Ero ancora spossata sul letto quando mi squillò il cellulare, Silvì, rispondo che ho ancora l’affanno e cercando di mascherare il mio stato. Mi chiese se volevo andare a pranzo da lei che ci stava Matteo, risposi di si, anche perché a pranzo non ci sarebbe stato nessuno a casa e poi dopo aver beccato mia sorella mi rassicurava vederli insieme.
Chiusa la telefonata ero con la testa sul cuscino, una gamba piegata ed un’altra che poggiava per terra ancora nuda, avevo bisogno di una doccia.
Presi un telo mi avvolsi ed uscii dalla stanza, ci stava Daniela che portava il trolley verso la porta,
Io:”che fai vai via?”
Dani:”si, i miei sono venuti a prenderci, tra poco arrivano”
Gia:”andiamo via tra dieci minuti”
Io:”è stato un piacere averti conosciuto, spero tornerai presto a trovarci”
Gia:”non troppo presto però”
Guardai Dany negli occhi, mi mancherà questa ninfetta stronzetta.
Gia andò in camera ed io
Io:”io spero tornerai”
Daniela prese dalla tasca un foglietto, lo aprii era il suo numero di cellulare,
Daniela:”nel caso tu voglia sentirmi”
Le sorrisi e l’abbracciai,
Gia:”non credevo vi foste affezionate tanto”
Io:”è un’ottima compagna per la mia corsa”
Rimasi una decina di minuti a parlare con loro mentre aspettavano che i genitori arrivassero, parcheggiare sotto casa di giorno è impossibile, quindi il padre avrebbe fatto uno squillo.
Lo squillo arrivò, Gia prese le borse, dopo averle salutate mi diressi in bagno, dopo neanche un minuto sentii una voce “dai fai veloce” poi bussare alla porta del bagno,
Daniela:” scusa mi sono dimenticata il beauty case posso entrare?”
Io ancora non ero entrata nella doccia,
Io:”certo”
Entrò e si chiuse la porta alle spalle, mi prese il viso tra le mani e mi baciò,
Daniela:”mi raccomando quando sei sotto la doccia non pensare solo ai ragazzi che ti fischiano dietro, pensa anche a me”
Poi senza darmi il tempo di rispondere prese il beauty e la scatola delle lentine e usci velocemente dal bagno.
Mi feci la doccia, uscii dal bagno asciutta e con la crema, amavo stare sola, poter girare nuda e non dover contare i minuti nel bagno.
Tornai in camera presi il cell, come al solito tanti messaggi whatsapp, non apri nemmeno l’applicazione, ma mi ricordai del numero, recuperai il foglietto che avevo lasciato in bagno e lo memorizzai.
Non le inviai un messaggio perché non volevo che Gia potesse vedere il mio numero sul display del cell di Daniela.
Mi stesi sul letto, bello avere le mattinate libere, presi il telefono, Giammarco con il buongiorno e bla bla bla, poi mi chiedeva se mi andava di passare la mattinata con lui, gli risposi “cosa mi proponi?” passai alle altre chat dopo poco mi rispose “ti fidi di me?” bella domanda, fino due giorni prima avrei risposto no, ma ora mi veniva da dirgli si.
Gli risposi solo, “verrai a prendere con la moto?” la sua risposta fu “si tra mezz’ora e se vuoi pranziamo insieme” risposi con un pollice all’insù.
Dopo aver scritto a Silvì che non sarei andata a pranzo iniziai a prepararmi, pantaloncino corto, converse, camicetta larga lievemente trasparente, nulla di eccessivo, non misi il reggiseno, ma optai per una fascia bianca.
Giammarco fu puntuale, mi telefonò e scesi, mi aspettava in sella alla sua moto,
Io:”dove mi porti?”
Giam:”sorpresa”
Partimmo con la moto, iniziai a preoccuparmi quando prese l’autostrada, con i caschi integrali è anche impossibile parlarsi quindi non mi restava altro che godermi il panorama abbracciato a lui.
