Quando in palestra mi alleno difficilmente perdo tempo in chiacchiere, ascolto la musica e rimango concentrata sull’esercizio in corso. Sono tanti i bei ragazzoni giovani che molto educatamente si avvicinano o cercano di scambiare qualche parola ma oltre lo stretto indispensabile non vado.


Qualche giorno fa, dopo il consueto allenamento, ho deciso di ritagliarmi un oretta per sauna e relax  e con un costumino abbastanza succinto di colore bianco e il telo mare sono andata; metà mattina, un martedì, poco affluenza e per lo più pensionati.


Decido per la sauna più leggera, doccia ed entro. Saluto una ragazza e mi sdraio nell’angolo opposto al suo. I nostri piedi sono a circa mezzo metro gli uni dagli altri quindi abbiamo spazio entrambe per muoverci senza recare danno all’altra. 


Divarico leggermente le cosce e con la mano mi sfioro delicatamente la patatina; lentamente strofino tre dita sopra il costume ruvido e bagnato che essendo bianco è diventato trasparente ma non mi importa perché tanto siamo solo io e la ragazza.  Ho gli occhi chiusi e sono rilassata, la patatina inizia a bagnarsi e con il dito medio faccio pressioni sul clitoride; involontariamente emetto un piccolo gemito. Guardo la ragazza e m’accorgo che mi sta osservando.


 



“Scusa, mi sono rilassata e per un attimo ho provato un brivido.”


“Non ti devi scusare, scherzi, anzi mi sta piacendo molto guardarti. Piacere io sono Mara.”


“Lieta di fare la tua conoscenza, Mara, mi chiamo Elena.”


 



Bel fisico, alta, capelli rossi lunghi, labbra carnose ma eleganti e distinte, longilinea, tonica e seno sodo, una terza. La vedo timida e in imbarazzo ma allo stesso tempo curiosa e affascinata dalla situazione.


 



 “Non ti ho mai vista in questa fascia oraria, sei una nuova socia oppure frequenti il club in un altra fascia oraria?


“Di solito vengo il pomeriggio, ma questa notte è tornato mio marito da uno dei suoi lunghi viaggi di lavoro a Dubai e così finché sarà a casa verrò la mattina.”


“Così giovane e già sposata, complimenti per l’audacia”


“Eh eh, grazie, comunque ho trent’anni; non sono poi così tanto giovane.”


“Tesoro, secondo me sei una cucciola”


 



Dicendo queste parole mi sono alzata e accarezzando la sua guancia le ho strizzato l’occhio sorridendo. Brillante e lucente di luce propria, gioventù, sorride e timidamente mi prende la mano portandosela al seno.


Cambio posizione, mi siedo accanto a lei. Sospetto sia una di quelle giovani troiette succubi al protocollo sociale e quindi sempre perfette e composte senza mai avere la possibilità di esprimere o comportarsi come gli pare e piace. 


Inizio ad accarezzarla e lentamente infilo le mani sotto il reggiseno, la osservo, chiude gli occhi e alza la testa, apre leggermente la bocca e sospira di piacere.


Pizzico il capezzolo per avere la sua attenzione, subito mi guarda in attesa di ordini.


Lo sapevo, è calda e libidinosa. Sorrido, le dico di tornare ad appoggiarsi e godersi il momento. Mi assicuro che non ci siano altri soci fuori dalla sauna quindi le slaccio il reggiseno del costume e la osservo. Bellissima, i capezzoli turgidi lasciano percepire la sua carica sessuale e il petto in fuori mentre il viso mostra uno sguardo imbarazzato dicono prendimi e fammi godere come una troia in calore perché nessuno lo fa.


Le sfioro la coscia e salgo fino ad un centimetro dalle grandi labbra coperte dal costumino. Percorro qualche centimetro in avanti e altrettanto indietro, posso sentire i suoi brividi. Mi stacco, fissandola negli occhi appoggio le dita sul suo giovane fiorellino. Sento il clitoride ingrossato è bagnata, ne sono sicura. Inizio inaspettatamente un veloce movimento sopra e sotto e di tanto in tanto cerco di penetrare il buchetto facendo sgattaiolare le dita sotto il costumino. 


