La mattina mi svegliai prestissimo la luce a malapena illuminava la stanza da letto, mi alzai ed uscii in punta di piedi non volevo svegliarli, erano troppo carini abbracciati l’uno di fronte l’altro.
Andai nel bagno poi per non fare rumore andai sul terrazzo, di mattina la vista era ancora più bella, si vedeva in lontananza una nave, forse un traghetto.
Mi misi sul dondolo il sole mi riscaldava un po’, data l’ora faceva freddo ed indossavo solo il pigiama per non fare rumore non avevo neanche cercato le ciabatte.
Rimasi lì a pensare alla sera precedente all’intervento di Matteo che mi aveva allontanato quello sfigato solo in quel momento ripensai lucidamente a quello che avevamo fatto nel bagno.
Mi domandavo quanto era stato voluto da mia sorella e quanto era successo per l’alcol e per colpa mia, anche se non mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto.
Fui risvegliata dai miei pensieri da un movimento del dondolo, ero cosi assorta che non avevo visto Matteo arrivare e sedermi vicino.
Lo guardai mentre ancora ero assorta nei pensieri, fui ridestata da una folata di vento che mi fece tremare dal freddo.
Lui mi guardò, sorrise e mi diede il buon giorno, non so il perché, ma non riuscivo a guardarlo in faccia ero imbarazzata per quello che era successo la sera prima.
Cercando di fare finta di nulla gli augurai il buon giorno e gli domandai se Silvì dormiva ancora, lui mi rispose che si erano svegliati sentendo aprire il balcone e che poi si era riaddormentata.
Non sapevo cosa dire per rompere l’imbarazzo, ma non ci fu bisogno lui mi chiese se poteva farmi delle domande, gli risposi di si.
M:” era la prima volta che tu e Silvì vi baciavate?”
Io:” no, non era la prima volta”
M:” lo fate da molto?”
Io:” la prima volta una settimana fa”
M:” quindi qui a mare?”
Io:” si”
M:”ma siete sorelle!?!”
Io:” lo so, sorellastre”
M:” sempre sorelle siete”
Io:” lo so, ma tra me e lei c’è sempre stato un rapporto stretto anche se mai avrei immaginato di arrivare fino a questo punto”
M:” ma vi amate o cosa?”
Io:” è un amore diverso”
M:” non so se essere geloso”
Io:”non devi esserlo, lei è innamorata persa di te tra me e lei è diverso”
M:”sarà!”
Io:” poi parlane con Silvì”
M:”ed io che ruolo ho?”
Io:” perché non ti piace il tuo ruolo?”
M:”no non dico questo! Ma non so come comportarmi”
Io:” neanche io”
M:” stanotte ho pensato e ripensato a quello che è successo”
Io:” anche io”
M:” ad esempio ora ho una voglia matta di continuare quello che abbiamo iniziato ieri”
Io:” meglio di no, senza Silvia meglio evitare”
M:” hai ragione”
Ero imbarazzatissima lui mi aveva appena chiesto di fargli un pompino, non riuscivo ad alzare lo sguardo e per non fargliene accorgere giocherellavo con il laccetto del cuscino del dondolo, mentre Matteo continuava a parlare sentimmo dei passi sulle scale era Silvì con la faccia assonnata che ci guardò e disse:” ma che fine avete fatto, mi sono svegliata perché avete lasciato il balcone aperto ed entra un’aria gelida poi mi sono girata e non c’era più nessuno” mentre lo diceva si stiracchiava e sbadigliava, poi si sedette al centro appoggiando la schiena e la testa su Matteo e le gambe sulle mie.
Matteo le diede un bacio e le accarezzo la guancia lei prese il braccio e si fece abbracciare dicendo:” ho freddissimo” non era la Silvì della sera precedente questa era una bimba in cerca di coccole, sembrava indifesa e sprovveduta, cozzava pesantemente con Silvì che la sera precedente aveva diviso il suo amore con me.
