Mi piace Mirko perché non è gay. Non è innamorato di me, è solo perso per il mio culetto e mi usa come una puttana gratis. Se mi bacia in bocca è solo perché così gli diventa più duro e ci vediamo solo quando me lo vuole picchiare in culo. Non lo vedo per una settimana o due e poi m'arriva un whatsapp e, se sono libero, dopo dieci minuti è già sotto casa mia con la sua moto che m'aspetta in una stradina laterale. Ma quando è attizzato, passa a prendermi anche due tre volte al giorno. Mattina, pomeriggio, mezzogiorno o notte non importa se ha il cazzo duro per me: una volta m'ha richiamato un'ora dopo avermi riportato a casa. Mi fa felice.
Io salgo dietro e m'aggrappo al suo pacco. Mi piace quando non ce l'ha ancora duro del tutto e lo sento incazzarsi sotto i pantaloni. Di solito mi porta dietro al cimitero e me lo lascia ciucciare per un poco mentre mi chiama frocio cagna puttana succhiacazzi e poi mi rompe subito il culo contro una recinzione. Ha sempre fretta d'incularmi, il mio culetto lo fa impazzire e dopo avermi ingravidato mi stringe come una ragazzina. Figa, in quei momenti, col suo cazzo duro inchiodato fermo in culo, vorrei rimanere incinta di lui.
Altre volte mi porta a casa sua e scopiamo davvero, magari di sabato pomeriggio o tutta notte. Mi massacra, è un toro che dopo essere venuto tre volte mi scopa ancora e, ma forse non dovrei dirlo, m'asciuga i coglioni segandomi e ciucciandomi senza tregua. No, lui non lo prenderebbe mai in culo, ma me lo stringe sempre e mi tortura i coglioni. Mi sega da sfinirmi mentre mi monta a cucchiaio, gli piaccio perché sono una troia con un cazzo vero, non un cazzetto. Me ne vado via sempre col culo rotto e i coglioni doloranti.
Ha paura d'innamorarsi e di passar per frocio ed allora mi porta alla monta, come dice lui. Mezz'ora d'auto e siamo al fiume. Mi mette un cappuccio di cotone nero in testa e m'incula per primo. Gli altri usano il preservativo. Non vedo nulla, capisco che abbiamo finito quando sento ancora il suo cazzone e questa volta dura almeno venti minuti. So che ci guardano.
In un certo senso l'ho cuccato io in piscina l'agosto scorso. Ero stato tutto luglio nella casa dei miei al mare con cugine e nonni ed ovviamente non avevo combinato un cazzo, ma appena potevo andavo sulla terrazza a prendere il sole nudo. Quando sono arrivati anche i miei sono scappato e me ne son tornato a casa da solo. Credevano che fosse per una mia amica, Martina, che era tornata dalla vacanza in Sardegna.
Mi sentivo bello, ero abbronzatissimo ed ero in calore. Ma sono una frana, chattavo su grindr senza poi avere mai il coraggio d'incontrare sconosciuti: lo facevo solo per eccitarmi e segarmi col cazzo di gomma che m'ero comprato. Gli unici due con cui avevo fatto sesso fino ad allora erano via. Non mi restava che il cazzo di gomma e sognarmi storie. Come quel pomeriggio in piscina.
C'ero andato da solo sperando di cuccare e sapendo già che non avrei combinato nulla. Mi sono steso vicino ad un gruppetto di amici, tre coppie di trentenni. Uno era il mio sogno erotico: bello, muscoloso, tatuato maschio 100% con compagna figa che di nascosto gli toccava il pacco appena poteva. Spiavo dietro le lenti scure mentre leggevo pancia in giù e chiappe tese, volevo mi notasse. Ogni tanto mi alzavo per una doccia e tornavo col corpo lucido.
Non sono male, due ragazze si sono sedute con me, una davvero carina, ed abbiamo chiacchierato e riso un sacco. Ma quando ho visto il mio uomo andare in acqua con la sua tipa, l'ho seguito. Facevo vasche avanti ed indietro fermandomi poi aggrappato al bordo sempre vicino ai due che flirtavano in acqua. Improvvisamente ho sentito uno fermarsi al mio fianco e palparmi il culo. Era il suo amico che senza guardarmi, i gomiti poggiati sul bordo, mi fa: “Tra poco ce ne andiamo, la porto a casa e torno per le sette. Aspettami qui fuori, nel parcheggio.”
Minchia!, morivo. Non sapevo che cazzo dire.
“Non sei frocio?!” S'è voltato per un istante. Poi: “Dai, toccami il cazzo.”
