Ogni donna ha le sue perversioni. A differenza dei maschi noi non ne parliamo e quando lo facciamo tendiamo sempre ad edulcorare il racconto a causa di un certo pudore imposto dalla società che ancora oggi propone come virtuoso soltanto l’esempio della donna virtuosa e casta.


Ho dovuto convivere a lungo con questo problema. Da ragazza quando durante le lezioni di liceo passavo due terzi del tempo a guardare il pacco del professore di matematica e poi a casa mi masturbavo furiosamente pensando di prenderglielo in bocca mi domandavo se fossi strana io o segretamente tutte le ragazze fossero così.


Quando avevo 18 anni una mia compagna venne a studiare da me e iniziammo a parlare di queste cose. Mi raccontò che a volte sognava di essere scopata dal padre e dal fratello del suo ragazzo e che quando era a casa sua spesso attendeva che lui uscisse o andasse in bagno, poi furtivamente andava in camera del padre o del fratello, frugava nei cassetti alla ricerca dei boxer e se li struffava forte sulla fica bagnata per lasciarci sopra i suoi umori. Poi quando lui usciva la ritrovava dove l’aveva lasciata con la consueta posa da angelo. Inutile dire che questa cosa mi faceva eccitare da morire e soprattutto mi faceva sentire molto più normale. Ora sapevo che anche le altre ragazze erano come me: all’apparenza caste e pure ma insospettabilmente porche.


Divenne un vizio. Una volta a settimana ci vedevamo con la scusa di studiare e ci dicevamo le nostre fantasie, inclusa la sua fantasia di scoparsi mio padre e la mia di farmi i suoi due fratelli. A un certo punto iniziammo a masturbarci mentre parlavamo di queste cose e da lì a toccarsi reciprocamente il passo fu molto breve. Leccare la sua fica, sentirla godere era una sensazione super eccitante. Il terrore e il desiderio di essere sorprese magari dai suoi fratelli ancora oggi mi fa bagnare la fica. Alessandra, questo era il suo nome, era una ragazza bellissima, bionda formosa, con un seno morbido, dei capezzoli che rispondevano subito appena li stringevi. Era vogliosa, porca, poi dolce. In certi momenti mi faceva pensare di essere lesbica, ma la verità è che lei era talmente fica che sarebbe piaciuta a qualsiasi donna. A me però piaceva il cazzo e mi piaceva proprio tanto.


Un giorno mentre giocavamo con le nostre fiche mi chiese da che ginecologo andassi. Ovviamente le dissi che andavo da quello di mia madre e lei allora con il suo sorrisetto furbo mi disse:


-La vorresti fare una cosa eccitante per la quale potrebbero anche pagarti?-


-Cosa?-


-Ecco, tu sai che sono al primo anno di medicina…-


-Sì,certo-


-Beh insomma ho conosciuto uno specializzando in ginecologia che mi ha fatto parlare con il suo professore. Quando mi ha visto questo professore ha detto che sarei un’ottimo soggetto per far fare pratica agli specializzandi su come visitare una donna. Mi ha inoltre chiesto se conoscevo un’altra che sarebbe stata disposta a farlo ed io ho pensato a te.


Si tratta di un progetto innovativo perché ragazzi ci metteranno le mani addosso e non si limiteranno a guardare, ma mi ha assicurato che non subiremo alcun danno. Non lo trovi eccitante? E pensa, ci danno 100 euro ogni volta-


Inutile dire che accettai con entusiasmo e la settimana dopo mi ritrovai sdraiata con la fica spalancata davanti a una decina di bei ragazzi in camice che cercavano di essere professionali, ma in quanto poco più che ventenni non potevano non tradire la propria eccitazione attraverso battutine più o meno velate e allusioni di vario tipo. Alessandra era sdraiata accanto a me su un lettino uguale al mio con le gambe ugualmente spalancate e mi guardava con quella espressione da troia che conoscevo bene e mi faceva eccitare.



