La camera di Sabrina non era molto grande.


Il letto ne occupava quasi tutto lo spazio, e si trovava immediatamente a sinistra rispetto alla porta d'entrata, con la parte della testa adiacente alla parete dell'entrata. Dall'altra parte invece, quindi all'opposto della porta e del letto, un mobile con cassetti e la tv poggiata sopra.


A destra un grosso armadio prendeva tutta la parete. Metà delle ante avevano gli specchi. Già mi eccitavo all'idea di lei nella posizione della pecorina rivolta verso lo specchio e io dietro di lei a spingerla con vigore mentre osservavo il tutto riflesso.

Ma non successe, perché tutto quello che doveva succedere avvenne nel letto; a tratti sotto le coperte, a tratti fuori.
Infatti lei era lì, ad aspettarmi. Completamente nuda.


I primi dettagli che notai, furono i seguenti: una abbronzatura che nonostante non fossimo più in estate, ancora reggeva. E infatti il seno ed un triangolo sotto il ventre erano zone di corpo pallide contro una tonalità decisamente più bronzata distribuita sul resto del corpo.


Era un dettaglio che si notava nonostante l'unica luce fosse quella blu proveniente dalla tv.

L'altro dettaglio era la zona pubica totalmente rasata. Come piace a me.
Lì sotto era ancora mezza bagnata dal lavoro svolto nella stanza precedente.
Infilati il preservativo e cercai di non perdere troppo tempo.


Sabrina era già sdraiata e si muoveva sinuosamente, per scaldarsi. Le sue mani salivano lungo i miei avambracci attirandomi a lei. E io mi lasciavo tirare.


Quando le nostre pance si toccarono, la mia erezione era più forte che mai. Con una mano andai verso il basso, dove il mio pisello premeva contro la sua carne.


Lo indirizzai verso l'entrata, dove continuò a premere per qualche secondo.
Grazie al fatto che lei si era ben bagnata e ammorbidita, la mia erezione fu accolta calorosamente.
Riuscii a scorrere appena immerso nella parte superficiale, senza bisogno di spingere, causando a me stesso quella sensazione di quasi solletico proprio sulla punta.


A quel punto mezza della mia cappella era avvolta nelle sue labbra, e vidi Sabrina stirarsi ed esclamare “cazzo quanto è bollente... ma che cappella hai?”
Sogghignando risposi "ti piace, vero?"


E fu quello il momento in cui la trafissi.
Tutti i miei sensi e la mia lucidità mentale si annebbiarono di colpo, a totale beneficio del vigore fisico. Spinsi piano una volta. Entrai un pezzetto di più.


Tornai indietro col bacino, come a prendere una nuova rincorsa.
E spinsi ancora ancora, sempre con delicatezza. Questa volta sentii le carni di lei scorrere per tutta la lunghezza del pisello e arrestarsi sul mio ventre. Ero entrato completamente.


Mi fermai un secondo per assaporare il tutto. Il calore. La sua posizione.
Era con le gambe ancora stese, ma si sarebbero avvinghiate al mio bacino di lì a pochi secondi.


Il busto era proteso verso l'alto, per quanto possibile, offrendo alla mia mercé quei seni non esagerati ma perfettamente disegnati. La testa era rivolta verso la finestra e la bocca aperta in un lamento silenzioso di estasi, e gli occhi chiusi. Era l'espressione di chi sta quantificando una sensazione.


Il tutto ebbe la durata di una manciata di secondi, anche se viverlo e osservare il tutto sembrò un lasso di tempo molto più disteso, rallentato e dilatato.


L'effetto magico finì appena mi rimisi in moto. Con un movimento costante e calcolato spingevo e mi ritiravo, alternando momenti di tutto dentro a momenti di in cui inserivo solo la cappella.


E fu proprio questa seconda tipologia di movimento che scatenò un tornado di piacere in Sabrina. Fu proprio lei a dirmelo mentre lo facevo.


