“Dai porta su la borsa in camera e poi vieni in cucina, sto preparando”. “Ok, faccio anche un salto in bagno e ti raggiungo”. Presi la mia borsa e salii le scale fino alla sua camera. La conoscevo già, il suo letto l’avevamo già collaudato anche se non fino in fondo e questa volta Corrado mi aveva messo una rosa sul “mio” cuscino. Andai in bagno e mi accorsi che le mie mutandine erano umide, avevo voglia di lui, di stringerlo, di baciarlo, di sentirlo godere, di sentirlo finalmente dentro di me. Mi soffermai davanti allo specchio, mi guardai e mi vidi davvero bella e ne fui felice. Scesi le scale di corsa ed arrivai in cucina. Corrado era indaffarato ai fornelli da cui proveniva davvero un buon profumino. Lo raggiunsi alle spalle e l’abbracciai facendo aderire il mio corpo alla sua schiena, lo baciai sul collo. “Se fai così non s’inizia neppure a mangiare” mi disse staccandomi. “Ho voglia di te, ti amo” gli dissi stringendoli le mani tra le mie. “Ok, faccio la brava, mi siedo sul divano e tu mi chiami quand’è pronto” “Ottima idea, tra 10 minuti è pronto” mi sorrise e mi lanciò un bacio con la mano. La televisione era accesa ma neppure la sentivo, sentivo solo il desiderio dentro di me ed il mio cuore che batteva. Ne avevo parlato con mamma e lei mi rassicurò in tutti i modi possibili, mi spiegò cosa sarebbe successo e cosa sarebbe potuto succedere ma tutte le sue spiegazioni non erano sufficienti a togliermi le paure che ancora avevo. Più ci pensavo e più ne avevo voglia e più avevo paura che qualcosa non funzionasse. M’accorsi in quei momenti che averlo pianificato era stato un grosso errore, doveva capitare, doveva succedere magari quando eravamo nudi sugli scogli o quella sera nel suo letto e non essere deciso nel luogo, modo e tempo. Avevo quasi voglia di piangere. Corrado accese della musica e mi invitò in cucina: “E’ pronto”. Aveva preparato un piatto di spaghetti dal profumo eccezionale. “Cosa c’è che non và”? mi chiese dopo avermi visto arrivare. Avevo cercato di dissimulare i miei pensieri ma, chiaramente, non ero riuscita a farlo. “Nulla” risposi sorridendo “forse solo un po' di ansia”. Mangiammo parlando del più e del meno ma la voglia era nell’aria, si respirava, si annusava. “Vienimi vicino, ho voglia di stringerti e di accarezzarti”. Corrado si alzò, mi prese per mano e mi accompagnò al divano. Prese i due bicchieri dove avevamo lasciato ancora un goccio di vino bianco e mi porse il mio. “Ho voglia di te” mi disse sedendosi al mio fianco “ho voglia di accarezzarti e di baciarti, ho voglia di vederti godere e di godere di te ma se credi non sia il momento adatto la nostra prima volta sarà …. un’altra volta”. Mi aveva letto nel pensiero: non che ritenessi quello il momento adatto ma…forse… l’avevamo caricato di troppe aspettative. Le sue labbra si appoggiarono alle mie e la sua lingua entro a cercare la mia, ci abbracciammo e le nostre mani cercarono subito i nostri punti più sensibili. Le sue dita arrivarono subito alle mie mutandine che già sentivo umide e la mia mano accarezzava il suo cazzo che stava crescendo dentro i pantaloni della tua. “Basta Corrado, non aspettiamo, ti voglio, subito” lo implorai. Mi prese in braccio ed io mi strinsi a lui, arrivammo al suo letto che aveva già preparato con petali di rosa. Mi adagiò con cura e piano cominciò a spogliarmi. Ero in suo potere, più lo guardavo e più mi sentivo felice di essere finalmente sua. Nuda mi infilai sotto le coperte, lui si spogliò abbastanza goffamente e mi raggiunse in un attimo. Ci abbracciammo ed i nostri corpi divennero un corpo solo, sentivo tutta me stessa aderire completamente a lui, i miei seni schiacciati sul suo torace e le mie gambe che scivolavano sulle sue, il suo cazzo duro tra le mie gambe. Mi muovevo avanti ed indietro per sentirlo meglio e le labbra della mia fighetta