempo, la fece sedere, poi, allargandole le gambe, la fece ammirare da loro.
“Ragazzi, avete mai visto una fica così? Guardate che labbroni e che clitoride! La troia, poi, schizza come una fontana!”
Subito lui prese a leccarla. Gli altri si diedero da fare chi a pomiciarla, chi a leccarle le tette, chi la carezzava in ogni dove. Si scambiarono i ruoli e, a turno, le leccarono fica, culo e tette. Lei allungava le mani a tastare da sopra le patte, ma essi, all’unisono, gli intimarono di aspettare.
“Eh no, troia, aspetta ancora un po' per i nostri biscioni!”
La misero in piedi e, tra leccate a fica e culo, morsi alle tette, in breve la ridussero gocciolante. Io me ne stavo comodamente seduto ad osservare il tutto. La misero in ginocchio e, a turno, si fecero togliere i pantaloni, i boxer e le porgevano il cazzo in gola. Aldo, sì, aveva un bel cazzo, ma niente di particolare. Lei se lo gustò tutto, leccandolo e ingoiandolo. Marco la sorprese con un cazzo lungo, non particolarmente grosso, ma leggermente curvo: li accostò vicino e li lecco assieme. Quando tirò giù i pantaloni a Fulvio, il suo cazzo quasi usciva dai boxer. La sua cappella sembrava un mandarino. Lo prese con entrambe le mani e si mise a masturbarlo e leccarlo: aveva due grosse palle che gli penzolavano, fornendo una ricca promessa di succhi. Franco, nel frattempo, si era liberato di tutto e le mise il cazzo in bocca; lei lo ingollò, ma con le mani continuava a menare il cazzo di Fulvio. Una volta fattagli raggiungere la massima erezione, Alba non perse tempo: lo fece sdraiare supino, vi montò su e, con calma, quasi serafica, lo fece penetrare. Aspettò un po', prima di spingerselo tutto dentro, sembrava volesse assaporare centimetro per centimetro quelle notevoli dimensioni. Lo inglobò pian piano e sempre più, muovendosi con leggere ondulazioni del bacino, finché prese a strattonare ed urlare che stava godendo da matti con quel cazzone in fica e tre cazzi da pompare.
Che scena stupenda era vederla tutta presa. Intorno a lei era un continuo:
“Dai, troia, godi!” e lei godeva senza ritegno.
“Sì! Sì, godo!" mentre loro rincaravano la dose.
“Senti come pompa! Che bocca e che culo! Una grande puttana goduriosa!”
Fulvio la stava scopando e con due dita le stringeva il clitoride, che poi strinse nella morsa tra il proprio cazzo e la fica, facendolo sparir dentro di lei. Passarono solo pochi secondi, che Alba urlò il suo ennesimo orgasmo.
“Godo! Vengo! Ora! GODO!”
Lui la esortava a godere a raffica.
“Sì, maiala, godi! Ti piace il cazzone, eh? Lo senti come ti sfonda!”
Lei gli riversò addosso tutto il suo piacere. Glielo tirò fuori, fu messa a pecora e presero a scoparla a turno. Gli altri tre la sbattevano, mentre lei pompava il cazzone di Fulvio, che le prese la testa tra le mani e fece in modo che Alba potesse assorbire tutti gli umori di fica sbrodolati sulla sua pancia.
“Dai, troia, lecca! Senti che buoni son questi tuoi sapori.”
Una volta ripresa la sua completa vigoria, Fulvio la penetrò nel culo. Ormai il suo cazzo era come di casa nei suoi orifizi, vi entrava con estrema facilità.
Poi la fece rigirare e, con lui disteso, la fece sistemare su di sé.
“Vieni, troia, monta su che adesso ci divertiamo!”
In quella posizione, con Fulvio sotto e lei sopra, offriva il proprio culo agli altri. Fu Marco ad entrarvi per primo. Lei era in mezzo, come il companatico tra due fette di pane, stretta fra loro che la prendevano in doppia.
“Sì, troia, senti come godi con due cazzi dentro di te e due cazzi da leccare?”
Lei era travolta dal piacere. Godeva in continuazione, mentre ormai era tutto un entrare/uscire a turno, tra fica e culo. La resistenza dei quattro, ma anche quella di Alba, era ormai al limite, così, dopo un suo ultimo orgasmo, la misero distesa supina con loro in cerchio, si misero a segarsi i cazzi e le riempirono la bocca di sborra. Nemmeno una goccia andò persa.
Dopo di che lei si alzò un po’ malferma sulle gambe, si avvicinò a me e mi deliziò con un fantastico pompino fino a che le inondai, a mia volta, la bocca. Alba serrò le labbra e bevve tutto. Mentre lei andò in bagno per darsi una rinfrescata, Fulvio aprì due bottiglie e facemmo un bel brindisi. Quando lei tornò, si accomodò in mezzo a noi, mentre dalla sua fica continuava a colare la broda di cui era piena. Fulvio era attratto dalla sua fica, dal suo clitoride e le fece un ulteriore complimento.
“Hai una fica stupenda, unica, meravigliosa!”