Arrivammo davanti ad un cancello vicino Sorrento,
Io:”ora puoi dirmi dove siamo”
Giam:”casa vacanza dei miei”
Parcheggiò la moto vicino ad una fontana davanti ad una villa molto bella, antica con grandi finestre ad arco.
Io:”e che ci facciamo qui?”
Giam:”ci sta la piscina e poi cucinerò per te”
Io:”prima cosa non ho il costume e seconda non avevamo detto che non dovevi provarci?”
Giam:”per prima cosa il costume le verra fornito d’ufficio, seconda cosa non ci sto provando con lei”
Detto questo si piegò in avanti e mi baciò, un bacio a stampo tanto dolce, subito dopo avermelo dato sorrise mostrandomi dei denti bianchissimi.
Entrammo, la villa era stupenda,
Giam:”i miei la usano nei fine settimana, ma questo avevano un matrimonio, quindi è tutta per noi”
Dal giardino la vista è super, il mare che si apre sotto di noi e una piscina enorme.
Giammarco sparì mentre io giravo curiosando tra la casa ed il giardino, si presentò con un costume rosso intero
Giam:”scusa, credevo di avere di meglio, ma ho solo questo e ti andrà anche largo”
Guardai il costume, sarà stata almeno una 44/46 io porto una 36/38. Forse vide il mio sguardo interdetto
Siam:”se vuoi andiamo in paese e ne andiamo a prendere uno, per farmi perdonare sarà un mio regalo”
Io:”dai vediamo come mi sta”
Vidi il volto di Giammarco illuminarsi
Giam:”dai, puoi cambiarti sopra in camera mia o giù nel bagno come preferisci”
Optai per il bagno, indossai il costume, era grande ma non eccessivo, non mi aderiva quasi per nulla e al lato dovevo essere attenta che se mi chinavo si sarebbero visti i seni inoltre era anche molto sgambato, in compenso il sedere me lo copriva forse anche troppo.
Uscii dal bagno, Matteo stava vicino la piscina sistemando delle sdraio, aveva anche portato dei teli e aperto un grande l’ombrellone. Appena mi vide rimase come imbambolato
Giam:”non sarà della tua taglia, ma sei uno schianto”
Io:”grazie”
Giam:” la signorina è servita, tra poco le verra anche servito del succo di frutta, o preferisce un caffè?”
Io:”ma che servizio eccellente si vede che deve avere molta esperienza”
Giam:”il servizio è riservato solo alle clienti bellissime come lei”
Decisi di non rispondere più, questo gioco si stava facendo puerile, gli chiesi solo se avesse della crema protettiva.
Mi sdraiai sul lettino, si presentò poco dopo con quattro flaconi,
Giam:”li appoggio qui, scegli quello che preferisci”
Mi aveva portato creme di vari gradi di protezione più un olio che evitai accuratamente per non ustionarmi.
Giammarco spari ed io approfittai per mettere la crema su tutto il corpo, anche dove veniva coperto dal costume, il che fece aderire il costume, ma fu un effetto che spari appena fu assorbita la crema, non so se più dalla pelle o dal tessuto del costume.
Mi sdraiai, mi sentivo stanca, la mattinata era stata abbastanza impegnativa.
Presi il cell ed iniziai a girare su Facebook, una richiesta di amicizia, Daniela, accettai ed iniziai a guardare le foto.
Giammarco si presento con due bicchieri con del ghiaccio ed un cartone di succo di frutta ace, ne bevvi un pò, lui si sdraio vicino, si era messo un costume a pantaloncino blu acceso e devo dire che aveva un fisico superiore a quello che ricordavo.
La mattina mi rifiutai di fare il bagno, mentre lui ogni tanto si immergeva per raffreddarsi, il sole era caldissimo.
