PRIGIONIERA IN CASA MIA.


Come ho ripetuto più di una volta nei miei racconti, io non sono mai stata un'appassionata di viaggi, in vita mia ho sempre preferito rimanere a casa, ma questa vacanza dedicata alla totale trasgressione è stata veramente il top e grazie alla totale complicità di mio marito si è raggiunta la perfezione, Pierluigi infatti si era calato con allegria e disinvoltura, nel ruolo certamente non facile per i maschi latini, di marito cornuto e sottomesso, permettendomi cosi di poter sfruttare al meglio il cazzone di Kuddu senza alcun pensiero o rimorso. Rimane chiaro però, che la vera sorpresa positiva della nostra vacanza in Senegal è proprio Kuddu, questo senegalese un pò burbero e un pò spaccone, dotato da madre natura di un cazzo talmente grosso in larghezza da sembrare quasi deforme e con un appetito sessuale insaziabile, mi ha fatto raggiungere ad ogni incontro orgasmi a ripetizione ineguagliabili, Kuddu accomuna un pò tutte le qualità sessuali che io ho sempre cercato in un uomo, vero maschio alfa, dominatore nel letto, dotato di un cazzo grosso e duro, unito a forza, resistenza e cinismo. Dopo tutti quei tabù abbattuti nella vacanza, per incredibile che possa sembrare ai più tanti, il mio matrimonio ne usciva completamente rafforzato, come frutto di un'incantesimo era ritornato il dialogo e l'armonia di coppia tra me e mio marito era semplicemente perfetta, il fatto che fosse stato un'estraneo a darmi il piacere sessuale, non importava assolutamente niente nè a me, nè a Pier. Una a volta ritornati in Italia, mio marito mi aveva promesso che il prossimo inverno mi avrebbe riportata in Senegal per 3-4 settimane. Pierluigi nonostante la sua incompleta erezione che non gli permetteva di penetrarmi, era sempre di buonumore e per avere un ruolo più partecipativo, comprò su internet un cazzone nero; per un paio di mesi le cose tra noi funzionarono abbastanza bene, forse sognando di essere Kuddu, mio marito mi "scopava" spesso con quel coso finto e riusciva sempre a farmi godere, io mi accontentavo abbastanza ma quando uscivo di casa avevo un occhio di riguardo per tutti gli uomini che mi apparivano davanti, nella mia diabolica mente c'era l'idea di trovarmi un'instancabile amante da portarmi tranquillamente anche a casa. Un giorno mentre sono dall'altra parte della città accompagnata da due mie allieve, i miei occhi si incrociano con un ragazzo della fincantieri (riconoscibile per la sua tuta) che parla al telefono, è probabilmente rumeno o albanese, comunque sicuramente dell'est Europa, fatto sta che è un figo esagerato, capelli castani, occhi scuri, barba da fare, spalle larghe e fisico ben modellato da togliere veramente il fiato, peccato che essendo accompagnata dalle allieve non riesco a parlagli e tantomeno a prendere il suo numero. Sognando questo Adone nel mio letto e con l'arrivo della primavera si risvegliano improvvisamente le mie indomabili voglie di cazzo, quello vero e quel coso di gomma che usava mio marito non mi bastava più:
"Pier, è ora di posare quel cazzone finto, adesso ho voglia di succhiare un cazzo che si indurisca con la mia bocca e voglio un uomo che mi scopi".
Pierluigi come sempre accettò ancora i miei capricci. Per un paio di giorni lo portai in "zona fincantieri" a caccia del mio Adone, ma di lui non vidi traccia, è proprio vero che nella vita il treno passa una volta sola. Una sera, incoraggiata da Pierluigi, addeschiamo un ragazzo di colore che che vende quadri su di un muretto, però lui è ubriaco o forse anche peggio, perchè appena io lo provoco un pò,( anche se molto sensualmente) lui reagisce in maniera abbastanza scomposta e violenta, toccandosi il cazzo mi insulta con un bel repertorio di parolacce, così prima che si metta male, morti dalla vergogna lo abbandoniamo frettolosamente. Dopo questo spiacevole episodio non ci perdiamo certo d'animo, ma presto intoppiamo in altre difficoltà, Genova non è poi molto grande, sia io che Pierluigi conosciamo una marea di gente ed il nostro giochetto qui a casa nostra risulta sempre più difficile, decidiamo così di proseguire la caccia al fortunato, online, è mio marito che filtra i pretendenti su internet, ma trova per la maggior parte i cosiddetti leoni da tastiera, te la scopo io, fammela vedere, io ho il cazzone, ma al momento di marcare appuntamenti c'è sempre qualche intoppo da parte loro. Mi viene in mente quanto sia stato cretino Saliou a trattarmi in quella maniera, perchè in questo momento sarebbe veramente il candidato ideale, la ciliegina sulla torta del mio matrimonio, ma piuttosto che umiliarmi e rimettere piede nel suo negozio preferirei mille volte ritornare al cazzo finto o addirittura al mio vecchio fai da te. Dopo qualche giorno finalmente qualcosa si muove,  Pierluigi approfittando del suo fluente francese, conosce un ragazzo africano che risiede a Nizza, sembra serio e deciso, inoltre dal cazzo che ci fa vedere per la cam, promette bene.
