Mi chiamo Renato, oggi ho 54 anni, sono alto 1,70, moro, occhi scuri ed un fisico normale, né grasso ma nemmeno magro, e penso di avere un cazzo un po’ sopra la norma, soprattutto in lunghezza. Sono sposato da trent’anni con Maria, una donna molto bella, bionda, con una terza abbondante di seno, non molto alta, 165 cm, una vita molto stretta, che fa risaltare il suo lato B, anche se non molto grosso, ma bello tondo e sodo. La storia inizia nel 1980, quando entrambi frequentavamo il 3º liceo. L’avevo notata perché era una delle ragazze più belle che frequentava la scuola. All’epoca era fidanzata con Marco, un ragazzo molto facoltoso che veniva a prenderla con la sua grossa auto sportiva, essendo di sei anni più grande di lei. Io in ogni caso la corteggiavo discretamente e, casualmente, l’anno dopo, ci siamo ritrovati in classe insieme. Così ci siamo conosciuti meglio e, alla fine dell'anno scolastico, eravamo fidanzati perché con quell'altro era finita in quanto lui si era fatta la cattiva nomea di sciupafemmine. Il nostro rapporto è stato subito di larga intesa sotto tutti i punti di vista. Eravamo affiatati, giovani, belli e spensierati e, un giorno, abbiamo deciso di avere la nostra prima volta. Fino a quel momento ci eravamo soddisfatti con lunghe carezze, intense masturbazioni, che lei mi faceva in maniera molto appagante. Mi sembrava abbastanza esperta e, per me, è stato con non poco stupore quando ho iniziato a penetrarla, che mi bloccasse dicendomi di far piano. Era vergine: con il precedente fidanzato, praticamente non aveva fatto nulla.
«Fa piano, ti prego, sono vergine!»
Ricordo che per me è stata un’emozione fortissima cogliere la sua verginità. Ero talmente eccitato che, dopo averla penetrata, appena l'ho sentita gemere di piacere, sono venuto all’istante. Da quel momento, anche lei è cambiata e facevamo l'amore anche quattro volte al giorno, ma, appena il mio pene toccava la sua fica, io me ne venivo. Era talmente forte l’eccitazione che non riuscivo a trattenermi. Solo dopo essermi svuotato ripetutamente, riuscivo a scoparla in maniera abbastanza soddisfacente, fino a far provare anche a lei un vero orgasmo. Finiti gli studi, abbiamo iniziato entrambi a lavorare, e ci siamo sposati. Velocemente sono passati una trentina d'anni, durante i quali il nostro rapporto è scorso via fra alti e bassi, come succede a tante coppie. Per ovviare alla mia défaillance a letto, ho provato con dei membri di gomma, ma lei li sentiva freddi e, anzi, la deprimevano ancor più, così, quando una volta ho provato ad inserirne uno nel suo culetto vergine, lei, per tutta risposta, me ne ha infilato uno nel culo, facendomi provare uno strano piacere che, in ogni caso, è servito a mantenere il mio cazzo molto duro e, con quel vibratore nel culo, l’ho scopata in modo quasi selvaggio. Anche lei è rimasta alquanto sorpresa da questa strana scoperta, ma, in ogni caso, abbiamo abbandonato l’idea di questa alternativa, perché per lei era troppo distante dall’idea di una scopata calda e piacevole. Dopo quell’episodio, dentro di me, han preso forma strane fantasie. Ogni tanto mi eccitavo a pensare mia moglie con un altro e questo mi stupiva molto, perché, a dire il vero, all'epoca ero molto geloso, ma ora, con la mia sborrata immediata, un paio di corna le meritavo proprio. Mi rendevo conto che, a causa della mia poca resistenza a letto, lei, spesso, rimaneva insoddisfatta ed ero anche consapevole che, nonostante ciò, non mi aveva mai messo le corna. Avevo preso a dirle che, se fosse successo, non ne sarei stato geloso, ma la sua reazione sdegnosa ci portava ad animarci al punto da giungere al litigio. Mi vedevo rassegnato all’idea che non sarei mai stato un cornuto. Per festeggiare il nostro trentesimo anniversario, avevo deciso di regalarle una vacanza in Puglia. Era d'estate ed abbiamo deciso di fare una