Mentre lui cucinava, non so cosa io riuscii anche ad addormentarmi, mi svegliai che stava apparecchiando sotto al portico, aveva preparato del riso con tonno e mais e pomodori, nulla di che, ma fu molto gentile a prodigarsi tanto.
Mangiai molto poco, non perché non fosse buono, ma non avevo proprio fame, sparecchiò e lo aiutai a lavare le poche cose che avevamo sporcato, poi ci rimettemmo sui lettini.
Parlammo tanto, non smettemmo di parlare, guardare video ed ascoltare musica, verso le tre e mezza quattro mi convinse anche a tuffarmi in acqua.
In verità lui era in acqua ed io ero seduta sul bordo con le gambe in acqua cercando di acclimatarmi, ma ridendo e scherzando mi ha trascinata dentro, riemersa mi strinse e mi baciò, io lo schizzai e mi immersi mi diedi uno slancio e riemersi dall’altra parte della piscina, giocammo in acqua ad inseguirci, fin quando non mi prese, o per meglio dir mi feci prendere, a quel punto mi abbracciò
Giam:”ora non scappi”
Io:”sicuro”
Giam:” si”
E li mi diede un bacio. Mi stringeva e mi baciava, ero felice e mi sentivo protetta, in quel momento non avrei voluta essere in nessun altro posto.
Uscimmo dalla piscina e ci mettemmo sulle sdraio, il seno mi usciva da ogni parte e la mia lotta per coprirlo era sempre più snervante inoltre era pieno d’acqua.
Basta mi ero scocciata, mi alzai e con aria seria
Io:”non farti strane idee”
Lo dissi mentre levavo le spalline e abbassavo la parte di sopra del costume rimanendo a seno nudo, avevo i capezzoli duri per il freddo, devo ammettere che avrò dato uno spettacolo di tutto rispetto anche giudicando l’effetto nel suo costume.
Mi sdraiai e aspettai di asciugarmi e mi risparmia la crema, lui non smetteva di guardare, ed io non smettevo di ripetere di non farlo.
Avevo caldo e mentre ascoltavamo una canzone mi tuffai in acqua, quando uscii dovetti lottare per non far cadere anche la parte di sotto che si era riempita d’acqua.
Lui mi aspettava fuori, appena mi alzai mi abbracciò, il mio seno contro i suoi pettorali, le sue mani che mi stringevano forte, alzai la testa e trovai lui pronto a darmi un bacio.
Io:”ti stai allargando”
Giam:”se non avessi rischiato una denuncia tu ora non saresti qui”
Io:”vero”
Mi sdraiai di schiena, presi il costume e rimpiccolii la presenza del tessuto sul mio sedere.
Giammarco accostò la sua sdraio alla mia, e si mise di schiena, parlammo a bassa voce come due idioti, era bello stare con lui.
Giam:”devi metterti la crema altrimenti ti scotti aspetta di aiuto”
Sorrisi, ma non risposi, prese il tubetto e ne fece cadere delle gocce sulla schiena, erano freddissime, mi partì la stessa scarica che avevo avuto la mattina con Daniela, sentii le sue mani spalmare la crema sulla schiena, era bravo anche in quello.
Era a cavalcioni su di me e mi spalmava la crema con massaggi dal basso verso l’alto, era veramente rilassante, poi si sposto ai miei piedi ed iniziò a spalmare sulle gambe
Giam:”sembrano non finire mai”
Io:”scemo”
Iniziò a farmi tanti complimenti, ma questa volta non mi sembravano puerili e scontati, dopo aver spalmato abbondantemente sulle mie gambe e aver fatto qualche sortita sul sedere si spostò ed iniziò a baciarmi il collo, lo lasciai fare, fin quando mi fu di istinto girarmi.
Credo che girandomi di avergli trasmesso la mia disponibilità e cosi non perse tempo a iniziare a baciarmi il seno.
Le sue mani iniziarono ad accarezzarmi dal collo al seno fino al ventre, quando provò ad andare oltre lo fermai, ma non demordeva.
