Passata un'altra settimana, all'improvviso mi raggiunse in cucina, intento a preparare la cena.
"La tua rieducazione sta procedendo molto bene. A breve dovrai superare l'ultimo step e poi sarai libero, vedi di non combinare casini come al tuo solito".
Quelle parole riecheggiarono per tutti i giorni a seguire, facendomi interrogare su cosa potesse inventarsi di ancor peggiore.



Finalmente arrivò il grande giorno, Monica mi avrebbe rivelato l'ultimo passo da compiere per poter essere di nuovo libero.
Non si fece attendere. La mattina, durante la colazione, mi spiegò accuratamente il suo piano.
"Oggi ti toglierò la gabbietta", iniziò a raccontarmi con entusiasmo.
Non potevo credere alle mie orecchie, finalmente. Rimasi comunque impassibile, perché sapevo che sarebbe presto arrivata anche la brutta notizia.
"Sarai libero tutto il giorno, ma stasera, quando tornerai a casa, troverai anche Claudio"
"E succederà la stessa cosa dell'altra volta?"
"Quasi. La tua prova finale è questa: non solo mi vedrai scopare con lui, ma stavolta dovrai anche masturbarti mentre assisti".
"Non ce la faccio, non è nelle mie corde", le risposi.
"Non è finita. Mentre ci guardi dovrai anche riuscire a venire. Quindi ti consiglio di non toccarti durante la giornata, perché sarà già difficile così per te".
Ero perplesso, ormai volevo arrivare fino in fondo e mettere la parola fine su questa situazione. La cosa che più mi preoccupava era il non sapere se sarei effettivamente riuscito ad eccitarmi e venire, visti i trascorsi negativi. L'ultima volta, infatti, dopo ciò che era successo, non ero riuscito a sfruttare i miei dieci minuti di libertà a causa dell'esperienza vissuta.
"La buona notizia è che nel momento in cui ci riuscirai, il nostro contratto avrà fine e ritorneremo ad un rapporto alla pari."
Le ultime parole bastarono a concedermi almeno il tentativo. Monica aprì agilmente il lucchetto e si riprese quel congegno, allontanandolo da me. Comodo e libero, andai a lavoro.
Fu una giornata d'ufficio normalissima, ma che passai sovrappensiero. Ero fuori da quella cintura di castità, la voglia di andare in bagno e sfogarmi era enorme. Tuttavia, ripensai a ciò che mi aveva consigliato la mia dolce metà. Avevo bisogno di tutte le energie possibili per il mio ultimo compito. Alle 18 timbrai e feci ritorno a casa, conscio di quel che sarebbe successo.
Aperta la porta, come promesso, trovai Monica e Claudio in salotto, impegnati a ridere e scherzare.
Mi salutarono normalmente e, superati i convenevoli, la mia compagna abbassò le luci, creando un'atmosfera intima e rilassante.
"Mettiti comodo sulla poltrona, caro, voglio vederti eccitato a dovere stasera", mi intimò Monica.
Eseguii l'ordine e rimasi in attesa.
Monica, intanto, si inginocchiò davanti al suo amante, sbottonandolo. Elegante e maliziosa, aprì la cerniera e conquistò il suo oggetto del piacere. Come era solita fare, iniziò a massaggiarlo lentamente, fino a sentirlo crescere tra le sue mani. Mi aveva sempre detto di amare quella sensazione, il potere che ti da sentire un'erezione crearsi tra le dita.
Lo accolse tra le labbra, poi in profondità, fino alla gola, quasi a soffocare. Quel trattamento le provocava molta salivazione, così ben presto l'asta di Claudio divenne ben lubrificata e gocciolante.
Ero sbigottito, intento a percepire ogni dettaglio di ciò che stesse succedendo, tanto da quasi dimenticare il mio obiettivo. Ebbene si, perché oltre a masturbarmi su quella scena, sarei anche dovuto venire. Liberai il mio cazzo, a cui non dedicavo attenzioni da praticamente un mese, e iniziai a sfregarlo timidamente.
Nel frattempo, l'amante aveva tuffato la sua lingua tra le cosce di Monica, ricambiando il favore. Era sdraiata a gambe aperte sul divano, con la testa rivolta indietro, scossa dalle sensazioni che le stava provocando.
