"Certo sua Eminenza, sarà un piacere avere il ragazzo fra noi, no nessun disturbo, anzi è un piacere esserle d'aiuto quand'è possibile."
Mio marito dice sempre che quando voglio so recitare meglio di Meryl Streep, e in quell'occasione forse diedi il meglio di me, interpretando la parte della signora devota. Del resto come dire di no a un cardinale, quando non solo lui, ma quasi tutto il clero cittadino, sono fra i tuoi migliori clienti ?
Inoltre avere un praticante poteva rivelarsi un buon affare, non solo perché era un mezzo nipote del cardinale stesso, e si sa che oggi faccio un piacere a te, domani non puoi rifiutarne uno a me, ma sarebbe diventato quel tuttofare a cui scaricare la parte più burocratica, del nostro lavoro di ingegneri.
Con mio marito Mauro avevamo avviato da tempo il nostro studio tecnico, e se gli affari erano sempre andati bene, anche grazie a un giro di conoscenza non da poco cardinale incluso, ma lo stesso non si poteva dire della nostra vita familiare, visto che non eravamo riusciti ad avere un figlio. Per fortuna nessuno dei due aveva dato la 'colpa' all'altro, ma anzi col tempo il nostro era diventato un rapporto sempre più aperto, non solo verso altre coppie, ma anche a terzi a prescindere dal loro sesso, soprattutto se ragazzi bisex disposti ad avere rapporti anche passivi con Mauro, oltre che attivi con me che da parte mia non disdegnavo relazioni saffiche.
La mia telefonata col cardinale terminò con un'ultima leccata di culo, mentre scrivevo i dati di Riccardo, il neolaureato che avremmo avuto come praticante di lì a qualche giorno.
"Cassia sei sicura che ci serva uno che non sa fare nulla ?" mi chiese Mauro che aveva sentito tutta la telefonata.
"No però a quello non puoi che dire sì, inoltre ci toglieremo il dover girare per uffici, e le conseguenti code fatte solo per perder tempo." risposi cercando il bicchiere mezzo pieno "Inoltre ci costerà ben poco, e coi tempi che corrono non è un fattore secondario."


Riccardo si presentò lunedì puntualissimo alle otto e mezza, e fu un più che piacevole incontro. Il ragazzo infatti era sì di bell'aspetto, e un modo di fare d'altri tempi, tanto che all'inizio ci mise quasi in imbarazzo con la sua gentilezza.
Quello che più risaltava era il suo aspetto quasi senza sesso, tanto erano delicati e per certi aspetti femminili i tratti del suo viso, mentre il suo muoversi era fin troppo sinuoso per un ragazzo. Pensai che anche se fosse stata una ragazza, sarebbe stata ugualmente carina, anzi con un po' di trucco poteva ambire ad essere veramente bella.
Col passare dei giorni però Riccardo divenne via via più sciolto, anche se sempre molto riservato per quello che riguardava la sua vita privata, tanto che iniziai a giocare un po' con lui come la classica quarantenne che vuol sedurre il ragazzino di turno.
Iniziai col tenere la camicetta il più aperta possibile, facendo sì che lui potesse intravvedere un po' del reggiseno, il tutto però senza dare troppo scandalo. A volte mi presentavo in ufficio con delle gonne ben al di sopra del ginocchio, ma anche quando erano più lunghe, le sceglievo sempre con degli spacchi abbastanza lunghi, sempre coll'unico scopo di mettere in mostra le mie gambe, che se pur non più toniche come quelle di una ragazzina, potevano sempre dire la loro.
Mia marito si limitava a ridacchiare avendo ben capito il mio gioco, mentre Riccardo appariva a volte del tutto assente, quasi non avesse mai visto una donna vestita in modo un po' sexy. D'altra parte sembrava che il nostro praticante guardasse spesso anche lui, che pure era l'essenza della formalità in fatto d'abbigliamento, tanto che ad un certo punto ci chiedemmo chi dei due fosse il reale oggetto dei suoi desideri.
"Per me a Riccardo piace il cazzo." mi disse senza mezzi mio marito mentre pranzavamo come al solito da soli "A quello puoi anche mettergliela in faccia che non se ne fa nulla."