Mi baciava, mi torturava i capezzoli, poi prese a succhiarmi il collo, poi il colpo di grazia, l’orecchio, quando lo fece persi la lucidità.
Al suo tentativo di entrare nel costume non opposi resistenza, iniziò a torturarmi il clitoride, peraltro altamente sensibile dato il lavoro di Daniela la mattina, ero super sensibile, iniziai a contorcermi sotto le sue dita.
Ogni volta che toccava il clitoride impazzivo, ebbi un orgasmo, così, sdraiata sul lettino.
Quando ancora ero sconquassata dall’orgasmo si alzò e mi sfilò il costume, ero cosi sfatta che non opposi alcuna resistenza, ma forse anche se avessi avuto un pochino di forza non mi sarei opposta.
Si buttò su di me e ricominciò a baciarmi, sentivo il suo peso su di me e abbracciarlo accarezzavo la sua schiena muscolosa.
In un briciolo di lucidità sperai che nessuno potesse vederci, una ragazzina minuta completamente nuda sotto questo ragazzo muscoloso.
Mi baciava e mi accarezzava iniziò a scendere lungo il collo, sul seno fino ad accucciarsi tra le mie gambe, le prese e se le mise sulle spalle e iniziò a leccarmi la figa.
In poche ore due persone mi stavano donando piacere con la loro bocca, anche se devo dire che forse Daniela era stata più brava, ma forse era per la situazione.
Comunque anche Giammarco ci sapeva fare.
Si alzò e si levò il costume mostrandomi il suo fantastico cazzo in piena erezione, quello si che me lo ricordavo perfettamente,
Io:”hai il preservativo?”
Giam:”no, non era previsto”
Io:”e allora non si può”
Giam:”sicura? Esco prima”
Io:”no dai”
Giam:”neanche dietro?”
Io:”no non mi va”
Giam:”ma sarò idiota”
Io:”sarà per la prossima”
Comunque si riposizionò tra le mie gambe e si diede veramente tanto da fare, non finivo di avere un orgasmo che me ne procurava un’altro, tra le sue dita, la sua bocca, non smetteva un secondo di torturarmi. Ero sfatta.
Ero talmente tanto eccitata che non dissi nulla neanche quando mi mise due dita nel sedere, cosa che per altro mi fa impazzire, ma che visto le richieste ed i precedenti non gli avrei a mente lucida permesso.
Ad un certo punto era distrutto, poverino, ma mai quanto le ero io.
Restammo una ventina di minuti sdraiati uno vicino l’altro ogni tanto un bacio ed un sorriso lui mi accarezzava il fianco ed io impazzivo. Mi squillo il cell, Silvì
Io:”mia sorella”
Parlai a telefono non più di un minuto, voleva sapere se fossi andata con loro e se mi sarei fermata a dormire da lei risposi di si e riagganciai.
Giam:”bagno?”
Io:”si”
Ci alzammo e ci tuffammo completamente nudi, ci mettemmo sulle scale sommerse della piscina mi disse che stava bene con me e che sperava di potermi vedere più spesso
Io:”ma se ci siamo visti ieri e oggi siamo stati tutto il giorno insieme”
Giam:”si, ma vorrei sapere se vuoi vedermi ancora”
Misi l’indice sotto al mento come se ci stessi pensando, poi lo guardai, e sorridendo dissi “si”
Mi abbracciò forte e mi baciò,
Giam:”usciamo?”
Io:”si ma prima mi faccio una vasca”
Mi tuffai e iniziai a nuotare, quando tornai lui era in piedi in uno degli ultimi gradini, l’acqua gli arrivava poco sopra al ginocchio, lo vidi fermandomi sull’altra sponda della piscina, feci la vasca di ritorno sott’acqua e riemersi davanti le sue gambe, mi levai l’acqua ed i capelli davanti gli occhi, mi attaccai alle sue gambe e mi ritrovai in ginocchio davanti a lui.