Aveva alzato la minigonna e spostato gli slip, per far passare quella lingua dentro di se. Passati pochi minuti, iniziò a gemere e spingere la faccia di Claudio sempre più forte verso il suo pube. Venne una, due, tre volte in breve tempo, godeva, urlava.
Quella scena, per la prima volta, mi provocò qualcosa di diverso. Invece che ripudiarla, stavo iniziando ad apprezzarla. Mi stavo eccitando al fatto che la mia ragazza stesse godendo grazie ad un altro uomo.
Forse era proprio questo l'intento di Monica, sottomettermi a tal punto da non provare più gelosia o possessività, ma addirittura apprezzare di essere cornuto e aver messo il suo piacere prima del mio.
I preliminari erano terminati, si spogliò completamente nuda davanti a noi, rimanendo solo con delle splendide autoreggenti e dei tacchi a spillo. Si posizionò a pecorina e, allargando i glutei, invitò l'uomo a fotterla.
"Dai Claudio, vieni qui e scopami forte, voglio che mi apri in due".
Non se lo fece ripetere due volte, la penetrò rapidamente e se la scopò con forza proprio davanti a me.
Monica grondava di umori, si vedeva che era eccitata come poche volte in vita sua.
Osservando quella scena, mi accorsi di aver raggiunto un'erezione completa, chissà dopo quanto tempo.
"Voglio che mi spacchi il culo, scopami da dietro!", lo incitò lei.
Entrambi erano già eccessivamente lubrificati, così il suo toro uscì da quella figa gonfia e arrossata, per appoggiarsi a quel buchetto tanto desiderato. Si fece prima spazio con un paio di dita, poi entrò con decisione dentro il suo culo.
Vedevo Monica leggermente dolorante, ma presto si abituò a quella verga enorme dentro di lei. Il fastidio iniziale diventò piacere. Claudio la fotteva senza riguardi, mentre con una mano le stimolava il clitoride da davanti.
"Oh, SI SI. Sborrami dentro, riempimi il culo di sborra, fottimi come una troia!"
Bastarono pochi secondi per far venire Monica l'ennesima volta, che apparì soddisfatta e stremata da tutto quel piacere.
Tutto ciò aveva contribuito a portare anche Claudio sul punto di non ritorno. Accelerò il ritmo.
"Adesso ti riempio davanti a quel cornuto! Ti sborro dentro!"
Mantenne la parola, svuotò tutto il suo seme nel culo di Monica, accasciandosi su di lei.
Arrivai anche io al culmine dell'eccitazione. Non sapevo neanche cosa mi stesse realmente facendo arrapare così tanto, era qualcosa che non avevo mai pensato in vita mia.
Alla vista del buchetto della mia compagna dilatato e grondante di sborra, non resistetti e mi sentii avvampare.
Diventai completamente rosso, mi sembrava di prendere fuoco. Un orgasmo incredibile partì dai miei testicoli irradiandosi per tutta l'asta, fino circondare l'intera cappella. La mia verga marmorea iniziò a contrarsi e pulsare come stesse per esplodere. In pochi istanti iniziai a schizzare come una fontana, fiumi e fiumi di sborra colpirono il pavimento. Ero incredulo, non avevo mai avuto un orgasmo così intenso e violento.
Monica, che aveva assistito a tutta la scena, mi rivolse un sorriso compiaciuto. Come sempre accompagnò Claudio alla porta, stavolta dandogli l'addio.
Rimasti soli, venne verso di me con il culo ancora pieno di liquidi, un paio di rivoli si erano fatti strada colando sulle gambe perfette.
Io ero molto provato, ma stavolta non mi avanzò alcuna ulteriore richiesta. Si sedette sulle mie gambe e accarezzò amorevolmente il mio cazzo ancora fuori dalle mutande.
"Ho raggiunto il mio scopo. Non solo sei diventato disponibile, ma ora sei talmente altruista da godere per il piacere della tua compagna, anche se scopa con un altro uomo. Sei arrivato al massimo livello, sei libero".
Ancora scosso, annuii sorridendo.
Si alzò e buttò la gabbietta di castità nel cestino, proprio davanti ai miei occhi
"Ti amo Monica, da ora in poi sarò una persona diversa"
"Anche io, sono molto felice"
"Siamo pari?", chiesi ancora una volta, per conferma.
"Siamo pari", rispose lei stracciando quel maledetto foglio firmato un mese prima.



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