Prendevo lezioni di matematica da Samuele, un ragazzo di una classe più avanti della mia, in verità non ne avrei avuto bisogno ma pur di vederlo arrivai a prendere 4 nel compito in classe.


Era un bel fusto, magro e slanciato, avevo 17 anni e frequentavo le superiori, stavamo ripassando per un compito nella mia camera, i miei lavoravano fino a tardi quindi non aveva da temere sorprese da quel lato.


Per non sembrare una troia, ero vestita casual ma non troppo, una canotta vista tette e un paio di pantaloni della tuta, con piedini strategicamente nudi, smalto color argento delicato ma anche sexy, ed eravamo seduti sul divano.


Cercavo disperatamente di far finta di non capire un'espressione matematica che avevo in realtà risolto giorni prima, di fronte al suo sforzo intellettivo soffocai una risata mantenendomi seria.


"Ok, credo di esserci arrivata adesso!", gli dissi sperando di essere convincente, quando Sam si alzò guardando l'orologio. "Cazzo, scusa Stefi, devo essere tra mezz'ora dalla mia ragazza, Jo, vado in bagno a lavarmi le mani poi torno e vedo se l'hai risolta...", asserì fintamente contenta, per poi incominciare a pensare a come trattenerlo. Quella puttana di Jo era per giunta una sua compagna di classe, che si beava di avergli suggerito di rivolgersi al suo ragazzo per aiutarla in matematica: ed era anche bruttina. 


"Oh Stefi ti aiuterà, è un genio in matematica...", però avrei preferito che fosse un genio del cazzo!



Tornò dal bagno e io decisi di passare all'azione, come si dice o la spacca o mai più, e sapevo cosa doveva spaccarmi Samuele...



"Risolto, Stefi?", mi chiese speranzoso, e mettendo la faccia più innocente possibile gli dissi che no, avevo bisogno di più tempo.


"Eh, no, sono di fretta, altrimenti Jo mi ammazza!", disse ridendo forzatamente.


Tirando fuori il sorriso più sexy che avevo gli dissi, "Non c'è qualcosa che possa convincerti a restare...", e ammiccai al rigonfiamento della patta che non credevo fosse venuto per caso.


"Tipo cosa...", "Lo sai bene cosa...", e avvicinatolo mi alzai e incominciai a mettere le mani sulla cintura della tuta per sfilargliela e abbassargli i pantaloni.


Non vedendo reazioni negative, lo fissai con i miei occhioni castani, per poi inginocchiarmi e prendere un cuscino posandomelo sulle ginocchia. 


Incominciai uno spettacolare pompino, accompagnandomi con la testa in un su e giù che mirava a farglielo diventare sempre più duro di quanto già non fosse, e dopo averlo spompinato due e tre volte rallentai, dando colpetti di lingua al glande, per poi ricominciare a prenderglielo in bocca e poi fermarmi di nuovo, e ripartire dalla palle e risalire su fino alla cappella, a quel punto glielo affondai tutto in bocca facendolo esplodere di goduria: "Ohhh Stefiii che pompinaaraa!"


Ormai ero irrefrenabile, alternavo leccate a spompinate veloci, e mi fermai solo per sondare le sue intenzioni. Vedendolo ancora indeciso se scoparmi o meno, ripresi lo spompinamento, e per convincerlo accompagnata dalla mia sapiente mano giravo tutto intorno al suo glande, per poi smenarmelo con la mano, mentre lui mi accarezzava i capelli con uno sguardo eccitato.


Però mi ero rotta i coglioni e volevo scoparmelo, tirai su la maglietta esibendo la mia precoce quarta di tette, e poi sfilai la tuta rimanendo a quel punto solo con reggiseno e mutandine ridottissime.


Ripresi a pomparglielo speranzosa, avendomi vista semi nuda non poteva resistermi, sembravo una idrovora da come lo spompinavo, avevo avuto un ottimo maestro ma di questo parleremo più avanti, era talmente attaccata a lui nel darmi forza col risucchio che potevo dimenarmi senza rischiare di cadere sul pavimento. 


Il cazzo di quello stronzo era prontissimo, mi facevano male i piedi ad appoggiarli per terra niente non accennava a cedere, ma finalmente mi fece un cenno di liberare il divano per mettermi sopra e trombare.


"Lo studio è rimandato...", disse credendo di essere spiritoso, ma volevo solo essere chiavata, e per fargli capire che figa aveva davanti feci un veloce passo indietro, mi girai sfilandomi le mutandine e facendogli vedere un culo che Jo se lo sognava, visto che nella doccia a scuola avevo visto com'era flaccido.


Ma lo spettacolo non era finito, sfilai i gancetti del reggitette e quasi svenne nel vederle così belle e morbide. Diedi un' ultima salivata al suo arnese, poi finalmente salì su di lui a smorzacandela, cercando il suo cazzo per essere impalata perfettamente da un uccello parecchio in tiro.


"Aiutami...", mi disse, ma io perfidamente me lo giochicchiavo con la mano ritardando il momento della penetrazione, fino a quando trovai il buco della mia fighetta e la penetrai col cazzo di Samuele, allungando i miei piedini sulle sue ginocchia per dare ritmo.


"Ohhhh, ohhhh", iniziai a gemere, spingendo contro il muro le mie mani, mentre Sam dimostrava una certa esperienza alternando ritmo veloce e più lento, facendomi progressivamente impazzire. Se i miei fossero entrati adesso nella stanza, la visione del mio culo nudo impalato da un cazzo robusto e delle mie gambe divaricate avrebbe causato un infarto!


Intanto Samuele aveva appoggiato una mano dietro per eccitarmi ancora di più,dandomi l'impressione di volermi ficcare un dito in culo, e con un cenno mi indicò di invertire la posizione, cosa che riuscì a fare senza neanche togliermi il suo pisello dalla figa, che lui sembrò martellare ancora più forte. Non l'avevo mai sperimentato lo smorzacandela inverso, ma fu subito una goduria perchè Sam mi spinse all'indietro facendomi dimenare in modo sempre più osceno, "Ohhhhhh spaccamii!", e strizzandomi i seni mi rovesciò appoggiandomi sopra di me e incominciando un'ultima galoppata. Con un urlo liberatorio lo tirò fuori dalla mia figa spruzzandomi dappertutto per il pancino.


"Ahhhhhh", gemetti goduta, mentre lui mi guardava un pò imbarazzato. "Non lo dico a Jo, tranqui...", gli dissi, e alzandomi in piedi lo baciai slinguandomelo e finendo per sempre i nostri pomeriggi di studio. Da quel momento le posizioni geometriche sarebbero state quelle che facevamo scopando...

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