Il professore iniziò la lezione:


-Bene ragazzi, intanto ringraziamo queste due meraviglie della natura per essersi prestate a farsi guardare e toccare da un branco di maschiacci come noi- risate a profusione ed imbarazzo per noi.Poi proseguì:


- Quella che vedete davanti a voi è una vagina, o vulva… se preferite semplicemente una fica- ancora risate, ancora imbarazzo.


-Oggi impareremo come è fatta, come si tocca, quali sono le sue parti più sensibili. Poi nelle prossime lezioni vedremo come vedere se tutto è a posto, se ci sono irritazioni, malattie e così via. Iniziamo da questo punto che è il clitoride. Se ben stimolato questo bottoncino predispone la donna al rapporto sessuale facendola bagnare.- Detto questo iniziò a toccarmi sul clitoride infilando due dita nella fica. Inutile dire che tutto questo mi aveva fatto già eccitare parecchio quindi disse:


- Beh in questo caso la signorina è già bagnata, quindi direi che il tutto funziona molto bene. Vediamo se la faccio squirtare- Io ero basita, ma arrapatissima. Intanto si sentì la voce di un ragazzo che si fece coraggio e chiese se poteva tirare fuori il cazzo e masturbarsi.


Il professore disse che non c’era niente di male, che chi avesse voluto masturbarsi poteva farlo, a patto di ricordare che niente di ciò che avveniva nel progetto poteva essere rivelato.


-Anzi-disse- vai a masturbarti vicino al viso delle ragazze, così si ecciteranno e squirteranno prima-


-Allora mettiamoglielo direttamente in bocca disse un altro-


- Questa potrebbe essere una buona idea, ma non era stato pattuito.- Poi si rivolse a noi: -Per voi potrebbe andare bene prendere dei peni in bocca per facilitare la reazione delle vostre vagine agli stimoli? Come incentivo posso offrirvi altri 50 euro a testa?-


-Ma certo- rispose Alessandra-sarà un vero piacere accontentare i suoi ragazzi


Fu così che dopo pochi minuti avevo un cazzo in bocca e sentivo le mani sapienti del professore dare dei colpi secchi nei punti giusti dentro la mia fica. Per la prima volta in vita mia squirtai come una fontana e la cosa mi piacque da morire. Lo schizzo fu accompagnato da un applauso e poco dopo il professore si ripeté sul corpo della mia amica.



I sei mesi furono tutti così. Ogni volta venivamo tante volte. i ragazzi erano meno esperti e quando ci toccavano impiegavano più tempo a farci godere, ma non ci dava affatto fastidio. Ci furono anche lezioni più noiose, altre anche un po’ fastidiose perché sebbene avesse queste derive eccitanti si trattava pur sempre di un progetto universitario, ma il fatto di stare lì a fica spalancata davanti a tutti e guadagnarci pure dei soldi mi faceva impazzire.


Alla fine dei sei mesi ci fu una festa di saluto e non rividi più né il professore né i ragazzi. Poi qualche anno dopo Alessandra si fidanzò con un ragazzo che abitava a 500 chilometri di distanza e andò a vivere da lui. Piano piano ci perdemmo di vista.



Questa esperienza vissuta a 19 anni mi ha tuttavia segnato, visto che mi è rimasta una passione sfrenata per il lettino ginecologico, che poi è da sempre la mia perversione numero uno.


Almeno una volta al mese a rotazione vado a farmi visitare da 4 ginecologi per una visita di controllo. Mio marito sa solo di uno ovviamente e lì mi faccio sempre accompagnare da lui. Questi ginecologi non fanno niente di strano, mi visitano e basta, ma a me fa eccitare il fatto che mi guardino la fica e che me la tocchino. Quando posso faccio entrare anche mio marito perché mi piace essere guardata e toccata davanti a lui. Poi torno a casa e mi masturbo ricordando il periodo con Alessandra.



