Mi passò il foglio e la penna, sorridendomi. Era veramente un ragazzo bellissimo.
"In realtà...vorrei rinegoziare il nostro accordo."
"In che senso? Vi ho già fatto un prezzo di favore ragazzi, non posso scendere ulteriormente."
Mi alzai in piedi, appoggiai le mani sulla sua scrivania e mi curai di strizzare le tette tra le mie braccia, avvicinandomi a lui.
"Potremmo pensare ad un altro metodo di pagamento..."


Guido inizialmente parve in imbarazzo. Era sempre stato lui a condurre il gioco del flirt, ma adesso che le cose si facevano serie sembrava più rigido.
Mi accarezzò il viso, scendendo con la mano a sfiorare delicatamente i miei seni, poi si ricompose.
"Anna, sei meravigliosa, ma questi sono affari"
Mi bloccai qualche secondo, ero in un limbo. Avevo due opzioni davanti: battere la ritirata e far finta di nulla, oppure rischiare e provare il tutto per tutto.
Non sono mai stata una tipa da rimpianti, voglio sempre andare a fondo e dire di averci almeno provato. Non era un problema di soldi, ci saremmo potuti permettere tranquillamente quei 400€ di affitto, ma era il principio di ottenere ciò che volevo e dimostrare ad Antonio che potevo essere talmente sensuale da ipnotizzare chiunque.
Girai attorno alla scrivania, raggiungendo Guido, poi mi sedetti su di essa divaricando leggermente le gambe. Gli offrii la visione delle mie mutandine, che spuntavano da sotto la gonna.
Vedevo le sue resistenze sgretolarsi lentamente, era diventato rosso in volto. Le sue mani arrivarono presto sulle mie cosce, iniziando ad accarezzarmi sempre più intimamente. Stavo conducendo il gioco, stavo vincendo io.
Notai il gonfiore tra le gambe dell'uomo diventare sempre più marcato.
Spinsi sull'acceleratore e con un movimento sensuale sfilai le mutandine e gliele gettai addosso. In quel momento lui non capì più niente, si tuffò a capofitto verso la mia figa già umida.
"No! Non così in fretta caro...", lo bloccai ad un centimetro da me.
"Facciamo un accordo", ribatté prontamente.
"Oh, adesso ci intendiamo".
Scesi dalla scrivania e mi sedetti a cavalcioni su di lui, proprio sul suo bel pacco duro.
"Facciamo così: ci vediamo tre volte al mese e l'affitto è coperto", iniziai la trattativa.
"Cinque, e ti chiamo quando voglio io", era la sua contro-offerta.
"Quattro e puoi farmi quello che ti pare. Sei ricco sfondato, che ti cambiano 400 euro in fondo al mese?"
Lo vidi tentennante, ci pensò qualche istante.
"Hai ragione, affare fatto", disse porgendomi la mano.
Ero al settimo cielo, provai una soddisfazione immensa. Non mi fregava nulla di risparmiare quei soldi, era tutta l'adrenalina che mi aveva scatenato quella situazione a farmi felice.
Invece di stringere la sua mano, la presi e la portai sulle mie labbra. Fissandolo dritto negli occhi iniziai a succhiare il suo indice, proprio a pochi centimetri dal suo viso. Lo ipnotizzai nuovamente.
Mi tolsi il top, rimanendo col seno fuori.
Feci spazio tra le sue gambe e mi inginocchiai tra di esse, sbottonando la zip. Estrassi il suo cazzo che sembrava già sul punto di esplodere, non era enorme ma era bello largo. Massaggiai le sue palle e lo masturbai sapientemente. Lo vedevo desideroso di averne sempre di più, così iniziai a leccarlo con la sola punta della lingua, dalla base fino al frenulo, per poi deliziarlo con movimenti più ampi e con molta saliva. Finalmente glielo presi completamente in bocca, affogandomi su quel cazzo quasi fino a soffocare. Continuai a succhiarglielo con avidità, su e giù senza pietà, finché non notai Guido irrigidirsi sempre di più.
Avvampò e iniziò a contrarsi. In quel momento percepii fiotti su fiotti di sborra riempire la mia bocca. Insistetti nello stimolarlo, volevo che fosse il pompino più sconvolgente della sua vita, dovevo fare bella figura.
In qualche secondo si svuotò completamente le palle sulla mia lingua, così ebbi cura di mostrargli di aver ripulito e ingoiato tutto.
A dire la verità pensavo che avremmo scopato, ma era stato più facile del previsto. Era venuto in pochi minuti, e un po' mi dispiaceva che non ci fosse tempo per farmi sbattere a dovere.
"Diciamo che anche la caparra è pagata eh?", ruppi il ghiaccio scherzando.
"Anna, sei incredibile..."
"Lo so caro, lo so..."
"Ora devo andare, ho un appuntamento tra dieci minuti", mi comunicò rammaricato.
Ci salutammo e mi dette il suo numero di telefono privato. Rimanemmo d'accordo che ci saremmo visti la settimana successiva.
Adesso, però, doveva arrivare la mia parte preferita: raccontare tutto a mio marito.
Tornata a casa trovai Antonio sul divano, intento a guardare la TV, che al sentire la chiave nella toppa mi corse incontro. Era curiosissimo di sapere l'esito dell'incontro.
"Come è andata? Male? Lo sapevo, dobbiamo rimed..."
"In realtà...", lo interruppi io.
Vidi tutta l'ansia nei suoi occhi, aspettai qualche secondo per tenerlo sulle spine.
Continuai: "In realtà possiamo iniziare a scegliere la meta per il nostro viaggio."
Era incredulo, mi baciò appassionatamente e le sue mani cominciarono a cercarmi i seni spasmodicamente.
Entrambi eravamo felici, non per i soldi, ma per la scarica infinita di eccitazione che ci aveva regalato questa avventura.
Gli raccontai tutto, da come lo avevo sedotto a come avevo condotto la trattativa, fino al regalino di bocca che gli avevo fatto.
Impazzimmo dagli ormoni e scopammo per tutto il resto della serata, Antonio sembrava non avere un limite. Era talmente su di giri che venne quattro volte, mentre ci raccontavamo le peggiori porcate future che avrei fatto a Guido.
"C'è solo una cosa amore, per quattro sere al mese dovrò essere completamente sua..."
"Non ti preoccupare, ti aspetterò qui e mi racconterai tutto".
Andammo a dormire e passammo i giorni seguenti a fantasticare e scopare in ogni momento libero, fino all'arrivo del nuovo incontro con Guido. Non vedevo l'ora di farmi sbattere e godere del mio nuovo amante.


Continua...


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