“Cosa ne dici Giulia,andiamo a Nizza?”
“Si Pier, va benissimo!”
La mia voglia di sesso è arrivata al limite massimo di sopportazione e se il cazzo è bianco o nero, proprio non mi interessa, inoltre il fatto di farlo con un perfetto sconosciuto mi eccita ancor di più. Proprio quando le cose stanno ritornando nella giusta direzione, il crudele destino si mette di mezzo nelle nostre vite e a Pierluigi a metà giugno 2017 viene un grave ictus che gli comporta la perdita della parola e gli crea enormi difficoltà nel camminare, da un giorno all'altro il mondo mi crolla veramente addosso. Le nostre vite vengono sconvolte completamente, per fortuna Pierluigi è molto reattivo e cerca di reagire velocemente iniziando così una lunga riabilitazione, tra fisioterapista e logopedista, in casa nostra c'è sempre un via vai di medici, io non ho nemmeno più il tempo da pensare al mio lavoro e mi dedico 100% alla casa e alla cura di mio marito, inoltre il figlio di Pierluigi (avuto da una sua precedente relazione) non mi aiuta per niente e si fa vedere il meno possibile facendo soffrire e deprimere ancor di più mio marito che nonostante tutto è sempre lucido e cosciente. Questa vita trincerata in casa e piena di preoccupazioni mi rende uno straccio, allo specchio mi vedo con le unghie da fare, i capelli "spenti", poco idratati, per la prima volta nella mia vita mi sento brutta e trascurata, allora chiamo un'amica, che mi consiglia una signora ganese di circa 50 anni, chiamata Afia:
"Giulia non te ne pentirai, Afia viene a domicilio, come manicure è assolutamente imbattibile ma anche come parrucchiera se la cava bene, tranquilla, con lei sei in buone mani". 
Se grazie ad Afia la mia autostima migliora, per mio marito le cose purtroppo peggiorano ancora, un pomeriggio Pier cade e per rimetterlo a letto, nonostante l'aiuto di un paio di anziani vicini, è veramente un'impresa. Dopo questa caduta lui si deprime parecchio e non vuole più scendere dal letto, io sono molto preoccupata e spesso mi domando, che cosa faccio se Pierluigi mi cade la notte ed io sono qui tutta sola in casa? Faccio presente la situazione a suo figlio, invitandolo a trasferirsi qui con noi almeno la notte, ma lui mi risponde picche. Alcuni giorni dopo, parlando di questa cosa proprio con Afia, lei mi dice:
"Giulia, io ho un fratello qui in Italia che non lavora, ha la faccia da pigro ma ti assicuro che è una brava persona, perchè non prendi lui? Si arrangia e fa un pò di tutto, ti potrebbe anche aiutare nella pulizia di questa grande casa, inoltre se Pierluigi dovesse cadere, con mio fratello non sarebbe assolutamente un problema tirarlo su."
