Mi chiamo Anna, ho 32 anni, faccio l'infermiera e sono sposata con Antonio. Sono alta 1,60m, occhi azzurri e capelli biondi. La parte che adoro di più del mio corpo è sicuramente il culo, che dopo anni di palestra ho modellato a dovere, per la gioia degli occhi dei miei cari pazienti. Per il resto ho un fisico sinuoso ma che definirei nella media, mi piaccio. Sono una ragazza molto aperta mentalmente, da sempre, adoro esplorare me stessa e imparare nuove cose, senza mai giudicare.
Sin dai primi mesi con mio marito abbiamo deciso che la nostra relazione non sarebbe stata monogama. A nessuno di noi allettava l'idea di non poter sperimentare sessualmente, così col tempo abbiamo imparato a conoscerci e rivelarci le nostre fantasie più recondite.
Abbiamo iniziato con lo scambismo, facendo qualche esperienza con coppie e con singoli, per poi decidere di aprire completamente la nostra relazione e frequentare altri partner anche da soli, ma esclusivamente a livello sessuale.
Entrambi ci concediamo scappatelle quando ne abbiamo l'occasione, per poi raccontarci e scambiarci esperienze e aneddoti. Il nostro modo di vivere la relazione, per ora, ha sempre funzionato alla grande. Questa libertà e condivisione di intenti non fa altro che alimentare costantemente la nostra libido, abbiamo trovato la nostra dimensione perfetta.
La storia che vi sto per raccontare inizia un normalissimo Giovedì di Ottobre dell'anno scorso, mentre eravamo intenti a visitare una casa che speravamo ardentemente di fare nostra. Era da poco scaduto il contratto d'affitto dell'abitazione precedente, e visti i progetti futuri ed esigenze di lavoro, avevamo deciso di non rinnovare e trovare una sistemazione più comoda, che meglio si adattasse a noi.
Iniziammo un noioso tour di visite, attraverso varie agenzie e proprietari. Come potevamo immaginare, la maggior parte delle proposte era scadente, in posizioni assurde oppure completamente fuori budget.
Quel Giovedì, però, ci imbattemmo nella casa perfetta. L'avevamo trovata grazie a Guido, un paziente ricoverato nel mio reparto fino a qualche giorno prima, che aveva origliato una conversazione con una mia collega. Mentre mi lamentavo della difficoltà nel trovare affitti in quel periodo, lui si era inserito nella discussione affermando che possedeva un immobile che poteva fare al caso mio. Ero un po' scettica, ma decisi comunque di fare un tentativo e andare a vedere di cosa si trattasse.
Io e Antonio arrivammo a destinazione puntuali, in un quartiere elegante, vicinissimo al centro. I presupposti erano fantastici, io sarei stata a dieci minuti di distanza dall'ospedale, e mio marito a due fermate di metro dal suo ufficio.
Entrammo nella corte, dove trovammo Guido ad aspettarci con un gran sorriso. Guido è un ragazzo giovane, nostro coetaneo. Alto, moro, fisicato, veramente un bell'uomo dall'aspetto curato. Indossava una giacca elegante e un profumo che inebriò i miei sensi, tanto che anche mio marito ne rimase quasi ipnotizzato. Era stato ricoverato pochi giorni, per dei controlli, ma alla fine per fortuna era risultato perfettamente in salute.
Superati i saluti e le presentazioni, ci spiegò che era proprietario di una decina di immobili in città e che li affittava come investimento. A giudicare dai racconti, dal numero di case e dalla macchina con cui era arrivato, doveva essere molto più che benestante. Sicuramente una di quelle persone benedette dalla vita: bello, ricco e carismatico.
Entrati nella casa rimanemmo positivamente sorpresi. Un bilocale nuovo, già arredato finemente, nello stile minimale che adoravamo. Non era grandissima ma gli spazi erano distribuiti bene, superava di gran lunga le nostre aspettative.
Arrivando al dunque, ci comunicò che il prezzo era di 400€ al mese, spese escluse. Ci sembrò un affare ragionevole, visto che comunque non aveva il garage, era abbastanza piccolina e mancava qualche altro piccolo comfort per noi indifferente.