"Secondo me hai torto e non ti sei accorto di come mi guarda le tette." gli risposi un po' stizzita "Comunque stasera vedremo chi ha ragione visto che ho deciso di chiedergli cosa gli piace, così ci togliamo il dubbio e non se ne parla più."
Come da consuetudine mettemmo come premio per la scommessa una bottiglia di Veuve Clicquot, per poi passare ad altro prima di tornare al lavoro.


Poco prima delle cinque chiesi a Riccardo se si poteva fermare per finire un lavoro, e lui accettò senza fare alcuna obbiezione, non sapendo della trappola in cui stava cadendo.
Non appena si presentò da me per chiedere cosa dovesse fare gli risposi che non avevo più bisogno di lui avendo risolto tutto da sola, passando quindi a piano preparato con Mauro
"Riccardo toglimi una curiosità, ma a te piacciono le donne ?" gli domandai cogliendo di sorpresa tanto che balbettò qualcosa d'incomprensibile "Perché lo vedo come mi guardi, e sia chiaro io sono una donna con certe aspettative in fatto di uomini."
In quel momento entrò mio marito che si trattenne a stento dal mettersi a ridere, ben sapendo che la sua sola presenza avrebbe ancora più messo in crisi il nostro praticante.
"Vedi mia moglie ti ha fatto questa domanda perché non riusciamo a capire da che parte stai, e se c'è qualcosa che odio è proprio il non sapere."
Riccardo si trovò ben presto stretto fra Mauro e me, per finire col confessare qualcosa che per noi fu una scoperta sensazionale.
"A me piacete entrambi perché io sono bisessuale, e fra voi due davvero non saprei chi scegliere."
Neanche ci fosse mai stata una gara fra mio marito e me per chi arrivasse prima al ragazzo, presi la testa di Riccardo fra le mani, per dargli un bacio che ben presto divenne un gioco fra le nostre lingue.
Quando Mauro prese di fatto il mio posto, ne approfittai per aprirmi la camicetta ed alzarmi la gonna sino a scoprire le velatissime mutandine che avevo messo quel giorno.
"Davvero non sai chi scegliere ?" domandai al ragazzo prima di mettergli la testa fra le mie tette.
"Secondo me è ancora indeciso." mi rispose mio marito dopo aver preso la mano di Riccardo per portarla sul suo pacco, che doveva esser già abbastanza gonfio.
Il nostro praticante iniziò non solo a baciare entrambi, ma a spogliarci mentre noi facevamo lo stesso con lui,  sino a ritrovarci tutti e tre nudi, scoprendo che il ragazzo portava sotto i pantaloni un tanga da donna.
"Non sono gay, solo mi piace sentirmi un po' Elisa, il mio alter ego femminile." mi disse quasi per scusarsi di quell'insolita abitudine, mentre i miei occhi erano rivolti altrove.
Il corpo di Riccardo era a dire il vero poco maschile, anche se il suo pene era di dimensioni normali, essendo del tutto glabro e con pochi muscoli. Il suo sedere poi era meglio di quello di molte donne, con una perfetta forma a mandolino, che quasi t'invitava a prenderlo senza aspettare oltre. Era però tutto l'insieme a renderlo quasi una donna mancata, iniziando dalla pelle che profumava di miele, fino alle unghie che erano sì corte ma molte ben curate.
Fra mio marito e me nacque quasi una gara a chi toccava e baciava di più quel corpo così diverso dal solito, una perfetta miscelazione fra maschile e femminile, che lo rendeva irresistibile per entrambi. Per me poi era del tutto uguale mettergli le mani sul pene o sul sedere, trovandoli affascinanti entrambi, il primo per le dimensioni ed il secondo per la forma.
"Vediamo quanto ti piace la fica." gli dissi dopo essermi andata a sedere su un piccolo divano, per poi aprire le gambe mettendo in bella mostra la mia passera.
Riccardo s'inginocchiò fra le mia gambe, ma invece d'iniziare a leccarmi la micia come un ossesso, iniziò quasi a giocarci, tenendola ben aperta con le dita mentre la lingua girava intorno al clito quando non ci sbatteva contro come un martelletto.
