Silvì non se lo fece ripetere iniziò a far scorrere la lama sul monte di venere fin sulle labbra della mia fica, mi afferro una gamba invitandomi ad appoggiarla sul marmo, ma visto il poco spazio mi era quasi impossibile tenerla in equilibrio, dopo qualche goffo tentativo di puntellare il piede sul marmo, reso anche viscido dall’acqua e dal sapone Silvi decise di cambiare posto.
Mi sciacquò velocemente del sapone rimasto e mi disse di andare in camera mia, non capivo cosa stesse architettando, ma di certo non potevo rimanere così.
Entrai in camera rimasi in piedi al centro della stanza il pavimento freddo sotto i miei piedi risvegliò i miei pensieri, vedevo me stessa in modo diverso non più l’Elisa che aveva vergogna di mostrarsi nuda o legata dagli stereotipi di un’educazione pudica e avvolte bigotta, mi sentivo libera e felice come se avessi finalmente trovato la mia vera natura.
Silvì entrò nella stanza con un telo sotto al braccio ed una bacinella che manteneva con entrambe le mani, poggiò il recipiente sul letto e stese il telo di traverso sul letto
S:” su sdraiati sul letto”
Ubbidii divertita all’ordine di mia sorella, mi distesi rivolta verso la porta,
S:” anche l’estetista mi metto a fare”
Risi alla sua esclamazione.
Mi sdraiai sul letto con le ginocchia piegate, Silvì spalmò nuovamente la crema e continuò il suo lavoro.
Mentre denudava la mia intimità, io mi ritrovai a fissare il soffitto divertita dalla situazione, mi sentivo bene ero felice rilassata, finalmente pensavo a tutto ciò che era successo in quei giorni senza paura, angoscia o remore.
Silvì scosse il rasoio nell’acqua della bacinella, poi esordi
S:” Fatto”
Alzai la testa per guardare, il mio sguardo scorreva dal mio seno fino al monte di venere senza incontrare più quel folto ciuffo che mi aveva accompagnato nella mia vita.
Mi alzai e mi misi davanti lo specchio il monte di venere creava una leggera protuberanza per poi tuffarsi tra le mie gambe e dividersi nelle grandi labbra.
Silvì ancora seduta sul letto mi disse:” aspetta vieni qua ho mancato un punto” ritornai sul letto, ma Silvì disse:” di mettermi di schiena piegata sulle ginocchia”, passò la mano bagnata tra la mia fica e il sedere e con pochi gesti rasò l’ultimo punto.
Mi asciugò con l’asciugamano poi mi disse:” ho un costume da darti”.
Silvì usci dalla stanza, io rimasi in ginocchio sul letto, dopo neanche secondo sentii dei passi mi girai credendo fosse mia sorella ruotai il busto, era Matteo che era uscito dalla doccia, addosso aveva solo un asciugamani allacciato in vita ed i capelli ancora bagnati.
Ero di schiena inginocchio sul letto completamente nuda ed il fidanzato di mia sorelle era li a guardarmi e la cosa non mi dava il minimo fastidio, Matteo restò un paio di secondi a guardami il sedere poi lanciò sul letto un tubetto dicendo
M:” Silvì sta rovistando nella valigia mi ha detto di spalmarti questa” presi il tubetto era una crema idratante, poi guardai Matteo che era rimasto sull’uscio della porta e gli chiesi:
Io:“ ti piace?”
M:” si stai bene”
Io:” ma si vede da dietro?”
M:” più o meno”
Mi voltai per far vedere il mio nuovo look, Matteo rimase con gli occhi sbarrati, io lo guardavo divertita, ma volevo osare di più presi la crema ne misi un po’ sulla mano ed iniziai a spalmarla tra le mie cosce arrivando con le dita fino al culetto per poi risalire fino al monte di venere.
Mi eccitava che Matteo fosse li a guardarmi, più vedevo il telo che avvolgeva il suo busto tendersi più rallentavo i miei gesti.
Mi stavo esibendo per lui e mi piaceva da matti, ancora in ginocchio mi chinai in avanti poggiando il viso sul telo per avere entrambe le mani libere.
Ero in ginocchio con il viso poggiato sul telo con il sedere rivolto verso il fidanzato di mia sorella che mi spalmavo la crema idratante sulla mia figa completamente nuda e glabra, in quella posizione Matteo poteva godere della vista della mia figa e del mio culetto unti e lucenti della crema e dei miei unori.
Sentii arrivare Silvì, ma la cosa non mi disturbò affatto anzi volevo vedere come reagiva a questa scena, Matteo invece uscii dalla stanza forse per non farsi beccare a guardarmi chi lo sa.
Io invece misi il viso in modo da vedere Silvì entrare in camera, lei entrò già pronta con un costume lilla in mano, rimase sull’uscio della porta a guardarmi senza proferire parola.