vacanza rilassante, in quel posto dove avevamo preso alloggio in un albergo con spa e che ci permetteva di usufruire di spiagge stupende, e serate divertenti nei vari centri che si trovavano nell’entroterra, almeno questa era la nostra idea. Il nostro hotel era situato sul mare, con accesso immediato alla spiaggia e la nostra camera si affacciava proprio dove avevamo l'ombrellone riservato. Il primo giorno passò velocemente e servì a farci rilassare dopo il lungo viaggio. Il secondo giorno, tornato in camera per prendere la crema solare, casualmente mi avvicino al balcone e vedo lei che parlava con un signore. Ho pensato fosse un vicino di ombrellone, ma, quando la raggiungo, riconosco Marco, il suo ex. Aveva qualche anno in più di noi, circa sessanta, ma ben portati e ben curato. Lei me lo presenta, anche se comunque lo conoscevo e, dopo i soliti convenevoli, lui si piazza lì. Si siede sul mio lettino ed ordina tre bibite. Hanno preso a parlare fra loro ed io ero lì che li ascoltavo: parlavano dei tempi che furono ricorrendo spesso a tante risate e pacche sulla spalla, come due vecchi amici. Ero un po' infastidito, perché mi sentivo messo da parte, escluso da quelle loro reminiscenze.
«Io vado a farmi un bagno. Tu, amore, vieni?»
Lei mi guarda e fa un cenno negativo con il capo. Faccio una bella nuotata e, quando esco dall’acqua, mentre torno verso il mio ombrellone, vedo che, mentre continuano a parlare, decidono di entrare in acqua. La gelosia cominciava a farsi sentire, ma, nel vederli vicini in acqua, che quasi si toccavano, mi stava facendo eccitare così tanto che son dovuto andare a farmi una doccia fredda, per evitare che potesse notarsi il mio rigonfiamento. La giornata passò cosi. La sera, in camera, le chiedo se si sente ancora attratta da lui.
«Sì, è ancora un bell’uomo e, se anche il mio amore per te è fuori discussione, effettivamente mi sento attratta da lui. Inoltre, questa sera, ci ha invitato a cena da lui; abita in una piccola palazzina qui vicino, non ho potuto dir di no, perché sta da solo, visto che è qui per lavoro.»
La guardo con stupore per la sua risposta netta e decisa. Sentirmi confessare quel “Sì” netto e schietto, mi ha veramente colpito. Accetto di andare a cena con loro due, perché quel misto di gelosia con l'eccitazione che ne seguiva, mi stava piacendo. Quando siam pronti per uscire, vedo che lei si è vestita con particolare cura, indossando un vestito di lino nero con bottoni sul davanti, che le arrivava solo a metà coscia ed, ai piedi, sandali a zeppa, abbastanza alti, con cinturino che li legava alla caviglia: quelle calzature servivano a metter in particolare evidenza il suo splendido culetto. All'ultimo momento, informo mia moglie che mi era sopraggiunto un forte mal di testa per cui non sarei uscito, ma lei poteva andare perché aveva il diritto di divertirsi.
«Vai tu e divertiti! Probabilmente ho preso troppo sole oggi e, quindi, adesso prendo un calmante
e me ne vado a dormire.»
Lei mi guarda con un’aria un po’ dispiaciuta, poi convinta dalle mie parole, è uscita per andar da lui. Naturalmente e furtivamente, l'ho seguita. Lei ha raggiunto la sua abitazione, dove l'altro stava già ad aspettarla fuori in strada e, insieme, sono andati in un ristorante lì, nei pressi. Ero lì a spiare ogni loro movimento, notando che si comportavano come una coppia di innamorati. Finita la cena, tornò a casa. Onestamente non pensavo che la serata finisse lì. Giunta in camera, mi chiese di scopare. Era molto eccitata. Abbiamo scopato con molta foga e lei è venuta prima di me, facendomi stupire molto. Cosi le ho chiesto se tutta questa eccitazione era dovuta a Marco.
«Sì, mi ha fatto eccitare parecchio. È stato un continuo gioco di sguardi e piccole allusioni, che mi hanno provocato tutta questa eccitazione e desiderio di scopare, però tu sai anche che non ti tradirei mai.»