Oggi so che non faccio niente di male, anzi credo che moltissime donne abbiano queste perversioni segrete e che le mascherino abilmente. Semplicemente esco da quella routine che senza un po’ di trasgressione sarebbe soffocante, ma lo faccio in modo discreto, insospettabile e anche rispettoso di mio marito.


Tutto bene insomma, finché un mese fa il ginecologo da cui andavo con mio marito, ha avuto la bella idea di trasferirsi. Sapere che al suo posto sarebbe arrivato un altro non mi entusiasmava anche perché io sono solita scegliere i ginecologi con grande cura e vi assicuro che il criterio non è la bravura. Immaginate la mia faccia mentre il dottore mi rassicurava sul fatto che quello che l’avrebbe sostituita era un anziano primario di grande esperienza prossimo alla pensione.


-Bene- dissi fingendo di essere sollevata


<ora come faccio a dire a mio marito che ne voglio un altro dopo che questo gli ha fatto tanto di presentazione> pensai con disappunto.


Alla fine decisi che sarei andata qualche volta e poi avrei detto a mio marito che il modo in cui mi visitava era fastidioso e non mi andava di essere toccata dal quel tipo. Questo sicuramente non avrebbe destato sospetti in quanto sarebbe stato verosimile.


Arrivò il giorno dell’appuntamento e come sempre mi presentai insieme a mio marito. Arrivò il mio turno e la segretaria mi fece accomodare nello studio. Il dottore entrò e si presentò, ma in quello stesso momento ci riconoscemmo a vicenda:


-Alessia, come stai?-


-Professore, non sapevo che fosse lei-


Mi abbracciò caldamente sotto lo sguardo sorpreso ma tranquillo di mio marito che evidentemente aveva visto nel professore una sorta di figura paterna.


-Passano gli anni ma sei sempre bellissima, complimenti. E che fisico wow-


-Mi fa arrossire professore-


-Eheh un tempo ti facevo arrossare- disse senza pensare a mio marito. Lui comunque non capì per fortuna.


-Allora eri una paziente del dottor Minetti?Ma hai problemi, patologie?Dalla scheda vedo molte visite…-


-No, sono visite di controllo voglio stare tranquilla-


-Ah, certo capisco benissimo. Bene, allora vediamo se è tutto a posto. Lei se ci vuole aspettare fuori…- disse rivolto a mio marito


-Di solito rimanevo-


-Guardi ognuno ha la sua metodologia, io sono solito visitare le pazienti senza i loro familiari-


-Va bene-disse un po’ deluso- allora aspetto fuori.


-Consideri che è la prima volta che la vedo, voglio fare una visita completa e ci vorrà almeno mezz’ora, quindi se vuole può anche uscire a prendere un caffè. Anzi la faccio accompagnare dalla mia segretaria.-


Chiamò la segretaria e le disse di portare mio marito al bar.


Una volta che furono usciti mi fece togliere le mutande e sdraiare sul lettino. regolò con grande cura l’ampiezza del divaricatore delle gambe e poi si alzò. Il suo silenzio mi faceva eccitare. Tutta quella situazione mi faceva eccitare…


-Alessia Alessia…non hai mai dimenticato quel periodo vero?E’ per questo che ti fai visitare la fica ogni volta che puoi.


-Che dice?- protestai timidamente


-Dico che queste mutandine sono fradice dei tuoi umori vaginali, che io sapientemente fatto scorrere semplicemente pronunciando poche frasi. Pensa cosa accadrà quando ti metterò le mani addosso.-


Mi era venuta una voglia di scopare che non riesco nemmeno a descrivere. volevo che mi toccasse ma invece continuava a parlare.


-Hai proprio una bella fica, uno dei miei rimpianti di sempre è di non averla scopata. Ma del resto come professore sarebbe stato deontologicamente scorretto.Vedo però che sei ancora più bella oggi di vent’anni fa. Sarà che l’avvicinarsi dei 40 anni ti da quell’aria da zoccola.-


-Mi faccia squirtare professore- lo implorai


-Va bene, allora prima prendi il cazzo in bocca come ai vecchi tempi- Abbassò i pantaloni e me lo venne a mettere in bocca. Lo accolsi e iniziai a spompinarlo avidamente.