Un paio di giorni dopo Afia mi presenta suo fratello Abdul, 30 anni, con una pancia molto rotonda, alto circa 175 cm ed una faccia da bravo ragazzo, anch'essa rotondetta, il suo sorriso  sembra ancora più candido perchè risaltato dal contrasto con la sua pelle scura. Il ganese si mostra subito volenteroso, non ha problemi a fare anche qualche lavoro di pulizia della casa, poi mi aiuta nel giardino, taglia l'erba, pulisce la piscina e cosa più importante, è estremamente attenzioso con mio marito. Ricordo che al primo giorno, quando l'ho presentato a mio marito, lo sguardo di Pier si è subito infiammato e con la complicità ormai nota, mi ha lanciato un'occhiata come per dire "Ottima scelta Giulia, quando ricominciamo?" ma ad essere sincera in quel periodo ero svuotata mentalmente, con tante preoccupazioni e responsabilità, il sesso non mi veniva neanche in mente. Abdul era sempre molto rispettoso con me, passavamo la giornata insieme aiutando mio marito nella riabilitazione, poi si pranzava, si cenava e senza darmi troppe confidenze, alla notte se ne rientrava tranquillamente nella sua stanza. Ovviamente non si trattava di un santo, infatti avevo notato che ogni tanto qualche occhiata libidinosa me la lanciava, specialmente alle cosce quando indossavo qualche vestito un pò più corto del solito. Dopo circa quattro mesi mio marito aveva ottenuto scarsissimi risultati nella sua riabilitazione, rimaneva molto tempo a letto, si spostava solo il minimo necessario e praticamente solo nella sedia a rotelle, anche con la parola i risultati erano scadenti. Per me era parecchio frustante vedere mio marito in quelle condizioni e a peggiorare le cose, neanche i medici intravedevano un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel. Questi quattro mesi, lunghi ed intensi furono però sufficienti a farmi metabolizzare la situazione o quantomeno farmene una ragione, così facendo l'appetito sessuale mi ritornò con grande forza, sentivo l'esigenza di avere il piacere fisico, avevo assolutamente bisogno di godere come valvola di sfogo per scaricare tutto lo stress accumulato. Anche se mio marito come sempre avrebbe acconsentito a tutti i miei capricci, provavo un'enorme vergogna di me stessa per essere sopraffatta dai miei incontrollabili impulsi sessuali anche in una triste situazione come questa, perciò decisi di tenere Pier all'oscuro di tutto e non distrarlo minimamente dalla sua riabilitazione. Se fossi stata single e libera avrei certamente cercato con insistenza di rivedere quel bellissimo ragazzo rumeno della fincantieri, ma in quel momento c'era da badare alla concretezza, non potevo perdere tempo sognando il principe azzurro, inoltre Saliou, Assane e Kuddu mi avevano già dimostrato ampliamente che le banane nere fanno godere e questo Abdul che era a mia disposizione dentro di casa, faceva esattamente al caso mio, la sua pancia così poco attraente era ampliamente compensata dalla mia fertile mente che partoriva fantasie sessuali in continuazione. Passai a vedere Abdul con gli occhi di femmina vogliosa, volevo sentire le sue mani su di me e mi eccitavo silenziosamente immaginando il mio corpo posseduto da quell'africano così paffuto. In vita mia avevo imparato bene a coltivare e stimolare le mie erotiche fantasie per aumentare il mio piacere sessuale nell'ora dell'amplesso. Fu così che incominciai a stuzzicare maliziosamente il povero Abdul, usando vestiti succinti provocavo continuamente il suo sguardo che si faceva sempre più libidinoso verso di me, cercavo spesso il suo contatto fisico e da finta ingenua lo abbracciavo affettuosamente, a volte guardando la tv gli appoggiavo i miei piedi sulle sue grosse cosce e lui me li accarezzava teneramente,
“Oh bravo Abdul, massaggiameli un pò,  è tutto il giorno che sono in piedi e non mi sono fermata un'attimo”
Una sera mentre mio marito guardava una partita, io me ne stavo nella camera da letto riordinando dei vestiti, quando attraverso lo specchio del guardaroba scorsi Abdul che innaffiava il giardino proprio di fronte alla mia finestra, facendo finta di non averlo visto, decisi propositamente di spogliarmi e rimanere in bella mostra con le sole mutandine, il povero ganese quasi si rompe il collo dal tanto guardare e non so proprio come abbia fatto a controllarsi per non entrare nella stanza passando dalla finestra. La mia figa si bagnava solo all'idea di provocare Abdul, volevo farlo cadere ai miei piedi come una pera matura, ma con questo gioco di seduzione ebbi un effetto boomerang, mentre io impazzivo sempre di più dalla voglia di fare sesso, Abdul se ne stava sempre tranquillo e non si scomponeva minimamente, forse era consapevole che io, praticamente non avendo più nemmeno una vita sociale fuori da quella casa e con un marito in quelle condizioni, se avessi voluto del cazzo duro sarei dovuta assolutamente ricorrere a lui. Fu così che una notte, non riuscendo a chiudere occhio nemmeno a tarda ora,  la mia figa vogliosa e pulsante mi fece cedere al richiamo del sesso, con occhi dolci ed imploranti di perdono guardai mio marito che dormiva teneramente al mio fianco, poi mi alzai dal letto, misi una vestaglia a righe nera e grigia e senza neanche mettermi le mutandine mi recai nella stanza di Abdul, bussai delicatamente la porta:
"Giulia... tuo marito è caduto?"
