Sin da giovane sono sempre stato una persona estremamente sicura di se stessa, che tende ad acquisire il controllo delle situazioni, ma soprattutto delle relazioni. Spesso si è rivelato un grande vantaggio, in ambito lavorativo mi ha permesso di arrivare molto in alto nelle aziende in cui ho lavorato. Nel sociale sono sempre stato visto come una sorta di leader che decide le sorti delle serate e organizza sempre tutto. Sembrerebbe un grande vantaggio, e per un certo senso lo è, mi ha permesso di vivere molte esperienze e non fermarmi mai davanti a nulla. Il rovescio della medaglia, però, è che un carattere così forte a volte ti porta ad avere conflitti, non sono mai riuscito a coltivare una relazione lunga, duratura e sana. Tutto questo fino all'arrivo di Monica, mia compagna ormai da anni. Solo lei ha saputo come prendermi e sopportarmi, e provo verso di lei un amore smisurato. Posso considerarla il mio tallone d'Achille, mi è sempre stata vicina anche nei momenti peggiori, posso perdere tutto ma non lei.
Nonostante ciò, la mia indole è sempre rimasta la solita, un po' egoista e strafottente. Spesso mi rinfaccia di non darle abbastanza attenzioni, di stare sempre fuori casa per lavoro ed essere troppo possessivo. Non le posso dare torto, ma la mia vita è questa.
Una sera come tante, tornato a casa, affrontammo una litigio molto accesso sui soliti temi, in cui ci urlammo contro le cose peggiori. Col senno di poi aveva ragione, non stavamo mai insieme, tendevo a controllarla e fondamentalmente a fare ciò che mi pareva senza considerare le sue opinioni.
Il giorno seguente, rientrando da lavoro, la trovai seduta sul divano con un calice di vino tra le dita.
"Ciao amore, siediti qui con me, versati un bicchiere..."
Era molto strano, non succedeva mai. Presi un po' di rosso e mi accomodai.
"Sarò diretta. Così non può continuare", esclamò subito.
Mi sentii crollare il mondo sotto i piedi. Anche se la nostra relazione non era rose e fiori, per me Monica era tutto. Mai avrei pensato che volesse mettere fine al rapporto. Litigavamo, ma era l'unica persona che avessi mai amato in vita mia. Sembra brutto da dire, ma dipendevo sentimentalmente lei, era il mio unico punto fisso.
"Dai Monica, che stai dicendo, parliamone..."
"Sei troppo egoista, possessivo, vuoi essere dominante in qualsiasi cosa fai, con chiunque, mi sono stancata"
"Ti prego possiamo trovare una soluzione"
"In effetti una soluzione c'è. Ma non ti piacerà."
"Farò tutto quello che vuoi"
Non avevo idea di dove volesse andare a parare, ma ero sincero nel volermi tenere Monica a fianco con le unghie e con i denti.
"Dovrai affrontare un percorso di rieducazione e imparare a trattarmi come merito"
"Spiegati", la interrogai io, un po' spaventato.
"Ribalteremo i ruoli, io sarò la dominatrice e tu il sottomesso. Farai ciò che dico io, senza fiatare, come uno schiavo. Tutto questo durerà finché non mi avrai dimostrato di aver capito, solo allora potremo ristabilire un rapporto alla pari."
"Non se ne parla, non faremo questo gioco, mi sembra.."
Monica mi interruppe bruscamente: "Va bene, addio". Si alzò velocemente, diretta in camera, dove aveva una valigia già pronta ad essere riempita.
"Ferma, ferma, ferma! Ci sto."
Non avevo ancora idea di cosa avrebbe voluto dire, ma non avevo scelta, se ne sarebbe andata sul serio.
"Bene, iniziamo subito"
Mi fece firmare un contratto ufficioso in cui mi impegnavo a rispettare tutte le regole senza ribellarmi. Erano presenti clausole come:
- Mi autorizzi a dominarti in qualsiasi forma, sia fisica che mentale.


- Decido io cosa fare, sempre.
- Sarai in castità finché lo deciderò io.
- Decido io quando e come puoi provare piacere.
- Posso avere altri partner sessuali mentre è valido questo contratto.


"Ma cosa stai dicendo Monica?", sbottai arrivato all'ultima clausola.
"A che ti riferisci?"
"Vuoi scoparti altri uomini? Come ti permetti!"
"Certo, come se tu non ti fossi scopato la tua segretaria..."
Rimasi spiazzato, avevo combinato un guaio in effetti, ma non pensavo assolutamente che ne fosse a conoscenza. Era stata una scappatella di una sera, bloccati in ufficio per dei documenti da compilare. Era stato solo sesso, non aveva significato nulla.
"Ehmm.. ti giuro è stata solo una sbandata, non è mai più successo!"
"Non mi importa ormai. Le clausole sono queste, prendere o lasciare. Sei stato anche troppo fortunato ad avere questa opportunità da me."
Rimasi in silenzio, firmai quella sorta di documento pieno di cose degradanti e glielo consegnai.
"Bene. Domattina iniziamo, ti avverto che non sarà facile. Buonanotte."
Mi addormentai con mille pensieri in testa, ripensando a tutte le cose che avevo sbagliato nella vita e nella relazione con la donna migliore del mondo.
La mattina seguente mi alzai, trovai Monica già in cucina con un oggetto strano in mano, di metallo.
"Buongiorno caro, avvicinati..."
Continua...


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