Rimanemmo un po’ di tempo cosi in silenzio, io guardavo mia sorella beata tra le braccia di Matteo poi decisi di andare giù con la scusa del freddo.
Andai in camera mia che versava in un disordine allucinante così decisi di mettere un po’ d’ordine da quando avevo messo le mie cose nell’armadio il primo giorno poi avevo buttato tutti i vestiti su di una sedia.
Rimasi in camera per un paio d’ore ogni tanto sentivo la porta del bagno e Matteo e Silvì parlare, ma non uscii perché volevo che parlassero tra di loro, verso le dieci e mezza mia sorella entrò nella mia stanza e mi chiese se volevamo andare in spiaggia, io avevo già messo il costume così presi la borsa ed andammo, mentre scendevamo le scali per arrivare alla spiaggia ci raggiunse di corsa Matteo che quando eravamo uscite si doveva ancora cambiare.
La mattinata fu tranquilla nulla di speciale la spiaggia era semi vuota in quanto il tempo non era dei migliori con il sole che andava e veniva.
Tornammo a casa verso mezzo giorno, ma prima passammo per un negozietto per fare la spesa, mentre io vagavo per il market alla ricerca di uno shampoo delicato ed una crema corpo idratante si avvicinò mia sorella mi diede un bacio sulla guancia mi disse:” sei troppo dolce grazie” io mi girai e le chiesi perché, ma lei mi disse che me l’avrebbe spiegato dopo.
Rimasi interdetta ed innervosita ( essendo curiosa odio quando mi rimandano le spiegazioni) uscimmo dal market ed andammo a casa.
Non ci fu neanche bisogno di farci la doccia, quindi cucinammo e pranzammo.
Dopo pranzo andammo sul terrazzo e dopo le classiche telefonate di rito dei nostri genitori, mi misi a sentire la musica leggendo un libro, ma mentre stavo tranquilla iniziò a piovere, ma che dico piovere diluviare.
Corremmo tutti in casa trascinandoci i cuscini per non farli bagnare, io andai in camera a cambiarmi, quei pochi minuti erano bastati ad inzupparmi da capo a piedi.
Entrai in camera e mi spogliai, presi un asciugamano e mentre decidevo cosa mettermi me l’avvolsi all’altezza del seno, aprii l’armadio dove avevo buttato alla bene e meglio tutta la roba che avevo ammonticchiato sulla sedia e iniziai a scavare per trovare un pantaloncino ed una maglietta, sentii aprire la porta era Silvì che ridendo indicò l’armadio dicendomi:” vedo che hai fatto ordine!” io non le risposi neanche, a casa a Benevento ormai si era rassegnata e non entra neanche più in camera mia.
Finalmente trovai una canottiera la misi sul letto e mi rimisi a cercare un pantaloncino, Silvì si sedette sul letto e mi disse:” conoscendoti ti sarai arrovellata il cervello cercando una spiegazione a quello che ti ho detto” io non volevo darle la soddisfazione di pregarla mi girai e dissi:” se lo sai perché mi lasci appesa?” lei:” perché mi piace stuzzicare la tua curiosità!” io mi girai e gli feci la linguaccia.
Battendo le mani sul letto mi invitò a sedermi accanto a lei, lo feci ( ero troppo curiosa) lei si sistemò e mi disse:
S:” ti ho detto grazie per quello che hai fatto stamattina”
Io:” per cosa? ” non credevo che Matteo le avesse riferito della proposta della mattina.
S:” per quello che hai detto a Matteo”
Io:” cosa ti ha detto?”
S:” che stamattina lui ti ha domandato di noi… cioè del bacio che ci siamo date”
Io:” era preoccupato e lo capisco, ma l’ho rassicurato.”