La cagna inizia a godere, geme prima silenziosamente ma poi si lascia andare e alza il tono. Che bella. Ho tre dita nella sua patatina e ne vorrebbe ancora. Come la tocco salta; decido quindi di penetrarle il culetto che con gioia accoglie il mio dito indice.


Vorrei farla squirtare, se lo merita. Aumento la velocità e la penetrazione nella patatina, cambio posizione per essere più comoda e le sposto il costume, adesso ha tutta la fighetta fuori. Le mie dita dentro di lei m’avvisano che è quasi pronta, si avvicina il momento di sfilare fuori senza preavviso… pompo ancora… estraggo di colpo e la fisso. Dalla patatina schizza fuori tutto il suo amore, un getto forte e copioso che in parte finisce sulle pietre della sauna ed evapora sprigionando l’odore della lussuria.


 



“Ahhhh Ahhhh che bello siiiiiiii”


“Brava amore, godi senza vergogna, sei una troietta libidinosa”


 



Le prendo la testa e me la metto sul seno tenendogliela stretta forte, immobilizzata. Sento le scariche dei suoi brividi. Restiamo così per qualche minuto.


 



“Wow, Elena mi ha fatto impazzire. Grazie.”


“Sei una perla bellissima e lussuriosa, il tuo corpo chiede amore. Quante volte alla settimana fai l’amore con tuo marito?”


“Magari, mio marito è sempre fuori per lavoro fa l’agente immobiliare a Dubai e trascorre quasi tutto il tempo dell’anno là. Torna a casa qualche giorno ogni mese ma nulla di più. Mi scopa un paio di volte al mese.”


“Ho capito. Hai qualche ometto che ti soddisfa?”


“No, quando esco sono con amiche sposate molto puritane e le occasioni di conoscere persone sono pochissime; inoltre sono sicura che se mi vedessero con un altro uomo lo andrebbero a dire ai mariti che lo direbbero al mio.”


“Mi piacerebbe invitarti a pranzo da me, mio marito è fuori saremo solo io e te. Si potrebbe conoscerci meglio”


“Ne sarei onorata, volentieri.”


 



Dopo la sauna, nello spogliatoio del Club, ci scambiamo i numeri di telefono restiamo d’accordo che verrà da me fra un oretta dopo aver sbrigato una commissione per suo marito.


 



Suona il campanello alle 13.30.


Mara è molto elegante, la osservo mentre si avvicina alla porta e ha tutta l’aria della modella, bella e affasciante. 


 



“Benvenuta, accomodati”


“Ciao Elena, grazie; permesso. Che bella casa che hai, complimenti.”


“Grazie, mio marito è architetto e l’ha progettata lui con i miei suggerimenti, ovviamente. Vieni, beviamo un aperitivo, è già tutto in tavola. Ho pensato che una donna bella e sensuale come te avrebbe gradito un pranzo giapponese quindi c’è del sushi, sashimi, i pisellini verdi che mi piacciono tanto e degli yakitori.”


“Adoro la cucina asiatica, ottima idea.”


 



La sua timidezza è evidente, misura le parole con attenzione e le pronuncia con un lievissimo tono di insicurezza, sorridente ed educata.


Verso due calici di bollicine e gliene porgo uno, brindiamo e iniziamo a chiacchierare. Le bollicine la allentano, si sbilancia e si confida.


 



“Elena, posso chiederti una cosa?”


“Certo tesoro, chiedimi quello che vuoi”


“Hai masi scopato con più uomini contemporaneamente?”


“Si, certo; lo faccio regolarmente e spesso mio marito mi guarda. E tu?”


“No, mai ma mi piacerebbe tanto. L’altra notte, mentre aspettavo mio marito dall’aeroporto, ho involontariamente aperto un sito porno, c’era in evidenza un video che ritraeva tre uomini col il cazzo enorme che si scopavano una donna sola. Mi sono bagnata subito e non ho resistito. Ho caricato e guardato il video. Invidiavo la protagonista, era circondata da questi tre maschinoni col il cazzo grosso che la sottomettevano alla loro volontà e lei, impotente e libidinosa, li lasciava fare senza opporre resistenza.”


