E arrivò il giorno del grande amore, o almeno questo sarebbe l’inizio di una bella storia.
Ettore era tutto ciò che una donna poteva desiderare, un uomo intelligente ma allo stesso tempo bellissimo, dolce ma risoluto, con un ottimo lavoro ma non per questo uno che si era seduto sugli allori.
In effetti non era proprio perfetto, perché un ‘piccolo’ problema l’aveva anche lui, l’essere completamente gay e per giunta solo passivo, con in più un pene che non valeva un granché.
Quello che ci fece mettere insieme fu la sua necessità di nascondere la propria omosessualità, essendo riuscito ad entrare in uno studio legale a dir poco conservatore, dove la famiglia era considerato il primo pilastro per ogni associato.
Da parte mia mi ero messa il cuore in pace per quello che riguardava una carriera da modella, non essendo di fatto mai riuscita a sfondare, ed il passare degli anni mi costringeva a cercare nuovi orizzonti, e quello di moglie di facciata pur non essendo il massimo da un punto di vista morale, aveva notevoli vantaggi per quello che riguardava il conto in banca.
Così dopo aver messo nero su bianco quello che in pratica era un vero e proprio contratto, decidemmo di rendere pubblica la nostra relazione, sperando che quella farsa non sarebbe mai stata scoperta.
Il passo successivo fu la presentazione alla futura suocera, che in realtà era la seconda moglie del defunto padre, e che lui mi aveva sempre descritto come la versione in carne e ossa della strega di Biancaneve.
Così un bel pomeriggio misi uno di quei vestiti da santarellina, per andare a conoscere Adriana, che in realtà era tutto tranne che ciò che diceva il figliastro.
Adriana era infatti una splendida quarantenne, con un fisico da pin-up che emanava sensualità da tutti i pori, e poco importava se c’era la mano di un ottimo chirurgo plastico. Con lei c’era Marzio, che ci venne presentato come un suo amico di vecchia data, ma che per me era solo uno degli stalloni della sua scuderia.
La donna mi riempì di complimenti tanto da mettermi in imbarazzo, dimostrandosi una gran simpaticona alla quale piaceva scherzare, e facendo fare la figura del bacchettone al figliastro.
“Denise se vuoi ho un paio di vestiti che non metto più, ma che addosso a te starebbero un incanto.” mi disse prendendo una mano fra le sue “Che ne dici se lasciamo un attimo i maschietti a parlare di calcio e cose del genere, e saliamo un attimo di sopra così li provi ?”
“Ti posso lasciare qualche minuto con Marzio ?” chiesi a Ettore “Lo sai che posso resistere a tutto tranne che a provare dei vestiti.”
“Andate pure, ma non metteteci due ore come tuo solito.” mi rispose il mio fidanzato che ben conosceva i miei tempi nei camerini.
Una volta arrivate nella sua camera, che era a dir poco spettacolare con grandi specchi messi in gran numero quasi ad ogni angolo libero, Adriana prese un bel vestito viola che mi disse di provare “Giusto per iniziare”.
Così tolsi quello che avevo indossato a casa per provare il suo, che in effetti sembrava fatto per me.
“Vedi che ti sta benissimo !” esclamò felice “Ora però proviamo qualcosa di più serio, come un vestito da sera.”
Dal suo armadio prese un vestito lungo con due profondi spacchi sui lati, la cui caratteristica principale era però l’avere una sola spallina.
“Denise dovresti toglierti il reggiseno altrimenti non rende, e non preoccuparti di me non mi scandalizzo per vedere due belle tette come le tue.”
In realtà chi aveva il seno migliore era di certo lei, però seguii il suo consiglio e tolsi il reggiseno prima d’indossare quell’abito che mi stava alla perfezione.
“E con questo siamo a due, ora però toglilo altrimenti si sgualcisce, e intanto io cerco qualcosa di più classico.”
Adriana però fece finta di cercare un nuovo vestito, ma aspettò che rimanessi con le sole mutandine per partire all’attacco.
“Non sei una poveraccia e neanche una poco di buono, quindi perché stai col mio figliastro.” mi chiese mandandomi nel panico più totale.
“Scusa non ho capito.” riuscii a dire quasi balbettando.
“Senti so benissimo che mio figlio è sì un bravo ragazzo, ma che a letto vale meno di un vibratore senza batterie, e non mi dire che il sesso non è importante perché ti butto fuori di casa così come sei. Ops dimenticavo so che è gay, e tu non sei una trans, quindi parla e vedi d’essere credibile.”
“Adriana io amo Ettore !” esclamai cercando d’esser il più convincente possibile.
“Ma scopi sicuramente con un altro.” mi rispose lei mettendo le mani sui fianchi.
