Lentamente, a fatica, raggiungo Luisa e gli altri, che mi salutano e se ne vanno lasciandoci da sole. Lei ha l’aria davvero sbattuta, ma è anche abbastanza soddisfatta.
«Accidenti, quei tre maiali erano insaziabili! Ma li ho spremuti fino all’ultima goccia! Inoltre son riuscita a strappare una buona percentuale di profitti: loro puntavano ad avere il 5% di tutto l’affare, mentre io proposto lo 0,5% su ogni appalto e subappalto. Anche tu mi sembri alquanto provata.»
La guardo e confermo che sono anch’io alquanto provata, perché se loro erano in tre, lui, da solo, non era per niente il più scarso. Ce ne andiamo ognuna per proprio conto e, mentre in auto mi dirigo verso casa, ripenso a tutta questa questione e sento dentro di me un profondo sconforto. Mi aspettavo qualsiasi richiesta, anche la più onerosa, sia in termini economici che sessuali, ma non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Quando rientro mi guardano tutti in silenzio, si aspettano da me un resoconto dettagliato su tutta la questione. Spiego i termini dell’accordo ed ometto il fatto che Giorgio mi ha chiesto un figlio. È Giulia che, mentre Carlo e Luca esultano di gioia, mi guarda e, mentre me ne vado in camera e fare una doccia, mi segue fin dentro il bagno.
«Hai detto che Luisa ha strappato un buon accordo in termini di percentuali, ma non mi hai detto quanto ha chiesto Giorgio, come ricompensa.»
La guardo e poi chino il capo cercando di addurre una spiegazione che non ho. Lei mi si avvicina, mi solleva il viso e mi fissa negli occhi.
«Pamela, che succede? Perché non rispondi alla mia domanda?»
Sento dentro di me una profonda tristezza e, alla fine, con un filo di voce le spiego la situazione.
«Il prezzo che ha chiesto come compenso è troppo alto! Cioè, io lo pagherò lo stesso perché voglio che la nostra azienda sia in prima fila in questo progetto, ma tutto questo mi costerà l’amore di Luca.»
Giulia mi guarda sbigottita, mi fissa intensamente e con una voce molto pacata, ma decisa, mi chiede una spiegazione più precisa. La guardo e, alla fine, le dico tutto.
«Il prezzo da pagare per aver l’appalto è che io presti il mio utero a Giorgio, perché vuole un figlio da me. Naturalmente questo significa che non posso accettare che Luca continui a tenermi al suo fianco. Accetterò questo compromesso, ma questo significherà la fine della nostra storia.»
Giulia mi guarda sbigottita, poi, ad un tratto, esplode come un vulcano.
«Assolutamente no! Questo non può pretenderlo! Ci sono tante donne al mondo, perché vuole un figlio proprio da te? Questo no!»
Entro nella doccia e lascio che l’acqua scorra sul mio corpo, ma, nonostante tutto, non riesce a lavare via i miei pensieri e quando esco e li raggiungo per la cena, loro mi guardano in silenzio. Mentre Iniziamo a consumare la cena, Carlo mi chiede se ciò che ha detto Giulia è vero ed io annuisco. L’unico che resta in silenzio è Luca che, con il capo basso, se ne sta in silenzio, fin quando si gira verso sua madre e la guarda in silenzio. Lei scuote il capo e, guardando verso noi due, ci dice che il prezzo è troppo alto e che non si dovrà pagare. Mi alzo e me ne vado a letto, seguita da Luca che, in silenzio, si sdraia accanto a me. Mi giro verso di lui, lo bacio, lo abbraccio, lui mi tiene stretta fra le sue braccia e la sua voce è calma.
«Non voglio rinunciare a te e non m'importa se sarà lui a ingravidarti, gli darai un figlio e poi la cosa finirà lì. Il resto della nostra vita, la voglio passare insieme a te.»
Lo bacio, lo stringo a me e, sfinita, mi addormento. Ad un tratto mi sveglio nel cuore della notte e, nel silenzio della stanza, improvvisamente mi viene in mente una cosa che, in un primo momento, non ho preso in nessuna considerazione. Giorgio ha detto che ero la nipote di Maria, quindi mia nonna deve in qualche modo conoscere quest’uomo. Resto a riflettere per tutto il resto della notte e, all’alba, dopo una doccia veloce, saluto tutti mentre fanno colazione, dicendo che devo appurare una cosa e che ci ritroveremo in ufficio. Prendo l’auto, raggiungo mia nonna che da circa un anno vive nella mia stessa città, dopo che una rovinosa caduta le ha fratturato il femore. Quando mi vede arrivare all’alba, subito si preoccupa, ma io la rassicuro dicendole che ho bisogno di lei per dei consigli.
