Il racconto che segue non è frutto di fantasia ma ogni cosa è realmente accaduta una notte in un club prive'.


Dopo il divorzio ho avuto relazioni più o meno lunghe con donne separate o sposate. Con Rita  De Fazio ci sono stato tre anni e quasi sicuramente i migliori dal punto di vista sessuale.  Io porco, depravato e padrone, lei schiava puttana sottomessa con particolare piacere per il dolore. Dopo un anno di porcate indescrivibili come frustarla sulla figa come mazzi di ortiche o bevute di piscio col cazzo in gola, avevamo capito che dovevamo iniziare a confrontarci con altri e così iniziammo a frequentare un club prive'. Ci piaceva entrare nelle stanze con alte coppie. Mi piaceva scopare mogli davanti al marito ma la cosa che maggiormente mi eccitava era vedere Rita scopata da altri uomini anche perché non riusciva a trattenersi e più che gemere lei urlava e parlava dicendo cose oscene. 


Le piaceva molto la dark room. Spesso la portavo in quella camera buia, iniziavo a scoparla e la incitavo a prendere in bocca il cazzo della prima sagoma che gli si parava davanti.  Poi mi defilavo in un angolo e la lasciavo in mano a chi capitava accontentandomi  di ascoltare le sue urla di piacere e gli insulti che le venivano rivolti. 


Ma la sua più grande passione era il Glotyhole. Le piaceva succhiare cazzi di sconosciuti. Le prime volte chiedeva il preservativo ma successivamente se il lavorava senza. Siccome Rita era la mia schiava puttana, obbediva a qualsiasi mia richiesta. Una sera le dissi: - voglio che quando lo senti venire, ti scopi la gola fino a quando non ha finito. - Claudio non mi fido mi  rispose.  Non replicai, uscii fuori dalla stanza, girai l'angolo e dissi al ragazzo (più giovane del figlio di Rita) di bussare sulla parete quando stava per venire. Rientrai nella stanza e quando sentii busare, con due mani schiacciai la testa di Rita contro la parete. Il primo getto fu così potente che le andò di traverso e le uscì dal naso, vedevo la sua carotide andare su e giù portando allo stomaco i bocconi di sborra. Quando mollai la presa era paonazza a causa dell'apnea il rimmel era colato tutto dagli occhi e le rigava tutto il viso.  Mi guardo' con uno sguardo perduto.  Gli mollai un ceffone da fare girare la testa. - Così impari a non discutere i miei ordini, le dissi.  - Si padrone mi rispose.  Successivamente, tutte le volte che prendeva un cazzo in bocca mi chiedeva come lo doveva fare finire. A volte le facevo riempire la bocca e farmi vedere la sborra prima di ingoiarla, a volte di strofinarsi sul viso il cazzo sborrante in modo che tutto lo sperma coprisse il suo viso. Poi la portavo fuori e andavamo al bancone del bar dove chiunque poteva vedere il suo viso ancora pieno di sborra fresca.  Ormai non si vergognava più.  Rita beveva e non lo reggeva e più di una volta ha succhiato cazzi nella sala fumatori  del Hollywood mentre Stella una nostra amica bisex le fistava la fica col pugno fino al polso. 


Capito' che un sabato sera avevamo litigato e Rita era andata a letto prendendosi 20 gocce di Lexotan. Deciso  di non rovinarmi la serata,  verso le 23 le dissi di preparasi  per andare all' Hollywood. Non se lo fece ripetere. In mezz'ora era truccata come una puttana  vestito scollato nero autoreggenti nere, scarpa decolte' nera tacco 12. Togli le mutandine che stasera non ti servono, puttana,  le dissi. 


Arrivati, salutammo gli amici e una coppia, Stefano e Paola con cui avevamo giocato mesi prima. Quella volta Stefano aveva provocato a Rita una cistite a causa della larghezza del suo cazzo e alla brutalità che usò nella sua fica procurandole quattro giorni di dolori quando doveva pisciare, al punto che Rita in seguito non ne volle più sapere di Stefano. 


Andammo al bar, Rita era già rincoglionita dal Lexotan e le feci  bere 2 Gin con Campari uno dietro l'altro. 