“Mmm stuzzicante. Ma tuo marito, cosa direbbe?”


“Non lo saprebbe, è sempre via e chi sa cosa combina. Tu saresti in grado di organizzarmi una notte così?”


“Credo di si, credo si possa fare. Prima, però, è il caso di provare situazioni intermedie, sei disposta ad eseguire tutte le mie richieste affinché tu possa essere preparata a più maschi?”


“Si, sono disposta a tutto. Ti prego Elena, insegnami a soddisfare le mie voglie. Sono solo una troia in calore. Ti prego, aiutami.”


“Va bene. Adesso spogliati, vado a prenderti un giochino che dovrai indossare durante il pranzo.”


 



Vado in camera e dal cassetto del comodino prendo la coda di cavallo con il dido medio, azzardato ma fiduciosa. 


 



“Ecco, tieni. Indossala.”


“Che cos’è?”


“E’ una coda di cavallo; il dido si infila nel culetto e si lasciano scorrere fuori i lunghi fusti di pelo. Proprio come i cavalli. Una volta infilata fai una piccola passeggiata e mostrati. Sculetta, così il pelo della coda oscillerà”


“Ma… Elena io mi vergono…”


“Senti, ho fai quello che ti dico oppure ti puoi rivestire e andartene. E’ chiaro. Tu fai quello che ti dico senza obbiettare. È chiaro?”


“Certo, scusa se mi sono permessa di obbiettare.”


“Brava, se sarai obbediente ti premierò. Dai, girati, chinati a novanta e mostrami come ti infili la coda di cavallo nel culetto. Leccati le dita e bagnati il buchino.”


“Si, va bene.”


 



Lo sapevo, Mara è una cucciola che desidera solo essere presa per mano e accompagnata nei meandri più profondi e depravati della lussuria libidinosa. 


La educherò a dovere e ci divertiremo molto.


Da brava servita si gira, mi mostra il culetto sculettando un pò e si china. Si prende in bocca tre dita per umidificarle e porta parte della sua saliva sopra il buchino del culetto. Massaggia bene tutt’intorno l’ano e si umidifica. Prende la coda, appoggia il dido e inizia a fare pressione. Muove la mano, il dido inizia a divaricare il buchino e penetra qualche centimetro.


 



“Ah mi fa male… è grosso.”


“Non ti fa male, sei tu che non lo accogli; rilassa i muscoli delle natiche e premi più forte il dido”


 



Esegue. Rilassa i muscoli e si penetra col dido. Geme e il suo volto manifesta godimento. Gli occhi chiusi, la lingua bagna le labbra e questi urletti mi eccitano, mi tocco.


 



“Barva. Adesso alzati e sfila per me.”


“Si Padrona. Posso chiamarti Padrona?


“Si, puoi. Adesso sfila.”


 



Percorre qualche metro sculettando così che i fusti del pelo della coda possano oscillare. E’ una vacca in calore. 


Durante la sfilata il suo volto era rosso dalla vergogna e in generale le spalle non erano distese. Si vergogna la troia.


 



“Sei bellissima tesoro. Non vergognarti, sei una vacca devi accettarlo. Adesso pranziamo ma tu non potrai sederti. Starai in piedi con il piattino in mano.”


“Agli ordini”


 



La sua patatina era fradicia, senza nemmeno averla toccata gli umori avevano formato una candela che dalle grandi labbra scendeva a terra. Durante la camminata gli umori le si attaccano all’interno coscia e la candela scende fino al ginocchio. E’ molto sexy.


Durante il pranzo le ordino per lo più di muoversi per farle prendere confidenza col la coda di cavallo e oltre a questo mi faccio leccare la figa. 


 



“Tesoro voglio che fai la cagnolina e vieni a leccarmi la figa.”


“Si padrona”


 



Diligentemente Mara si china e avanzando a quattro zampe arriva fino davanti a me. Aspetto qualche secondo prima di aprire le cosce, aspetto il suo sguardo per dargli il mio permesso. Divarico le cose e Mara resta ferma, brava ha capito, con un cenno le concedo di avvicinarsi e leccarmi.