«Ho bisogno di sapere se ti ricordi una persona di nome Giorgio, che oggi è un importante uomo politico.»
Non ho nemmeno finito di pronunciare le parole che il volto di mia nonna si oscura e subito scatta sulla difensiva.
«Che diavolo vuoi sapere di Giorgio? Quell’uomo devi tenerlo alla larga da te! Stagli lontano, oppure soffrirai moltissimo!»
La guardo sbigottita, ha intuito immediatamente di chi sto parlando e la sua espressione contrariata mi induce ad insistere per avere ulteriori informazioni.
«Nonna, per cortesia, dimmi tutto quello che c'è da sapere su quest’uomo, perché mi serve il maggior numero di informazioni su di lui.»
Lei mi guarda ancor più dura e le sue parole non sono da meno.
«Ti ho detto di lasciar perdere. Non aver nulla a che fare con lui, altrimenti riuscirai solo farti del male. È una persona che tu devi tenere il più possibile lontano da te.»
Faccio un profondo respiro, poi la guardo dritta negli occhi e con un tono molto decisa le chiedo di nuovo delle spiegazioni.
«Ti ho detto che non posso assolutamente ignorarlo. Sto per trattare un affare che comporterà milioni da spendere in un’opera colossale, dove lui è la chiave di tutto il gioco. Non posso rinunciare ad avere informazioni su di lui, perché è una cosa molto importante per me.»
Lei continua a scuotere il capo, poi, per l’ultima volta, ribadisce che devo stare lontano da lui.
«Amore mio, non ci son soldi che possano giustificare il fatto che tu debba stare vicino a lui. È una persona da tenere a distanza e, ancor di più, evita in tutti i modi di andare a letto con lui!»
Mentre pronuncia queste parole io abbasso gli occhi e lei intuisce subito che questo è già avvenuto.
«No, cazzo, no! Con tutti i maschi che ci sono al mondo, proprio con lui dovevi scopare?»
La guardo e cerco di ribattere, ma lei è molto sulla difensiva.
«Cosa vuoi che mi importi una scopata in più o in meno? Ti sto dicendo che sto trattando un affare gigantesco e tu ti preoccupi se mi faccio una scopata con lui? Ti assicuro che mi ha chiesto molto di più. Vuole avere un figlio da me!»
La sua risposta è istantanea e durissima!
«NO! ASSOLUTAMENTE NO! Non puoi dare un figlio a tuo NONNO! Già il fatto che ci hai scopato è una cosa che non sarebbe dovuta succedere.»
La guardo stupita e cerco di mettere a fuoco le sue parole, mentre lei china il capo e continua a scuotere la testa con l’aria affranta e delusa.
«Cosa c’entra che lui sia mio nonno? Come fai a dire una cosa del genere? Ti vuoi decidere raccontarmi tutto, sì o no?»
Lei tiene la testa bassa, e parla con un fil di voce dal tono molto malinconico.
«Eravamo entrambi molto giovani, lui appena diciottenne, io ne avevo quasi 25. Eravamo innamorati persi e stavamo insieme da quasi tre mesi. Io però ero già una gran zoccola e lui questo lo sapeva, ma non gliene importava nulla. Lo amavo ero pazza di lui e, quando prese il diploma con ottimi voti, decidemmo di festeggiare a modo nostro, facendo sesso All’epoca, succhiavo già tanti cazzi e li prendevo tranquillamente anche nel culo, perché ero restia a dar la patatina, perché avevo paura di restar incinta. All’epoca non era come oggi ed un figlio era un problema serio. Ma quella notte con lui, non mi sono risparmiata in niente. Mi ha scopato e fatto godere fino allo sfinimento. Ha inondato ogni mio buco ripetutamente ed io ne ho goduto tantissimo. All’alba, mi ha detto che si sarebbe trasferito in un’altra città per studiare giurisprudenza e mi ha chiesto di andare con lui, ma io non ho avuto il coraggio di seguirlo. Ero, come ti ho già detto, una gran zoccola e pensavo che un bravo ragazzo come lui, di buona famiglia, molto benestante, non avrebbe accettato un matrimonio con una come me, così ho preferito che se ne andasse. Gli ho detto che non lo amavo e che mi ero solo divertita a godere con lui, dal momento che scopava molto bene. Lui se n’è andato e, un mese dopo, ho scoperto di esser incinta di tua madre, ma a lui non ho detto nulla. Di lui non ho saputo più nulla, fin quando non ho visto il suo volto nei telegiornali, quando cioè è diventato ministro. Ora capisci perché non voglio che tu gli dia un figlio.»