S:” sei stata molto dolce a fargli capire che io lo amo e che a te ti amo in maniera differente”
Io:” vuole sapere che ruolo ha nel nostro rapporto e i suoi limiti”
S:” lo so che ti ha fatto capire che avrebbe voluto un…. Si dai hai capito”
Io:” si l’ho capito, ma senza di te mi sembrerebbe di tradirti”
S:” se non lo so mi incazzerei un poco”
Io:” ti capisco ”
S:” è che non so quali sono i limiti, cioè all’inizio il limite era la tua volontà ora non so”
Io:” beh devi parlargli chiaro”
S:” prima volevo sapere tu cosa ne pensi”
Io:” che ne penso non lo so!”
S:” abbiamo iniziato dove ti vuoi spingere?”
Io:” tu mi piaci in un certo senso ti amo e Matteo che dire è un figo, ma questo già lo sai”
S:” è proprio bono! Quindi per te non ci sono limiti”
Io:” no almeno non adesso, ma dipende se a te non da fastidio”
S:” prima il pensiero mi dava fastidio, ma ora non più, anzi mi eccita poter avere le due persone che amo contemporaneamente e poter donare a lui non solo me, ma anche te e dividere con te la persona più importante della mia vita!”
Le buttai le bracci al collo e la baciai, fui così irruenta che per poco non cademmo dal letto, la baciai con passione mi staccai ed iniziai a darle tanti baci a stampo mentre le dicevo velocissimamente: “ti amo ti amo ti amo ti amo” lei rideva e mi diceva:” si si anche io, ma ora calmati!” rimanemmo un paio di secondi con le fronti appoggiate lei mi diceva che mai e poi mai avrebbe pensato a quello che stava succedendo, che mi amava e che non mi avrebbe mai fatta soffrire.
Rimase in silenzio poi sentii una mano che scivolava sulla spalla, mi slaccio l’asciugamano che cadde sulle mie gambe lasciandomi a seno nudo, mi guardò poi disse:” sei bellissima” ci baciammo ancora.
S:” alzati” lo feci e cosi l’asciugamano cadde per terra lasciandomi completamente nuda alla vista di mia sorella.
S:” sei bellissima” io arrossii, poi mise una mano sul mio collo e la lascio scivolare sui miei seni, aveva le mani fredde appena arrivarono ai miei capezzoli diventarono duri, ma le sua mani continuarono a scendere passarono sul mio ventre giungendo alla fica dove accarezzo i pochi peli che avevo.
Mi prese per i fianchi e mi tirò a se iniziò a baciare il mio ombelico, sentivo la sua lingua roteare attorno ed entrarci dentro, le sue mani stringevano il mio sedere, abbassò la testa spingendosi sulla mia fica.
Mi fece appoggiare una gamba sul letto lasciando il mio fiore esposto alla sua lingua e alle sue dita che da dietro mi penetravano la fica.
Era una sensazione unica le tenevo le mani sulla testa porgendole il bacino per agevolare le sue labbra, ero felice perché anche lei mi amava e mi stava donando il suo amore.
Si stacco dalla mia fica si alzo si sfilò la maglietta rimanendo a seno nudo mi fece stendere sul letto e si butto su di me.
Ero sdraiata sul letto lei era su di me la sua gamba strusciava sulla mia fica le sue mani accarezzavano i miei seni, io le accarezzavo la schiena scontrandomi con il pantaloncino che ancora indossava, in quel momento decisi che volevo averla.
La feci stendere, era bellissima, le diedi un bacio poi in ginocchio sul letto poggiai le mani sull’elastico del pantaloncino e lo sfilai insieme allo slip, rimase nuda.
Rimasi un paio di secondi a guardare il corpo nudo di Silvì , mi chinai ed iniziai a baciarle il collo le mie mano scivolavano sui seni e sulle sue braccia.
