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Durante la notte Marco era inpreda a continui sogni erotici, causati da tutte le emozioni che aveva avuto quel giorno. Questi sogni erano continuamente frustrati dalla cintura di castità che aveva addosso, che provocava un dolore terribile al suo cazzo sbattendo contro le pareti del plexiglass ogni qual volta questo cercava di eccitarsi.


Al risveglio Susan gli ordinò di leccarle la figa, di farla godere e di impegnarsi di più del giorno prima altrimenti avrebbe dovuto essere punito ancora più severamente.


Marco memore dal dolore che gli avevano provocato i colpi di Susan, questa volta nonostante lo schifo che gli faceva una passera vecchia e usurata di una vecchia come Susan mise tutto il suo impegno. Leccò la figa e il clitoride di Susan con grande foga e fervore, nonostante i conati di vomito che gli faceva leccare quella figa piena di peli grigi,  alcuni lunghi e disordinati, altri annodati tra loro, altri ricci che arrivavano fin sopra l’inguine sulle cosce.


Susan era sensibilmente eccitata e si bagnò all’inverosimile, adorava farsela leccare da giovani vergini, inesperti e senza nessuna esperienza, ma soprattutto la eccitava prendere tutto quello che poteva da loro senza dare nulla.


Per far soffrire ancora più Marco iniziò a leccare il plexiglass che stava sulla cintura di castità indossata da Marco. Il suo cazzo che era quello di un ragazzo giovane e pieno di ormoni che vedendo la lingua avvicinarsi cercava in continuazione di alzarsi, ma era continuamente frustrato dal dolore che subiva sbattendo contro le pareti e la cintura di castità.


L’eccitazione che Marco provava e la tortura delle palle sempre più piene era sempre più insopportabile e si chiedeva ogni secondo di più fin dove questa aguzzina avesse voluto farlo arrivare.


Quando si ritenne soddisfatta Susan disse a Marco che era proprio un bel ragazzino e che adesso gli avrebbe tolto la gabbietta, gli avrebbe fatto una sega e se si fosse comportato bene avrebbe potuto sborrare.


Prima di cominciare però, credo ti racconterò come mi scopo anche altre schiave e altri schiavi. Appena detto questo data il cazzo di Marco si indurisce istantaneamente data l’ipersensibilità ed eccitazione conseguenza di tutte le torture che aveva subito.


Susan si siede a cavalcioni davanti a lui, senza toccarglielo né con le mani, né con la figa. Sai cominciò a raccontare Susan avevo uno schiavo con un cazzo molto più grosso del tuo, era molto bello sedersi sopra, per cavalcarlo forte, ma un verginello come te non saprebbe tenere il ritmo, senza sborrare immediatamente, sei solo un piccolo verme.


Subito dopo Susan si mette due dita nella figa fradicia e con queste umide, inizia a massaggiare il glande, a stuzzicarlo dandogli dei colpetti e masturbando solo il glande umidificandolo con i suoi umori. Susan gli chiede se gli piace e Marco risponde timidamente di si, ma questa lo lascia ancora di più basito, dicendogli che non smetterebbe mai di segarlo, ma gli piacerebbe farlo con il suo schiavo preferito il marocchino Brahim.


Susan iniziò a mordere la capella del cazzo di Marco sentendolo fremere anche perché gli faceva sentire il fremito e il calore della sua bocca e delle sue labbra, poi leccò tutta la capella con le sue labbra, infilò due dita nel suo culo, mentre il cazzo di Marco si contraeva , fremeva ma Susan frustò ancora una volta intimandogli di non venire altrimenti lo avrebbe punito e per rendergli la cosa ancora più difficile gli lecco via il liquido pre spermatico guardandolo con il viso negli occhi.


Vorresti sborrare vero gli dice Susan, si la prego rispose lui. Si è vero sta per sborrare disse Susan, ma mollò il cazzo di Marco dicendo che non era ancora l’ora e chiamò Brahim.


Brahim era un giovane marocchino, dopo essere stato salvato da Susan da una condanna per molestie sessuali e atti di libidine violenta era diventato un suo schiavo.


Susan ordinò a Brahim di spogliarsi. Quello di Brahim era un bel cazzo, ma soprattutto lo sapeva usare avendo una libidine che non riusciva a controllare, quindi Susan gli ordinò di occuparsi di Marco.


Brahim prese dell’olio e iniziò a massaggiare Marco lungo tutto il corpo fino ad arrivare al suo cazzo che gli era venuto duro, cosa che provocava in lui una profonda vergogna, mai avrebbe pensato che si sarebbe fatto massaggiare il cazzo da un uomo.


Brahim iniziò a fare un pompino a Marco che provava sempre più eccitazione e sempre più vergogna, fino a che Brahim gli ordinò di fare un pompino a lui. Marco provava un estrema vergogna, ma sapeva che la padrona che li stava osservando attentamente l’avrebbe punito se non l’avesse fatto.


Marco era inesperto, ma mise il massimo del suo impegno per leccarlo e succhiarlo, mentre Brahim contemporaneamente gli faceva una sega, dopo poco Marco sborrò non ce la faceva più e fu costretto a leccare la sua sborra che era caduta per terra.


 


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