La guardo e mi rendo conto che tutta questa storia mi sta sconvolgendo, mentre lei mi chiede per quale motivo avrebbe scelto proprio me per voler un figlio. Non riesco a darle nessuna spiegazione, se non il fatto che lui era ben consapevole che io ero sua nipote. Lei ci riflette un momento, poi mi chiede quando dovrei rivedere Giorgio e, scoperto che avverrà nel pomeriggio, scatta in piedi e mi guarda dritto negli occhi con un’aria davvero battagliera.
«Verrò con te, oggi pomeriggio, quando dovrai incontrare Giorgio. Verrò con te e vedremo se riuscirò a fargli cambiare idea. Sta tranquilla che, in un modo o nell’altro, tu l’affare lo farai, ma non darai un figlio a tuo nonno!»
Concordo con lei l’ora dell’appuntamento e poi torno in ufficio, dove trovo ad aspettarmi tutti quanti. Giulia e Luisa mi aspettano nel mio ufficio e, nel vedermi tranquilla e rilassata, Giulia mi chiede che cosa ho in mente di fare.
«Ho in mente di andare all’appuntamento, ma, come avvenuto qualche tempo fa con la madre di Giuliano, anche questa volta credo di avere un piccolo jolly da giocare.»
Giulia mi guarda, ma non le do ulteriori spiegazioni e subito mi metto al lavoro insieme a Luisa per preparare la proposta da inoltrare per la partecipazione alla gara d’appalto. Puntuale, nel primo pomeriggio, passo a prendere mia nonna e la trovo in splendida forma. Indossa un completo azzurro con pantalone elegante, un lungo chiffon di pizzo senza maniche e, ai piedi, dei sandali con tacco 10, che la rendono molto sensuale. Giunte nell’appartamento, abbiamo solo il tempo di accendere le luci che, poco dopo, arriva Giorgio. Io gli apro la porta e mi tiro di lato e lui, entrando, si trova davanti mia nonna. Rimane un attimo stupito nel vederla e, anche lei lo guarda con occhi che brillano per l'emozione. Chiudo la porta, ma il rumore non distrae nessuno dei due che continuano a fissarsi in silenzio. Poi mia nonna si gira e si siede sul divano, invitando lui a fare lo stesso. Anch’io mi siedo accanto a loro, mettendo Giorgio nel mezzo e noto che lui ha solo occhi per lei.
«Sapevo che Pamela era tua nipote, poiché è da tempo che ti cerco: ero sicuro che lei ti avrebbe parlato di me.»
Mia nonna lo guarda e, fissandolo negli occhi, gli parla con voce calma, ma risoluta.
«Non capisco per quale motivo ti interessa ancora una persona come me. In ogni caso, lascia in pace Pamela. Voglio che lei resti fuori dalla nostra storia; qualunque possano esser le ragioni che vi legano, lei ne deve restar fuori.»
Lui la guarda e sorride, poi, si gira verso di me e, continuando a sorridere, parla con un tono ironico.
«Con lei ho delle questioni in sospeso che risolverò presto, anzi, dipende tutto da lei come andranno risolte le nostre questioni.»
Mia nonna lo guarda e gli occhi ora diventano duri e cattivi.
«Non hai bisogno di lei, anzi, non avresti nemmeno dovuto andarci a letto.»
Lui rimane per un attimo stupito nell'apprendere che io le ho raccontato che siamo andati a letto insieme.
«Perché non avrei dovuto? Sapevo che era una femmina calda, stupenda. Quando Amedeo mi ha detto che era la nipote di una che vendeva sigarette e bocchini, ho capito subito che era tua nipote e, poiché volevo di nuovo vederti, l’ho usata per raggiungere il mio scopo. Ora ho altro in mente e lei sarà di nuovo uno strumento nelle mie mani.»