Per mostrarmi meglio a lei avevo fatto passare una mano tra le mie gambe e con l’altra mi mantenevo il sedere se possibile più aperto cosi da mostrare lo splendido lavoro che aveva fatto.
La mia mano continuava ad accarezzarmi unta della crema che mi aveva mandato, facevo scorrere la mano lungo le grandi labbra stringendole tra le dita, ma senza mai osare penetrarmi con la mano con la quale reggevo il mio sedere iniziai a giocare con il mio forellino ormai lucente di crema.
Silvì si sedette sul letto, mi diede uno sculaccione sul sedere e disse:
S:” brava la mia sorellina, e facevi tanto la santarellina! Vestiti che mi ha telefonato papà alle due e mezza sta qua e se non andiamo a mare poi non ci andiamo più!”
Non avevo capito se le aveva dato fastidio il mo siparietto, ma feci finta di nulla, sbuffai e mi girai.
Silvì mi diede il costume invitandomi a metterlo d’avanti a lei, era un costume lilla con dei fiorellini stampati bianchi la mutandina era un tanga veramente imbarazzante, dietro non aveva altro che un filo sottilissimo, mentre il regi seno era fatto da due triangolini.
Lo indossai velocemente ed andai a guardarmi allo specchio, mi voltai per vedere l’effetto, praticamente non copriva nulla, in più il mio culetto bianco risaltava tantissimo.
S:” non ti piace?”
Io:” si, ma non è troppo?”
S:” con il culetto che hai? E poi ora che sei rasata te lo puoi permettere!”
Io:” mi imbarazza un pò!”
S:” bene è quello che volevo!”
Silvì uscii dalla stanza invitandomi a fare presto altrimenti se ne sarebbero andati.
Presi un vestitino rosa e lo indossai, pronta mi presentai nell’entrata dove Silvì e Matteo mi aspettavano.
Mentre scendevamo le scale per arrivare al mare rimasi in silenzio concentrata sullo sfregamento del tessuto del vestitino sul mio sedere nudo.
Arrivati sulla spiaggia sistemammo i teli, all’inizio ero un po’ imbarazzata a mostrarmi a tutti cosi, ma ci volle poco per levarmi questa sensazione da dosso, anche se Silvì si divertiva a stuzzicarmi chiedendomi di tanto in tanto di prendere il sole di schiena o di fare una passeggiata sul bagno asciuga.
Verso l’una tornammo a casa, la telefonata di papà arrivo presto, dopo una rapida doccia mettemmo tutti i bagagli nell’entrata e ci sedemmo ad aspettare.
Alle due e mezza sentimmo bussare alla porta eravamo tutti seduti nella sala da pranzo d’avanti la tv, mi alzai per andare ad aprire Silvì mi corse dietro si parò d’avanti, mi guardò fissa negli occhi e tenendomi il viso tra le sue mani mi diede un bacio a stampo sulle labbra, le mie braccia rimasero lunghe sui miei fianchi, mia sorella si stacco un secondo dalla mie labbra prese le mie mani
S:” tra di noi non finirà mai?”
Io:” no mai”
S:” promettimelo!”
Io:” sono tua!”
Mi strinse forte e mi baciò, quel bacio sarebbe continuato per sempre se non fossimo state interrotte dal campanello.
Aprimmo
Io-S:” ciao papà!”
Nel viaggio di ritorno mio padre non fece altro che parlarmi dell’università chiedendomi cosa volevo fare, io ero seduta sul sedile d’avanti mi voltai e guardai Silvì che guardava distrattamente fuori al finestrino
Io:” ho deciso vado a giurisprudenza a Napoli cosi per farvi risparmiare potrei vivere con Silvì”
Mia sorella mi guardò, il suo viso si illumino del suo splendido sorriso.
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«Bel capitolo di preparazione.
Brava»
«Cambia tema, adesso risulta sempre la stessa cosa, stancante.»
«Quando si scrivono storie così lunghe, bisogna stare attenti ai particolari. All'inizio scrivi che all'epoca avevi sedici anni, quindi è molto improbabile che tuo padre ti avesse chiesto ragguagli circa l'università. Incomincio a dubitare che tu sia femmina, perché scrivi più volte l'espressione " regi seno ", che non esiste, in luogo di reggiseno; scrivi "d'avanti" con l'apostrofo! ma quando mai. Scrivi "rasò" al posto di rase, oppure " bagno asciuga" invece di bagnasciuga (sarebbe meglio battigia); insomma dimostri delle carenze tali da farmi dubitare che tu abbia superato la terza media e mi fermo qui. Nel complesso la storia è buona, ma dovresti affidarla a qualcuno che te la potesse correggere prima di pubblicarla.»