Alle scuole medie avevo un compagno di classe particolarmente omofobo, molto rozzo e volgare. Il sesso era la sua ossessione e non perdeva occasione per mostrare le sue erezioni sotto i pantaloni. Lo aveva fatto un paio di volte davanti a piu persone, ma era successo in altri casi che si toccasse e mi guardasse dritto negli occhi. Forse sapeva che, nonostante mi mettesse in imbarazzo, la cosa mi piaceva e mi provocava. 
Per un paio d'anni mi sono masturbato fino allo sfinimento pensando a lui e al suo più che notevole amichetto tra le gambe, poi le nostre strade si sono separate e le mie fantasie sono calate. 
Non ci siamo visti per quasi 10 anni fino a un giorno di capodanno. Erano circa le 15 e mi stavo dirigendo verso la casa di alcuni amici con cui avrei trascorso le feste, ma la pioggia mi ha colto alla sprovvista e mi sono completamente inzuppato. 
Era una strada poco trafficata, soprattutto a quell'ora, e sentire un clacson suonare ripetutamente verso di me mi ha subito spaventato. Pochi secondi dopo mi giro e mi rendo conto che a suonarmi era proprio lui, lo stesso compagno che ha passato i tre anni delle medie a prendermi in giro. 


Lo saluto con un misto di stupore e cordialità e lui nota subito le mie condizioni impresentabili: ero bagnato dalla testa ai piedi e morivo di freddo. Come se fossimo grandi amici, si offre di darmi un passaggio e mi chiede di salire in macchina. 
Non mi ero mai fidato di lui ma in quell'occasione avevo così poco da perdere che ho accettato senza pensarci un attimo. 

Mi accomodo e mi chiede dove stessi andando. Gli spiego che la casa dei miei amici è poco distante e che può lasciarmi a poche centinaia di metri da lì, per non arrecargli troppo disturbo. Lui invece, chiacchierone com'è sempre stato, mi offre di andare a casa sua per asciugarmi e prendere un caffè: invento una scusa con i miei amici e decido di andare a casa sua. 


Scopro che vive da solo in un piccolo monolocale poco ordinato e con una bella sorpresa ben in vista: un fleshlight, una vagina artificiale ben in vista e sporca di sborra fresca di poche ore. Non posso fare a meno di commentare in maniera ironica e lui mi risponde dicendomi: "In qualche modo devo pur fare, con le ragazze non ci so fare perché capiscono che voglio andare subito al sodo ma non sanno cosa si perdono". 
È sempre stata la sua permalosità a farmi attizzare e farmelo piacere ancora di più, e se da piccolo avevo timore a farmi avanti adesso era la cosa che più aspettavo. 


Gli rispondo tono su tono: "dicono tutti così e poi...". Lui quasi se la prende: "oh, io ce l'ho lungo e grosso davvero, non ricordi?". 
Io faccio un po' il vago: "Non ricordo più, è passato troppo tempo ed evidentemente non l'ho visto così bene". 
Con tutta la disinvoltura del mondo lui si abbassa i pantaloni, se lo prende in mano e inizia a toccarsi per farlo diventare duro. 
Io rimango impietrito ma mi complimento subito pur di andare oltre: "forse avevi ragione, anche a riposo mi sembri messo bene". 
Il suo cazzo diventa di marmo in meno di un minuto e si butta subito sul letto per prendere il suo giocattolo. Mi invita a seguirlo e così faccio: stavo per accomodarmi sul letto ma approfitta del fatto che fossi bagnato dalla pioggia per spogliarmi. 
Rimaniamo entrambi nudi e mi propone di usare il suo fleshlight, ancora lubrificato dalla sua sborra di qualche ora prima. In preda all'eccitazione accetto e inizio a godere. 
La sua torcia aveva un doppio ingresso, quindi mentre io avevo già infilato il mio cazzo lui sale su di me e infila anche il suo dal lato opposto. Era una delle situazioni più eccitanti di sempre per me. 
Le nostre cappelle si sfregavano e sbattevano l'una contro l'altra mentre lui mi guardava intensamente negli occhi. Ad un certo punto non resisto più e prendo in mano il suo cazzo fino a portarmelo in bocca. Lui esclama "io l'ho sempre saputo che volevi il mio cazzo!". E come dargli torto? Era lungo almeno 20 cm ed era largo quasi quanto il mio polso. Entrava a fatica nella mia bocca ma lui spingeva così forte che era impossibile che non entrasse. Il suo pisello sapeva di tutto tranne che di pulito, ma la cosa mi eccitava ancora di più e non vedevo l'ora di ricoprire ogni odore con della sborra calda. 

Succhio per un paio di minuti ma poi lui vuole di più: vuole il mio culo. Mi giro e mi trafigge al primo colpo. Era un sesso quasi animalesco per velocità e intensità, e il modo in cui mi sento avvolto dal suo corpo mi spinge a benedire quella pioggia che aveva modificato i piani della mia giornata. 
Adesso ero sotto un'altra pioggia: quella della sua sborra. Dopo una decina di minuti a ritmi forsennati di sesso anale, lo tira fuori e apro la bocca. Me lo sbatte dritto in gola e mi riempie la bocca di sperma salato e bollente. 
Momentaneamente esausto, si butta sul letto con il cazzo che ancora pulsa. Gli salgo di nuovo addosso e ricambio la sborrata in bocca, che lui ha a mia sorpresa gradito. Mi tira per il collo e iniziamo a baciarci con la mia sborra ancora in bocca. 


Ci rendiamo conto che sono ancora le 16 e che abbiamo tutta la giornata a disposizione per divertirci. Per un po' diventerò io il suo giocattolo preferito e non potrei chiedere di meglio. 

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Categorie: Gay e Bisex