E’ timida ma brava, inizia dalle grandi labbra, solo lingua, qualche bacio e lentamente avanza fino a penetrami. Le accarezzo la testa, premendola di tanto in tanto. Inizia a prenderci gusto, lecca e sculetta. Vederla così arrapata mi eccita.


Le lascio leccare per un quarto d’ora, un bel pasto, dopo di che andiamo in camera.


Indosso la cintura fallica che uso con mio marito e le ordino di sdraiarsi sul letto.


E’ obbediente ed eccitata, esegue. Si stende col le cosce divaricate.


 



“Non ti ho detto di aprire le cose. Troia. Adesso ti punisco.”


 



Prendo il frustino in pelle e le mollo qualche colpo deciso sulle cosce. Geme.


Altri due e poi ancora. La troia gode.


Infilo la cintura e con dolcezza avvicino il cazzo di gomma al suo fiorellino.


Strofino con delicatezza e la osservo; ha il viso paonazzo, geme e gode incontrollata. Come la sfioro salta. E’ pronta.


Affondo inaspettatamente fino in fondo, tutto, la blocco e le impedisco di svincolarsi. 


Urla dal piacere, tengo ferma la troia e la scopo. Geme e gode.


All’improvviso mi sgancio e tiro fuori il cazzo di gomma… ecco la squirtata.


Siamo rimaste insieme quasi tutto il pomeriggio, è stata obbediente e servizievole quindi per questo l’ho premiata con un regalino, un tappino anale con il brillante rosa da indossare in certi momenti della giornata.


 



Nei giorni successivi abbiamo avuto modo di incontraci spesso e giocare insieme, si è dimostrata una brava servetta calda e desiderosa di crescere.


Fra i vari compiti quotidiani che lo ho assegnato e lei diligentemente ha eseguito c’è il divieto di indossare la biancheria, minigonna, autoreggenti e tappino anale fuori dal lavoro. E’ pronta per soddisfare la prima delle sue innumerevoli fantasie.


 



Qualche tempo dopo, una mattina a colazione, mio marito mi dice che un suo caro amico, militare, sta organizzando una festa di compleanno per un suo commilitone e vorrebbe una Signora che la sera della festa vada in  caserma ad intrattenere il festeggiato e gli altri militari. Perfetto, è l’occasione perfetta per svezzare Mara.


 



“Tesoro, se portiamo anche una mia amica ti scoccia? Tu resterai a guardaci mentre io e lei ci prenderemo cura del festeggiato, del tuo amico che si ricorda sempre di noi e dei militari che vorranno giocare. Ti va?”


“Bè… si, non c’è problema. Chi è la tua amica, la conosco? Lo chiedo perché mi vergono a farmi vedere che accompagno mia moglie a farsi in caserma per farsi scopare dai militari.”


“E’ Mara, l’amica di ci ti ho parlato in questi giorni, quella con cui sto giocando da un pò e che cerco di indirizzare sulla strada della lussuria”


“Oddio… mi vergogno molto ma se questo ti rende felice… lo sai, io ti amo e la tua felicità è la mia felicità. Va benissimo amore, porteremo anche Mara. Sarà una sorpresa gradita.”


“Bravo tesorino cornuto. Come premio mi farò sborrare dentro e a casa mi ripulirai tutta, va bene? Sei felice?”


“Siiiiiiiiiii, grazie amore mio.”


“Quando sarà questa festa di compleanno?”


“Venerdì prossimo, fra due giorni.”


 



Organizzo un aperitivo con Mara per le dodici di quello stesso giorno.


 



“Ciao tesoro, come stai? Ho una sorpresa per te.”


“Elena, ciao. Una sorpresa per me? Wow, grazie, di cosa si tratta?”


“Bè se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? L’unica cosa che devi sapere è di tenerti libera per venerdì sera che verrai con noi, fuori a cena.”


“Noi… chi?”


“Io e mio marito, Max. Non ti preoccupare, il mio cornuto è obbediente e servizievole, ci tornerà utile, fidati.”


“Mmmm ma cosa avete in mente?”


“Tesoro… è una sorpresa. Vestiti da troia, voglio vederti con una mini nera in pelle, canotta bianca e tacchi alti.”