L’ho guardata dritta negli occhi e, con una voce calma, ho cercato di farle capire anche il mio punto di vista.
«Non mi sentirei offeso, anzi, mi piacerebbe se ti vedessi scopare con lui.»
Lei mi ha guardato con espressione di profonda meraviglia, poi si è voltata dall'altra parte e si è addormentata o, forse, ha fatto finta di dormire. La mattina dopo, lui non si presenta in spiaggia e mia moglie continuava a mandar messaggi e riceverne; ho notato sul suo volto un misto di stupore ed un po’ di felicità. Approfittando di un suo attimo di distrazione, ho letto i messaggi. Fra i tanti, esprimenti complimenti, ne leggo uno di lui con cui le chiedeva se avesse mantenuto una promessa fatta a suo tempo: quella cioè che culo e bocca avrebbero dovuto restare inviolati. Adesso capivo perché, in tutti questi anni, lei non mi aveva mai fatto un pompino e non mi aveva dato il culo: la ragione riposava sul fatto che li aveva promessi a lui, tanti anni prima. Ero rimasto basito a conoscere di quella promessa. Ma ciò che mi ha stupito ulteriormente, è stata la sua risposta: quelli sono sempre e solo tuoi. A leggere quelle frasi, mi sono eccitato moltissimo e, al suo ritorno, ho fatto finta di nulla. La sera, lui si presenta in albergo e, questa volta, lo invito io, prima a cena e dopo in una sala da ballo. Non ho mai saputo ballare, né è mai stato mio divertimento, ma quella mia proposta era rivolta ad offrir loro l’occasione per stare ancor più tempo assieme. Si son messi a ballare e, ad un tratto, non li ho più visti. Sono andato alla loro ricerca e li ho trovati in spiaggia, che si baciavano. Dopo di che, ritornano al nostro tavolo ed io, fingendo ancora di aver mal di testa, lascio mia moglie in compagnia di lui, che promette di riaccompagnarla. Per altri due giorni le cose si sono svolte sempre così. Lui, di giorno, era impegnato nel lavoro e, la sera, uscivamo a cena insieme, ma poi li lasciavo sistematicamente soli, rientrando in camera. Lei rientrava dopo circa due ore, ed io facevo finta di dormire. Quando si giunse all'ultima sera per lui, in quanto il giorno dopo sarebbe dovuto rientrare nella sua città, dopo cena, feci finta di andare in camera, ma, in realtà, mi nascosi e vidi entrambi andar in camera sua. Vederla entrare da lui, mi ha eccitato tantissimo: non ho resistito, ho tirato fuori il mio cazzo e mi son messo a segarmi. Mi sono fatto due seghe fantastiche! Finita la vacanza e rientrati a casa, la vedevo sempre con il cellulare in mano che chattava, cosi, un giorno, mentre lei era sotto la doccia, ho letto i messaggi nel suo cellulare, apprendendo quello che ero certo ci fosse: allo stato, lei aveva instaurato una relazione.
Quella sera, le ho confessato di aver letto i suoi messaggi, e lei:
«Perdonami! Ti amo tantissimo, ma, per la prima volta in vita mia, ho goduto veramente tanto in quelle sere che sono andata da lui quando eravamo in vacanza in Puglia.»
L’ho guardata mentre era in evidente stato di tensione per esser stata scoperta, mentre io, che mi sentivo finalmente realizzato come cornuto, per renderla felice, secondo il principio che quel sentimento doveva prevalere sul mio egoismo, non potevo far altro che invitarlo a casa per un fine settimana.
«Amore mio, non sai quanto mi fai felice nel sentirti dire che lo vuoi invitare qui da noi, a passare un weekend. Devo confessarti che, quando sono stata con lui, avrebbe voluto sverginarmi il culo. Lui è stato il mio primo ragazzo, ma la verginità me l’hai tolta tu, cosi lui si sarebbe preso il culo, che fin da quel giorno non l’ho dato a nessuno. Son riuscita a dissuaderlo, perché gli ho fatto presente che tu, da tempo, anelavi a vedermi con un altro uomo e, poiché anch’io avevo questo desiderio, ho pensato che sarebbe stato bello per te esser presente, quando lui avrebbe colto quest’altra verginità. Per lui è stato un po’ difficile rinunciare a prendermi il culo, ma, in cambio, ha potuto gustarsi, per la prima volta, la mia bocca, insegnandomi a fare dei superbi pompini con ingoio e scopandomi in maniera sublime. Ora vorrei che, quando verrà qui da noi per il weekend, tu gli permettessi di farmi il culo.»
