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Parecchi anni fa mi capitò di conoscere Federica in una vecchia chat. E’ una ragazza molto bella, che abita in un piccolo comune della provincia abruzzese.
Si tratta di una località tra Pescara e Chieti che dà poche possibilità ai giovani, la disoccupazione è altissima e i pochi lavori disponibili sono solo quelli più umili.
Questo vale soprattutto per Federica che oltre la terza media non è mai riuscita ad andare e quindi gli unici lavori che nella sua vita è riuscita a procurarsi sono quelli di pulizia e cura.
Non è mai riuscita neanche a trovarsi un buon partito, perché i suoi evidenti limiti culturali si notano subito non appena apre bocca, oltre a non essere una ragazza molto sveglia di suo diventando complicato per chiunque anche portarla in qual si voglia locale senza esporsi a fare delle brutte figure.
Decido di invitarla a casa mia vicino a Venezia per conoscerla meglio, ma si rivela una ragazza ancora più stupida e insulsa di quanto non avessi capito in chat e per telefono e quindi decisi che l’unica cosa per cui avrebbe potuto suscitare un interesse è il materasso, non avrei mai potuto scendere in basso a mettermi con una così nonostante la sua avvenenza.
Federica è infatti non altissima, mora, capelli lunghi, ha due belle tette porta una quarta misura abbondante di reggiseno, abbastanza magra con un bel culetto.
Dopo questo primo incontro ci perdemmo di vista, anche perché cercava in continuazione di spillarmi soldi non avendole il suo datore di lavoro rinnovato il contratto, ma nonostante non si trattasse di grandi cifre, anzi direi per me irrisorie quasi nulle decisi di lasciarla al suo destino.
Capii infatti che dato l’evolversi del mercato di lavoro, il fatto di non avere nessuna competenza spendibile ben presto si sarebbe ritrovata in condizioni ancora peggiori economicamente. Anche il padre si trovò senza lavoro, la famiglia faceva fatica a pagare le utenze più elementari e non poteva darle i soldi neanche per uscire a bere un caffè con gli amici.
Mi chiese allora un prestito di cinquanta euro per poter uscire una sera con le amiche, a quel punto io capii che la situazione era talmente disperata che me ne sarei potuto approfittare, infatti era abbastanza prevedibile che non sarebbe riuscita a restituirmi i soldi e allora decisi di fingermi generoso, però prima avrebbe dovuto fare due foto: un selfie con le tette al vento con la faccia ben visibile e un’altra con un tubetto in culo firmandomi una liberatoria per la pubblicazione di entrambe le foto nel mio blog, nel caso non mi avesse pagato entro quindici giorni
Lei accettò, ma cerco di dire che avrebbe fatto le foto dopo che le avessi dato i soldi cosa che non accettai ben sapendo che non l’avrebbe mai fatto e gabbato lo santo. Mi telefonò piangendo dicendo che ero un mostro e che dovrei avere pietà, ma non me ne fece nel modo più assoluto e lei mi disse addio, non mi vuoi bene e non è giusto che mi tratti così.
Dopo una decina di giorni si rifece viva, mandandomi tutto quello che avevo richiesto e allora le diedi i cinquanta euro, da questo fatto capii che oltre a non valere nulla culturalmente e a non essere molto intelligente non aveva neanche un carattere particolarmente forte e che avrei potuto manipolarla nel modo che mi sarebbe aggradato di più.
Come previsto dopo quindici giorni non aveva i soldi da restituirmi e quindi le feci presente che mi vedevo costretto a pubblicare le foto sul sito e non si sarebbe potuta opporre avendo firmato la liberatoria.
Federica piangendo disse che ero un mostro e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare la pubblicazione, infatti se i suoi genitori che erano ferventi cattolici avessero visto le foto sarebbe stata rovinata.
Pensai che non fosse ancora il momento di farla diventare una mia schiava, ma che servisse un ulteriore passo nel percorso verso l’umiliazione e la sottomissione. Le chiesi di fare altre foto dandomi anche in questo caso l’autorizzazione alla pubblicazione: Le feci fare altre foto: una col manico della scopa in culo, una con delle molette sui capezzoli.
Ovviamente tutto questo non era in cambio dell’estinzione del piccolo debito, ma solo come proroga di quindici giorni dato che nella condizione in cui era difficilmente sarebbe riuscita a restituirmi quei soldi.
La situazione da un punto di vista psicologico per un sadico come me si faceva sempre più divertente ormai era completamente nelle mie mani, avrei potuto scegliere di schiacciarla nel momento in cui più mi aggradava. Fu infatti un seguito di umiliazioni sempre più spinte in cambio di proroghe del debito, quelle foto col suo permesso di pubblicazione mi permetteva di schiacciarla in modo sempre più forte.
A un certo punto decisi di fare alzare il livello: Questa volta in cambio di un ulteriore proroga che le consentisse di mantenere intatta la sua credibilità e di non essere vista in modo osceno da tutti anche nel suo paesino avrebbe dovuto diventare una mia schiava, ma non la solita schiava di cui parla in ambito bdsm, ma una schiava vera. Avrebbe dovuto installare un software spia nel suo cellulare che mi avrebbe consentito di leggere tutti i suoi messaggi WhatsApp, sms di ascoltare le sue telefonate, non avrebbe potuto uscire con le amiche, né fare alcunché senza il mio permesso. Avrei potuto farla battere sulla statale, come fare qualsiasi cosa mi fosse venuta in mente senza alcun limite.
Federica nei pochi secondi in cui rispose di si dato che non aveva altra scelta se non voleva perdere completamente la sua credibilità ed essere ripudiata dai suoi genitori e dai suoi amici e maledì quella volta che mi aveva chiesto quei cinquanta euro in prestito.
La mia soddisfazione fu enorme con cinquanta euro avevo trasformato una brava ragazza di provincia in una schiava e questo fu motivo di grande soddisfazione.
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