Iniziai a scivolare sul suo corpo continuando a baciare ogni centimetro di pelle che trovavo, i miei seni strusciavano sul corpo caldo di Silvì il contatto dei miei capezzoli con i suoi fu fantastico riuscivo a sentire i suoi capezzoli duri premere contro i miei, ma non volevo fermarmi continuai a scendere ritrovandomi quei fantastici seni d’avanti alle labbra, strinsi i seni nelle mie mani ed iniziai a divorarle i capezzoli.
Roteavo la lingua intorno all’aureola i capezzoli erano durissimi passavo da un seno all’altro gustandomi quei momenti magici.
Non sazia dei suoi seni continuai a scendere sul suo corpo scivolai sul suo bacino leccai il suo ombelico, ma a quel punto la voglia di giungere alla sua fica fu troppa mi inginocchiai tra le sue gambe, non avevo mai leccato un’altra donna in vita mia , mi ritrovai a guardarla tutta rasata e rosa luccicante dell’eccitazione che ci stavamo donando.
Avevo timore per quello che stavo per fare non perche non lo volessi, ma solo perché non credevo di saperlo fare.
Iniziai ad accarezzare le sue gambe lisce, le baciavo lentamente risalendo per l’interno coscia poi mi scontrai con la sua figa, vidi le mani di Silvì aprire il suo fiore offrendomi cosi la sua fica completamente aperta.
Quel gesto mia aveva eccitato, mi tuffai tra le sue gambe con tanta irruenza che dopo pochi colpi di lingua Silvi mi disse:” più piano” ripresi fiato ed iniziai ad esplorare la sua fica con la bocca. Succhiavo le sue grandi labbra poi pian piano giunsi al suo clitoride che lucente svettava come un piccolo pene, appena iniziai a leccarlo mia sorella ebbe un sussulto ed i suoi gemiti si intensificarono, leccavo avidamente il clitoride lo succhiavo, la mia lingua lo torturava, volevo sentire l’orgasmo di Silvì nella mia bocca.
Leccavo il suo clitoride con piccoli colpi veloci poi scesi nel solco delle sue grandi labbra fino a trovare il buco della sua fica dal quale scendevano piccoli rivoli di umori mischiati con la mia saliva.
Restai a leccarla fin quando sentii la sua figa avere degli spasmi, sentii la sua mano poggiarsi sulla mia testa, il suo bacino che fino a quel punto era stato fermo in quel momento spingeva sulla mia bocca, continuai a leccarla seguendo il suo corpo che si spostava dagli spasmi dell’orgasmo, fin quando non si fermò.
Mi alzai lei era sudata sentivo il suo respiro affannato soffocato dalla mia maglietta che stringeva nella sua bocca per non far sentire i suoi gemiti, ancora si contorceva dagli spasmi dell’orgasmo, io ero felice perché ero riuscita a farla godere e ad assaggiare il suo orgasmo.
Mi sdraiai vicino a lei e l’abbracciai le diedi un bacio e restammo cosi per un paio di minuti senza dire neanche una parola.
Silvi girò il viso e mi sorrise poi mi disse:” ora tocca a me”.
Si sedette sul letto chiedendomi di sedermi tra le sue gambe, non capivo cosa volesse fare, ma lo feci.
Sentivo il calore del suo corpo appoggiato alla mia schiena nuda, i suoi seni premevano contro il mio corpo, appoggiò la testa sulla mia spalla ed iniziò ad accarezzarmi.
Le sue mani mi accarezzavano i seni scendevano sul ventre e risalivano, sembrava che non volesse mai arrivare a toccarmi tra le gambe per farmi soffrire.
S:” sei stupenda”
Io:” Tu sei stupenda”
S:” mi hai fatto impazzire ora devo ricambiare”
Io:” sono tua”
S:” dimmi la verità mentre mi leccavi hai pensato a Matteo?”
Io:”no!”
S:” non ti credo!”
Io:” forse un pochino”
S:” lo vuoi?”
Io:”Matteo?”
S:” si ”
Io:” ora voglio te!”
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«Bella evoluzione»