si bagnavano sempre di più. “Credo sia il momento giusto” gli dissi staccandomi solo un poco. Ne avevo voglia anche se non sapevo cosa sarebbe successo ne cosa avrei provato. Si spostò e con delicatezza appoggio la cappella del suo cazzo tra le labbra della mia figa, l’aveva già fatto altre volte, mi piaceva sentirlo quando la faceva scivolare un pò dentro per poi uscire e farla scivolare tra le labbra. Aprii le gambe più che potevo, mi offrii a lui andando incontro al suo cazzo: spinse piano, sentii solo un leggero dolore, poco più di un fastidio e lo sentii entrare. La sua cappella accarezzava le pareti della mia vagina, era una sensazione nuova, mai sentita. “Amore, sono tutto dentro di te” mi disse baciandomi sul collo. “Ti sento….” Gli risposi e rimasi ad ascoltare il mio corpo, le sensazioni di sentire il suo cazzo dentro di me che scivolava avanti ed indietro, avevo quasi paura che uscisse e non rientrasse più. Mi piaceva sentirlo dentro, era una sensazione nuova che mi dava piacere. Poi quasi d’improvviso come un’onda di caldo mi è partita dal ventre, sentivo il piacere invadermi, la mia figa cominciò a pulsare, a stringere il cazzo che avevo dentro in un abbraccio senza fine. “Muoviti amore, muoviti più forte….sto godendo…..” riuscii a dire prima di abbandonarmi al piacere. Corrado spinse fino in fondo e più in fretta poi d’improvviso si sfilò: sentii la sua sborra bollente sulla mia pancia. Corrado si stese al mio fianco e io mi toccai le labbra della figa, le accarezzai e poi mi guardai le dita, solo piccole tracce di sangue. Accarezzai la sborra e la spalmai come una crema sul mio corpo, portai le mie dita in bocca e le succhiai: finalmente non ero più vergine e ne ero felice. “Andiamo a farci una doccia” proposi a Corrado che già si stava addormentando. “Ok” e, malvolentieri, si alzò e ci avviammo alla doccia. L’acqua calda scivolava sui nostri corpi e i nostri sensi sembravano risvegliarsi, Corrado mi stringeva da dietro e mi baciava sul collo: sapeva che era un modo semplice per farmi impazzire dalla voglia, accarezzava i miei seni e mi stringeva i capezzoli ed io sentivo i suo cazzo che piano cresceva e si appoggiava sul mio culo. “Adesso possiamo fare l’amore quando vogliamo” mi sussurrò all’orecchio. “Anche in doccia?” gli chiesi io. Non se lo fece dire due volte, il suo cazzo si appoggiò da dietro alle labbra della mia figa e lentamente cominciò ad entrare. Mi abbassai per aiutarlo e lo sentii entrare fino in fondo. Entrava ed usciva lentamente, sentivo la sua cappella accarezzare le pareti della mia vagina e poi uscire dalla figa, rientrare fino in fondo con una lentezza ed una delicatezza esasperante. Con le dita mi accarezzai il clitoride mentre assaporavo nuove sensazioni. Non mi ci volle molto ad arrivare al piacere, quasi mi cedettero le gambe prima che una scossa mi percorresse tutto il corpo fino a farmi nuovamente vibrare. “Vengo amore mio, vengo”. Il suo cazzo adesso scorreva dentro di me più velocemente, sentivo che i miei umori lo facevano scivolare e ogni colpo era un momento di vero piacere. “Non fermarti” gli dissi mentre sentivo che il piacere che stavo provando stava aumentando e sembrava non voler finire. Venni quasi gridando, sentivo la mia figa e il mio ano stringersi ed allargarsi in un piacere nuovo, mai provato. “Vengo….” Mi disse Corrado mentre usciva da me. Mi abbassai e presi il suo cazzo in bocca, avevo voglia di berlo, di sentire ancora il sapore della sua sborra e di sentire il suo cazzo pulsare nella mia bocca. Gli schizzi di sborra nella mia bocca, un sapore già sentito ma che mi dava piacere. Finimmo di fare la doccia e, nudi, ci infilammo a letto. Ci svegliò il suono di un telefono che suonava…erano le 10 di sera…

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Categorie: Prime Esperienze
Tag: Amatoriale