Riprese ad allargare le grandi labbra, scrutava il suo clito, lo leccava e succhiava. Dei quattro, Marco e Aldo erano lì più per far numero che altro e, poco dopo, difatti andarono via. Restammo solo noi tre ed Alba. Intanto, l’ispezione di Fulvio alla fica di Alba stava ancora continuando. Dopo la fica, si inoltrò fino al suo culo. Lo faceva con leccate e giochi di dita, poi presero a pomiciare, mentre io e Franco ci stavamo dedicando alla sua fica e capezzoli. Quando scesi a leccare la fica di mia moglie, la trovai caldissima come non mai, ancora gocciolante di sapori mai sentiti prima e, con Franco sotto e lei sopra ed il suo culo in evidenza, vi appoggiai la cappella e cercai di entrare, ma quel culo, con il cazzone che già aveva in fica, sembrava esser di colpo tornato vergine. Fulvio si fermò e mi aiutò a penetrarla, allargando le sue mele e, anche se a fatica, riuscii ad entrare. Avevamo fatto diverse doppie con Franco, ma le pareti cosi strette e ravvicinate, il contatto che ora sentivo con l’altro cazzo, non l’avevo mai provato.
“Sì, troietta, dai, godi! Spingi, senti come ti cola la fica? E senti come pompa il cazzo, 'sta maiala!”
L’ho pompata per un po', poi lui mi ha chiesto il cambio. Uscii dal suo culo e fu udibile una specie di schiocco. Fulvio prese il mio posto, lo leccò, mettendoci tanta saliva.
“Dai, aprilo bene, che adesso te lo sfondo! Eccolo te lo metto tutto dentro!”
Con un colpo secco, entrò. Alba ebbe un sussulto e dalla sua bocca promanò un lamento.
“Ahi, che male! Fa piano, che me lo spacchi!”
“Zitta e godi, maiala, che poi passerà!”
Così dicendo, le prese i capezzoli tra le dita e vi ci si attaccò. Sembrava li mungesse, mentre io le offrivo il mio cazzo in bocca, per farla smettere di lamentarsi.
“Fa male! Fa male! Fa piano!”
Lui fu ancora più duro con lei.
“Zitta, troia! E prendilo tutto: vedrai che tra poco godi!”
Lei iniziò a godere, mentre io ne ero stupito.
“Sì, sì, ora godo! Dai stringimi i capezzoli ancora più forte!”
Lui fece un ghigno di soddisfazione.
“Visto, porca? Che ti avevo detto? Dai, che adesso, mentre godi, te li distruggo.”
Alba era in completo delirio.
“Colo, colo! Sento la fica che cola!”
“Sì, la sento, mi stai inondando il cazzo e le palle! - e rivolto a Franco - Dai, infilale il cazzo in gola!”
Lei mi guardò e mi chiese di non venire.
“No, non venire! Voglio tutta la sborra in culo!”
Fulvio usci dal suo culo, lasciando a Franco il compito di completare l'opera. Franco prese ad incularla spingendo sempre più in fondo e, con due dita, le strizzava un capezzolo, mentre, con l’altra mano, le schiaffeggiava ora le chiappe, ora la fica. Lei godeva e delirava in preda ad un piacere infinito.
“Sì, cosi! Che bello! Riempimi di sborra e dolore!”
“Sì, tra poco ti riempio il culo!”
“Dai, lo voglio. Voglio sentirti tutto dentro, che mi allaghi il culo!”
Lei urlo di piacere nel sentirlo che le inondava il culo. Poi lui uscì, le allargò il culo, lo leccò e mi lascio il posto. Mentre la inculavo le presi il clito tre due dita, lo strinsi forte e sempre di più. Lei ne fu entusiasta.
“Sì, sì, dai, mio cornuto, fammi male!”
Le venni dentro mischiando la mia alla sborra che già le riempiva le viscere. A quel punto Fulvio prese possesso del suo culo. Lo leccò, lo insalivò, ci mise due e, poi, tre dita. Era un misto di sborra e saliva, ma il suo culo era simile ad una voragine, irritato all'esterno e dentro marrone, comunque bellissimo a vedersi. Fece fatica ad entrare, ma alla fine la sua cappellona entrò. Non spinse tanto dentro, ma la sua fica sembrava stesse facendo pipi. Lei sentì lo sfintere esser sul punto di cedere e, nonostante questo, iniziò a godere. “Mamma mia, mi spacchi, ma godo! VENGO!”
Quando lui la sentì godere, esplose in lei. La sua sborrata fu, credo, lunga da quanto lui si contorse e restò infilato dentro di lei, che ne godeva ancora.
“Troia, ti riempio tutta!”
Quando anche Fulvio ebbè sborrato nel suo culo, lei si rannicchiò per terra. Vibrava come una foglia al vento, la sua fica continuava ad emettere umori. Fulvio e Franco presero a darle lievi sculacciate e le impronte delle loro mani restavano ben impresse sulle sue chiappe. Lei ne godeva, poi la misero distesa supina e presero a torturarle sia capezzoli che labbra della fica.
Il godimento di Alba era senza fine, illimitato.
“Sì, mi piace! Dai, più forte! Ahi! No, così fa male!”
Allora si fermavano. Poi se ne andò in bagno e quando tornò, dopo aver fatto una doccia tonificante, era stravolta, quasi piagata.
Il mattino dopo, si alzò che avvertiva ancora dolori, sia all’ano che alla fica, ma volle che la scopassi e poi mi pregò di sborrarle in culo.
Il pomeriggio passò Fulvio con una scusa, ma, appena in casa, trattandola da zoccola, le sfilò gli slip e la scopò selvaggiamente, sborrando dentro di lei. Poi come era arrivato, se ne andò. Fu un comportamento che non gradimmo per niente, nonostante Alba ne avesse goduto.
Quell'episodio le fece maturare l’idea di non veder più, né lui né Franco.