“Va bene Padrona”


 



Trascorriamo qualche piacevole momento insieme e rimaniamo d’accordo che passeremo a prenderla a casa venerdì alle diciotto.


Arriva il momento dell’incontro, Max guida veloce e siamo sotto casa di Mara con qualche minuto di anticipo. 


Sto tastando il cazzetto di mio marito quando vediamo Mara uscire dal portone del palazzo. Sento il bastone di Max diventare duro anche attraverso i pantaloni. Il maiale  si è eccitato. Mara sembra una vera puttana, se la accompagnassimo sulla statale per battere sarebbe idonea.


 



“Ciao Ragazzi”


“Ciao Mara, buona sera. Ti presento Max, mio marito. Ma non gli stringere la mano, mi ha appena fatto arrabbiare.”


“Ah, ok, perché, cos’ha fatto?”


“Mentre ti avvicinavi, guardandoti, gli è venuto il cazzo duro; vuol dire che si è lasciato andare, che ti ha visto e ha pensato di scoparti. Non va bene. Adesso, Max, parti e guida”


“Amore, mi è diventato duro perché la tua amica è molto sexy, scusami.”


“Niente scuse tesoro, lo sai qual’è la punizione quando mi accorgo che ti ecciti.”


 



Dalla borsetta prendo la gabbietta, con attenzione sfilo un pò i pantaloni di mio marito e appare fuori il suo cazzo duro.


 



“Mara, guarda il maiale. Questo è l’effetto che gli hai fatto. Bel lavoro, sei sexy.”


“Grazie Elena, anche tu sei bellissima questa sera. Ma cosa gli stai facendo?”


“Gli prendo a schiaffi il cazzetto duro per farglielo diventare molle e poi infilargli la gabbietta. Guarda, tieni, è la cinturina di castità per uomini; serve per essere sicura che tuo marito non  vada con altre.”


“Non la conoscevo. Tieni, grazie”


 



Infilo la gabbietta a mio marito, chiudo il lucchetto e infilo la chiave nella collana. Ho una camicetta scollata, i seno in vista, questa chiave la vedranno tutti e molti mi domandarono che cosa apre.


Un oretta di auto ed arriviamo a destinazione. Vedo Mara attenta e felice, forse si immagina o forse no, di certo è eccitata.


Arriviamo ad un cancello su cui è attaccato un cartello giallo con la scritta “zona militare - vietato l’accesso ai non addetti”.


C’è una guardiola con un soldato, si avvicina.


 



“Buona sera, siamo ospiti del Tenente Mattei. Io sono Max, lei mia moglie Elena e la Signorina dietro Mara.”


 



Il militare, un ragazzo giovane, si china e attraverso il finestrino abbassato di mio marito guarda dentro l’auto. I suoi occhi si catapultano subito sulle mie cosce, aperte a posta, e quando il nostro sguardo si è incrociato sul volto ha già un ghigno. Guarda Mare e resta immobile per un istante. E’ ammaliato dalla sua bellezza. La squadra da cima a fondo senza vergona mettendola in imbarazzo.


La serata comincia.


Il militare si ricompone e prende un blocco con su scritto una lista di nomi. 


 



“Ora vi apro il cancello. Benvenute signore”


 



Senza considerare mio marito preme un tasto nella guardiola e ci apre il cancello per accedere alla caserma con l’auto. Nel frattempo mio marito ha mandato un messaggio al suo amico avvisandolo che siamo arrivati ed infatti dopo qualche minuto lo vediamo comparire da una delle porte di accesso alla caserma.


 



“Max carissimo, buona sera, benvenuti. Signore, mamma mia, che incanto. Complimenti a tutte e due, siete eccezionali. Elena, molto piacere, sei sempre bellissima. Chi è questa vostra amica”


 



Stefano, l’amico militare di mio marito, senza il minimo pudore mi abbraccia e mentre mi da i bacini sulle guance mi palpa il culo davanti a Mara che accorgendosene sorride.


 



“Lei è Mara, una mia cara amica. Mara, ti presento Stefano è il Tenente di questa caserma.”


“Molto lieto Signorina Mara, incantato.”