Ora andiamo al Glotyhole,  le dissi. Lei annuì e prese il corridoio che portava alla stanza barcollando.  Si  sedette sulla panca e mise fuori da due buchi le sue bellissime mani inanellate e smaltate per far capire che c'era una donna pronta a succhiare. 


Il primo cazzo che ti piace lo faccio venire nella stanza a scoparti. I primi due non erano granché e uno era sporco di smegma e Rita fatico' non poco a mettersi in bocca quel pezzo di tonno avariato. Il terzo le piaceva e dopo averlo intostato a colpi di lingua, mi chiese se poteva scoparlo. Io uscì a chiamarlo.  Quando entrammo Rita aveva già in bocca un altro cazzo che era spuntato dal buco un altra volta.  Le  misi una mascherina perché non voleva vedere chi la scopava.  Il posto era frequentato da molti giovani e aveva la paranoia di essere scopata da uno dell'età di suo figlio.  


Il ragazzo prese a scoparla ma Rita urlava più del solito. Non ci diedi molto peso anche perché l'alcool è il Lexotan la avevano messa in uno stato di semi incoscienza.- Ma c'è l'ha così grosso? Lei  scuotendo la testa mi disse con una voce tremante - Ha sbagliato buco,  me lo ha messo nel culo. Guardai il ragazzo che abbassò lo sguardo per controllare e annui con la testa. Con un gesto della mano gli feci capire di martellarla senza pietà e lui iniziò a infliggere colpi tremendi. - No, No  gridava Rita.  Lo deve togliere le chiesi? Silenzio.  Poi scuotendo la testa disse no perché sono una puttana.  Ero eccitatissimo anche perché in quella stanzetta erano entrate una quindicina di persone tra singoli e coppie a godersi lo spettacolo. Molti erano abbassati i pantaloni pronti a rimpiazzare il primo. Dopo una decina di minuti tirò fuori il cazzo si strappò il preservativo e andò a scopare la gola di Rita mentre già un altro le era già entrato nel culo. Ricordo ancora il sguardo bestiale mentre tenendola per I capelli le urlò - INGOIAAAAA  PUTTANAAAAA riemoiedole lo stomaco di sborra.  Rita era ormai diventata carne da macello e quando entrò il terzo non capiva più niente. Passava da implorare Dio  che smettesse a incitare ad essere sfondata perché era una puttana. Intanto la ragazza del terzo,  forse stizzita dal fatto che il suo uomo stava sbudellando Rita, si era inginocchiata davanti a me regalandomi in pompino con ingoio che mi fece avere delle convulsioni.  Realizzai dopo il motivo di tanto delirio di Rita. Un cazzo lunghissimo,  magro ma almeno 26 centimetri di lunghezza,  mai visto un cazzo così. Quando mi ripresi da quel pompino che mi aveva devastato alzai lo sguardo e incontrai gli occhi infuocati di Stefano che si era già abbassato i pantaloni con quei cazzo  che era come una bottiglia di Ceres. Dissi a Rita  - ancora uno e finiamo.  - Questo lo conosci già.


L' urlo si senti fino al bar. Era un AAAAAAAA    AAAAAAAA AAAAAA continuo,  non implorava neanche più.  Piangeva solo disperatamente aveva il viso paonazzo e la giugulare che usciva grossa come un mignolo. - Hai  capito chi è, puttana? STEFANO, È STEFANO  gridò come una gallina sgozzata appena prima di svenire. Stefano, come una bestia continuò a squarciarle il buco del culo. I colpi devastanti e la dimensione del suo cazzo avevano strappato il preservativo e lui , incurante le inondo' l'intestino di sborra.  


Quando Rita si riprese eravamo rimasti soli nella stanza. Era prona sul pavimento,  aveva perso una scarpa,  le autoreggenti strappate e sborra sul vestito e tra i capelli.  Mi hanno violentata,  contnuava a dire singhiozzando.  


 Tornammo a casa e le feci fare un bagno. Si sentiva molto meglio.  Le chiesi se potevo guardare il suo  buco del culo si sdraio' sul letto, tirò su le gambe si  spalancò le chiappe e spinse come se dovesse cagare. Quel buco era stato pompato ininterrottamente per più di un ora era rosso come il fuoco e largo come un mandarino.  Non tornò mai più come prima. 


 

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