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Mistress Jennifer è una mica carissima amica, ormai da diversi anni è una manager di un famoso network americano, pur essendo una persona di vedute aperte e liberali, non ha mai disdegnato di usare la sua posizione per sviluppare la sua vera natura quella di essere sessualmente dominante senza tra l’altro una particolare preferenza tra uomini e donne, infatti rappresentanti di entrambi i sessi fanno parte del suo harem.
Jennifer è dotata di una particolare concezione del bdsm soprattutto relativamente all’oggettistica: pur non disdegnando gli oggetti comprati nei sexy shop, crede che qualsiasi oggetto che si utilizza in casa anche il più comune può avere finalità Bdsm, per farvi un esempio la masturbazione punitiva con la spugna di ferro delle pentole che io utilizzo a piene mani con le schiave poco obbedienti fu un’idea sua.
Con il nuovo schiavo però si è superata. Marco è un giovane neodiplomato in vacanza a New York, una vacanza meritatissima dopo le fatiche della maturità. Una sera Marco si trovava insieme ai suoi amici in discoteca e cercavano disperatamente di imbarcare qualche ragazza, ma data la loro non eccessiva bellezza e goffaggine si vedeva chiaramente che erano pesci fuor d’acqua, tanto che io e il resto della compagnia non li avevamo neanche notati, ma questo non era vero per Jennifer.
Vide questo ragazzo dal viso abbastanza carino, ma gracilissimo da quanto era magro e lo colpì subito, scommetto che questo è un masochista e uno schiavo eccezionale disse, anche se magari non sa ancora di esserlo e si avvicinò al gruppo per ballare con lui.
Jennifer era all’epoca una bellissima quarantenne alta più di 1,70 m, con una terza abbondante di tette, palestrata e quando cominciò a ballare con Marco il suo viso diventò paonazzo facendolo sentire in grandissimo imbarazzo da una parte e fonte di invidia da parte dei suoi amici che erano degli sfigati quanto lui.
Jennifer lo capì subito e lo invitò a bere un drink e Marco gli spiegò che era in vacanza con gli amici dopo la maturità, al che lei da vecchia marpiona gli chiese se gli sarebbe piaciuto studiare in una delle più famose università americane, ma in cambio avrebbe dovuto diventare un suo schiavo dandogli un giorno di tempo per pensarci e il biglietto da visita con l’indirizzo dove andare se avesse deciso per il si, dicendogli anche che non si doveva preoccupare delle apparenze con i genitori ei suoi amici, perché avrebbe avuto una copertura imbattibile che non avrebbe dato atto a nessun sospetto.
Se accettava diventava però per intero un suo schiavo che non avrebbe potuto più fare nulla senza il consenso della sua padrona e questo anche dopo la laurea visto che sarebbe andato a lavorare per la stessa televisione per cui lavorava lei.
Dopo di ciò Marco torno dai suoi amici continuando a ballare come se nulla fosse, cercando di dribblare le domande dei suoi amici che erano curiosi di sapere cosa era successo con quella bellissima donna. Marco pensava in continuazione a quell’offerta che sicuramente gli dava la possibilità di studiare in una delle migliori università americane, cosa che con il reddito della sua famiglia non sarebbe mai riuscito a fare, ma il prezzo era la fine della sua libertà.
La possibilità però era troppo ghiotta e quindi Marco decise di accettare e il pomeriggio seguente si recò all’indirizzo indicato sul biglietto da visita.
Si trattava di un grande albergo newyorkese dove Marco fu subito notato dal portiere che era stato a dovere istruito da Jennifer che fece chiamare subito, mentre disse a Marco di sedersi sul salottino della hall.
Jennifer arrivò in tutto suo splendore e dalla faccia di Marco capì subito che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di gettarsi ai suoi piedi. Lo prese per la camicia e lo portò in camera dicendogli che era sicura che avrebbe accettato, nessuno avrebbe potuto resistere a quel tipo di offerta.
Jennifer mise la cintura di castità sull’uccello di Marco che non era niente male dicendogli quello che già sapeva, ossia che la sua sessualità così come tutto il resto apparteneva a lei. I primi giorni furono molto difficili per lui era abituato a segarsi e a scaricarsi tutti i giorni e non poterlo fare lo metteva in difficoltà sempre maggiori, che aumentavano con il passare del tempo.
Un paio di giorni dopo Jennifer iniziò ad alzare il tiro: Strusciare le tette sulla pancia di Marco e sul viso fargli annusare il suo intimo, cosa che rendeva la vita impossibile a Marco; infatti, il suo cazzo cercava di diventare duro per l’eccitazione, ma si afflosciava subito per il dolore provato dallo sbattere contro la parete della cintura di castità.
Dopo una settimana, Marco non ce la faceva più e chiese la grazia a Jennifer cosa che la riempì di soddisfazione ed eccitazione, ma il suo sadismo che non le consentiva certo di graziarlo e anzi decise di portarlo ancora di più all’esasperazione massaggiandolo con degli unguenti per tutto il corpo, fino ad arrivare ad accarezzargli le palle.
Dopo circa dieci giorni però Marco non ce la fece più e senza il consenso della sua padrona ebbe un’eiaculazione spontanea senza essere toccato e sborrò dentro la cintura di castità.
Jennifer decise allora di punirlo, frustandolo con un centinaio di colpi sul sedere con una stecca di bambù di quelle che si usano per tenere su i pomodori. Il sedere di Marco era ormai pieno di piaghe, il culo era sanguinante gli faceva talmente male che non riusciva neanche a sedersi.
Dopo qualche giorno, arrivò la borsa di studio della New York University che consentì a Marco di iscriversi all’università e trasferirsi a New York, la cosa diede grande soddisfazione ai suoi genitori evidentemente non sapendo i veri motivi per cui questo era accaduto.
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