Mia nonna lo guarda dritto negli occhi e, se il suo sguardo è duro, la sua voce lo è ancor di più.
«Non hai nessuna necessità di ingravidare Pamela. Non puoi avere un figlio da tua nipote!»
Il viso di Giorgio è una maschera di stupore, mentre la sua bocca resta aperta, senza emettere alcun suono.
«Non scherzare! Questa volta non ti permetterò di farmi del male. Ho sofferto tanto, quando mi hai cacciato e, adesso, pensi di poter giocare ancora con me?»
Mia nonna lo guarda e continua a parlare con la stessa durezza.
«Ricordi quella sera? Quella notte in cui ci siamo amati intensamente, donandoci l’uno all’altro senza riserve? Quella notte sono stata tua, in maniera totale e completa e, dopo quella notte, ho scoperto di esser incinta della madre di Pamela! Lei è tua nipote!»
Lui rimane decisamente strabiliato. Si guarda in giro e guarda lei, chiedendo conferma di quanto appena sentito dalla sua voce.
«Tu mi assicuri che io ho una figlia?»
Mia nonna gli garantisce che può fare qualsiasi prova, anche quella del DNA. Lui riflette un attimo, poi si gira e mi guarda e mi dice di andarmene, perché, se quello che dice mia nonna è vero, non ha più assolutamente bisogno di me e, comunque, l’affare sarà nostro. Ma se gli ha mentito, noi non avremmo nulla. Guardo mia nonna, che annuisce e mi invita ad andarmene. Esco immediatamente da quella casa, corro in ufficio, ignoro tutti ed entro nell’ufficio di Luca; mi siedo a cosce aperte su di lui, che mi guarda con aria stupita: io lo bacio e poi, quando mi stacco, lo fisso negli occhi.
«Adesso ingravidami! Voglio che riempi il mio ventre con il tuo seme! Voglio un figlio da te!»
I suoi occhi brillano di gioia e stupore e si voltano verso la porta, da dove ci guardano Giulia e Luisa, cercando di capire il significato delle mie parole. Io sorrido e dico loro che l’affare è andato in porto: il jolly che ho giocato è stato vincente! Giulia sorride e, ad alta voce ha un’esclamazione che mi riempie di gioia.
«Siiiii! Ne ero certa. In questa famiglia ogni nuova zoccola è migliore della precedente! Come io lo sono stata per mia suocera, lei lo sarà per me! Guarda Luisa, guarda bene questa donna, perché insieme, voi due farete grandi cose!»
E così è stato. Abbiamo fatto grandi cose. Da quel momento, è iniziata una nuova era, dove io e Luisa ci siamo impegnate su due fronti molto importanti: il lavoro e la famiglia. Luca mi ha ingravidato ed ho messo al mondo Lucrezia, una bimba stupenda, mentre anche Luisa si è fatta ingravidare ed ha messo al mondo Silvia. Le due fanciulle son subito diventate la ragione di vita di Giulia, che ha lasciato l’amministrazione dell’azienda a noi, per dedicarsi a crescere quelle che lei stessa ha definito le nuove zoccole, che, un giorno, prenderanno il nostro posto. Per quanto riguarda il lavoro, è stato un vero successo. Grazie al contributo di tutti, abbiamo condotto a compimento quell'affare colossale, durante il quale abbiamo conosciuto tanta gente, aperto le cosce ancora a tanti altri maschi e succhiato tanti cazzi, ma, alla fine, la nostra azienda è stata riconosciuta all'avanguardia sul mercato. Mia nonna e Giorgio stanno insieme, dopo che lui si è ritirato dalla politica e mia madre ha trovato loro un bell’appartamento nella nostra città. Io son diventata la moglie di Luca e, con fierezza, oggi posso dire che, se sono una gran zoccola, capace di dirigere quest’azienda con la stessa bravura e determinazione di mia suocera, devo tutto a lei, che ha saputo infondere in me la forza ed il coraggio di andare sempre avanti a testa alta. Spero che mia figlia, da grande, sia la nuova zoccola che prenderà il mio posto e, quando deciderà di sposarsi, abbia la fortuna di imbattersi in una suocera altrettanto zoccola da apprezzare le sue qualità.
«bel finale!»