Mauro da parte sua non perse tempo a mettersi dietro al ragazzo, per aprirgli il più possibile le chiappe, ed iniziare a preparalo per l'inevitabile sodomizzazione leccandogli l'ano.
Nonostante il piacere che Riccardo mi stava dando, provai qualcosa che era più d'una sottile invidia verso mio marito che aveva fra le mani il suo bel culo, sentimento che crebbe ancor di più quando lo vidi prendere del lubrificante, che ben presto finì dentro il retto di Riccardo, che a quel punto iniziò a gemere a voce alta.
"Ora vediamo se davvero non ti piace il cazzo." disse Mauro puntando la sua mazza turgida contro l'ano del ragazzo.
"Aspetta un attimo che voglio farlo godere anch'io." gli risposi mettendomi di fronte a Riccardo che presi a baciare e segare molto lentamente.
Non appena il pene di Mauro gli entrò dentro, anche quello del ragazzo crebbe di dimensioni, mentre il suo respiro diventava sempre più affannoso, avvolto com'era dal piacere che gli stavamo dando.
"Mio Dio così non resisto." urlò Riccardo che sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro.
"Lasciati andare, prima vieni, prima mi scopi." gli dissi prima d'abbassarmi per prendere in bocca la sua nerchia.
Di solito mi piaceva giocare un po' con una mazza prima di succhiarla, ma era ben chiaro che il nostro praticante non sarebbe durato a lungo, così non persi tempo a farla finire fra le mia labbra, e lasciare che la lingua gli scivolasse intorno sempre più velocemente. Mi sembrò quasi che ad ogni affondo di Mauro, la nerchia di Riccardo pulsasse sempre di più, come se quella di mio marito gli dava nuova energia.
L'invidia verso mio marito arrivò alle stelle nonostante fossi anch'io parte attiva del piacere di Riccardo, ma non so cos'avrei dato per essere al suo posto ed esser io a scoparmi il nostro nuovo amico di giochi.
"Sto venendo." disse il ragazzo quasi vergognandosi di non aver resistito a lungo.
"Allora fallo !" gli rispose Mauro "Tanto Cassia non vede l'ora di bere la tua sborra."
Riccardo mi venne in bocca riempiendomi il palato con copiosi getti di sperma quasi insapore, ma senza che il suo pene perdesse durezza, tanto che non feci quasi in tempo ad ingoiare il suo orgasmo, che era di nuovo pronto per me.
"Siediti lì" ordinai al giovane indicandogli il divano.
Non appena poggiò le chiappe dove gli avevo detto, mi sistemai su di lui per poter prendere la sua nerchia, ed eccitata com'ero m'entro tutta dentro senza che quasi me ne accorgessi. Nonostante avesse perso un po' di consistenza dopo l'orgasmo, la mazza di Riccardo tornò quasi subito alle sue massime dimensioni, con mio grande piacere visto che non desideravo altro.
Mauro però restò ben poco a guardare, e del resto non era nel suo carattere farlo, e fu quasi inevitabile ritrovarmelo davanti a reclamare la sua dose d'attenzioni. Usando tutta la mia esperienza, riuscii a prendergli il pene in bocca mentre usavo quello di Riccardo come ascensore verso il piacere, ma poi fui io a volere di più, come se scoparmi uno solo di loro non mi bastasse più.
Così mi girai per potermi di nuovo impalare sul ragazzo, ma offrendo a mio marito il mio sedere in bella vista, e non ci fu bisogno di dire nulla visto che mi aveva letto nel pensiero.
"Lo sai che il suo culo è più bello del tuo ?" mi disse con non poca ironia Mauro.
"Sì ma tanto per te conta solo metterlo dentro un buco, quindi fai il tuo dovere e fammi godere." gli risposi quasi irridendolo.