“Signora, non Signorina; molto piacere”


 



Max e Stefano ci precedono, entriamo. Lungo la strada Mara mi dice


 



“Elena, ma mi hai portato in una caserma di militari?”


 



Mentre parlava il suo viso sprizzava gioia da tutti i pori, stava iniziando a rendersi conto di che cosa l’aspettava.


 



“Si, è la festa di compleanno di un militare sotto  Stefano. Sanno che io e Max siamo una coppia cuckold così ci hanno invitati per far giocare me e far guardare lui.”


“Grazie Elena, te ne sarò eternamente grata”


 



Il locale preparato per la festa aveva dei tavoli imbanditi con dolci, salati, vino, birra e bibite varie. Siamo in una decina di persone compresi noi tre. I militari sono tutti giovani, alti, piazzati e non ci vanno di fino.


Dopo qualche bicchiere si balla e le mani dei ragazzi le sento su tutto il corpo. Io e Mara siamo al centro di quella che per questa sera è la pista da ballo e tutti i ragazzi sono intorno a noi a palpeggiarci. Ho il seno fuori e ballando strofino il culo sull’inguine di uno di loro. Mara si sta sciogliendo, balla molto elegantemente, alza le braccia e fa scivolare fuori i seni  senza problemi. 


I ragazzi non resistono, la circondano e chi la bacia, chi la palpa avidamente che le mette la mano nella figa. In cinque minuti se la portano via.


 



Resto in pista con due ragazzi, uno mi balla davanti l’altro di dietro.  Si appoggiano,  il pacco di entrambi premere nelle mie zone intime.


Li voglio. Mi inginocchio e li affianco; sbottono i pantaloni prima di uno poi dell’altro, abbasso la zip e li calo. Sono senza boxer, il cazzo duro punta a mezzogiorno… di entrambi. Non esito e inizio a ciucciarli, prima la cappella, un colpo uno un colpo l’altro. Mmmmm che buoni che sono. Gli tasto le palle e sono dure, cariche di seme.


Cerco lo sguardo di mio marito e lo trovo subito, il maialino è seduto con il cazzo fuori. Se non l’avesse in gabbia si sarebbe già segato. Gli sorrido e staccandomi un attimo dal cazzo di uno dei due militari gli mando un bacio. 


Contraccambia. 


La situazione inizia a scaldarsi, i ragazzi mi spostano di qualche metro avvicinandoci ad un tavolo. Uno dei due mi prende in braccio e mi ci distende sopra. 


Il primo inizia a leccarmi, il secondo mi pianta il cazzo il gola. Vuole scoparmi la bocca il porco, davanti a mio marito. Ci riesce.


Il primo smette di leccarmi, si prende il cazzone in mano, mi spennella la figa e mi trafigge. Tutto. Sono cos’ bagnata che l’ho accolto senza nessun problema. 


E’ bravo, lento e poi veloce, non riesco ad abituarmi al ritmo, mi fa godere. Ho la bocca piena, gli tasto le palle e le sento dure. Qualche secondo e mi schizza tutto il seme in gola. Il maialino era carico. Mi tiene la testa, non respiro ma sono abituata, muovo la lingua sulla cappella e succhio le ultime goccioline di sborra dalla punta.


Il suo amico continua a scoparmi forte e nel frattempo mi da della puttana succhia cazzi.  


Sborra anche lui, dentro di me. Ho la figa piena, me ne da tanta. Sono stati bravi, di solito la prima sborrata di un militare arriva prima, forse non erano così a digiuno. 


Mentre i ragazzi si riprendono mi avvicino a mio marito.


 



“Amore ti sono piaciuta?”


“Siiiiii tantissimo Elena, sei unica. Grazie di avermi fatto assistere. Posso chiederti di liberarmi il cazzo e farmi una sega, per favore?”


“Tesoro… va bene. Te lo meriti.”


 



Mi chino per togliergli la gabbietta e dopo qualche minuto ha il cazzetto libero. Glielo massaggio un attimo e non appena mi chiede di succhiarglielo gli rispondo 


 



“No amore, questo no. Te lo succhierò dopo a casa se ti comporterai bene per tutta le serata. Però ti concedo si ripulirmi la patatina, il militare mi ha riempita.”