Non potevo certamente dirle che quello che lei chiamava l’altro erano in realtà un paio di ragazzi che mi scopavo regolarmente, senza dimenticare qualche occasionale rapporto saffico, così abbassai gli occhi sperando in qualche miracolo che mi tirasse fuori da quel pasticcio.
“Denise guarda che io apprezzo l’onestà.” mi disse avvicinandosi a me “Del resto il padre di Ettore era come il figlio, eppure l’ho sposato lo stesso anche se poi l’ho riempito di corna.”
Rimasi basita davanti a quelle parole, e non seppi neanche reagire quando Adriana mi spinse sul letto dove caddi di pancia, né tantomeno quando sentii le sue mani salirmi su dalle caviglie sino quasi a toccarmi il sedere.
“Hai davvero uno splendido culo, peccato che quel cretino non se lo saprà godere come merita. Però non hai nulla da dire se quello che spetta a lui lo prendo io, non è vero ?”
“Io... ecco… Adriana non saprei…” riuscii a balbettare prima che lei infilasse le mani dentro le mutandine per poi sfilarmele lasciandomi nuda sul letto.
La mia futura suocera si buttò letteralmente a capofitto fra le mie gambe, facendomi sentire la sua esperta lingua all’inizio fra le chiappe, per poi scendere verso la passera, facendo sì che istintivamente io gli aprissi le gambe. Sempre senza che lo volessi, ma rispondendo a quello che mi diceva il piacere che iniziavo a provare, alzai sempre di più il sedere, sino a ritrovarmi di fatto carponi sul letto, con lei che non mi dava tregua, dato che aveva aggiunto alla lingua anche le dita, facendo sì che gemessi sempre meno sommessamente.
Quasi non mi accorsi che nella camera era entrato Marzio, ma lo udii benissimo quando ci disse che Ettore era dovuto andare via.
“L’ha chiamato lo studio per una consulenza, ma state tranquille che non ne sentirete la mancanza.”
“Tanto per quelle che serve in queste situazioni !” sentenziò Adriana “Tu invece non perder tempo e vieni a scoparti questa bella ragazza, che non aspetta altro di prendere un bel cazzo fra le gambe.”
“E che ci vuole ! Più a dirlo che a farlo.”
Marzio mi penetrò entrandomi dentro con un paio d’affondi belli forti, ma bagnata com’ero non provai alcun dolore, ma solo un gran piacere quando mi sentii piena della sua mazza.
“E io che faccio ? Dai girala così serve a qualcosa.” disse Adriana rivolgendosi al suo stallone.
Io al principio non compresi le sue parole, ma mi feci girare per poi ritrovarmi lui che riprese subito a fottermi, ma soprattutto lei che dopo essersi spogliata in tutta fretta, mi mise la passera sulla faccia. Non ci fu bisogno che lei mi dicesse qualcosa, ma presi a leccargliela quasi con devozione, anche perché il suo sesso era quasi uno spettacolo non solo perché era bello grosso, ma completamente depilato e quindi simile per quell’aspetto a quello di una ragazzina.
“Sì leccamela tutta.” mi disse Adriana mentre mi toccava la passera “L’ho capito come t’ho visto che mi avresti dato delle belle soddisfazioni, perché in fondo sei come me, una che al cazzo non sa dire mai di no.”
Non mi stupii più di tanto che quelle parole venissero dalla madre del mio ragazzo, che al limite avrebbe dovuto volere come nuora una donna con bel altri principi morali, ma del resto quella strana coppia mi stava facendo godere tantissimo.
“Adesso cambio posto, ho voglia di cazzo.” mi disse Adriana alzandosi per poi sdraiarsi al mio fianco.
Così un po’ a malincuore, anche perché Marzio stava scopando lei e non più me, mi misi sopra di lei, ma invece d’allungare solo una mano, mi sdraiai sul suo corpo per poter continuare a leccarle la passera.
“Scommetto che il cazzo ti piace anche in bocca.” mi disse l’uomo infilandomi di forza la mazza fra le labbra.
“A questa il cazzo piace anche nel culo te lo dico io !” gli fece eco Adriana.
“Per quello c’è sempre tempo, ora però sono stanco quindi vedete di darvi da fare voi due.”
Marzio si buttò al centro del letto, e così potei salirgli sopra e far scivolare il suo bel bastone dentro la mia passera ancora più bagnata di prima, con Adriana che si mise dietro di me per toccarmi un po’ ovunque, ma soprattutto fra le gambe.
“Dimmi puttanella con chi sei andata dopo che ti sei messa con mio figlio.” mi chiese la donna palpandomi quasi con forza un seno.
“Con un mio amico agente immobiliare, dopo che avevamo mostrato una casa a una coppia.” confessai sapendo che era meglio non mentirle.