Ho guardato mia moglie con occhi di pura ammirazione. Anche in questa circostanza mi stava dimostrando di amarmi per davvero, perché, pur sapendo che non sarei stato in grado di aprirle il culo come andava fatto, voleva che, in qualche modo, fossi presente a questa sua iniziazione. Passano rapidamente i giorni e, il sabato mattina, Maria va dalla parrucchiera e dall’estetista e, quando torna, tra le mani ha tante buste e capisco che ha fatto anche degli acquisti. Dopo essersi rifugiata in camera da letto, mi chiama e mi invita ad andare con lei nel bagno. È completamente nuda ed è bellissima e noto anche il fatto che si è fatta sistemare il triangolino di peli sulla fica, lasciando un malizioso triangolino sul monte di Venere. Appena nel bagno, lascia scorrere l’acqua finché non si fa calda e, in una bacinella, aggiunge dell’estratto di camomilla e, con quell'infuso, riempie una peretta, mi guarda e mi chiede di farle un clisterino.
«Dai, aiutami, fammi un bel clistere, perché voglio esser ben pulita quando lui, questa sera, mi penetrerà il culo!»
La guardo stupito e, nello stesso tempo, affascinato. Ha pensato proprio a tutto. Eccitato come un cavallo, le lubrifico il forellino con del gel che ha comprato in farmacia e poi, lentamente, le infilo la cannula nel culo. La vedo fremere e, addirittura, irrigidirsi, quando le spingo dentro la cannula, per poi rilassarsi, quando inizio a pomparle dentro il contenuto della peretta. La vedo gemere e, nello stesso tempo, mi sembra quasi come se fossi stato io ad averle fatto il culo. È una sensazione strana quella di inondare il suo culo, così bello e godurioso. Le spingo dentro tutto il contenuto, poi lo sfilo lentamente e, quando esce, lei freme e si siede sul water in attesa di evacuare. Sono troppo eccitato e la guardo, mentre lei mi osserva cercando di trattenere quanto più possibile il liquido che ha in corpo. Ho il cazzo durissimo e così mi avvicino a lei: glielo metto davanti alla bocca.
«Mi hai detto che ti ha insegnato a far pompini, allora, visto che lui questa sera avrà il tuo culo, io, ora, vorrei assaporare il piacere della tua bocca.»
Mi guarda un attimo incerta, poi afferra il mio cazzo con le mani e lo appoggia alle labbra. Lo lecca un po’ e, quando lo spingo nella sua bocca, lei lo succhia velocemente e questo mi porta immediatamente all’orgasmo. Mi blocco e le schizzo in bocca tutto il mio seme. Lei è quasi colta alla sprovvista ed un po’ di sborra le cola lungo il mento, fino al seno. Si sfila il mio cazzo dalla bocca ancora gocciolante e mi guarda un po’ contrariata. Ingoia la mia sborra, ma pulisce la bocca con il dorso della mano e poi fa una cosa che mi sconvolge veramente: mi attira afferrando il mio viso con entrambe le mani e la sua bocca si unisce alla mia. Resto basito nel sentire il sapore della mia sborra sulla sua bocca e, dopo un attimo di incertezza, rispondo con passione a quel bacio, così perverso. Quando mi stacco da lei, lei si svuota nel water e poi mi chiede di ripetere l’operazione, perché vuole esser certa che il suo culetto sia ben pulito. Dopo aver fatto quest’operazione, riempie la vasca da bagno con acqua e sali profumati, vi si immerge per una ventina di minuti e, quando esce, cosparge il suo corpo con della crema che rende la sua pelle ancor più morbida e profumata. Poi va in camera da letto e, solo allora, scopro che ha acquistato della lingerie molto sexy. Indossa un sensualissimo tanga nero, con reggicalze, autoreggenti e scarpe con il tacco 12 nero. Il reggiseno è costituito da due triangoli di stoffa, tenuti insieme da delle strisce nere ricamate e molto eleganti. Poi copre il tutto con un tubino nero corto alle ginocchia, con spacco frontale alto, bretelline fini ed aperto sulle spalle.La guardo e mi sento di nuovo il cazzo duro. Quando arriva, lui entra in casa e la guarda con occhi carichi di ammirazione.