 



Senza nemmeno rispondere mio marito si inginocchia e si attacca alla mia figa. Lo sento succhiare e m’accorgo, sento, il seme del militare uscire dal mio corpo. 


Mio marito è bravissimo a leccarmi la patatina e credo che non ci sia sensazione più bella che farsela ripulire dal proprio uomo.


Dopo avermela rimessa nuovo chiedo dov’è Mara.


“Credo sia di là con i ragazzi; ho visto che la prendevano in braccio e andavano in quella direzione.”


“Vieni andiamo a cercarla. No, non tirarti su i pantaloni, toglili e resta senza. Voglio umiliarti, tutti questi ragazzi col cazzo grosso spero ti facciano capire di quanto poco sei uomo.”


 



Umiliato e imbarazzato Max obbedisce.


Sento gemere, è Mara, mi avvicino ai gemiti e vedo l’uscio della stanza dalla quale provengono. 


Entro. La scena che mi si presenta è la massima espressione della lussuria.


Mara era tenuta in braccio dal militare più alto, il suo cazzo la pentrava nella patatina e Mara aveva le cosce avvinghiate alla vita del ragazzo. Un altro militare, leggermente più basso del primo le scopava il culo. La sollevavano di peso lasciandola cadere sui loro cazzi con forza. Ad ogni colpo Mara gemeva forte, sembra una puledra che impara ad essere imbrigliata.


Gli altri due ragazzi guardavano a si segavano in attesa del loro turno.


All’improvviso i due con Mara urlano e si accaniscono su di lei con tutta la loro forza. La riempiono, si svuotano le palle in lei.


Mara è distrutta, i suo viso è stanco ma appagato. L’appoggiano a terra, lei sta per muoversi quando senza nemmeno rendersi conto viene presa dagli altri due militari che si stavano segando e la appoggiano su na branda. Lei si lascia prendere, mi guarda, sorride.


I due ragazzi iniziano a scoparla distesa, fanno il sandwich, sono due tori imbizzarriti che cercano di domare la puledra selvaggia.


Cambiano posizione, a pecorina, uno le scopa il culo l’altro la bocca.


Mara si lamenta, non respira, ma al militare sembra non importare perché le dà uno schiaffo e le spinge la testa verso il cazzo.


Vedo delle lacrime scendere dal viso di Mara, probabilmente questo eccesso di dominio la spaventa ma sono sicura che oltrepassata questa fase si renderà conto di quanto è bello essere presa e scopata contro la propria volontà. 


Mara cerca di svincolarsi ma nulla, solo quando il militare si rende conto che manca poco a farla svenire la molla. Prende fiato, spalanca la bocca e inala una grande boccata d’aria. Inaspettatamente si riattacca subito al cazzo del ragazzo e lo succhia con maestria e velocità. Il toro che le scopa il culetto sborra, scarica il seme e si accascia per qualche istante su di lei. Povera Mara, è a pezzi. I ragazzi le hanno fatto una bella messa a punto.


Manca solo l’ultimo e poi li avrà fatti sborrare tutti. Non manca molto, il maiale le punta il cazzo in viso e la imbratta, letteralmente. Dopo la schizzata la schiaffeggia col bastone. Elena esegue e ripulisce il cazzo del ragazzo che si stacca e si allontana.


In quel momento siamo solo noi tre, mi avvicino a Mara.


 



“Cucciola, come stai?”


“Elena… grazie. E’ stato più bello di quello che immaginavo.”


“Bene, molto bene.”


 



Ormai si sono fatte le due, salutiamo e ce ne andiamo. Durante il viaggio di ritorno resto dietro con Mara, la abbraccio e le trasmetto del calore umano.


E’ a pezzi. Tiene le sue mani sul mio seno e spesso la sento palpare.


 



“Elena, posso chiedere una cosa a tuo marito?”


“Si, chiedigli quello che vuoi.”


“Max…”


“Mara, dimmi, che c’è?”


“Puoi chiedere al tuo amico militare se la settimana prossima posso tornare a salutare i ragazzi?”


 



elenaeccitata@gmail.com


 


 


 


 

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