Ne parlammo un attimo in privato, ma sapevamo già che avremmo accettato, era in una posizione strategica e per noi era perfetta. Ci accordammo per incontrarci nuovamente la settimana successiva e procedere con il contratto.
Eravamo al settimo cielo, non vedevamo l'ora di trasferirci.
Quella notte, però, feci un sogno strano: sognai che uscivo con Guido e finivamo per scopare nella sua Mercedes. Tutto ciò scatenò in me un brivido di eccitazione. Raccontai tutto ad Antonio, che come sempre si eccitò al sentirmi raccontare delle mie fantasie più porche.
Gli spiegai che era un uomo veramente affascinante e di come qualche volta, durante il ricovero, avesse fatto qualche battutina su di me. Non era mai stato arrogante o invadente, riusciva a fare apprezzamenti spinti ma mantenendo quel suo inimitabile fare da gentleman. Inoltre, mi aveva rivelato anche di essere single.
Presi dall'eccitazione iniziamo a baciarci e finimmo per scopare violentemente sul divano, Antonio mi venne in bocca e tornammo ai nostri impegni. Dimenticammo tutto per qualche tempo, fino al giorno prima della firma.
"Sai, stavo pensando...", esordii io.
"Dimmi", mi incitò lui.
"Non mi dispiacerebbe scoparmi Guido, è così arrapante..."
Antonio mi dette subito corda, già eccitato al pensiero di come potesse concludersi quella situazione intrigante.
"Provaci, magari ci fa uno sconticino sull'affitto...", rispose ridendo di gusto.
Mio marito probabilmente pensò che stessi solo fantasticando, ma quella frase accese in me un ulteriore turbinio di emozioni che risvegliò i miei ormoni.
"Ho un'idea!"
"Cosa hai in mente? Mi fai paura quando fai così...", replicò divertito.
"Voglio convincere Guido a farsi pagare l'affitto in natura"
"Non ci sperare, non accetterà mai, sono 400€ al mese..."
"Non credi in me? Facciamo così: se accetta li mettiamo da parte e alla fine dell'anno ci facciamo un super viaggio!"
"Va bene, le probabilità sono poche, mal che vada dirai che stavi scherzando e ne usciremo puliti", concluse mio marito.
Finita la discussione andammo entrambi a lavoro. Nella mia mente si continuavano a susseguire pensieri su come portare a termine la missione, su come sedurlo, su cosa dirgli.
Decisi che mi sarei presentata da sola, per rendere le cose meno imbarazzanti ed avere tutto lo spazio di manovra necessario.
L'indomani arrivò il momento fatidico, salutai Antonio, che era ancora estremamente scettico, e mi recai all'ufficio.
Entrai in questa stanza arredata con oggetti lussuosi, quadri e molti libri. Guido mi raggiunse dopo pochi secondi, proprio mentre stavo dando un'occhiata in giro.
"Ecco la mia infermiera preferita, prego, accomodati!"
Desiderosa di aumentare le chance, mi ero vestita con un top scollato, che faceva intravedere le curve del mio seno, senza risultare volgare. Sotto avevo una gonnellina che mi copriva fino al ginocchio e dei tacchi eleganti.
Mi sedetti impegnandomi nel risultare più sensuale possibile, mettendomi in mostra.
"Sei sola? Dove hai lasciato tuo marito?", chiese l'uomo incuriosito.
"Ha avuto un imprevisto, ti dovrai accontentare di me per oggi...", risposi con fare innocente.
"Ma va, con la tua bellezza vali per due persone!"
Ero lusingata, per ora sta procedendo tutto secondo i piani.
Continuò: "Allora, ecco il contratto. Ho visto le vostre buste paga e non ci sono problemi. Puoi firmare qui, qui e qui".
Mi passò il foglio e la penna, sorridendomi. Era veramente un ragazzo bellissimo.
"In realtà...vorrei rinegoziare il nostro accordo."
"In che senso? Vi ho già fatto un prezzo di favore ragazzi, non posso scendere ulteriormente."
Mi alzai in piedi, appoggiai le mani sulla sua scrivania e mi curai di strizzare le tette tra le mie braccia, avvicinandomi a lui.
"Potremmo pensare ad un altro metodo di pagamento..."
Continua...
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