“E dimmi questo tuo collega ha un bel cazzo ?”
“Sì e lo sa anche usare bene.”
“Allora vorrà dire che me lo devi presentare, al limite faremo una cosa a quattro mentre Ettore è al lavoro.”
Quella donna non smetteva mai di stupirmi, ma del resto ero a letto con la mia futura suocera e un suo amante, quindi non è che potessi aspettare discorsi molto diversi da quello.
Così fra una sconceria e l’altra ebbi un meraviglioso orgasmo che mi tolse il fiato, non ad Adriana che quasi mi disarcionò per prendere il mio posto sopra Marzio.
 “Mettiti dietro e lecca, almeno servirai a qualcosa.” mi disse la donna iniziando una folle cavalcata sul suo uomo.
Anche se col respiro ancora affannato mi sdraiai fra le gambe di Marzio, per leccare ora i testicoli di lui, ora la passera di lei, sentendoli gemere sempre più forte.
Vedere Adriana scopare era uno spettacolo, non solo per la sua bellezza, ma per la passione che metteva in ogni suo movimento, anche il più piccolo, come se volesse trarre piacere da ogni attimo di quel rapporto. Marzio da parte sua era il classico toro da monta, di quelli che sembra abbiano le batterie che non finiscono mai, ancor più quando stanno sotto e devono muoversi ben poco.
“Che ne dici di farci il culo della ragazza ?” propose Marzio alla donna quasi stanco del suo essere così passivo.
“Va bene però prima mi ci diverto io.” gli rispose Adriana “Dai Denise mettiti a pecora così ti preparo come dico io ad una bella inculata.”
Colta un po’ alla sprovvista non seppi dire nulla, e così mi ritrovai carponi sul letto, con Adriana che mi ungeva il buchetto prima di metterci dentro un piccolo plug di metallo.
“Hai davvero un bel culo.” mi disse la donna iniziando a giocare con quel cuneo d’acciaio “Sai conosco uno per il quale la fica non esiste, lui vuole solo mettertelo dietro e come vuole lui, e credimi è un vero animale, però una volta che ti ha aperta dopo è solo puro piacere, anche se ti tratta peggio di una troia, ma del resto tu sei abbastanza puttana per capirmi.”
“Sì e questo tipo lo voglio conoscere.” le risposi allungando una mano fra le cosce “Magari con te così godiamo in due.”
“Certo che non so davvero chi è più troia fra voi due !” ci disse Marzio che si stava godendo lo spettacolino “E pensare che fra qualche mese potreste essere anche parenti !”
“Perchè stai lì dietro ?” gli chiesi con una voce da finta ingenua “Non vorrei mai che ti si afflosciasse il cazzo.”
“Hai ragione quindi inizia a farmi un pompino.” mi rispose lui mettendosi davanti a me.
L’uomo mi prese la testa fra le mani e di fatto usò la mia bocca come se la volesse usare per scoparmi, poi s’inginocchiò dietro di me, e una volta tolto il plug e fatto allargare le chiappe da Adriana, mi sodomizzò con tutta la forza che gli era rimasta.
A me non uscì un lamento, ma anzi un sottile gemito di piacere che lasciò quella coppia perversa senza parole, ma non appena scemò in loro lo stupore, lui prese a sbattermi senza pietà.
“Sì così mettimelo tutto dentro ! E poi riempimi il culo di sborra, voglio solo godere !” urlai in preda al piacere.
“Certo che ti rompo il culo puttana che non sei altro, fosse l’ultima cosa che faccio !” mi rispose lui afferrandomi ancor più saldamente per i fianchi.
Adriana rimase un po’ in disparte, ma del resto stava vedendo la sua futura nuora sodomizzata senza pietà dal suo amante, e forse già pensava a quando avrebbe dovuto consolare il figlio se fosse venuto a sapere della mia infedeltà, non sapendo dell’accordo fra me e lui.
Alla fine Marzio inondò il mio retto col suo sperma, orgasmo che Adriana leccò avidamente sia  quando colò fuori dal mio buchetto, che direttamente alla fonte.
Con le gambe ancora tremanti cercai di rivestirmi per poter tornare a casa mia, e lasciare quella coppia ai loro giochi, certa com’ero che non avrebbero certamente smesso di scopare senza di me.
Come se non fosse successo nulla Adriana mi mise i vestiti che mi aveva regalato in una busta, per poi salutarmi con un casto bacio sulla guancia.
“A presto.” mi disse mentre salivo sul taxi per tornare a casa.
“Stai tranquilla che non aspetto altro che tornare da te.” le risposi immaginando altro sesso con la mia futura suocera.



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(quelli volgari saranno subito cestinati)


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