«Sei splendida! Una donna meravigliosa cui il tempo ha fatto il regalo di renderla ancor più bella!»
Dopo un aperitivo, ci mettiamo a sedere e consumiamo un pasto leggero, che ho provveduto a preparare per loro. È magnifico vederli mentre si scambiano occhiate cariche di desiderio e, in effetti, non arriviamo nemmeno al dolce che lei si alza da tavola, lo abbraccia e lo bacia con passione, davanti a me. Vederla limonare con lui mi porta quasi ad un nuovo orgasmo. Senza dire una parola, ma guardandolo negli occhi, lei lo porta in camera nostra, dove lui, lentamente, la spoglia. Quando lei rimane solo con le autoreggenti, si gira verso di me, allunga una mano e mi chiede di avvicinarmi; mentre si sdraia sul letto, a cosce aperte, lui si spoglia velocemente. Sciorina un bel corpo, abbastanza ben curato e noto che ha un cazzo più lungo e anche più largo, del mio. Mia moglie si gira per un attimo verso di me, poi afferra quella meraviglia della natura e se lo porta alla bocca, lo lecca mentre lui asseconda il movimento di quella pompa, spostando il corpo avanti e indietro, quasi a mimare di volerle scopare la bocca. Resto stupito dalla facilità con cui lei lo ingoia, sia nella sua lunghezza ma anche nella larghezza. Dopo averlo leccato ben bene ed esser scivolata giù in basso, fino a leccare anche le palle, facendolo gemere di piacere, lei si gira e mi indica il comò, dove sopra c’è il flacone del gel che ho usato per farle il clistere. Lo prendo e quando glielo passo, lui si distende supino e lei, inginocchiatasi, prosegue a succhiargli il cazzo, sporgendo ben in alto il suo splendido culo.
«Dai, preparami il culo! Lubrificarlo per bene, perché mi voglio godere questa verga, che sicuramente mi farà un po’ soffrire quando mi entrerà dentro.»
Lubrifico quel forellino da me tanto desiderato e lentamente vi infilo un dito dentro. La sento gemere, contrarre i muscoli, ma poi si rilassa e, allora, posso continuare a lubrificare quel foro. Quando sento che il dito scorre bene, ne aggiungo un secondo e questo la fa, per un attimo, sussultare.
«Rilassati! Non puoi sussultare mentre ti infilo le dita dentro, altrimenti cosa farai quando sentirai quella verga sfondare questo culo meraviglioso!»
Lui sorride e lei continuava a succhiare quel cazzo, che ormai era diventato una vera e propria colonna di carne umana. Ad un tratto si ferma e poi si sposta, si distende in avanti tenendo sempre il culo ben in alto. Lui si posiziona dietro di lei e poi mi guarda; io gli rivolgo un cenno d’assenso, mentre, con entrambe le mani, dilato le chiappe del culo di mia moglie. Guardo quella grossa verga appoggiarsi al forellino e lui, con le mani, la lubrifica, spalmando sulla punta e lungo l’asta, ancora del gel, poi inizia a spingere. Lei fa un profondo respiro e, quando la punta entra, emette un grido.
.«Aahii... piano. Fa piano, fa in modo che mi abitui alla sua consistenza.»
Lui rimane immobile, poi ne sfila un po’ e di nuovo affonda dentro di lei, che inarca un po’ la schiena, mentre continua a gemere per il dolore. Lui si gira e mi guarda, poi mi dice di collaborare con lui, per farla godere.
«Masturbala, oppure sdraiati sotto di lei e leccale la fica, così godrà prima e sentirà meno dolore!»