Non era in piena erezione, ma si vedeva che era parzialmente gonfio, penzolava verso il basso, ed anche cosi non era affatto male.
Lo guardai dritto negli occhi mentre cacciando la lingua gli leccai tutta l’asta, dalla cappella al pube, poi scesi nuovamente, sempre con le mani sulle sue gambe mi infilai tutto il suo cazzo in bocca.
Mentre lo tenevo in bocca roteavo la lingua attorno alla cappella, fu questione di attimi prima che diventasse troppo duro per tenerlo tutto in bocca.
Iniziai un lento pompino, distogliendo il meno possibile i miei occhi dai suoi.
Afferrai l’asta e gli leccai e succhiai anche le palle, non so cosa mi prese, ma ci misi tutto l’impegno e la maestria che avevo.
Gli presi le mani con ancora il suo cazzo nella bocca e le poggiai sulla mia testa, lui era delicato, non mi spingeva, accompagnava solo il mio movimento.
Quando sentii che stava per venire smisi, volevo che durasse di più, mi alzi e gli diedi un bacio, gli afferrai l’uccello e lo trascinai verso le sdraio, mi sedetti, lui era in piedi davanti a me, afferrai le sue gambe da dietro fino a salire fino al suo sedere, aveva un sedere durissimo, degno del David.
Senza mani provai a infilare il cazzo in bocca, ma non riuscendoci visto che curvava verso l’alto lui lo prese e lo abbassò, ma prima di metterlo in bocca con un gran sorriso,
Io:”grazie”
Sorridendogli e guardandolo negli occhi, poi presi le sue mani e le misi sulla mia testa.
Con una mano tenevo ben saldo quel pezzo di carne nella mia bocca, lo succhiavo, lo leccavo, lo cacciavo dalla bocca solo per fargli vedere la mia saliva sulla sua cappella per poi leccare come fosse un gelato e rimetterlo in gola.
Ero eccitatissima, con la mano libera iniziai a toccarmi la figa, non fu un gesto studiato per lui, era una mia necessità. Sentii il suo respiro farsi sempre più affannato,
Giam:”sto per sborrare”
Quella parola cosi volgare mi procurò un effetto immediato in me, cosi continuai con ancora più voracità, fino a sentire dei fiotti densi e caldissimi di sperma colpire la mia gola, ingoiai tutto continuando a succhiare più forte che potevo, nel durante anche le mie dita sul clitoride andarono sempre più veloci.
Si staccò da me e con due passi in dietro si sedette su un tavolino basso dove la mattina aveva messo i succhi.
Io non smisi, lo guardavo e continuavo a masturbarmi.
Io seduta su di una sdraio, con le gambe larghe mentre lui seduto con il cazzo che stava perdendo tono mi fissava, sentivo il suo sapore in gola, un rivolo del suo sperma mi scendeva dal labbro, quasi non ce la facevo a tenermi, inarcai la schiena appoggiai una mano sulla sdraio per mantenermi, continuai a masturbarmi non staccando mai i miei occhi da lui.
Seduta sulla sdraio con la schiena inarcata, i miei capezzoli durissimi puntavano dritto al cielo.
Non smisi fin quando ebbi l’orgasmo inarcando ancora di più la schiena fino a lasciarmi cadere sulla sdraio e godendo con un urlo non troppo strozzato.
Mi accasciai sulla sdraio, ripresi quasi subito le forze, lui mi venne ricino
Giam:”sei stata stupenda”
Avevo ancora il fiatone, risposi solo con un sorriso imbarazzato.
Mi avvicinai per baciarlo, ma si spostò,
Giam”scusa, ma hai un po di roba qui”
Dicendolo con un dito raccolse un rivolo di sperma che mi pendeva dal labbro e me lo portò alla bocca, aprii le labbra e mise il dito dentro, ripulii il dito, appena finito finalmente mi diede il bacio.
Alle sette e mezza ero a casa, era vuota, feci una doccia ed andai a casa di Silvì.


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