-Piano, sennò mi fai sborrare-


Si tolse e iniziò a toccarmi la fica. Quando fu il momento giusto diede dei colpi fatti bene nei punti giusti e squirtai come vent’anni prima, godevo e schizzavo anche più d'una volta. Una sensazione incredibile.


Poi sentii che infilava qualcosa di grosso. Lo guardai e capii che mi stava scopando. Assestò un po’ di colpi e mi sentii riempire.


-Ma che fa?-dissi


-Zitta- prese un po’ di sperma da dentro la fica e lo spalmò sulla pancia.


Intanto fuori si sentivano le voci di mio marito e della segretaria. Pensai che dovevamo sbrigarci e dissi:


-Mi rivesto che è tornato-


-No no resta dove sei- Aprì la porta


-Venga prego entri, lei ha assistito alle altre visite giusto?


-Sì, sempre- rispose mio marito


-E il professor minetti non aveva visto questa infezione?


Realizzai allora che mio marito stava guardando la mia fica spalancata e ripiena della sborra di un altro uomo, convinto che si trattasse di una specie di infezione. Ero in trance dall’eccitazione.


Poi il dottore iniziò a farmi una ecografia sopra alla sborra che aveva precedentemente passato sulla pancia facendola quindi passare per gel e con due dita mi toccava la parte interna del clitoride per stimolarlo ulteriormente mentre a mio marito diceva:


-Vede questa zona nel monitor, questo è il punto che non è chiaro. Ora mi raccomando fino a quando non la rivedo non dovete per nessun motivo avere rapporti sessuali, sarebbe pericoloso. Al massimo quando Alessia dovesse avvertirne il bisogno può accontentarla con un rapporto orale.


-Ma se ha quelle secrezioni…-


-non credo ne avrà, ora le vede perché sono andato a stimolare il punto dove c’è l’infezione ma è comunque un liquido innocuo che di per sé non è infetto. 


Non ha neanche sapore. Non si preoccupi.


Pagammo la parcella e ci congedò con un nuovo appuntamento per la settimana successiva.


-Prima di andare vi vorrei però chiedere un favore-


-Dica pure-


- La prossima settimana qui porteranno un nuovo lettino e in attesa di vendere questo avrei bisogno di un posto dove tenerlo. Mi chiedevo se conoscete qualcuno che affitta un box auto o cose del genere.


-Amore- dissi- il nostro box è praticamente vuoto possiamo tenerglielo noi.


-E’ vero-


- Non voglio approfittarmi, vi pagherò un affitto-


-Ma no, non si preoccupi-


-Allora quando è così mi offro di visitare gratuitamente la signora per tutto il tempo in cui il lettino sarà da voi.


-Ma è fantastico-dissi


-Anche troppo- rispose mio marito.


Quando fummo in macchina mi chiese come mai conoscevo il professore e io gli dissi che avevo partecipato ad un progetto anni prima, ovviamente restando molto sul vago. Poi mi venne un’idea pazzesca e gli chiesi:


-Amore, hai sentito cosa ha detto il professore? Che mi puoi leccare…io ecco mi vergogno un po’ ma tutta questa cosa mi ha un po’ eccitata. Mi lecchi la fica appena arriviamo a casa?



Appena arrivati mi sdraiai sul letto e lo chiamai. Lui mi allargò le gambe e iniziò a leccare prima in superficie e poi in profondità. Stava chiaramente leccando anche la sborra del professore anche se non se ne rendeva conto. Quanto ho goduto non lo so.


Mi sento una grandissima troia e non riesco a fare a meno di domandarmi se quel divaricatore è finito nel mio garage per sbaglio oppure no.


Oddio mi sto toccando pensando a quello che il professore mi potrebbe far fare…


 

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