Sono incerto sul da farsi, ma lei solleva la gamba e mi invita a sdraiarmi sotto di lei, cosa che faccio e, in quella posizione, assisto in prima fila alla rottura del culo di mia moglie! È qualcosa di sconvolgente vedere quel grosso palo allargare quel buco, che si tende al massimo mentre lui spinge inesorabilmente. Tiro fuori la lingua e vado a leccare il clitoride di mia moglie e, questa attività, ben presto le provoca spasmi di piacere che, in qualche modo, leniscono il dolore di quella penetrazione così possente. Lui si muove lentamente, scivolando dentro e fuori in continuazione e, ad un tratto, sento le sue palle sbattere sul mio viso. È una sensazione particolare quella che provo a quel contatto e la cosa mi provoca un piacere strano, che mi porta ad allungare ancora di più il volto in modo da ricevere, in continuazione e ad ogni affondo, le sue palle sul mio viso. Ora lecco la fica di mia moglie ancora più in profondità, infilando la lingua nello spacco e, nello stesso tempo, mi sento sbattere sulla faccia le palle di quel toro che sta sfondando il culo di mia moglie. Ben presto, lei gode.
«Sì, ancora... dai, sfondami più forte... Godo... Vengo!»
Ha un orgasmo violentissimo che si riversa sul mio viso, ma anche nella mia bocca. Lui ora la sfonda con colpi forti e decisi. Quella lunga verga entra ed esce da quel culo, che ormai lo ingloba senza più nessuna difficoltà e, dopo un ennesimo orgasmo, lui si ferma immobile, piantato dentro di lei: le stava riempiendo il culo di sborra. Vedo le contrazioni del suo pene mentre spruzza sborra in continuazione. Rimane per un tempo lunghissimo in quella posizione, poi, improvvisamente, si sfila e subito un rivolo di sborra viene a colpire la mia fronte e la mia faccia. Provo ad uscire da quel posto, ma mia moglie si solleva in verticale e mi ritrovo il suo culo su viso e bocca.
La sborra di quel maschio cola dal buco dilatato di lei e mi ritrovo il viso impastato del suo seme, mentre lei contrae i muscoli anali, affinché io possa riceverne in bocca il più possibile.
«Era questo che volevi? Volevi vedermi mentre mi si sfondava il culo? Ebbene, lo hai visto. Ma ora devi leccarmi e pulire tutto, come si deve!»
Dopo qualche momento di profonda incertezza, apro la bocca e ricevo tutta quella sbroda che cola direttamente nella mia bocca. La lecco avidamente, mentre lei si piega un po' per prender di nuovo in bocca il cazzo di quell’uomo che le ha appena fatto il culo. Lo lecca e lo succhia segandolo con forza e, ben presto, mi rendo conto che lui è di nuovo in tiro, pronto a montarla ancora. Lei si solleva e lui si sdraia supino, lei gli sale su e, afferrata quella grossa verga, se la punta diritta contro lo spacco della fica, dove lo lascia entrare lentamente, assaporando la lunghezza e dimensione di quella notevole verga. Mi guarda con occhi carichi di piacere e di soddisfazione nel sentirsi riempire da quel cazzo e allora capisco che, fino ad oggi, con me non ha goduto come si deve, perché quello che ora vedo è la sua reale goduria. Sta godendo di orgasmi continui, in rapida successione, mentre non smette di fissarmi facendomi capire che il cazzo che si sta godendo è esattamente quello di cui ha bisogno. Sono rimasto in silenzio e allibito ad osservarla, mentre lui l’ha scopata bene e a lungo, cambiando diverse posizioni e, alla fine, mentre era sdraiata sotto di lui, con dei colpi ancora più forti, le è venuto dentro, riempiendole il ventre con il proprio seme. Da quel giorno, la nostra vita è cambiata. Per quanto mi riguarda, ho chiesto solo di poter assistere alle loro effusioni, che mi facevano eccitare moltissimo e, ogni tanto, mi facevano anche partecipare. Ancora oggi, quando lui ha tempo, viene da noi e ci organizziamo anche le vacanze in tre, perché
ormai siamo un terzetto indissolubile, dove io assisto alla monta di mia moglie per poi poterla leccare e ripulire da tutto quanto quello splendido maschio le riversa dentro.
«Sete….»
«Io lecco e ingoio tutto.»
«"ma ora devi leccarmi e pulire tutto come si deve"...............mmmmmm si Pennabianca»