Cazzo me lo stai scappellando proprio lì, maledetto ragazzino


Sapendo che la faceva uscire di testa, mi dissi che era il caso di indugiare. Per tanto mantenni il movimento, enfatizzandolo il più possibile e nel modo migliore: ovvero rallentando.


Secondi interminabili e bollenti di me che, aiutandomi con la mia mano premendo il pisello verso il basso, facevo scattare la mia cappella nel momento in cui entrava, per poi tirarla fuori.


Lei intanto si torceva col busto, tentando di distribuire quel piacere che le veniva trasmesso.
Successe poi qualcosa che non avevo considerato o ritenuto possibile... mi si ammosciò.


Cercai di mantenerlo in vigore riprendendo dei movimenti più animaleschi. Ma sul momento, così all'improvviso, morto.


Cercai anche di giustificarmi, ma Sabrina mi disse con molto candore e gentilezza “Dai, tiralo fuori e fallo riposare un attimo – dobbiamo essere anche bravi ad alternare e farlo riprendere”


E così fu infatti, mi fece stendere a pancia in su, e passò lei in posizione dominante. Ma non proprio sopra di me, quanto più stesa di fianco.


Iniziò a baciarmi la pancia, il petto e soprattutto le braccia, in zone in cui avevo dei tatuaggi. Due in particolare: diceva che le facevano tanto sangue.
Mentre le sue labbra misuravano la mia pelle un bacio alla volta, la sua mano giochicchiava con i miei testicoli.


Ed eccolo, in due minuti, forse tre, con molta calma, era di nuovo tra noi. Pronto a ripartire.


Adesso però ti cavalco, perché a me piace stare sopra, sento meglio...


E una volta salita a cavalcioni, se lo infilò dentro tutto di colpo, trasalendo e tappandosi da sola la bocca per non emettere gemiti troppo rumorosi.


Dopo pochi secondi, durante i quali aveva familiarizzato con quell'ingombro dentro di lei in questa nuova posizione, iniziò ad ondeggiare avanti e indietro. Lentamente.


Dapprima era in posizione perfettamente verticale e io poggiai le mani sui suoi fianchi senza la pretesa di dettare movimenti, ma solo accompagnare.


Era davvero presa dall'estasi, lo vedevo benissimo. Iniziò quindi ad ondeggiare più velocemente, e il che la portò a sfregare notevolmente le zone di contatto esterno.
Iniziai a giocare coi suoi capezzoli, che si fecero vigorosi tra le mie dita. Sabrina era in preda al piacere. Ed anche io naturalmente. Il mio però veniva anche dal vederla così positivamente sconvolta.


Si incurvò verso il basso e poggiò i suoi seni sul mio petto, incassando la testa sulla mia spalla. Sembrava una macchina accesa che non accenna a fermarsi. Dal ventre in sotto si muoveva impazzata.


Mi bisbigliò all'orecchio “Stai fermo, non ti muovere e non fare niente...


E io la assecondai. Mi sembrava una richiesta semplice in fin dei conti e avrei avuto altre chance di dominare. Solo successivamente mi spiegò che mi disse così perché era in una posizione perfetta per venire, in quanto aveva una percezione altissima e i movimenti le toccavano tutte le zone migliori possibili.


Ed infatti fu proprio questo che accadde. Il suo movimento rallentò nuovamente, e così facendo aumentò anche l'intensità dello sfregamento. Ma lei era concentrata su altro e io mi accorsi che stava godendo tantissimo dal modo in cui ansimava tra la mia spalla e il mio orecchio.


Venne, e io sentii il mio pisello inzupparsi dentro di lei e le sue gambe irrigidirsi e stringersi sui miei fianchi, come fossero una tenaglia. Tutto il suo corpo si rilassò e afflosciò addosso al mio.


Anche il suo respiro si fece corto prima, e rilassato poi.
Si disarcionò da me.


Io però ero ancora nel vivo del mio vigore, e di certo non avevo intenzione di fermarmi.

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Categorie: Confessioni Etero