Indossava bermuda larghi, con la mano sott'acqua gli ho cercato il cazzo e mi si è annodato lo stomaco quando ho stretto la nerchia dura. “Bravo!” Sempre senza guardami. “Qui in piscina non c'è un altro culetto come il tuo. Che faccio? Ti trovo se torno indietro?”
Ho annuito.
Lui è saltato fuori in un balzo schizzandomi acqua in faccia. Lo guardavo per la prima volta: ottanta chili di maschio vero scopatore, schiena ampia, bacino largo, cosce grosse coi peli appiccicati e quando s'è girato addominali forti coi muscoli delineati ed il torace villoso. Il viso senza barba, occhi chiari. M'ero già dimenticato dell'altro, questo mi faceva sesso animale.
Sono rimasto a mollo a lungo, ero in slip da mare ed erezione. Fuori ho ritrovato le mie nuove amiche, ho raccontato che la mia ragazza era al mare. Dopo dieci minuti 'ciao'.
Sono tornato al mio asciugamano che se ne stavano andando anche i miei vicini: io ora spiavo solo Mirko (ho scoperto poi come si chiamava) sperando in suo sguardo. Ha fatto di più, girato verso di me s'è sistemato il pacco sorridendo.
Figa ero quasi in panico, stavo per fare una cazzata colossale. Ho passato un'ora assurda, eccitato e spaventato, sempre tentato di dar buca e scappare. Non era certo il mio tipo, io mi sogno un atleta nero con le chiappe muscolose e lucide, ma poi pensavo che m'aveva palpato il culo e minchia se lo volevo!
Non lo prendevo in culo da due mesi, era stato Paolo, ma quello aveva un cazzo da paura. Beh, ero allenato col cazzo di gomma e nel cesso mi sono infilato due dita unte d'olio solare.
Alle sette meno cinque ero fuori accanto al mio scooter, calzoncini dorso nudo e zainetto in spalla. Si ferma una moto, è in canotta rossa e bermuda. “Hai già il casco.” Dice. Monto dietro, ha le spalle larghe da muratore. Sono timido, lo tocco appena. Guida verso il cimitero, ci gira attorno e s'infila in una radura del boschetto.
Scendo, leviamo il casco, sono in ginocchio, ha il cazzo che esplode. Largo, nodoso, con la cappella grossa e scoperta che mi fa lacrimare. Mi solleva e spinge contro una rete metallica, faccio appena in tempo ad abbassarmi i calzoncini che mi risale in culo. Arghh, m'allarga da panico ma mi scivola dentro facilmente, michia se sono felice, mi sento la puttana perfetta.
Mi sbatte tenendomi per i fianchi, picchia duro per farmi gemere, sempre più forte, cazzo mi ci vuole ficcare anche i coglioni! Troviamo il ritmo giusto, io inarco bene la schiena, il culetto alto come si deve, e lui mi sfonda da toro. Il cazzo mi balla sotto sgocciolando, ce l'ho duro. Me l'afferra e mi sega. Nemmeno dieci secondi e sborro ed ogni sborrata mi blocca il respiro dal male, il culo che si stringe chiuso sul suo cazzone. Sono sudato marcio lo imploro di venire.
M'artiglia il ciuffo sulla fronte, me lo spinge nello stomaco e sborra riempiendomi. Non ci credo, colo sborra mentre si sfila.
E poi cala l'imbarazzo. Ci ripuliamo con i kleenex alla meglio, rialzo i calzoncini, lui si rimette il casco. Okay, monto dietro e parte. Questo non lo vedrò più, mi dico.
Cinque minuti e siamo al parcheggio della piscina, ci sono un paio di famigliole che caricano l'auto. Non voglio che riparta appena smonto. Ma non so che cazzo dire! Aspetta col motore acceso che scenda. Non posso chiedergli io il cellulare! Mi fa incazzare, mi tratta da puttana.
Gli do una pacca sulla spalla. “Figa, amico, m'hai fatto male ma non sai la voglia che m'hai lasciato!” Scendo, lui non riparte. Gira la testa per guardarmi, io non gli vedo il viso dietro la visiera, solo il riflesso del mio corpo seminudo. Faccio la troia, mi stiro la schiena dolorante e mi piego a novanta per togliere la catena al mio scooter. Non se n'è andato. Torno da lui, nessuno ci sta guardando, poggio la mano sul suo pacco. Mi tira vicino palpandomi il culo. “Ti aspetto là.” E riparte.
Cazzo, lo inseguo con lo scooter, ma è troppo veloce. Lo trovo nella radura, in piedi accanto alla moto. È mio. Gli tocco il cazzo duro, mi rigiro strusciandogli contro e gli twerko contro. “Voglio essere la tua puttana.”
« ma a me quando capita una storia cosi ho una voglia di prendere un bel cazzo in culo mm»