Mio marito fu abbastanza brutale, ma del resto non desideravo altro che mostrare tutto il mio essere puttana anche a Riccardo, che da parte sua mi scopava dal basso facendomi godere come volevo io. Messa in mezzo a quei due uomini non mi trattenni in alcun modo, dando sfogo ai miei peggiori istinti e concedendomi a loro senza alcuna riserva, urlando tutto il mio piacere a pieni polmoni.
"Sì scopatemi ancora e ancora ! Fatemi sentire tutti i vostri cazzi dentro ! Peccato che siete solo due perché ne vorrei almeno altri due e belli grossi !"
Mauro decise di farmi sentire ancora più zoccola di quanto già non lo fossi, uscendo dal mio retto per infilare la sua mazza dove c'era già quella di Riccardo, che colto di sorpresa non disse nulla.
"Lo so che sei una gran troia." mi disse mio marito che non pago di quello che stava facendo mi mise un pollice dentro il buchetto "Due cazzi nella fica e non dici nulla, anzi forse ti dispiace che non ne hai altri due nel culo."
Non gli risposi perché stavo godendo troppo per farlo, ed il mio piacere arrivò all'apice quando il porco iniziò a penetrarmi alternando le mie aperture, con Riccardo che ci guardava quasi estasiato dalla nostra perversione. 
Quando mio marito comprese che stava per venire, si sfilò da dietro di me, per mettersi davanti, e dopo aver avvicinato la mia bocca con quella del ragazzo, ci schizzò in faccia il suo orgasmo.
Riccardo ed io quasi ci contendemmo quelle gocce di piacere baciandoci a vicenda, neanche fossimo all'inizio del rapporto, e quando non ci fu più nulla da pulire volli concedermi del tutto al mio giovane amante.
"Credo tu abbia capito come mi piace prenderlo nel culo." gli dissi mettendomi carponi al suo fianco per poi allargarmi le chiappe con le mani "Quindi fammi vedere che non sei solo capace a prenderlo ma anche a metterlo."
"Certo signora Cassia, ora le faccio vedere qual che sono in grado di fare." mi rispose mettendosi dietro di me ed afferrandomi saldamente per i fianchi.
Se Mauro prima era stato violento, Riccardo non fu da meno, anche perché ben presto mio marito si mise al suo fianco per toccargli il sedere, col risultato che la sua mazza crebbe ancora di dimensioni, arrivando a quelle precedenti al suo orgasmo. Il ragazzo sembra un cavallo selvaggio il cui unico scopo era fottermi con tutta la sua forza, fin quasi a togliermi il respiro, mentre Mauro mi dava della puttana buona solo per battere i marciapiedi.
L'orgasmo mi travolse insieme a lui, che mi venne dentro riempiendomi il retto col suo sperma, facendo sì che mi sentissi dentro ancora più sporca.
Forse perché tutti e tre esausti, ma restammo a lungo fermi come se nessuno avesse la forza di muovere un solo muscolo, mentre sentivo il pene di Riccardo ridursi e lentamente un rivolo di sperma colarmi lungo la coscia.
"Non credo di riuscire a rimettermi al lavoro." disse alla fine il giovane rompendo un silenzio che stava diventando imbarazzante.
"Per quello neanch'io." gli risposi cercando almeno un fazzoletto per pulirmi "Quindi per oggi fine lavori e se ne riparla domani."
Riccardo si diede un pulita alla meno peggio, prima di rivestirsi, salutarci e quasi volare via, non sapendo cosa dire. Mauro invece non appena fummo soli si mise a ridere come un cretino, davanti a me che non riuscivo a comprendere il perché facesse così.
"Pensavo che in fondo la bottiglia di  Veuve Clicquot l'abbiamo vinta tutti e due, quindi ne andiamo a prendere una e poi ce lo scoliamo alla faccia di sua eminenza, che non sa che regalo c'ha fatto con Riccardo."
Mi misi a ridere con lui pensando anche alla faccia del cardinale che m'aveva descritto Riccardo come un ragazzo pio e devoto, non sapendo che per lui andare con un uomo o una donna era del tutto indifferente.
Una volta finito di ridere non ci rimase che andare a lavarci per uscire, perchè due bottiglie di  Veuve Clicquot non arrivano da sole in casa, ma bisogna andare a comprarle.



Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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