Spinsi leggermente la porta ed entrai nella sua buia stanza senza nemmeno rispondergli, mi sfilai la cintura della vestaglia, rimanendo completamente nuda, il ganese ancora mezzo assonnato mi guardò sbalordito ed immobile per alcuni secondi, allora io gli presi le sue mani e me le avvicinai al seno, Abdul passò all'iniziativa, incominciando a baciarmi i capezzoli e a palparmi avidamente tutto il corpo, poi mi fece stendere sul letto e scaraventò immediatamente la bocca nella mia figa, la sua lingua mi fece subito ribollire dentro e con entrambe le mani gli strinsi la sua testa tra le mie gambe gemendo all'impazzata. Poi lo coricai al mio fianco e gli abassai gli slip, il suo bel cazzo già straripava in tutta la sua durezza, non era molto lungo ma come quasi tutti gli uomini di colore era dotato di una notevole grossezza, mi sentivo fortunata, ancora una volta che avevo disperato bisogno di sesso trovavo sulla mia strada un altro bel cazzone per soddisfarmi. Mentre lo gustavo tra le mani ed in bocca con grande passione, Abdul mi masturbava dolcemente facendomi inzuppare la figa, poi un pò esitante mi disse:
"Guarda Giulia che io non ho di preservativi, non avrei mai immaginato che..."
Come una pantera gli saltai sopra, sentivo il suo cazzo durissimo che vibrava come la coda di un serpente a sonagli contro la mia figa bagnata, gli tappai la bocca con una mano e gli dissi:
"Zitto Abdul, non mi interessa! Voglio che mi scopi!"
Abdul con una mano diresse quella sua grossa cappella contro la mia fighetta che già grondava di umori e con grande soddisfazione me la spinse dentro.
Diciamoci la verità, Abdul era stato più "psicologo" di me, la sua pazienza era stata premiata e mi aveva propositalmente quasi costretta a supplicarlo per avere il suo cazzo, ma questo poco mi importa, il fine giustifica i mezzi e adesso potevo pompare la mia fighetta con passione su quel cazzo grosso e duro che mi faceva gemere, sentivo scendere i miei umori che bagnavano persino le grosse palle di Abdul, cercavo in tutti i modi di trattenere il più possibile i miei gemiti di piacere per non farmi sentire da mio marito che dormiva nella stanza accanto, ma la voglia era troppa e dopo pochi minuti quel duro cazzo africano mi portò all'orgasmo, godendo dovetti spiaccicare la mia bocca contro il collo del ganese per strozzare le mie grida goderecce. Una volta venuta, Abdul mi coricò a schiena in giù e mi venne sopra spingendomi il suo delizioso cazzone dentro facendomi inebriare di piacere. Scopandomi forsennatamente, la sua grossa stazza faceva cigolare forte il letto, io godevo troppo e non riuscivo ad oppormi per farlo silenziare, solo i miei gemiti coprivano quel costante cigolio. Dopo averlo stuzzicato parecchi giorni, Abdul si sta vendicando sbattendomi in maniera allucinante, nemmeno si importa che le mie grida di piacere potrebbero svegliare Pierluigi, anzi, più io mi sforzo per contenere le grida, più quel porco di Abdul mi scopa con forza. Sbattuta inesorabilmente da quel toro implacabile ed immersa in quel buio assoluto che sembrerebbe aumentare il mio piacere, io non posso fare altro che venire di nuovo, cercando nel limite del possibile ancora una volta di smorzare i miei gemiti:
" Abdul scopi divinamente bene, mi stai facendo venire di nuovo, godooo, mamma mia come godo"
Con questo mio tremendo orgasmo, quasi rabbioso, le mie forti contrazioni vaginali fecero venire Abdul, che senza dirmi una parola e tantomeno chiedermi il permesso, in maniera animalesca mi sborrò dentro, riempendomi la figa con il suo sperma.
Continua...

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